Mi volto verso la voce adulta che mi chiama
<<Si prof ?>> mi avvicino alla sua cattedra. L'aria simpatica e amorevole in sintonia con il carattere dolce, la sua bassa statura, i capelli corti neri e i piccoli occhi marroncino terra mi trasmettono parte del suo buon umore, ma tutto sommato ai miei occhi è sempre parsa una come madre apprensiva . 

<<Il programma che hai svolto per il recupero di inglese è andato benissimo e io e i tuoi genitori abbiamo una notizia per te, ma credo sia il caso che te la dicono loro>> mi risponde finendo con un caloroso sorriso, che ricambio con un sorriso, un sorriso sincero.     

Dopo averla salutata e ringraziata esco dalla classe e dirigendomi verso la palestra. MI tornano a mente tutti i lamenti ripetitivi sull'orario scolastico, rido leggermente a mente ripensando alle precise parole dette dai miei compagni.
Mi avvio nello spogliatoio femminile, entrando e dirigendomi subito in uno degli spazi liberi delle panche appoggiandoci lo zaino e la borsa contenente gli indumenti specifici.

<<Comunque per me quelli imbottiti sono troppo comodi>>   
<< Amore, ieri ne ho comprato uno rosso con anche il pizzo>>
<<NON CI CREDO! Lo ho visto anche io ma mi piaceva di più blu>>

Mi giro per togliermi la maglia e scuoto la testa divertita dai discorsi idioti e dalle parole esageratamente sdolcinate fatti da alcune ragazze della mia classe, facendo scappare un piccolo ridacchio soffocato dalla manica della felpa.  

<< Che hai da ridere? >> mi chiede Asia con sguardo severo e superiore. La guardo ed evito di rispondere.

<< Allora?>> mi chiede la sua amica interrompendo il silenzio creatosi. Mi volto notando con dispiacere che tutte zitte mi fissano mute.Decido, però, di non calcolarla e di allacciarmi le scarpe.
<< Vuoi del tempo per inventarti una scusa?>> mi chiede di nuovo Asia iniziando a ridere con la sua amica
<< No >> rispondo alzandomi e alzando le spalle, sorprese si girano verso di me
<< Ho solo pensato a che parole dirti. Erano tante, così ho cercato di scegliere attentamente e me ne è rimasta una >> faccio una pausa dopo aver usato vari toni provocatori e mi avvicino fissandole attentamente, mi porto le mani alla testa e stringo la coda nella quale sono raccolti i miei capelli << Vaffanculo>> '

Detto questo esco e vado in bagno, mi appoggio alla parete riempiendo i polmoni: non uso frequentemente parole di quel tipo, mi fanno sentire sporca e il gusto amaro mi rimane in bocca.  Mi sciacquo la faccia nella speranza di cancellare tutto quanto ma nulla scompare, solo più pensieri si annidano. Sono tutti falsi anche loro, se fosse stata una mia amica avrei preso le sue parti perchè quello che faccio io nessuno lo fa per me?

Asia invece è una delle persone più false che ci sono qui; una scalatrice sociale come dice Fedez in quella canzone che andava anni fa. Ero una sua amica, quasi migliori e lei mi ha solo usato per farsi popolarità. Odio questo mio lato buono del carattere: aiuto tutti senza farne distinzioni e in cambio ho solo disprezzo. Voglio andarmene.

Una volta entrata nella palestra mi siedo in un angolino aspettando che arrivi la professoressa. La palestra non è molto grande ma nemmeno troppo piccola. I muri colorati sulla metà bassa di giallo, hanno appesi cartelloni sull'alimentazione mentre sul pavimento si possono notare gli striscioni lasciati dai palloni e dalle scarpe.

Passano altre due ore, ma bloccata nel mio limbo, la cosa non mi pesa. Le poche parole uscite dalla mia bocca era riferite alla professoressa e altre per non sembrare del tutto assente. Ultimamente parlo così poco che la mia voce mi sembra un lontano ricordo, le parole scorrono libere solo nella mia testa. 
Mi ricambio velocemente senza alzare lo sguardo per uscire i più velocemente possibile nel cortile per la pausa di metà mattina. Scrutando il paesaggio noto una immagine buffa che mi rispecchia leggermente e dopo averci pensato più volte decido di avvicinarmi incuriosita dal suo comportamento insolito.

<< Tutto bene?>> chiedo una volta sedutami vicino

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'-> Scusate la brutta parola, non mi piace inserirle ma in questo a parte ero obbligata