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lettera (Nalu)

Sai Natsu, a volte ripenso alla nostra storia, a quello che abbiamo passato e mi batte forte il cuore. Mi martella nel petto ripensando a tutto quello che abbiamo attraversato, i sentieri che abbiamo percorso. C’è ancora tanta strada da fare, probabilmente non finirà mai, ma di una cosa sono certa: fintanto che tu sei con me andrà tutto bene. Non sono cambiata in questi anni. Ho sempre il sorriso sulle labbra, una parola gentile per gli altri, ma forse, con il tempo, sono maturata. Chi può dirlo? Forse lo sono davvero. Sono diventata più adulta. Non sono cambiata, me lo dico spesso, ma forse non è così. Insomma, non posso esserne certa! Il tempo è passato e tu rimani comunque lontano da me. Oltreoceano. Quindi… anche se ho sempre il sorriso sulle labbra ed una parola gentile per chiunque mi telefoni, per chiunque abbia bisogno di aiuto, la sera i miei occhi si spengono pensando a te. Il sorriso sparisce. Le lacrime rigano il mio volto. I singhiozzi, nascosti dal cuscino nel quale premo il viso, si susseguono finché non mi addormento. Mi manchi.
Quando sono venuta a patti con me stessa, con il fatto che eri partito lasciandomi solo una misera lettera non pensavo quanto avrei sentito la tua mancanza. Tanto. Troppo.
Non vedo l’ora che torni qui.
Non vedo l’ora di abbracciarti.
Ma ho paura, Natsu. Ho paura di essere cambiata. Sono passati anni, e se fossi cambiata e non ti piacessi più?
Lo so, Natsu. Se fossi qui mi diresti che sono stupida. Hai ragione. Strano a dirsi, ma questa volta devo darti ragione. Se ripenso alla nostra storia mi batte forte il cuore. Perché ho l’impressione che, io e te, siamo indissolubili. Non importa la distanza, non importa il tempo. Siamo sempre noi. E ti amo sempre come il primo giorno anche se tu non lo sai.

Natsu lesse ogni parola con attenzione più volte. Era tornato dal suo lungo viaggio da appena un giorno. E scopri che la gilda si era sciolta ma soprattutto che la sua amata Lucy rimase sola. Ed era tutta colpa sua ed ora queste parole scritte per lui su un pezzo di carta sono una grossa martellata.

Lucy strappa il foglio dalle mani di Natsu «E questa dove diamine l’hai trovata?» Domanda con la voce stridula.

«Qua dentro». Indica uno scatolone con noncuranza. Come se non avesse letto.

«Non è per te!»

«Sai, Natsu.... inizia così, direi che è per me». Risponde, facendo spallucce.
«Quindi l’ho letta».

Lucy portò le mani al volto, se fosse diventata anche sul blu, sarebbe stata identica all’emoji. Avrebbe riso, una persona normale, guardandola, ma Natsu non era normale. Forse è per questo che con lei si trovava così bene, forse è per questo non avrebbe potuto vivere senza di lei.

«Non avresti dovuto!!» Urla, ancora. «L’ho scritto in un momento di… di… Non dovevi leggerla e basta!»

Natsu si alza, sfiora con il suo braccio la spalla di Lucy. Si ferma e si volta. La guarda per qualche istante e Lucy non riesce a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Sembrava essere tornati indietro nel tempo. Ricordava la sera di una certa Vigilia di Natale. Ancora lui le faceva quell’effetto.

«Anche tu mi mancavi da morire. Mi dispiace averti lasciata sola». Sussurra Natsu, abbassando lo sguardo e nascondendosi dietro la sua frangetta.
Lucy schiude gli occhi, sorpresa. A Natsu era dispiaciuto leggere quelle parole, non sapeva che altro dire o fare.

Lucy portò due dita sul volto di Natsu
«Lo sai che sono solo tua». Lo prende in giro, come aveva fatto anni prima, quando erano stati al loro primo appuntamento.

«Ed io ho sempre ragione». Dice, poi, Natsu con un ghigno divertito sul viso. «E tu hai sempre torto e non sei maturata affatto». Continua, allungando il braccio per non darle il tempo di rispondere, unendo le loro labbra. «Ma sono buono, e faccio finta di nulla».

Lucy appoggia la guancia al petto di Natsu. Non risponde, ma sorride facendosi cullare dal battito del ragazzo.

Alla fine, loro sono Lucy e Natsu. Non sarebbe mai potuto cambiare nulla nel loro rapporto anche se la distanza ed il tempo erano stati tanti.
Non sarebbe potuto andare diversamente.

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