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Buon San Valentino, Eren

-''Quindi cosa devo fare?''

Hanji tirò fuori la cannuccia dalla sua bocca e si esibì in uno dei suoi inquietantissimi sorrisi a trentasei denti.

Il moro era esasperato, la sua ultima spiaggia era quella donna dalle rotelle fuori posto, ma come sospettava uscire con lei era stato del tutto inutile: si trovavano in uno di quei locali piccoli e appartati che a Levi piacevano tanto, avevano davanti una tazza fumante di tè nero, più zucchero che tè per la castana, e il bar era riempito solamente da loro due ed una miriade di cuoricini appesi ovunque, ma almeno non c'era nessuno.

E nonostante ciò Levi era nervoso, più perché stava perdendo un pomeriggio inutilmente che non per il fatto di non avere idee per quel giorno di merda.

-''Descrivi la vostra relazione con una parola.''

Un cipiglio si formò fra le sopracciglia del moro, non voleva essere scortese con qualcuno che aveva lasciato il lavoro per lui, ma gli sarebbe saltato volentieri addosso per la stupidità che stava dimostrando, così prese degli spiccioli, li lasciò sul tavolo e si alzò lentamente senza dire una parola.

La ragazza con gli occhiali spessi, dal canto suo, non sembrava neanche essersi offesa, anzi, tratteneva a stento una risata: sapeva che Levi avrebbe reagito in quel modo, infondo lui aveva sempre avuto poca pazienza e l'empatia non era di certo il suo forte.

-''Su Levi fidati, com'è stata la vostra prima volta?''

Levi, colto alla sprovvista, sentì le guance andare a fuoco; Hanji era sempre stata al corrente di tutto, Eren le parlava sempre di ogni risvolto della loro storia e a volte anche di dettagli piccanti, ma lui non sarebbe mai riuscito a fare una cosa del genere, era forte, apatico, scorbutico, coraggioso, ma l'imbarazzo riusciva a fotterlo sempre.

-''Sei venuta qua per aiutarmi o per conoscere dettagli che non ti abbia già detto Eren?! Pervertita!''

Hanji non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere facendo diventare le guance del moro ancora più rosse, la risata di lei aveva attirato una cameriera che da un paio di minuti continuava a fissarli e il più basso decise di sedersi, respirare, calmarsi, cercare di ascoltare quella pazza e poi fuggire via a gambe levate; il suo piano iniziale di farla fuori in silenzio era stato mandato a monte dagli occhi curiosi della ragazza dietro il bancone.

-''No! Non hai capito! So già tutto riguardo ''quella'' parte, voglio solo sapere come è stata, emotivamente dico.''

Levi sospirò e ci pensò su, forse aveva anche un senso quella domanda ma lui non riusciva a trovarlo, e non riusciva a guardare Hanji negli occhi mentre pensava ad una risposta, si girò e posò gli occhi sulla vetrata che rendeva quel locale luminoso, da essa si poteva ammirare la gente passeggiare ma inutile dire che la mente del moro era altrove, con Eren dagli occi liquidi, le labbra umide e le guance rosse, su quel letto che credeva avrebbe ceduto da un momento all'altro, quella notte in cui il non dormire non era stato poi così male.

-''Travolgente.''

Per quanto la scena fosse ancora abbastanza buffa Hanji riuscì a smettere di ridere ed osservò il moro come una mamma che osserva il figlio che muove i primi passi, aveva sempre avuto fiducia nelle sue capacità ma non si sarebbe mai aspettata un'apertura di Levi così facile e veloce, soprattutto su quella che era la sua vita privata.

-''Eravamo così presi che non ci siamo neanche accorti di averlo fatto tutta la notte.''

-''E le altre volte?''

-''Non credo ci sia differenza...''

Levi ebbe il coraggio di girarsi e guardò gli occhi della ragazza coperti dagli occhiali, come faceva a farlo parlare non riusciva a capirlo neanche lui, ma quella conversazione gli stava cominciando a piacere, forse perché si sentiva più tranquillo e più leggero.

-''Con Eren è, è sempre un'onda di emozioni, mi fa impazzire.''

-''Perfetto mi basta, ho due idee per domani.''

Levi accennò un sorriso, stava quasi per ringraziarla quando notò la sua espressione e in qualche modo provò paura, conosceva quella ragazza da una vita, la aveva vista in ogni condizione e sapeva che quella faccia inquietante e maliziosa non prometteva nulla di buono.

-''La prima è quella che ho in mente da quando ti sei seduto in quella sedia...: per una notte stai tu sotto.''

-''Neanche morto! E poi lui preferisce star sotto, me lo ha detto quando abbiamo provato a cambiare.''

-''COSA!''

Hanji si alzò e sbatté entrambe le mani sul tavolino facendo sobbalzare sia la donna che li stava ancora guardando che Levi, che era convinto di star guardando un mostro e non la sua amica.

-''Tu sei stato sotto! Eren non mi ha raccontato niente! E come è stato?! Eren è bravo quanto te? Sai lui dice che tu...''

Il moro alzò una mano e bloccò quel fiume di parole, non prima di essersi maledetto mentalmente circa un centinaio di volte, non sapeva ciò che Eren raccontava a quella pazza e si sentiva uno stupido ad aver sciolto così facilmente la lingua, e menomale che criticava tanto il castano per essere troppo estroverso.

-''Lascia perdere questo discorso, siediti e passiamo alla seconda idea.''

-''Ah si, questa ti piacerà di sicuro!''

Hanji prese di nuovo posto, si aggiusto gli occhiali e finì il suo tè, si sentiva euforica sia per le informazioni che aveva scoperto sia per il favore che stava per fare ad Eren, anche perché lui gli avrebbe sicuramente raccontato tutto.

-''So bene come funziona tra te ed Eren, anche lui mi dice sempre che ogni volta che lo fate è una bomba di passione, per questo penso che invece di scopartelo come fanno i conigli, potresti essere romantico, almeno per una notte.''

-''Romantico?''

-''Bhe, sai, farlo lentamente, assaporare ogni attimo e godendotelo fino in fondo, piacerà tantissimo ad entrambi.''

Levi ci pensò su e gli tornarono alla mente tutti quei film strappalacrime che, certe volte, Eren gli faceva sorbire: in essi, la prima volta, le coppie sembravano totalmente immersi in quei movimenti controllati e per niente frenetici, mentre la loro prima volta poteva riassumersi un una cozzaglia di corpi, gemiti e sudore.

-''Non sono sicuro di potermi controllare, basta poco a farci "accendere" ''

Hanji si alzò, lascio delle monete sul tavolino, prese la borsa abbassandosi all'altezza di Levi e scoccò un grosso bacio sulla guancia facendogli storcere il naso.

-"Ce la farai di certo, lo stai facendo per lui quindi darai il meglio di te."

Hanji lo lasciò solo e lui ordinó un altro tè nero, il suo era sano ma ormai freddo e aveva bisogno di rilassarsi per bene, non aveva mai fatto nulla del genere per nessuno ma Eren, Eren era tutt'altra storia.

**********

Eren posò la sua cartella a terra e accese la luce dell'atrio stupendosi del silenzio e della tranquillità che aleggiavano nell'aria, Levi doveva essere già a casa da un bel pezzo e il fatto che non stesse imprecando contro il computer, come suo solito, prometteva qualcosa di buono.

-''Sono a casa!''

-''Sono in cucina!''

Il castano si tolse la giacca e la appese al suo posto, poi molto lentamente, quasi avesse paura di commettere qualche sbaglio, si abbassò nella direzione della tracolla che portava con se al lavoro e prese la rosa e i cioccolattini che essa conteneva.

Si sentiva uno stupido per quel gesto infantile che stava per compiere, era più che sicuro che a Levi cose come il San Valentino fossero del tutto indifferenti se non addirittura odiose, ma era da tempo che desiderava regalargli qualcosa che dimostrasse almeno in parte i suoi sentimenti e la festa degli innamorati era per lui un occasione da non poter perdere.

Quando arrivò in cucina posò ciò che aveva in mano in una sedia e, accertandosi che Levi non si fosse girato per guardare nella sua direzione, andò a cingergli la vita da dietro, facendo combaciare il proprio addome con la schiena dell'amato e posando il mento sulla testa di lui, quest'ultimo, però, come se nulla fosse, continuò a mescolare il condimento della pasta, non stava preparato nulla di che ma più ignorava il castano più aveva possibilità di portare a termine il suo piano.

-''Cosa prepari di buono?''

-''Pasta.''

-''Ma questo lo vedo anch'io, perchè devi essere così acido?''

-''Lo sono sempre stato, qual'è il problema?''

Eren decise di far finire lì quel discorso e annoiato cominciò a passare il naso in mezzo ai capelli corvini del suo ragazzo, finchè non si sporse in avanti raggiungendo con la bocca il suo orecchio e cominciando a stuzzicarlo con lingua e denti come spesso faceva quando si trovavano in quella situazione.

-''Eren...''

Levi tentò di concentrarsi su quello che stava facendo e di far estinguere i brividi che i bici in quel punto gli provocavano, sapeva che una volta che si accendeva quella scintilla capace di fargli perdere il controllo non sarebbe riuscito a far nulla per contenersi e dato che si era ripromesso di portare a termine il suo obbiettivo non poteva rischiare di cadere in quelle tentazioni.

-''E' quasi pronto, siediti.''

Il castano,un po' deluso da quel rifiuto, si staccò e fece come gli era stato ordinato, odiava quando era l'unico ad avere certe voglie, ma non sapendo il motivo dell'umore nero del suo fidanzato non voleva rischiare di peggiorare la situazione soprattutto sapendo che quei due regali probabilmente lo avrebbero infastidito ancora di più.

 Quando la tavola fu pronta ed il moro fu seduto cominciarono a mangiare in silenzio, ognuno con i propri pensieri per la testa ed entrambi troppo tesi per intraprendere una conversazione o assaporare per bene il cibo, Levi non aveva cucinato molto, spaghetti con le vongole e qualche antipasto di mare, ma di certo non si aspettava di ritrovarsi con il piatto vuoto così presto e con un paio di gemme smeraldo fisse su di lui.

-''Senti Levi...''

Eren sospirò e decise di distogliere lo sguardo, sentiva il volto rosso e lo sguardo li Levi su di se così cominciò a mordersi il labbro nervoso, gesto che di certo non lasciava indifferente il suo interlocutore.

-''...so che probabilmente mi sgriderai per aver agito di nuovo da bambino, ma ci tenevo a darti questi, anche se non è ancora San Valentino, almeno sembra meno stupido.''

Prese un respiro ed uscì da sotto il tavolo i suoi regali, sentiva il cuore martellargli nel petto e non si stupì affatto di non vedere nessuna reazione in Levi, con lui era sempre difficile poter parlare senza fargli perdere la pazienza e dato che la serata sembrava aver preso una brutta piega non voleva di certo rovinarla del tutto, sperava almeno di poter dormire abbracciato a lui, dato che tutti gli altri piani erano già da subito andati a monte.

-''Sei davvero infantile...''

Il moro strisciò la sedia e si alzò muovendosi lentamente nella direzione del castano che aveva posato i due regali sul tavolo, si fermò solo quando gli fu di fronte e con un gesto deciso creò lo spazio necessario, fra il corpo di Eren e il tavolo, per potersi mettere di fronte al suo ragazzo e sfiorare le sue labbra con le proprie.

-''...ma non ti sgriderei mai.''

Stettero fermi per minuti che parvero ore, ad accarezzarli solo i loro respiri e a parlare i loro sguardi, poi Levi ruppe la magia, si allontanò, si voltò, prese un cioccolattino e fece marcia indietro per poi far rincontrare le loro labbra, stavolta in un contatto più carnale e intenso.

Era un bacio diverso da quelli che erano soliti a scambiarsi: lento e intimo, formato inizialmente solo dalle loro labbra che giocavano e danzavano insieme per poi essere approfondito con le lingue che si aiutavano per sciogliere il cioccolato, si toccavano e si desideravano senza però esagerare.

Era Levi a guidare il tutto, il più piccolo, infatti, avrebbe volentieri dato libero sfogo a tutti i suoi istinti se il moro non lo avesse bloccato: gli accarezzava le braccia e al contempo le teneva ferme mentre la sua bocca dettava il ritmo dei tocchi, troppo lenti per i gusti molto più passionali di Eren.

Si baciarono per un tempo indefinito, riempiendo la stanza silenziosa di schiocchi e piccoli gemiti e desiderandosi come non mai, quella cadenza per loro così nuova e differente dal solito li aveva resi curiosi e tesi allo stesso tempo e se qualcuno avesse voluto cogliere la brama che avevano l'uno dell'altro sarebbe bastato entrare in quella stanza e fendere l'aria con un coltello; i due avevano sempre fatto tutto di fretta, bruciando tappe e dimenticandosi di amarsi, soprattutto quando erano impegnati a letto, e quell'attenzione a non andare troppo veloce glielo stava facendo notare amplificando ancora di più le sensazioni del momento.

-''Aspetta..''

Levi si staccò e posò un dito sul labbro inferiore ancora schiuso del più piccolo, il sapore del cioccolato e della lingua di Eren riempivano la sua bocca in un misto troppo dolce per i suoi gusti ma nello stesso tempo buonissimo.

-''Andiamo di sopra.''

Si avviarono insieme e arrivarono in fretta in camera da letto, il sorrisetto dipinto sul viso di Levi dava fastidio al più piccolo che non comprendeva la calma di quest'ultimo, lui era tutto un fremito, il fatto di essere costretto a stare fermo mentre Levi lo baciava aveva insinuato in lui zelo e passione e non sapeva per quanto ancora avrebbe resistito.

Voleva il suo ragazzo dentro di lui, subito.

-''Levi?''

-''Shh, sdraiati.''

Levi aprì le tapparelle per fare entrare la luce della Luna ad illuminare, anche se di poco, quella stanza buia e poi si girò a guardare Eren seduto sul letto ed intento a togliersi la maglietta.

-''No fermo.''

Eren si bloccò con le braccia a mezz'aria e lo stomaco scoperto, sperava con tutto se stesso che quell'ordine non alludesse al fatto che per quella sera non avrebbero fatto nulla e aspettò con impazienza che il più basso lo raggiungesse finchè egli non fu in un batter d'occhio sopra di lui,con le labbra che percorrevano la linea del collo del castano e la punta delle sue dita che sfiorava la parte di pelle bronzea che era rimasta scoperta dalla maglietta.

-''Adesso ci penso io, non devi avere fretta.''

-''Scusa...''

Le carezze di Levi si spostarono gradualmente mentre il ragazzo dagli occhi verdi sperava che prima o poi quei vestiti sarebbero stati gettati da qualche parte in quella stanza, il moro infatti si limitava a spostare la stoffa dei jeans e della maglietta per toccare per pochi secondi i lembi di pelle desiderata costringendo Eren a quella che era una gabbia di cotone e sudore.

-''Levi...''

Ogni supplica aumentava il sorriso del moro, stava impazzendo anche lui nonostante lo nascondesse bene ma ogni gemito del suo ragazzo valeva quella sofferenza; le sue dita di si intrufolarono con destrezza fra i jeans e i boxer dei castano e si fermarono lì dove iniziavano i suoi peli pubici, mentre a fare il grosso del lavoro erano la sua lingua e le sue labbra, che viaggiano fra collo, labbra e clavicole di Eren seguendo una danza calma ed eccitante per entrambi.

-''Levi!''

L'erezione del castano ebbe modo di crescere di più quando l'altro comincio a muovere i fianchi contro i suoi, per quanto volesse essere lento e controllato anche lui era arrivato al limite e aveva bisogno di toccarsi, o essere toccato. 

Tolse la maglietta ad Eren e mentre la sua bocca si posava su uno dei suoi capezzoli le dita dell'altra mano sbottonavano i jeans de più piccolo, facendo pressione sulla patta e giocando con la cerniera.

Eren, nel frattempo, aveva il respiro sempre più affannato, la lingua e i denti del suo amante lo mandavano in estasi e quell'atmosfera sempre più eccitante e pesante non gli permetteva di prendere aria regolarmente.

All'improvviso sentì le gambe libere e il rumore dei suoi pantaloni che finivano a terra mentre la lingua di Levi scendeva...scendeva e scendeva fino ad arrivare al suo inguine e poi alla sua erezione.

-"Perfavore Levi."

Il moro indugiava di proposito, si limitava a soffiare e leccare la parte di pelle subito prima del membro del suo ragazzo costringendolo a soffrire per il dolore che quel eccitazione impossibilitata a sfogarsi gli provocava.

-"Va bene, stai buono adesso."

La lingua del più grande cominciò a passare su tutta la lunghezza di Eren, facendolo gemere forte nonostante esso fosse abituato a cose ben peggiori, era calda umida ma soprattutto calma, si muoveva lentamente ed ogni punto che toccava contribuiva a far inarcare la schiena del ragazzo dagli occhi verdi.

Prima di approfondire quel contatto Levi si levò la maglietta, se Eren stava avendo modo di sfogarsi a lui girava la testa per il dolore che l'erezione, pulsante e rinchiusa ancora nei jeans e nei boxer, gli provocava; poi inglobò con la bocca il membro del suo compagno, leccando e succhiando fino a farlo arrivare al limite per poi staccarsi all'improvviso ridendo soprattutto dopo che Eren si fece cadere pesantemente sul letto, mugugnando dalla disapprovazione.

-''P-perchè?''

Il moro si spostò e cominciò a sbottonarsi e poi togliersi gli ultimi indumenti che gli mancavano per rimanere nudo come il suo amante, le mani di Eren, intanto, vagano sul proprio corpo per poter soddisfare quella voglia lasciata a metà, in quel momento non gli interessava di provare piacere per mano di Levi, voleva solo soddisfarsi, venire e poi lasciarsi andare a quella meravigliosa sensazione post-coito.

-''Cosa credi di fare?!?'

Le mani del più piccolo furono fermate da quelle del ragazzo degli occhi di ghiaccio, Levi non era incazzato, conosceva Eren e sapeva quanto odiasse non potersi sfogare, quel piccoletto aveva sempre avuto gli ormoni a mille e la differenza di età contribuiva a far capire al più grande l'incapacità del suo fidanzato di controllarsi.

-''Levi per favore, non ce la faccio.''

-''Shh.''

Le dita fredde del moro accarezzarono il viso sudato e abbronzato di Eren per poi schiudergli le labbra e giocare con la sua lingua in modo da fargliele inumidire, guardando quel viso rosso ed eccitante avrebbe preferito non aspettare oltre ed entrare subito in lui ma non voleva fargli male, ne rovinare l'atmosfera.

Quando si rese conto che le sue dita erano più che bagnate le uscì dalla bocca del castano e le posizionò davanti alla sua entrata ormai abituata a tante nottate di sesso.

-''Veloce!''

Con lievi movimenti delle dita cominciò a bagnare i lembi di pelle intorno a quel piccolo cerchietto di muscoli senza entrare, proprio per questo Eren tentava in tutti i modi di avvicinarsi alle sue dita, bramando un contatto più profondo e passionale, così come era sempre stato.

-''Credevo di essere stato chiaro....''

Un dito violò l'entrata improvvisamente facendogli scappare dalle labbra un urletto tutt'altro che virile, che venne seguito da altri quando quell'unico e freddo dito comincio a muoversi all'interno di lui, dentro e fuori e poi con movimenti circolari, sempre con quella snervante lentezza che gli stava dando alla testa.

-''Niente fretta!''

L'altro dito seguì il compagno e lo aiutò ad allargare quell'entrata facendo nel frattempo contorcere Eren, che si sentiva accaldato e sudato ma non abbastanza appagato per poter venire anche perché il suo ragazzo non lo stava toccando come faceva di solito, di proposito evitava di toccare quei punti che facevano impazzire il castano, voleva portarlo a limite, voleva che venissero insieme.

-''Adesso entro.''

Le dita furono sostituite dall'eccitazione del più grande che con una spinta potente ed improvvisa fece vedere le stelline al povero Eren, che fu tirato su di forza ed arpionò con le unghia la schiena di Levi, che muoveva i fianchi ad un ritmo tutto suo, cadenzato dalle lancette di un orologio inesistente, totalmente fuori tempo rispetto ai loro cuori e ai loro respiri.

-''L....Lev...i''

Il castano aveva la bocca impastata e piccole lacrime si erano formate agli angoli dei suoi occhi, provava un piacere nuovo, sentiva i movimenti di Levi con una precisione mai provata ed ogni lenta entrata sembrava raggiungere il suo stomaco e poi i suoi polmoni facendogli mancare l'aria: per tutto il tempo aveva desiderato la velocità, voleva quelle scopate frenetiche, potenti e passionali ma quel modo diverso di fare l'amore, perchè di ciò si trattava, distruggeva tutte le sue certezze sul ragazzo che adesso lo dominava con la potenza di un puro sangue ma con la leggerezza di qualcuno che ama davvero.

-''Non.. venire...''

Levi poggiò di nuovo Eren sul letto e, posizionando le mani ai lati della sua testa, si adagiò sopra di lui e fece unire le loro labbra e le loro lingue che andavano a tempo con le spinte lente e cadenzate mentre i loro cuori scalpitavano, mentre il mondo fuori andava veloce, mentre le lancette correvano per raggiungere la mezzanotte e far diventare quel 13 Febbraio il tanto atteso 14.

Ed Eren e Levi erano isolati da tutto, uniti mentre si muovevano l'uno a tempo con l'altro, mentre i loro corpi si cercavano senza fretta e mentre le lingue ballavano a tempo di un lento immaginario e da lontano una chiesa segnava la mezzanotte.

E il primo rintocco di quelle campane fu seguito da Eren che si allontanava dalla bocca del suo amato per gemere forte.

Il secondo da Levi che si attaccò al collo del castano per segnarlo, per ricordargli a chi appartenesse.

Il terzo, il quarto e il quinto furono testimoni di spinte più forti, che scavano nella pelle di Eren e che lo segnavano fin da dentro.

E fino al decimo rintocco fu un groviglio di gemiti e schiocchi di labbra mentre all'undicesimo Levi urlò il nome di un suo amato.

Al dodicesimo rintocco vennero entrambi, si accasciarono l'uno sull'altro, non stanchi ma stremati, con i cuori a mille e i corpi sudati, nella notte di quel San Valentino diverso da tutti gli altri.

-''Ti amo Levi.''

Il moro uscì dal corpo del più piccolo e lo circondò con le braccia, riempendogli la fronte sudata di baci mentre gli accarezzava i capelli.

-''Buon San Valentino Eren.''

Si scambiarono un bacio prima di lasciarsi andare alla stanchezza, prima di chiudere gli occhi e di coprirsi con le coperte, nudi sotto la stessa corazza di piumoni e abbracci, innamorati e felici come non mai.

-''Ti amo anche io."

*********
-"NON È GIUSTO ERA UNA MIA IDEA!"

Hanji sbattè forte le mani sul tavolo e mise il broncio guardando il suo migliore amico e il nanetto scorbutico seduto accanto a lui.

-"Scordatelo quattrocchi! Gli ho proibito di parlartene e di certo non lo farò io!"

Eren rise e da sotto il tavolo del suo bar preferito prese la mano del suo amante sorridendo complice, erano d'accordo di tenere per loro quella nottata, come un segreto che nessuno oltre loro era degno di conoscere.

-"EREEEEN!"

-"Scusa Hanji, non posso."

La castana posò la testa sul tavolo affranta, ci era rimasta male e la curiosità la stava mangiando viva ma era contenta di vedere quei due complici di in qualcosa, di vedere Levi sorridere e di sapere di aver fatto passere ad entrambi un San Valentino diverso e memorabile.

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