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Mask - Gruvia


Mask


Gruvia

Il principe Lyon del reame di Magnolia aveva invitato le più facoltose nobili, di cui era a conoscenza, alla propria festa dove lui avrebbe scelto la propria compagna con cui trascorrere il resto della propria vita.

Lluvia Lockser questo lo sapeva fin troppo bene. Da anni era segretamente innamorata del principe Gray, fratello minore di Lyon, ma, siccome era una semplice dama di compagnia della principessa Ultear, sorella maggiore dei due principi, non poteva, ovviamente, neanche sperare di avere una possibilità con l'amato.

Quel giorno, quando lui mandò un messaggero per avvertire della sua visita imminente alla residenza della principessa Ultear, situata in mezzo al bosco più grande del regno, Lluvia saltellò felice come una Pasqua. Mise il suo vestito migliore, che in verità era semplicemente poco più nuovo degli altri, e si fece trovare presto al fianco della principessa.

-C'è sempre bisogno che ti sistemi ogni volta che scopri che il principe Gray ci verrà a trovare?- le chiese, per poi sospirare, l'altra dama di compagnia di Ultear, Meredy.

Lluvia annuì, felicissima, guardando la porta, impaziente. Non poteva far altro che vederlo e sentir la sua voce mentre parlava con la sorella. Null'altro.

Strinse in una mano la stoffa del vestito sopra i suoi seni prosperosi per poi lasciarlo subito. Per un momento la consapevolezza aveva preso il sopravvento su di lei.

Non doveva succedere.

Doveva solo accettare di buon grando la situazione e godere del fatto che almeno avrebbe potuto vederlo e sentirlo, senza però mai essere ricambiata in alcun modo.

Passò una mano sul punto maltrattato un attimo prima per raddrizzare eventuali pieghe e sorrise allo sentir il nitrire di un cavallo e il rumore degli zoccoli che andavano a scontrarsi contro il lastricato in pietra. -Il principe Gray è arrivato- parlarono alcuni domestici mentre sistemavano gli ultimi dettagli per rendere tutto perfetto.

Esattamente.

Lui era arrivato.

Ci vollero solo alcuni minuti e poi la grande porta della villa fu aperta e il principe entrò da solo. Come al solito era venuto senza la sua scorta e con solo un cavallo come mezzo. Era incorreggibile. Davvero diverso dal fratello maggiore che ogni volta si presentava con, come minimo, cinque uomini, una carrozza sfarzosa e i cavalli più belli e delle più nobili razze.

Non sorrise finché sua sorella non gli andò incontro, arrabbiata per il suo comportamento. -Gray! Dovresti avere almeno una guardia con te! Sei il secondo in via di successione, non dovresti uscire senza scorta. Potresti essere attaccato, te ne rendi conto?-

Gray sospirò e si grattò la nuca. -Ogni volta la stessa solfa... E io che ti vengo ancora a trovare...- Il ragazzo sospirò.

Ultear si sbatté una mano sulla faccia e poi scosse la testa. Non riusciva proprio a capirlo... -Lasciamo stare... davvero, sono senza parole, fratellino.-

-Maddai, Ultear, lo sai che io e Lyon siamo molto differenti. È per questo che io sono il tuo preferito, no?- Gray accennò un sorrisetto compiaciuto. Era uno spaccone. Soprattutto se si trattava di superare il fratello maggiore.

-È vero che noi due andiamo d'accordo, ma è solo perché Lyon vorrebbe che tornassi a vivere a palazzo con voi e nostra madre- gli rispose, seria. -Non sopporto quel posto. È molto meglio qui. E poi, mi occupo delle stesse faccende di cui mi occupavo lì. Non capisco perché lui mi rivoglia sotto il suo stesso tetto.-

-Quell'imbecille crede che stando lì, magari, potresti volere il trono che ti spetta e così permettergli di essere di nuovo libero- raccontò il moro.

-Non ha alcun senso- la donna si girò e guardò le sue due dame di compagnia. -Meredy, vai prendere dei dolci. Lluvia, occupati del tè- ordinò dirigendosi verso il salotto e indicando una poltrona al fratello. Esso si accomodò in un attimo. Lo stesso fece lei.

-Quelle due le comandi a bacchetta- notò il minore.

-Mh? Vuoi per caso obbiettare sul mio comportamento riguardo le mie dame di compagnia?- domandò la mora sfidandolo con gli occhi.

-No, certo che no.- Gray si passò una mano tra i capelli e guardò il corridoio che avevano preso entrambe. Quella dai capelli turchini aveva un so che di famigliare... gli ricordava molto una ragazzina che spesso giocava con lui quando aveva passato alcuni estati a sud ospitato da alcuni nobili. Ricordava che quella giovane facesse parte della bassa nobiltà e che si divertivano molto insieme... nulla di che a dire la verità. Ricordava ben poco quei momenti e ancor di meno la bambina, a parte i suoi capelli turchini.

Lluvia si affettò a far il tè, sotto le occhiate della rosata che stava posando dei biscotti su un vassoio in modo ordinato. Il pasticcere reale li aveva sfornati appena un'ora prima e perciò erano ancora un po' caldi e, soprattutto, freschi di giornata. -Va tutto bene, Lluvia?- domandò, un po' perplessa, Meredy. La turchina era felice, vero, ma c'era qualcosa di strano quel giorno.

Infatti, pensando al ballo indetto dal fratello maggiore di Gray, Lluvia non aveva potuto non pensare al suo amato che trovava anche lui moglie. Per quanto provasse dei forti sentimenti per lui e avesse deciso di guardarlo solo da lontano, se lui si sarebbe sposato con qualcuna, ne sarebbe rimasta irreparabilmente ferira.

Fece un sorriso un po' malinconico. -Sì, Lluvia sta bene- mormorò per poi annuire e andare a servire il tè, subito, seguita da Meredy, non molto convinta della risposta della collega.

Posò una delle due tazze di tè davanti alla principessa e, inseguito, si avvicinò per servire il principe. Ultear la ringraziò distrattamente. -Gray, hai pensato al fatto che dovresti anche tu prendere moglie?- domandò, poi, la mora al fratello minore.

Lluvia sussultò e fece rovesciare una tazza sul tavolo in legno pregiato e intagliato accuratamente con motivi floreali. Avevano davvero appena parlato di matrimonio? Gray si sarebbe dovuto già sposare? Era troppo presto. Lei non era ancora pronta...

Non era pronta a vederlo con una donna, figuriamoci assistere alla sua felicità con qualcuna.

-Ma cosa fai...?- Ultear fece una smorfia.

Meredy accorse in soccorso di Lluvia. Posò sul tavolino il vassoio pieno di biscotti e aiutò l'amica e collega a tamponare il tè a sul tavolo.

Appena finito, a sguardo basso, la turchina si inchinò. -Scusi, vado a rifare i...-

La principessa la fermò. -Se ne occuperà Meredy. Tu torna alle tue faccende.-

La Lockser strabuzzò gli occhi, davvero molto sorpresa. Annuì e se ne andò ferita.

"Lluvia non deve pensare cose negative, Lluvia non deve assolutamente..." eppure, dopo ore a distrarre la mente con semplici faccende: venne la sera. Si coricò presto, avendo finito ogni cosa sa fare, e osservò il legno del letto sopra il suo. Infatti dormiva nel posto inferiore di un letto a castello che condivideva con Meredy.

La festa doveva star per iniziare...

"Gray-sama potrebbe incontrare una bella ragazza al ballo... Poi, Gray-sama potrebbe sposarla, avere dei figli con lei... Lluvia non vuole una rivale in amore!" Sospirò, affranta. In realtà, lei non aveva rivali perché non rientrava neanche nella competizione. Era solo una ragazza nata nobile che era stata messa al servizio della principessa Ultear per far continuare a vivere nel lusso la propria famiglia.

Chiuse gli occhi, ma i suoi pensieri divennero immagini. Immagini che non fecero altro che trafiggerle il cuore. Perché la sua stessa mente era così crudele con lei?

Lei non avrebbe mai potuto permettersi simili pensieri... Fosse stato un semplice nobile forse avrebbe avuto una possibilità, ma era un principe e, nonché, secondo successore al trono.

S'alzò, felice di scoprire che Meredy stava già dormendo serenamente. Uscì dalla stanza e, a passo svelto, trovò l'uscita per il giardino. Respirò come se fosse rimasta chiusa settimane senza poter vedere un filo di luce, lasciandosi cadere un ginocchio per terra.

Non riusciva a togliersi la negatività che l'aveva assalita. Era come se le si stesse corrompendo l'anima di gelosia, odio...

Nel momento in cui espirò per l'ennesima volta, in modo più udibile, una farfalla dalle ali nere prese a svolazzare vicino al suo visto. Aprì gli occhi e la guardò, estasiata. Era così bella...

La sfiorò con la punta dell'indice, rapita da quell'essere. Appena toccata, essa cadde a terra e creò una grande fiamma nera.

Lluvia indietreggiò. Che stava accadendo?

-Inutile che provi a calmare il tuo cuore. Ormai la tua anima è corrotta da pensieri sbagliati- la voce che udì sembrava triste e allo stesso tempo le pareva quasi di poter vedere un sorriso amaro nella grande fiamma nera.

-Lluvia...- mugolò stringendo tra i pugni i fili d'erba sotto di lei. Aveva fallito. Sapeva che un nemico della corona usava i cittadini per i suoi scopi quando essi venivano corrotti da pensieri non buoni e, in ogni caso, non era riuscita a resistere ad essi. Non meritava neanche di amare Gray... -Lluvia...- mormorò, non sapendo neanche lei cosa voleva dire. Non aveva un appiglio, era esattamente come aveva detto quell'uomo.

-Ho una soluzione al tuo problema- mormorò la voce.

Anonymous. Doveva essere lui.

Poteva sentirlo attraverso quella fiamma nera. Essa, mentre la ragazza teneva la testa china e gli occhi chiusi, a voler scacciare quella voce dalla propria testa non volendola sentire, si avvicinò e si espanse intorno alla giovane, aggrocigliandosi a lei come un rampicante di fuoco nero.

Lei neanche se ne accorse. -Una soluzione che ti permetterebbe di avere il tuo principe e vivere con lui per sempre- mormorò Anonymous. Sapeva cosa faceva, lo aveva fatto tantissime volte.

Giocare con i sentimenti degli umani era ormai di routine per lui.

Lluvia alzò la testa, chiaramente interessata. Quelle fiamme alimentavano il male dentro di lei in modo da spingerla ad accettare.

Ovviamente avrebbe accettato il patto si lui, lo facevano tutti alla fine.

-Se farai una cosa per me, una cosa qualunque che ti dirò, avrai il cuore di Gray.-

Lluvia deglutì, inghiottita dal mare. -Sì, Anonymous-san, farò tutto cio che lei vuole- mormorò la turchina, alzandosi. I suoi occhi divennero neri per un attimo e una maschera bellissima e delicata comparve sul volto della giovane. Era nera a Motivi celesti e i ricami richiamavano molto le onde del mare. Il suo vestito divenne di un bellissimo blu notte con dei motivi neri sul collo e la scollatura. Ebbe anche delle scarpette celesti con un piccolo tacco. La cosa fondamentale, però, era il coltello che, chiuso nella propria fodera, le faceva da fermaglio.

Era pronta per andar al ballo.

Si ritrovò in una carrozza, una comparsa dal nulla. Era bellissima, elegante... ma anche così fredda, vuota.

Tremò, infreddolita.

Strinse la stoffa della parte inferiore del vestito, sull'orlo delle lacrime. Riusciva a sentire il peso del patto che aveva stretto gravarle addosso. Seppur avrebbe avuto il suo Gray-sama... qual era il prezzo da pagare? Le era stato detto che lo avrebbe saputo a tempo debito... ma non poteva non pensarci.

Arrivata a palazzo, si guardò intorno, spaesata. Indossavano tutti delle maschere diverse... Come lo avrebbe riconosciuto?

Cercò i suoi capelli neri ovunque, non trovandolo.

-Cerca qualcuno?- una voce molto simile a quella di lui le parlò, facendola girare di scatto.

Lo guardò per qualche attimo, cercando di riconoscerne i tratti... Però non ci riusciva. Era assurdo... come era possibile? Era come se lo stesse guardando, ma non veramente. "Lluvia non capisce... che sta succedendo? Perché Lluvia non riesce a capire di che colore siano i suoi occhi o suoi capelli anche se li vede e guarda? È come se Lluvia li dimenticasse nel momento stesso in cui li vede."

-L... Lluvia sta cercando qualcuno- mormorò, non riuscendo ancora a credere di non poter capire come fosse fatto quel ragazzo. Guardando bene gli altri, si rese conto che valeva lo stesso con il resto degli ospiti. Era a causa di quella maschera.

-Il principe Lyon?- domandò il ragazzo, aveva una maschera a motivi di ghiaccio. Era davvero bella, lo rendeva mascolino e attraente.

Lluvia scosse la testa. -No.- Mosse lo sguardo, ancora, intorno a loro. -Il principe Gray-sama, veramente.-

Il ragazzo se ne sorprese e le porse una mano tenendola col palmo all'insù. Lluvia lo guardò, accigliata. -Che sta facendo?- domandò, confusa.

-Vuole concedermi un ballo? È molto noiosa questa festa. Credo che, se guarda bene andando in mezzo alla pista, lo troverà prima- le disse, sorridendo quando lei gli prese subito la mano dopo le sue parole.

Quando posò la mano sul palmo del ragazzo, il cuore di Lluvia batté forte e sentí il proprio petto riscaldarsi.

No... non poteva essere lui...

La voce era simile... ma anche con quella continuava ad avere problemi di identificazione. Non capiva perché Anonymous l'aveva privata di poter riconoscere le altre persone...

La Lockser non si guardò in giro, ma continuò a fissare il ragazzo, bisognosa di sapere. -A mezzanotte dovrai fare quanto ti chiedo- disse la voce di Anonymous nella testa della ragazza.

Lluvia deglutì.

-Qualcosa non va?- si accigliò il giovane, iniziando a ballare e a farla volteggiare. Improvvisamente la turchina si sentì più leggera. C'era qualcosa in quella persona che stava alleggerendo la sua anima, seppur essa continuasse ad essere bruciata dalle fiamme nere di Anonymous.

-No... tutto bene- sorrise lievemente la dama. Lanciò un'occhiata all'orologio, mancava ancora un pochetto alla mezzanotte.

-Sai, mi ricordi molto una mia amica d'infanzia- mormorò il giovane. Era felice, e anche un po' sorpreso, che quella ragazza non fosse lì per il posto di futura sovrana al fianco di Lyon, ma che cercasse il secondogenito che, se tutto fosse andato bene per il primogenito, non sarebbe mai salito al trono.

-Uh?- Lluvia si accigliò, mentre si lasciava trasportare dalla musica e da lui.

-Mi ricordate molto quella bambina, anche lei parlava in terza persona e cercava sempre il secondogenito- sorrise lievemente a quel ricordo. -Cadeva spesso, rincorrendomi.-

Lluvia non riusciva a far altro che star zitta mentre lo fissava. Quando era bambina, aveva avuto la possibilità di avvicinarsi al principe e farci amicizia durante un'estate. E se...

Il suo cuore le stava dicendo che quell'uomo che era lui, il suo Gray-sama. Com'era possibile?

Si stava sbagliando, vero?

Lui le sfiorò i capelli turchini. Erano dello stesso colore di quelli di quella bambina.

"Perché il cuore di Lluvia batte così forte? Sembra... che le voglia uscire dal petto ed esplodere in tanti pezzettini."

Un rintocco.

Altri undici...

Guardò l'orologio. Le pareva passato solo qualche attimo, ma era già mezzanotte. Vero che fosse arrivata tardi... ma avevano ballato così poco...

Sentì qualcosa di strano in lei. -È ora- disse Anonymous nella mente della dama.

Un brivido attraversò il corpo della giovane. Era come se stesse perdendo il controllo di sé.

-Lluvia...- mugolò lei mentre le sue mani si muovevano automaticamente verso il proprio fermaglio e, prima che il ragazzo ci facesse caso, fu pugnalato sotto al cuore al cuore. -Ll... Lluvia si scusa.-

I suoi occhi erano diventati due pozzi neri, di nuovo, privi di forza di volontà o ragione.

-Brava. Grazie di aver portato a termine il tuo compito. Non temere. Tutti sono sotto il mio incantesimo, nessuno ti ha vista e saprà mai cosa è appena successo.- Anonymous si complimentò, felice.

Lluvia sbatté gli occhi, mentre il ragazzo perdeva la forza di rimanere in piedi e si accasciava, lei cadde tenendolo tra le braccia. -Lluvia... non voleva...- era sconvolta. Era stata spinta ad uccidere...

Lui posò una mano su quella della ragazza, sorridendole lievemente. Qualcosa era cambiato.

Aveva riconosciuto la sua voce.

Era lui.

Sbarrò gli occhi quando notò la maschera di Gray che s'era slacciata e, durante un movimento di dolore, era caduta definitivamente.

Poteva vedergli il viso.

-G... Gray-sama...- Era sconvolta. Non riusciva a crederci.

La maschera di Lluvia svanì, mentre lei scoppiò a piangere. -Lluvia... non voleva... Lluvia... Lluvia è stata guidata da Anonymous...- sussurrava, cercando di non balbettare. Tremava un po'.

-Va bene così, Lluvia.- Gray la guardò negli occhi. Com'era stato cieco... Non s'era mai reso conto che i sentimenti, nati per una bambina della sua infazia, non erano mai svaniti. E, soprattutto, che quella bambina non era altro che la dama di compagnia di sua sorella maggiore.

-Lluvia... non voleva uccidere Gray-sama...-

-Lo so...- tossí un po' di sangue. Era la sua ora. -Da bambina, mi dicesti che mi avresti sposata... ti avrei voluta come compagna...- la sua voce era quasi un sussurro. Non ce la faceva più.

-Lluvia... Lluvia ama tanto Gray-sama...- Era così sconvolta e disperata. Voleva chiamare aiuto, far qualcosa, ma Anonymous non aveva abbandonato la presa sulla ragazza, anche se le aveva ridonato la possibilità di distinguere le persone, maschera o meno.

Non voleva che lei salvasse Gray Fullbuster. Lo voleva morto e l'aveva usata.

-Mi hai sempre amato...?- Non ci capiva se quella fosse una domanda o meno, ma Lluvia annuì innumerevoli volte, tra le lacrime, mentre stringeva una mano di lui tra le sue.

Gli occhi scuri di Gray persero la loro scintilla vitale e la sua mano, quella che teneva Lluvia, ricadde a terra, appena la turchina si rese conto di quanto fosse appena successo. Portò una mano davanti alla bocca e lo strinse in un ultimo abbraccio.

Non voleva abbandonarlo...

Ma ormai lui non c'era più.

Sarebbe rimasta lì, morbosamente attaccata a quel cadavere, se Anonymous non avesse interferito, di nuovo, nelle azioni della ragazza.

La sua mente divenne vuota e uscì dal palazzo. Nessuno si accorse di nulla finché non fu vicino alla foresta. Sentì delle urla.

Lo avevano trovato.

Cominciò a correre. Non le importava se il suo vestito si strappasse a causa dei rami, o se avesse perso le scarpette... nulla aveva senso.

Non dopo quello che aveva fatto.

Aveva ucciso l'unico uomo che avesse mai amato.

Cos'avrebbe fatto di lì in poi?

Nulla.

Correndo era arrivata al lago. Legandosi qualcosa di pesante ai piedi non sarebbe più risalita...

Ma prima che potesse togliersi la vita, cadde e perse i sensi.

Serviva ancora ad Anonymous.

L'avrebbe usata ancora e ancora, fino a ridurre a brandelli l'anima di Lluvia. Infondo, aveva avuto quello che voleva. Il cuore di Gray era suo. Aveva detto che voleva lei e non lo avrebbe avuto nessun altra siccome era passato a miglior vita. Secondo lui, la dama aveva vinto.

Ora, divorata dal rimorso, odio, tristezza, sarebbe stata sua per l'eternità.

Zeref sorrise, nascosto nel suo palazzo. Sapeva scegliere delle ottime prede. La Lockser aveva svolto a dovere il suo compito, come una vera pedina. Doveva togliere di mezzo altri scomodi fastidi e avrebbe vinto.

Anzi.

Anonymous aveva vinto.

Il regno sarebbe stato nelle sue mani molto presto.

{3060 parole}

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Salve!
Non so se qualcuno di voi ha mai visto il video Cendrillon su Miracolous Ladybug, io l'ho amato un mondo, tanto da trasformarlo in una One-shot gruvia. Da come credo si noti, è un incrocio dark tra Miracolous e Cenerentola, proprio come nel video.

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