Go Back In Time- Capitolo extra
Ciao a tutti!
Prima di iniziare vi pregherei di non odiarmi per i salti temporali inseriti nel testo. Ho pensato a lungo questo capitolo, rifacendomi anche alla storia. Volevo però imprimere un ricordo felice anche riguardo alla separazione della band, quindi ho cercato di cogliere il lato positivo di ciò in questo capitolo e racchiudere tutto in poche parole!🙏🏻
Buona lettura!
26.06
Il palcoscenico era il primo posto dove l'aveva vista... E anche l'ultimo. La tournée di Camila andava a gonfie vele, fans e manager ne erano più che soddisfatti! E anche lei sembrava felice (a parte quando le facevano indossare vestitini troppo stretti per contenere il disappunto). Quando non era sul palco con le ragazze, era sul palco con lei. La guardava attraverso uno schermo, la sentiva attraverso uno schermo e trovavano il modo di litigare anche attraverso uno schermo. E pure di fare pace.
Ora che tutto il Mondo sapeva della loro relazione, però, era tutto meno faticoso e asfissiante. Camila doveva comunque cercare di parlarne il meno possibile, ma non per appianare le voci di corridoio, semplicemente perché i suoi manager non volevano che la sua musica fosse eclissata dalla sua vita amorosa. E lei, per la prima volta, si trovava d'accordo.
«Ehi, andiamo in scena fra cinque minuti.» Notificò Dinah, scuotendo le spalle ornate da peneri incorporati nella divisa rossa.
«Arrivo.» Le sorrise, indirizzando un ultimo sguardo al tablet, dove le immagini del concerto di Camila si riproducevano a scatti a causa della connessione ingolfata.
Non aveva avuto la possibilità di chiamarla nelle ultime due settimane, perché a causa del fuso orario quando Camila non cantava, Lauren era sul palco; e quando invece Lauren era disponibile, Camila dormiva e viceversa. Si messaggiavano, ma non era lo stesso. Sapevano che sarebbe stato difficile, specialmente in quei mesi dall'altra parte del globo, ma saperlo e viverlo era del tutto diverso.
La corvina prese un bel respiro e arrestò il video, però non spense il tablet: così dopo, almeno sperava, lo trovasse caricato. Si rassettò i capelli davanti allo specchio e raggiunse a passo celere le altre. Ally, come sempre anche dopo tanti anni, stava respirando a fatica, Normani si stava concentrando isolandosi con sguardo basso e occhi chiusi, mentre Dinah era l'unica ad essersi assuefatta all'adrenalina così come al timore, e perciò fu anche l'unica a riservarle uno sguardo incoraggiante. Sapeva bene quanto fosse arduo per Lauren sostenere quella situazione. Era sicura lo facesse solo perché dall'altra parte vi era Camila, altrimenti si sarebbe tirata indietro già da molto tempo.
La musica inondò l'anfiteatro e il sipario si alzò. Tutte e quattro si posizionarono sulle loro pedane e attesero che queste le portassero in scena. Il pubblico esplose in un tripudio di felicità e schiamazzi quando le vide calcare il palco. Le luci stroboscopiche ormai non li procuravano più il mal di testa, e ci avevano fatto il callo col rumore assordante sopra la musica. Lauren aveva imparato a convivere anche con i cartelloni "Camren is real", anche se all'inizio non era stato facile conciliare la morsa al cuore con il proprio dovere.
Dopo il concerto tornò di corsa in camera. Non si tolse nemmeno i vestiti di scena: guardò il video con addosso la divisa da ufficiale. A metà, però, la connessione cadde di nuovo e ci rinunciò. Afferrò il telefono per scrivere un messaggio a Camila, quando ne trovò già uno a lampeggiare sotto il suo naso.
"Domani ultima tappa in Australia, poi torno in America. Mi manchi. Ti prometto che ci vediamo presto, ti amo tanto."
Un piccolo sorriso le increspò le labbra. Rispose rapidamente, sperando che le sue parole fossero vere. L'ultima volta che si erano viste risaliva ormai a cinque mesi prima, quando le loro tappe erano quasi combaciate e la cubana le aveva fatto una sorpresa. Il tour di Camila, stando alla carta, sarebbe dovuto finire entro due mesi, ma era troppo tempo da considerare per una prossima visita, quindi Lauren si crogiolava nella speranza di dover attendere meno giorni possibili. Anche perché, l'ultima volta che si erano viste... Beh, non era stato proprio un idillio. Forse i troppi mesi distanti, forse l'ansia maturata dalle troppe aspettative... Comunque erano finite a litigare a causa di un'incomprensione, e Lauren quella notte si addormentò ripensando ai suoi rimorsi.
23.01
Normani stava cantando la sua parte di Miss Moving On, le prove generali sarebbe terminate dopo quella e altre due canzoni in lista, poi sarebbero state libere di svagarsi per almeno un'oretta. Dinah, infatti, era già con la testa altrove, e Lauren la seguiva a ruota.
Stare lontana da Camila era stato difficile la prima volta, quando si erano lasciate; ma starle lontana adesso era forse più difficile, o comunque viveva la mancanza in maniera diversa. Prima si costringeva a dimenticarla, ad andare avanti, perché era l'unica soluzione logica. Ora, invece, cercava di non pensarla troppo, ma la voglia di sentirla, di vederla, era insita in ogni suo gesto. Paradossalmente faceva più male adesso che allora. Però era un dolore felice, come farsi schiacciare le costole in un abbraccio o provare dolore alla pancia per il troppo ridere. Era questo il lato positivo.
I microfoni si spensero automaticamente, seguiti da luci e musica. Lauren si sentiva sempre più stanca dopo le prove: concentrarsi sullo show era difficile quando la sua mente voleva solo sguazzare altrove.
«Ehi, perché non andiamo a mangiare qualche schifezza nel frattempo?» Propose Dinah, rivelando l'entità dei suoi pensieri.
«Perché lo facciamo sempre comunque.» Rispose Ally, sorridendo e sospirando al contempo.
«Si, ma abbiamo bisogno di zuccheri prima dello show. Dico bene? Voglio dire...» Si arrestò di colpo, con le labbra ancora contratte dalla parola inespressa. Il sorriso le attraversò il volto da lato a lato, lo sguardo puntato sul fondo del teatro. «Porca puttana.» Farfugliò sommessamente, spronando le altre, finora posizionate di schiena, a voltarsi verso la sua traiettoria.
«Ho pagato il biglietto, ma forse sono in anticipo.» Urlò Camila dal fondo della sala, sorridendo giuliva.
Lauren era rimasta paralizzata alla vista della donna. Non si incontravano già da quasi quattro mesi, anche se fino ad allora il fuso orario le aveva permesso di vedersi tramite videochiamata. Ma era del tutto diverso che poterla toccare, carezzare, respirare. La corvina la guardava come fosse un miraggio, trafitta dalla paura che sarebbe scomparsa se si fosse avvicinata troppo. Poi però fu Camila a fare il primo passo verso il palco, dandole l'input giusto per disincagliarsi.
Lauren si mise a sedere sul bordo del palco e balzò a terra. Camila aveva già accelerato il passo. Il cuore di Lauren galoppava imbizzarrito, ma ciò non le impedì di mettersi a correre verso la ragazza, che a sua volta la imitò. Lauren azzerò la distanza intercorsa fra loro in pochi secondi, aprendo le braccia per permettere a Camila di saltarvici dentro. La cubana si fiondò contro il suo petto, stringendo con forza le braccia al collo di Lauren. Le teste di entrambe erano già sprofondate nelle rispettive chiome.
«Ciao, ciao, ciao..» Sussurrò Lauren con gli occhi lucidi, chiedendosi se non la stesse stringendo abbastanza forte per imprimerle addosso tutta la mancanza che aveva provato in quei mesi separate.
«Ciao, Laur.» Camila aveva soltanto voglia di stringerla, ma quando le braccia della corvina iniziarono a cedere, questa si poggiò contro il bracciolo di una poltrona nelle vicinanze e poggiò Camila a terra, senza però slacciare le braccia dal suo bacino.
La cubana scostò i ciuffi corvini dal suo volto, mentre Lauren le rendeva difficile la manovra baciandole di continuo le mani. «Mi sei manata tanto, Camz.» Lottò contro il nodo formatosi alla gola e si focalizzò solamente sull'intensità di quel momento.
«Anche tu.» Annuì energicamente la cubana, incapace di distogliere gli occhi dai suoi
«Quanto rimani?» Aveva quasi paura di formulare quella domanda, ma preferiva saperlo cosicché potesse impiegare al meglio il tempo a disposizione.
«Riparto domani mattina alle nove, viene a prendermi Jackson.» Il suo nuovo manager, che per qualche motivo non le era mai stato simpatico. Ma forse era una reazione condizionata: chiunque si avvicinasse troppo a Camila non le stava a genio.
«Va bene.. Va bene.» Si accontentò Lauren, sorridendo tenuemente.
Camila finalmente afferrò le sue guance fra le mani e ne carezzò la morbidezza, infine si chinò per piazzarle un bacio che subito Lauren accolse e ricambiò con più impeto. Per qualche secondo, poi, rimasero appoggiate l'una contro la fronte dell'altra, a respirare i chilometri divenuti ora millimetri.
«Ci siamo anche noi, eh!» Gridò Dinah, ricevendo dei rimproveri da parte delle altre due compagne, più indulgenti.
Camila sorrise baciando un'ultima volta le labbra di Lauren e poi, mano nella mano, si avvicinarono al palco.
Parlarono del più e del meno, le proposero di cantare una canzone assieme quella sera stessa, per fare una sorpresa al pubblico, e la cubana accettò, pensando di poter passare più tempo sul palco con Lauren. Ovviamente non avevano un costume di scena anche per lei, ma rimediarono qualcosa che rimanesse in tema. Cenarono sul bus, come ai vecchi tempi, e ascoltarono tutta la sera le chiacchiere di Dinah, Normani ed Ally che sembravano avere una marea di novità ed episodi da volerle narrare. Se ripensava ai primi giorni quando era tornata su quel bus le venivano i brividi.
Durante lo spettacolo tutti furono sconcertati nel vederla esibirsi nella canzone finale, ci fu un po' di tumulto in sala e i bodyguard dovettero placare un po' gli animi. Comunque tutti ne furono più che felici. Sopratutto Lauren. Camila, senza esagerare troppo, decise di spostarsi al fianco della corvina per prenderle le mano e chiudere lo show. Quello fu il momento in cui il teatro esplose in un boato assordante. Il sipario non fece in tempo a chiudersi che Lauren già la stringeva e la baciava di nuovo nonostante i commenti sarcastici e spinosi di Dinah, che se non riversava un po' di umorismo non era contenta.
Le ragazze andarono a dormire presto, salutando Camila affettuosamente non sapendo se ci sarebbe stato tempo per rivedersi l'indomani. Camila, proprio come i vecchi tempi, sgattaiolò nella cuccetta di Lauren e rimase per molto tempo in silenzio accucciata fra le sue braccia. Quando le palpebre della corvina si stavano facendo pesanti, la voce flebile di Camila le rovinò tutti i sogni.
«Vogliono che faccia due o tre spettacoli anche con Shawn.» Ammise tutto d'un fiato, strizzando gli occhi nell'attesa di una reazione.
Lauren digerì l'informazione con la stessa facilità con cui avrebbe digerito una scarpa. Le voci su una presunta relazione fra Camila e Shawn si aizzavano ogni mese di più. La distanza fra Lauren e la cubana favoriva l'insorgere di speculazioni e malelingue. Qualcuno le aveva addirittura augurato di morire, cosicché Camila sarebbe stata libera di fidanzarsi con Shawn. E la cosa che più la faceva arrabbiare era che il ragazzo non faceva niente per appianare quelle insinuazioni, anzi! A volte lasciava like a commenti volgari e insultanti verso i suoi confronti, aumentando i commenti negativi. E Camila non aveva fatto molto se non pregarlo di smetterla. E ora voleva cantare con lui?
«Spero tu abbia detto di no.» Fece del suo meglio per mantenere la calma, ma la mascella serrata tradiva la collera repressa.
«Lauren, Ho gia fatto parecchie volte di testa mia. E lo sai. Non é così semplice dire...»
«Ma porca puttana, non sei seria.» Scattò irritata, districando le braccia dalla donna per portarle al suo petto.
Camila sospirò ad occhi chiusi. Non era semplice tenere testa ai suoi manager, ai suoi fan, alle aspettative e ora anche alla sua fidanzata. Capiva quanto difficile fosse per Lauren, ma in cuor sperava che anche Lauren capisse quanto fosse difficile per lei. Invece spesso e volentieri il carattere istintivo della donna prevaleva sull'empatia.
«Lauren, si tratta solo di cantare.» Minimizzò placida.
«Cantare con uno stronzo che vuole vedermi morta per venire a letto con te.» Puntualizzò fuori di se, mantenendo un tono basso solo per la presenza delle altre, ma la rabbia fremeva sulle sue labbra emetiche.
«Lauren..» Camila si massaggiò le tempie, lasciandosi andare ad un sospiro carico di frustrazione ed esasperazione.
«Buonanotte, Camila.» Si voltò dall'altra parte, lasciandola da sola con i suoi pensieri.
La cubana restò per qualche attimo a fissare la sua schiena, senza sapere bene cosa dire e sopratutto cosa non dire. Infine si voltò anche lei, e si addormentò.
La mattina dopo, al risveglio di Lauren, il letto era più ampio e solo un bigliettino restava sul cuscino.
"Ci sentiamo in serata. Lo sai che ti amo. A presto."
Lauren si colpì la fronte, restando con nient'altro che compunzione.
30.07
Ally si apprestò a svegliarla, delicata come sempre. Passava troppo tempo con Dinah e Normani per preservare intatte le maniere aggraziate. Lauren mormorò in protesta, ma l'orologio non aveva pietà per nessuno. Si alzò e andò a farsi una doccia, dopodiché si vestì ed uscì con le ragazze verso lo studio. Il carico emotivo quella mattina non era da poco. Stavano per concludere l'incisione del loro ultimo album.
Dopo diverse conversazioni a notte fonda, avevano capito di essere maturate ed erano sicure di conservare nel cuore il percorso condotto fino ad allora, ma dovevano ammettere di sentire il bisogno di aprire le ali e spiccare il volo per conto loro, di scrivere testi personali e musica individuale. Non c'era niente di male in questo. Tutte avevano compreso i motivi della altre, soprattutto per non commettere gli stessi errori commessi con Camila in precedenza. La loro amicizia era salva, dovevano solo escogitare la maniera di salvaguardare anche i risultati ottenuti fino ad allora e reinvestirli in un altro percorso di vita.
Dinah aveva proposto di far uscire Don't Say You Love Me come ultimo video, perché simboleggiava anche l'uscita di scena delle ragazze. Tutte entravano in studio con un peso sul cuore; lasciare la band che le aveva legate per anni non era un gioco da ragazzi, ma tutte uscivano sapendo di star facendo la scelta giusta. A volte crescere significava prendere decisioni difficili e sentirsi a proprio agio con esse.
Normani cantò l'ultima strofa di Bridges, infine si prepararono tutte, sugli sgabelli, per cantare DSYLM. Lauren prese un bel respiro e approssimò la mano al microfono, quando sentì le dita di Normani sfiorarle il dorso e intrecciarsi alle sue. Un rapido sguardo verso le altre le fece registrare le mani di tutte legate le una alle altre. Deglutì mentre si sforzava di sorridere per non piangere, e chiudendo gli occhi intonò la prima strofa...
Quando anche l'ultima parola si dissipò nell'aria, Lauren ne sentiva ancora l'eco riecheggiare evanescente. È incredibile la facilità con cui le cose finiscono, senza domandare se ti stia bene, se sia pronto. Però le cose finiscono quando si cambia, e non è sempre un male.
C'era un gran silenzio nello studio, dita che si stringevano e gole che si chiudevano. I ragazzi dall'altra parte del vetro, che le avevano seguite per tutto quel tempo, si alzarono in piedi e applaudirono, più commosse di tutte loro. Qualcosa di grande era finito, qualcosa di altrettanto grande nasceva.
Lauren e le ragazze si strinsero in un abbraccio stretto, a lungo. Nessuna sapeva come e quando lasciare la presa, ma tutte lo fecero nello stesso momento. Qualcuna si asciugava una lacrima, un'altra batteva qualche pacca e un'altra ancora sorrideva amabilmente. Lauren conservò quelle emozioni tutte nel cassetto della memoria e le portò con se in ogni viaggio futuro.
Dopo aver riordinato, imbracciato zaini e quaderni, le ragazze si prepararono ad uscire dallo studio di registrazione. Tutte si consolavano nell'idea di tornare a casa, di risposarsi un po', di riabbracciare i famigliari.
Il sole di luglio irrorò i loro occhi, minacciando una scottatura sulle spalle esposte. Tutte avevano prenotato un taxi per tornare a casa, dirette in aeroporti diversi. Davanti a tutte le macchine gialle risiedeva una persona, solo di fronte ad un solo taxi ve ne erano due.
Camila sfilò lentamente gli occhiali da sole e puntò lo sguardo su Lauren. Le ragazze non ne sembravano troppo sorprese, quindi immaginava che già sapessero. La corvina rilasciò un sospiro trattenuto per sei mesi, e un pianto che aveva rinnegato per tutta la mattina sgorgò sulle sue guance.
Camila le sarebbe volentieri corsa incontro, ma Lauren non gliene lasciò possibilità. In poche falcate sopraggiunse di fronte alla cubana e la strinse fra le sue braccia, appoggiandosi contro la fiancata del taxi per non cedere sulle ginocchia molli.
«Camz, tu non sai quanto... quanto io...» Singhiozzava troppo per poter spiccicare parole sensate e complete, al che la cubana le carezzò i capelli rassicurandola che andava tutto bene. Andava tutto bene.
«Lau, tranquilla. Stai calma.» Le tempestò la fronte, le guance di baci, stimolando un sorriso blando sulle sue labbra umide.
I loro occhi si rividero dopo sei lunghissimi mesi, e quelli di Camila erano rilucenti non solo di sole; un bagliore misterioso vi si nascondeva dietro.
«Lo so che non ci siamo viste per tanto, troppo tempo, ma ora che pure tu avrai un po' di settimane libere, beh ho pensato che potresti venire a finire il tour con me.» Sollevò le spalle come se niente fosse, cogliendo la corvina totalmente di sorpresa.
La donna rimane infatti a bocca aperta, incapace di pronunciare due parole sensate nella stessa frase.
«Lo so che volevi andare a casa, ma si tratterrà solo di un altro mese e poi torneremo a casa insieme.» Avvinghiò le braccia al suo collo, baciandole la punta del naso. «Torneremo a casa insieme.» Ripeté sottovoce, quasi incredula. Sembrava un miracolo.
«Si.» Iniziò sommessamente la corvina. «Si, diamine, certo!» Esultò, stringendola più forte fra le sue braccia.
Normani, Dinah ed Ally si approssimarono per salutare la cubana. Erano tutte cresciute, più sicure di loro stesse. Il modo di interagire era più maturo e Camila lo percepiva. Era sicura che tutte avrebbero trovato la loro strada, ma infine tutte sarebbero tornate a cantare insieme almeno una volta. Perché certe storie non finiscono mai con la parola fine.
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