Capitolo XXVII - Agenzia di Detective Armati e Port Mafia
Capitolo XXVII
Agenzia di Detective Armati e Port Mafia
-Non ti assomiglia affatto, é la cosa migliore per lui- disse Kunikida aggiustandosi gli occhiali sul naso. Vero, il piccolo non somigliava quasi ad Osamu, almeno esteticamente, a parte per gli occhi dello stesso colore.
-Non è vero, è un conquistatore come me- Dazai posó una mano sul fianco e alzò il braccio in aria puntando le dita della mano verso se stesso. -Ha il mio charme-
Kenji mise il proprio cappello di paglia sulla testa del piccolo e lo fece girare in aria mantenendolo saldamente. -Ora è come la sua mamma! Guardate come sorride!- Il biondo aveva visto Nakahara in quel periodo, anche se per qualche attimo fuori dall'Agenzia quando veniva a prendere Hajime, e trovava che Chuuya fosse davvero un figo con il suo cappello.
-Ma quanto è carino! Ne voglio anche io uno così, fratellone!- esclamò emozionata Naomi avvicinandosi al piccolo e prendendolo tra le braccia.
Ci fu un attimo di silenzio da parte di tutti a quella frase, ma ben presto tutti tornarono alle loro discussioni come se nulla fosse successo.
Jun'ichirō di tutta risposta decise che era meglio rimanere in silenzio, sentendosi solo un po' a disagio per le occhiate che alcuni gli rivolsero. Ben presto inizió una conversazione con Ranpo e dimenticò così la strana frase della sorella.
-Vedi Kunikida? Già fa conquiste con le donne!- Dazai sorrise davvero fiero e incrociò le braccia al petto guardando Hajime.
Doppo non parlò subito. Rimase ad osservare il suo collega e amico in quel momento. Non si aspettava che Dazai fosse un padre tanto presente e preoccupato. Parlava sempre di Hajime, di cosa poteva comprargli e cosa fosse meglio far per lui o meno. Ne era davvero fiero.
Che il suicidomane avesse trovato qualcosa per cui valesse vivere?
A parte qualche ridicolo tentativo di suicidio, che chiaramente sarebbe fallito, di recente non aveva tentato spesso come in passato di togliersi la vita. Era perfino troppo occupato a parlare del figlio per solo accennare a frasi sul togliersi la vita o a provare provare convincere donne a caso a morire con lui.
Kunikida accennò un lieve sorriso. In ogni modo Osamu sembrava una versione migliore di se stesso. -Tutti amano i bambini- ribatté solamente il biondo.
-Ma il mio è il più bello!- Dazai strinse I pugni all'altezza del petto e poi alzò le braccia in aria. -Il migliore del mondo!- Aveva un'espressione divertente mentre parlava. Sembrava uno sciocco, ma non lo era. Era apparentemente contento, anche se nel profondondo non sentiva alcun calore. Forse un lieve tepore che il solito freddo gli faceva appena percepire la differenza.
-Non immagino quando avrai una figlia che farai- ridacchiò Yosano, divertita. -Si sa che i padri stravedono per le loro bimbe- spiegó brevemente. Era una cosa che aveva spesso sentito in giro, ma che non aveva sperimentato personalmente.
-Parlare di un altro figlio è troppo p...- Kunikida venne interrotto da un Dazai con gli occhi che brillavano come se non aspettasse che parlare di quell'argomento.
-Hitomi arriverà presto!- disse con convinzione come se fosse tutto già deciso. -Devo sistemare alcune cose solamente prima- annuì convinto con un'espressione più seria.
I suoi colleghi lo guardarono sorpresi. La donna si passó una mano sul viso e scosse la testa. -Dovresti almeno prima parlarne con il tuo compagno...-
-Esatto, non è una cosa che va decisa su due piedi- Kunikida annuì, d'accordo con le parole di Akiko. -E... gliene hai almeno parlato prima di decidere che vuoi un altro figlio?! I figli vanno programmati con attenzione- Doppo non aveva troppa fiducia a lasciare un bambino, o perfino due, tra le mani di Dazai.
-Una figlia- precisò Osamu puntando un dito verso l'alto per poi muoverlo avanti e indietro. -Hitomi- gli ricordò il nome che aveva già scelto quando doveva ancora nascere Hajime.
Non riusciva ad immaginare di dare alla sua futura figlia un nome diverso.
-Dazai, stai per aver un altro figlio...?! Congratulazioni!- Atsushi era appena tornato all'Agenzia dopo aver fatto alcune commissioni e, dopo essere entrato nella sala dove stavano tutti, aveva sentito solo qualche frammento della conversazione tra Dazai e i due colleghi. Dunque aveva frainteso la situazione.
-Non è cos...- la voce di Kunikida venne sovrastata da quella dell'ex membro della Port Mafia.
-Esattamente Atsushi, molto presto avrò una figlia- annuì convinto il moro. Avrebbe aggiunto altro se non avesse ricevuto un messaggio da parte di Chuuya. Normalmente lo avrebbe ignorato o gli avrebbe risposto parlando di tutt'altro argomento solo per farlo innervosire, ma quella volta si limitò a fare un'espressione seria e a tratti preoccupata e infastidita.
Chuuya si era mosso.
Sarebbe stato folle pensare che Nakahara sarebbe rimasto con le mani in mano senza far assolutamente niente. Se avesse deciso di non agire Dazai si sarebbe preoccupato che non fosse in lui e non stesse bene.
Il moro fece una piccola smorfia seguita sa un accennò di sorriso. Ció lasció i suoi colleghi molto perplessi. Dazai già sapeva cosa avrebbe fatto il rosso visto che ne aveva intuito le intenzioni da tempo.
-Chi ti ha scritto, Dazai?- domandò Kunikida perplesso. Osamu era un uomo pieno di misteri, anche se non dava sempre l'impressione.
Dazai ignorò la domanda. -Ho una donzella in pericolo che mi aspetta.- Il moro accennò un piccolo sorrisetto.
*****
La vista di Chuuya era a tratti oscurata.
La sua mente era un caos.
Non riusciva a ragionare.
Mori.
Pericolo.
Hajime.
Tante parole che tra loro sembravano sconnesse, ma che per lui erano davvero molto importanti.
Dazai...
Il suo ultimo pensiero prima che la sua mente finisse nel buio totale fu Dazai.
"Vieni... Dazai" .
Chuuya aveva paura quando attivava "Corruzione".
Paura di non essere fermato in tempo e finire fol distruggere tutto e tutti, anche qualcuno di importante per lui.
D
unque la certezza che Dazai lo avrebbe fermato gli aveva permesso di imparare ad attivare quel potere quando necessario senza alcun timore.
Ma non era quello il caso, forse.
Non avrebbe neanche saputo dire se quella volta era stato lui ad attivare Corruzione o se avesse perso il controllo. Non era esattamente lucido quando era arrivato davanti a Mori. Oltre un bicchiere di vino e tanta rabbia, le parole del Boss avevano fatto traboccare il vaso.
Non era ubriaco.
Semplicemente il suo lato omicida era più attivo del solito e voleva uccidere.
Se con quel potere maledetto sarebbe riuscito ad uccidere Mori, sentiva che sarebbe stato soddisfatto. Anche se l'idea di morire non gli piaceva.
Aveva fatto di tutto per sopravvivere e perdere la vita così sarebbe stato ridicolo e ingiusto.
Era perso.
Ogni tanto sentiva dei suoni, a cui però non riusciva a dare un nome.
Più era in quel buio totale più sentiva dolore ovunque. Il suo corpo era bollente e sempre più pesante, vicino al punto di diventare freddo per sempre.
"D-Dazai..."
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