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Capitolo XXVI - Istinto


Capitolo XXVI

Istinto

Nei giorni seguenti la relazione tra Chuuya e Dazai era come rimasta in sospeso. Si parlavano appena, non c'era stato alcun contatto fisico tra di loro e i loro sguardi si erano appena incrociati una manciata di volte.

Non sarebbe stato semplice per Dazai riconquistare la fiducia di Nakahara.

Chuuya cercava di pensare soprattutto a come sistemare la questione di Hajime e Mori, soprattutto per non pensare al suo cuore frantumato.

Gli uomini di Mori continuavano a girare intorno all'appartamento del rosso, questa volta però erano decisamente più attenti e difficili da notare. Solo l'occhio attento di Dazai li aveva intravisti e in seguito aveva riferito della faccenda a Chuuya.

Per quanto la sua fiducia verso Dazai  era a pezzi, sapeva che non aveva mentito sul piano del Boss della Mafia. Anche se il dubbio che potesse essere tutto un inganno si era insinuato nella sua mente.

"Se questa è la situazione devo intervenire, tsk" pensò il rosso posando le braccia in avanti sulla ringhiera del balcone. Stava cercando di scrutare le macchine dei suoi sottoposti ma, al contrario di Dazai, non riusciva a beccarli. Strinse con forza il bicchiere di caffè fino a frantumarlo in tanti pezzi.

Il caldo liquido scuro bagnò la sua mano mentre i frammenti di ceramica graffiavano la sua pelle. Non fece troppo caso al dolore. Aveva sopportato ben peggio nella vita.

Alzò gli occhi verso il cielo e mosse in aria la mano facendo cadere i frammenti e del sangue al piano terra.

Storse il naso.

Era solo a casa visto che Hajime era all'Agenzia di Detective Armati con Osamu. Dazai sapeva che Chuuya aveva bisogno di staccare la spina e, dunque, lo aveva lasciato solo.

Lui però non era una casalinga stressata. Ringhió al pensiero che il moro potesse vederlo così. Chuuya non si sarebbe mai sentito così banale. Il rosso era il tipo di persona che combatteva con le unghie e con i denti quando c'era un problema e quella volta non sarebbe stato da meno.

Di certo non avrebbe aspettato che il suo alpha risolvesse i suoi problemi, anzi se lo avesse fatto si sarebbe solo incazzato con lui.

Non aveva pensato davvero a cosa fare, semplicemente in quel momento aveva preso la sua decisione. Decisamente molto estrema, ma avrebbe fatto di tutto per non permettere che Hajime rischiasse di essere usato in futuro.

Chuuya non aveva mai vissuto da bambino normale perciò desiderava che suo figlio vivesse un'infanzia più serena possibile.

Prima di prendere la moto scrisse un semplice messaggio telefonico a Dazai sapendo che avrebbe capito. Per certe cose non aveva bisogno di dilungarsi con lui.

Se, leggendo il messaggio fosse intervenuto o meno, beh, quella era un'altra cosa di cui non era certo.

Si sistemó e indossò i soliti vestiti che metteva a lavoro. Aveva ancora qualche chilo di troppo, ma avendo i vestiti che aveva messo ad iniziato gravidanza stava più che bene. Poi, pensare a quanto fosse ancora sovrappeso gli sarebbe solo stato di troppo in quel momento.

Da quanto tempo non entrava in una delle sedi della Port Mafia?

Alcuni mesi. Sembrava essere passato molto più tempo.

Non gli era mancato.

Strinse i pugni e si guardò intorno osservando i pochi presenti. Avrebbe voluto spaccare tutto al solo pensiero di ciò che voleva far Mori con Hajime, ma si trattenne.

I presenti lo stavano osservando incuriositi e nel mentre si sussurravando a vicenda gli ultimi gossip su Nakahara. Per quanto Chuuya avesse tentato di nascondere Hajime, era stato impossibile che la voce non girasse tra i sottoposti. Soprattutto con Mori che ordinava loro di spiarlo.

Avrebbe sbattuto più volte il cranio di ognuno di loro contro il muro fino a mandarli al creatore, ma decisamente quello sarebbe stato troppo istintivo anche per lui.

La voglia però era fin troppa.

Il suo piano qual era?

Non riusciva ad essere davvero lucido in quel momento.

Ah, giusto, non ne aveva uno.

Voleva solo dar alle fiamme tutto e tutti.

Il suo istinto omicida non si era placato ancora quando si trovò davanti a Mori. Il Boss era tranquillo. La sua attenzione era tutta per Nakahara in quel momento.
Non sembrava sorpreso di veder il rosso lì, seppur non avesse avvisato del suo ritorno a lavoro. Elise non era intorno all'uomo, però i suoi vestitini erano ovunque per la stanza, insieme ad altri accessori carini.

-Cosa ti porta qui, Chuuya?-
Il capo dentro di sé era davvero curioso di come si era evoluta la situazione che lui aveva creato con cura. Era difficile far andare tutto secondo i piani quando questi prevedevano Dazai Osamu e Chuuya Nakahara. Non erano delle pedine facilmente manovrabili, in particolare il primo. -Sembra che ti sia ripreso.-

L'omega era arrivato fin lì spinto dal puro istinto di protezione materno, ma alla fine dei conti non sapeva davvero che fare.

Decisamente le parole non avrebbero risolto nulla con il Beta spietato che si trovava davanti.

Lo sguardo del rosso tradiva il suo risentimento. Era chiaro perché Dazai fosse tanto divertito da lui, agli occhi di Mori l'omega sembrava un cane di piccola stazza che non faceva altro che ringhiere, ma a cui nessuno prestava attenzione facendolo arrabbiare.

-Qualcosa non va?- domandò ancora il capo, fingendo di non sapere nulla di ciò che aveva fatto.

Chuuya non era una persona che si dilungava in inutili giri di parole. Non ci sarebbe riuscito neanche volendo in un momento del genere. Doveva star al gioco e...

Ma cosa stava pensando?

Che senso aveva star ancora nella Port Mafia?

Ogni motivo per cui aveva continuato a lavorare lì negli ultimi anni era sparito. Non aveva più bisogno di essere fedele all'organizzazione.

-Cosa cazzo voleva fare con mio figlio?!- alzò la voce e si sporse prendendo per la camicia il Boss. Era furioso.

Mori non si sorprese troppo della reazione dell'altro. "È in questa direzione che è andato il mio piano, eh?" Pensò il Boss della Port Mafia prima di accennare un lieve sorriso privo di felicità.

Il rischio di mettere Chuuya contro di lui gli era sembrato un rischio accettabile, eppure in quel momento stava per rischiare uno sterminio. -Volevo proteggerlo- si limitò a rispondere Mori osservando ogni microreazione del rosso.

-Cazzate!- urlò Nakahara. Si era trattenuto per giorni concentrandosi su Dazai, ma in quel momento riusciva a vedere chiaramente il suo vero nemico. -Volevi usarlo come un esperimen...- Chuuya venne interrotto da Mori che, di nascosto, stava per cliccare un tasto sotto alla sua scrivania, cosicché avrebbe dato l'allarme e avrebbe fatto entrare i suoi sottoposti per fermare l'omega.

-Perché pensi che tu abbia fatto squadra con Dazai?- gli domandò improvvisamente il Boss, guardandolo negli occhi.

Chuuya aggrottó la fronte, non capendo cosa c'entrasse in quel momento il Doppio Nero. -Cos...-

Mori lo interruppe e sorrise -Un omega e un alpha dai poteri eccezionali. Uno con grandi capacità mentali, l'altro con una forza eccezionale. Dalla prima volta che vi ho visti insieme ho pensato che potesse uscirne un qualcosa di... unico.-

L'espressione del Boss fece venire i brividi all'omega che si allontanò da lui come se si fosse appena scottato. -Che cazzo...-

La sua relazione con Osamu... era stata calcolata da così tanto tempo da Mori?

-Peccato che in tanti anni siete sempre stati attenti a non aver figli.- Mori cliccó il pulsante. In una questione di pochi minuti i suoi sottoposti più forti sarebbero stati lì.

Dazai non era lì dopo la lite con Chuuya, ciò significava che probabilmente il rosso non avrebbe usato Corrusione. Se avesse usato i suoi poteri alla massima potenza sarebbe morto senza Dazai. Ora che aveva un figlio non si sarebbe lasciato morire, no?

-Ho dovuto intervenire dopo la morte di Odasaku. Sapevo che Dazai se ne sarebbe andato- il capo si alzò dalla sedia e portò le mani dietro la schiena, unite.

Nakahara stava cominciando a capire, ma stentava a crederci.

L'ultimo calore che aveva passato con Dazai era arrivato in anticipo ed era stato così forte che non ricordava quasi niente. Non era stato normale, ma ci aveva dato poco peso credendo semplicemente che fosse una cosa casuale. Infondo gli era successo altre volte e per questo motivo era sicuro di aver un calore irregolare...

-Mi hai dato una pillola per indurre il calore... Non solo quella volta, molte altre volte...- il rosso stentava a crederci.

Lo aveva drogato per fallo andare in calore cosicché, colti alla sprovvista e non in loro, avessero un figlio.

Era un piano malato.

-Vero, sei forte, ma a cos'altro pensi potesse servirmi un omega instabile come te? Sei come una bomba ad orogeria. Pure come omega lasci a desiderare visto che sei riuscito ad avere un figlio solo dopo tanti anni...-

Mori parlava tanto per tenerlo occupato, ma oramai Chuuya non lo sentiva da un po'.

Era sconvolto.

Incazzato.

Si sentiva come se avessero giocato con il suo corpo e la sua vita.

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