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Capitolo XXIV - Cane Fastidioso


Capitolo XXIX

Cane Fastidioso

Appena il corpo di Mori venne divorato da quell'enorme sfera d'energia, Dazai afferrò il braccio di Chuuya e lo tirò contro il suo petto.

Annulló così "Corruzione" salvandolo da morte certa.

Mai lo aveva stretto così forte a sé. In passato, dopo averlo fermato, lo aveva spesso lasciato dov'era, perfino con delle scritte col pennarello sul viso fatte solo per prenderlo in giro.

Non era mai stato troppo preoccupato per lui perché sapeva di poterlo fermare in qualunque momento. Però, quella volta aveva rischiato di non arrivare in tempo.

Chuuya sarebbe stato bene...?

Nel frattempo Chuuya non riusciva a veder nulla.

Che cos'era successo?

Oh giusto, era andato da Mori. Avevano parlato.

Che cos'era successo dopo?

Pian piano aveva perso coscienza di sé durante la loro discussione.

Si era arrabbiato.

Aveva attivato Corruzione senza volerlo. O almeno, da una parte non voleva sapendo il costo senza Dazai nei paraggi, dall'altra parte voleva ridurre a brandelli Mori.

Però se lo aspettava, sotto sotto. Era per questo che aveva lasciato quel messaggio a Osamu, no?

Peró non si era ancora svegliato.

Si sarebbe risvegliato?

Forse Dazai non era arrivato e in quel momento Chuuya era morto.

Il suo cuore sussultó a quel pensiero.

Non poteva essere morto...

Non proprio quando aveva formato una famiglia e aveva una sorta di relazione con l'uomo che amava da anni. Vero che avevano avuto più di qualche problema, ma prima o poi gli avrebbe perdonato tutto come sempre, più o meno.

Sicuramente non aveva smesso di amarlo.

-Chuuya- sentì la voce di Dazai chiamarlo, ma non capiva se fosse la sua immaginazione o se il moro fosse lì. C'era solo l'oscurità intorno a Nakahara.

-Chuuya.-

Ancora.

Lo sentì altre volte chiamare il suo nome.

Normalmente il rosso, dopo riaver acquistato i sensi, apriva gli occhi per qualche attimo per svenire nuovamente a causa dello sforzo. Quella volta ci stava mettendo più tempo del solito.

Dazai gli controllò il battito posando l'indice e il medio a circa due dita di distanza da sotto la base del pollice del rosso. Le pulsazioni erano lente. Osamu fece una smorfia e alzò Chuuya mettendoselo sulla spalla. Doveva portarlo all'Agenzia di Detective Armati.

Vero, il suo omega non era debole, ma decisamente si era spinto così oltre da arrivare a un passo dalla morte.

Poteva essere forte quanto voleva, ma di certo non era immortale.

Le sue intenzioni furono osatacolate da una figura che si mise sulla loro strada, di lato.

Akutagawa Ryūnosuke.

Strano che fosse arrivato da solo, ma se lui era lì ciò voleva dire che di lì a poco sarebbero arrivati altri sopravvissuti della Port Mafia.

Non aveva mai trovato Akutagawa un serio problema, anche se a volte aveva visto il suo rapporto con Akutagawa come quello che lui aveva con Mori, dunque Akutagawa avrebbe dovuto essere quello che un giorno lo avrebbe probabilmente ucciso.

Non era mai stato terrorizzato come Mori dall'idea di essere ucciso dal ragazzo che aveva preso sotto la sua crudele ala. Forse perché, non trattandolo mai davvero bene, si aspettava che un giorno il suo allievo decidesse di asfaltarlo.

Infondo anche Osamu avrebbe più volte voluto togliere la vita a Mori.

"Se incontri il Buddha per la strada uccidilo" pensò Osamu in quel momento. Un'affermazione Zen che trovava davvero adatta, seppur in modo metaforico, visto che non avrebbe mai permesso a qualcuno di ucciderlo, tanto meno Akutagawa.

Non era così che sarebbe morto.

Akutagawa era stato chiamato improvvisamente dalla base prima che venisse rasa al suolo da Chuuya. Gli era stato detto, da un sottoposto, in panico, di tornare alla svelta. Non gli era stato spiegato esattamente cosa stava accadendo, ma aveva già visto in precedenza i residui di uno scontro contro il Doppio Nero. Dovevano essere per forza stati Dazai e Chuuya.

I suoi occhi si spalancarono quando vide Dazai. Era come se si fossero animati improvvisamente.

Oaamu non era stato il migliore insegnante del mondo, ma Akutagawa provava una grande ammirazione, mista a risentimento, per lui. Sentiva che lo aveva salvato e gli aveva dato una vita, ma allo stesso tempo lo aveva sempre trattato come se di lui non gliene importasse niente.

Ora aveva scelto Atsushi sotto la sua ala.

Gli aveva anche detto che Atsushi era migliore di lui.

Come poteva non essere arrabbiato?

Però allo stesso tempo...

Non era più patetico.

Né inutile.

Non stava neanche più morendo di fame o sete.

Aveva perfino uno scopo.

Non odiava minimamente Dazai per essere stato crudele con lui innumerevoli volte. Al contrario, era sicuro che ogni cosa fatta dal suo salvatore fosse stata più che giusta per renderlo forte.

Lo scopo che Dazai gli aveva messo tra le mani era quello di combattere per la Port Mafia e in quel momento Dazai era nemico della Port Mafia.

Dentro di sé Akutagawa non sapeva che fare.

Avrebbe dovuto uccidere Chuuya e Dazai per quello che avevano fatto, ma Dazai... Era Dazai. Non poteva ucciderlo come se fosse una persona comune.

I suoi sentimenti per il suo ex maestro erano contrastanti.

-Cosa...?- Akutagawa era sorpreso, anche se provava a mostrare poco di quello che sentiva. Tossì e portò una mano davanti alla bocca.

Dazai, come al solito, individuò subito la sorpresa nell'espressione dell'altro. -Cosa c'é? Non sei felice di vedermi?- domandò con un lieve e finto sorriso sul viso. Presto però assunse un'espressione infastidita tipica di quando vedeva un cane fastidioso.

Cane fastidioso... che perfetta descrizione di Akutagawa. Fedele, ma troppo attaccato a lui.

Akutagawa non sapeva che dire, colto di sorpresa da quelle parole. Il suo cuore batteva velocemente, mentre all'esterno cercava di mantenere la solita freddezza che di solito trasmetteva, ma che gli riusciva difficile davanti ad Osamu. -Avete distrutto...- Non finì la frase, ma il suo sguardo era rivolto verso le macerie della Port Mafia.

Ovviamente non sapeva che Chuuya aveva fatto tutto da solo e che moro era lì solo per salvarlo. Chiaramente credeva che avessero collaborato.

Dazai si passò una mano dietro alla testa e fece una smorfia -Ha fatto arrabbiare il mio cane ed è stato morso- spiegò il moro.

Gli occhi di Akutagawa si allargarono e le pupille divennero due piccole fessure grigie quando capì a chi si riferiva. Sapeva che Mori li teneva sotto controllo, ma gli sembrava normale visto che Dazai era loro nemico e poteva essere un problema per la Mafia. -Mori dov'è?-

Osamu era capace di tante cose, ma poteva davvero aver messo fine alla vita del Boss della Port Mafia?

Akutagawa non provava niente per Mori, a parte del rispetto. Lavorava per lui soprattutto perché facendo così avrebbe avuto tutto ciò che voleva. Era stato Dazai anni prima ad dirgli che avrebbe dovuto lavorare per la Port Mafia. Da allora molte cose erano cambiate ma lui aveva continuato a farlo perché credeva davvero in chi lo aveva salvato.

-D...Dazai...?- Cogliendo di sorpresa entrambi, Chuuya aprì leggermente gli occhi e, dopo aver incrociato lo sguardo di Dazai, li richiuse. Era ancora molto debole, ma vivo.

O almeno era ancora vivo in quel momento. Aveva comunque bisogno di un controllo perciò Osamu non doveva perdere tempo.

Il suicidomane camminò verso Akutagawa arrivando al suo fianco. -È morto- gli disse senza mezzi termini rispondendo alla domanda fattagli prima.

Come si aspettava, il cappotto che aveva regalato ad Akutagawa cominciò a cambiare. Era sconvolto dalla notizia e stava pensando di attaccarlo.

Gli posó una mano sulla spalla annullando il suo potere. -Non farlo, sai come andrà.- Non si stavano guardando, ma Dazai sapeva qual era l'espressione dell'altro. Sicuramente era combattuto.

Chissà se cos'avrebbe scelto se lo avesse lasciato agire...

Ma nonn aveva tempo per lui, come al solito.

Forse un giorno gli avrebbe dato il peso che gli spettava, ma non era quello il momento. -Uccidi i sopravvissuti, trova qualcuno da incolpare per chi non sa ed evita una guerra tra l'Agenzia e la Port Mafia- Quel consiglio suonava più come un ordine.

Osamu, prima che Akutagawa potesse dirgli qualcosa, rispose ad ogni sua domanda ancora non posta. -Solo così eviterai l'estinzione della Port Mafia potendone diventare il capo.-

Cosa gli aveva appena detto?

Akutagawa il Boss?

Lo sprecabende sapeva che Akutagawa non era adatto, ma il punto era che doveva crederci lui.

Lo sentì sussultare sotto la sua presa. Accennò un sorriso. Gli faceva quasi tenerezza. -Se tu lo diventassi dimostreresti che ho fatto bene a salvarti, che vali i miei sforzi- Sempre crudele con lui, ma era il modo migliore per renderlo forte. Con le belle parole non sarebbe mai sopravvissuto nella Port Mafia.

Lasciò Akutagawa lì ancora scosso dalle sue parole. Sapeva che aveva preso ogni minima parola alla lettera.

A lui serviva solo che evitasse che la Port Mafia cercasse lui e Chuuya come colpevoli per quella strage.

Per il resto, poteva essere un Boss momentaneo finché non sarebbe arrivato quello vero.

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