Capitolo XIX - Desiderio
Capitolo XIX
Desiderio
Come faceva Chuuya a dir di no al vino? Soprattutto dopo che, per oltre un anno, non aveva potuto berlo. Era impossibile rifiutare.
Già normalmente lui non riusciva a dir di no a bere, figuriamoci dopo che era stato costretto a non bere per tanto tempo. Troppo per lui.
I due finirono sul divano a sorseggiare la bevanda alcolica e a chiacchierare ogni tanto di cose di poca importanza. Chuuya si sentiva davvero bene in quel momento, probabilmente perché stava bevendo il suo prezioso vino dopo tanto, anche se ogni tanto Osamu lo irritava prendendolo in giro solo per farlo arrabbiare. Infatti lo aveva già colpito qualche volta. Voleva dedicare tutta la sua attenzione all'amato alcolico.
Quel momento sembrava un tuffo nel passato, ma allo stesso tempo Chuuya sentiva che le cose erano cambiate. Non sapeva però spiegarsi in che modo.
-Dovresti andarci piano- gli consigliò Dazai con un sorrisino divertito sul volto. Lui aveva appena bevuto qualche sorso di vino mentre Chuuya aveva appena finito il secondo bicchiere.
Infondo non potevano crollare entrambi a causa dell'alcol. E se il bambino avesse avuto bisogno di loro?
Chuuya si offense a quelle parole. Agitò il terzo calice ben pieno facendo cadere qualche goccio e gonfiò le guance. -Non sei mai qui, non permetterti di giudicarmi!- gli puntò il bicchiere contro.
Finivano fin troppo spesso col litigare per la mancanza di Dazai, seppur Chuuya cercasse di convincersi di non aver bisogno di lui.
Cercava di ignorarlo, ma sembrava ancora più difficile da quando Osamu se ne era andato dalla Mafia. Aveva la certezza che il moro potesse tranquillamente chiudere la loro storia in un angolino dei suo cervello e iniziare da capo la sua vita come se non fosse mai successo nulla.
Era ferito. Voleva colpirlo. Ma allo stesso tempo lo desiderava enormemente. Si erano baciati qualche volta in quei mesi, ma era oltre un anno che il moro non lo toccava e possedeva facendolo sentire desiderato e bellissimo. Infondo solo nelle volte in cui lo facevano Chuuya si sentiva davvero vicino al suo amato sprecabende.
Oramai brillo, il rosso, troppo spesso sommerso dai suoi innumerevoli pensieri, li spense, almeno in parte.
Poggiò la testa contro lo schienale del divano, lateralmente, e cominciò a fissare l'alpha. "Bello... e bastardo" pensò solamente con le guance rosse a causa della sbornia.
Il sorriso di Osamu si fece amaro e sorseggiò un altro po' di vino. Era consapevole che, pur avendo delle buone intenzioni, stava ferendo ancora Chuuya. Ne era completamente cosciente.
Non ricevendo risposta dal moro, il rosso posò il bicchiere sul tavolino e gattonò fino a raggiungere Dazai. Gli si sedette sulle gambe con una buffa e tenera espressione arrabbiata sul volto. -Sei un bastardo. Non ci sei mai e tocca a me...- agitava le mani e ogni tanto gli dava qualche colpetto sul petto. -...tutto il lavoro.-
Dazai accennò un sorriso abbastanza divertito dal comportamento dell'altro. Normalmente con gli altri Chuuya era parecchio violento da ubriaco, ma con lui lo era di meno. Tendeva soprattutto a lamentarsi e a voler le sue attenzioni. Gli portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e gli accarezzò il viso.
Chuuya sicuramente non era l'omega più bello del mondo. Era pieno di difetti e con un carattere violento e difficile. Eppure lo amava esattamente così com'era. -Lo so- ammise posando una mano dietro la nuca del ragazzo e spingendo il suo viso contro il proprio. Lo baciò con desiderio. Gli erano mancate quelle labbra anche se lo aveva baciato solo qualche giorno prima.
Assurdo come ai suoi occhi quel vivace rosso apparisse tanto diverso, interessante e affascinante.
-Ti sono mancato, Chu Chu?- sogghignò quando, staccandosi dalle labbra di lui, lo notò senza fiato e con le guance ancora più rosse. Dalla espressione di Chuuya era chiaro che non volesse che quel bacio venisse interrotto, anche se non aveva più aria nei polmoni. Ciò rese Osamu solo più soddisfatto.
Nakahara fece una smorfia -Tu...! Inutile sprecabend...!- lo ritirò sulle sue labbra facendo morire i suoi insulti sulla bocca del moro.
Non era in calore...
Eppure lo desiderava intensamente.
Voleva sentirsi così vicino a Dazai da credere per qualche momento che non si sarebbero mai più separati.
Strusciò il prorpio fondoschiena contro le gambe dell'altro mentre premeva le labbra su quelle di Osamu staccandosi appena per riprendere fiato. Quel buon profumo misto al sapore del suo vino preferito sulle labbra di entrambi... delizioso.
L'intraprendenza di Chuuya era adorabile e sexy per Osamu. Lo lasciò fare e ricambiò portando intanto una mano al fondoschiena del rosso. Ghignò sulle labbra dell'altro sentendolo spingere il proprio sedere contro le sue mani.
A Nakahara piaceva il suo tocco, in particolare quando non era abbastanza in sé e si lasciava andare ai suoi desideri.
-Io ti odio- sussurrò Chuuya sulle sue labbra mentre lo prendeva per il colletto avvicinandolo più a sé. Lo riprese a baciare con bisogno.
Aveva necessità di sentirlo vicino.
Sentendo Osamu insinuare una mano sotto la sua maglia, l'omega lo spinse sul divano sotto di sé. Si tolse il gilet e premette le mani sull'addome di Dazai per mantenersi. -Se fosse vero, nanetto, non faresti questa espressione mentre ti tocco- gli fece notare Osamu, rimanendo tranquillo sotto l'altro.
Chuuya avvampò vistosamente a quelle parole, consapevole di quanto fossero vedere. Era rosso fino alla punta delle orecchie. Strinse le mani a pugno e gli diede un colpo sul petto. Forte sì, ma nulla di che in confronto alla vera forza del rosso. -La smetti di scherzare? Dannato bastardo...-
Era ancora abbastanza in sé da aver paura dell'intensità di ciò che stava provando.
Quei feromoni di alpha che gli entravano attraverso le narici lo attraevano e facevano sentire a casa, il suo tocco, il sul viso, i suoi baci...
E per non parlare del cuore di Chuuya in quel momento. Nakahara temeva di star per avere un infarto per l'intensità con cui il suo cuore batteva nel suo torace.
Si sentiva come un adolescente la prima volta che fa sesso con la persona che ama.
Osamu lo spinse di nuovo contro le sue labbra e subito dopo insinuò la lingua. Sapeva di vino e sigarette. Decisamente un sapore non convenzionale per un omega, ma eccitante per lui.
Forse Chuuya lo attraeva tanto perché non era assolutamente convenzionale.
Gli omega normalmente erano carini, teneri, completamente sottomessi agli alpha. Divertenti inizialmente, ma noiosi a un certo punto.
Con Nakahara sentiva che non si sarebbe mai potuto annoiare. Con lui ogni cosa era una sfida e quando riusciva ad avere qualcosa dal rosso provava il doppio del piacere e della soddisfazione che avrebbe provato con un omega normale.
Sentì Chuuya perdersi tra quei baci e i suoi feromoni. Sorrise sulle labbra di lui quando sentì l'altro andargli ad aprire i bottoni del gilet. -Che nanetto pervertito abbiamo qui- sussurrò mentre i suoi occhi erano puntati su quelli blu dell'altro.
Lo vide rimanere un attimo sorpreso, poi la sua pupilla si fece più piccola e lo guardò malissimo. -Figlio di putt...- Chuuya lo insultò e tentò di alzarsi dall'altro, anche se neanche lui voleva che quelle attenzioni finissero.
Si era offeso, ma Osamu non si era sbagliato. Chuuya voleva quanto lui quello che entrambi sapevano che da lì a poco sarebbe successo.
Certamente nessuno dei due era un santo.
Approfittò di quel momento e andò ad aprire i bottoni della camicia del rosso, mentre pian piano lasciava dei baci sul suo collo scendendo mano a mano, lasciando una scia di baci e piccoli succhiotti, fino ad arrivare al centro del suo petto. Lasciò la camicia aperta e lo tirò per i fianchi avvicinando di più a sé quel corpo.
Il corpo di Chuuya non era minuto e fragile come quello di ogni omega. Anzi, era allenato, tant'é vero che aveva degli addominali non troppo scolpiti, ma abbastanza evidenti e la vita non era stretta. Era piuttosto bassino per essere un ragazzo. A primo impatto, vestito, poteva sembrare abbastanza minuto, ma non lo era così tanto.
Baciò quel petto con attenzione, soffermandosi sui punti sensibili solo per poter sentire gli adorabili mugolii dell'omega.
Gli era mancato toccarlo.
-S-smettila- mormorava Chuuya mentre spingeva di più il suo corpo contro quello dell'altro. Decisamente voleva quelle attenzioni, ma allo stesso tempo non era ancora abbastanza ubriaco da lasciarsi andare completamente.
-Lasciati mangiare tutto- Osamu ghignò. Era divertente sentirlo più a disagio a causa delle sue parole.
-Stupido...- borbottò Nakahara spingendo il viso dell'altro lontano dal suo petto.
Dazai ridacchiò e in una mossa veloce cambiò le posizioni mettendolo sotto di sé. -Ehi... che fai...- Chuuya non era abituato a farlo con Osamu fuori dal calore. Neanche l'alcol lo aiutava a lasciarsi andare interamente all'altro. Avrebbe dovuto bere ancora...
-Non fingere di non volerlo, Chuuya- il sorriso tranquillo di Osamu sembrava più un ghigno. Con i polpastrelli accarezzò il volto di Chuuya, il mento, il collo... si soffermò su quest'ultimo e tirò un po' il collarino che il rosso aveva sempre sul collo. -Sarà uno spettacolo non adatto ai minori, perciò rilassati e fammi sentire quanto mi odi- sussurrò con voce roca al suo orecchio, per poi andargli a mordere e tirare un po' il lobo. Lo baciò sotto all'orecchio consapevole che gli facesse un po' solletico essere baciato lì. Conosceva ogni parte del suo corpo e ogni sua debolezza a letto.
Non tirò troppo forte. Non faceva male, semplicemente lo faceva sentir in trappola, anche se non lo era davvero. Chuuya era abbastanza forte e in sé da poter rifiutare quelle attenzioni e spingere via l'alpha dal suo corpo.
Ma non lo avrebbe fatto.
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