Inizio seconda parte
Inizio seconda parte
Levy non sapeva da che parte guardare, Lily era appena fuggito via dalla finestra lasciandola da sola in quella posizione con Gajeel che non si era ancora mosso dalla soglia della porta, gli occhi cremisi la studiavano lentamente gustandosi ogni millimetro di pelle scoperta con la bocca leggermente aperta. La turchina distolse lo sguardo puntandolo sulla pancia piatta, non riusciva a guardare il ragazzo osservarla in quella maniera, sentiva le guance andare a fuoco per la vergogna e l'imbarazzo, non si erano mai spinti così oltre in precedenza, si erano toccati ed esplorati ovvio, ma prima che Iwao li attaccasse, prima che rimanesse gravemente ferita rischiando quasi di morire. Alzò leggermente gli occhi per vedere se il corvino si era mosso o meno ma lo trovò nella stessa posizione di prima, lui non aveva più voluto toccarla per paura di farle male o di far riaprire la ferita, nonostante più volte l'avesse beccato ad osservarla con sguardo lascivo, e anche Levy stessa si era ritrovata a fantasticare su Gajeel in alcune situazioni, diventando completamente rossa però un secondo dopo.
«Allora… Mi aiuteresti a liberarmi?...» Non sapeva perché avesse posto quella domanda e non avesse detto qualsiasi altra cosa, ma una vocina nella sua testa le rispose dicendole che voleva avere il ragazzo vicino a se, sentire la sua bocca sulla propria, le sue mani correrle lungo il corpo delicatamente ma eccitandola come solo lui sapeva fare, e infine lo voleva dentro di se, non poteva più aspettare.
Alzò lo sguardo e lo puntò sul ragazzo che aveva davanti, i capelli corvini gli scendevano mossi e disordinati sulle spalle, sui pettorali definiti e infine sugli addominali scolpiti, i piercing sul volto riflettevano la luce del sole che entrava nella stanza dalla finestra, dando al suo aspetto un’aria ancora più mistica e quasi divina. Aveva sempre pensato, anche se non l’aveva mai ammesso nemmeno a se stessa, che Gajeel assomigliasse a una qualche divinità, lo vedeva bene come il dio della guerra con indosso solo una toga e un elmo, legata ai fianchi invece la fedele spada con cui andava in battaglia. Si svegliò da quei pensieri quando lo vide perdere finalmente la posizione di statua che aveva tenuto fino ad allora e iniziare a muoversi nella sua direzione con gli occhi cremisi puntati nei suoi castani, il cuore iniziò a batterle all’impazzata e una voglia sempre maggiore iniziò a pulsarle nel suo basso ventre, ma si spense come un fuoco su cui era stata gettata addosso dell’acqua fredda quando lui la slegò senza dire nulla e poi si allontanò in direzione della porta dandole le spalle.
Senza riflettere si gettò verso di lui afferrando un lembo della canotta scura che stava indossando con la sua esile mano, non voleva che se ne andasse lasciandola sola, Gajeel si bloccò appena la sentì ma non si girò.
«Gajeel vuoi davvero andartene?... Ormai non c’è nulla da temere…»
«Levy… E’ successo solo un mese fa… E’ troppo presto in più…» Non gli permise di finire la frase, era stanca e lo voleva sentire accanto a se.
«Wendy ha detto che la ferita è perfettamente guarita una settimana fa! Basta scuse!» Era arrabbiata con lui, si stava comportando come uno sciocco, un bambino che aveva paura di rompere il regalo che gli avevano appena consegnato.
Lui finalmente si girò e la guardò negli occhi senza dirle nulla, perché ormai loro due comunicavano così, non a parole, non a gesti ma solo tramite sguardi, lei riusciva a percepire ogni minima sfumatura delle iridi scarlatte del ragazzo, così come lui faceva con quelle castane di lei. E fu così che vide che il ragazzo aveva finalmente ceduto.
Non fece in tempo a battere le ciglia che si trovò stesa sul materasso con il corpo di Gajeel sul proprio e le sue labbra sulle sue, la lingua dentro la bocca che stuzzicava e danzava con la propria. Il calore di poco prima ricominciò a crescere molto più velocemente, ogni volta che le mordeva il labbro inferiore, ogni volta che le accarezzava l’interno coscia con il palmo della mano, sentiva nel basso ventre un’esigenza sempre crescente che chiedeva di essere soddisfatta. Si separarono per riprendere fiato e lo guardò notando come avesse perso lo sguardo preoccupato e avesse riguadagnato il suo solito ghigno in volto e gli occhi ora la stessero mangiando con gli occhi, facendola sentire desiderata e sexy.
«Quando avresti preso questo completo Shorty?...» Mentre parlava aveva iniziato a baciarle e mordicchiare l’orecchio, per poi scendere lungo il collo e la clavicola, provocandole dei leggeri brividi di piacere.
«Me l’hanno regalato le ragazze della rosa bianca un po’ di tempo fa a dir la verità…» Il ragazzo fermò il suo percorso per guardarla storto alzando un sopracciglio, le scappò una piccola risata e anche lui sorrise contro la sua pelle accaldata.
«Ricordami di dare il compenso per la nostra prossima missione a loro…» La ragazza avrebbe voluto commentare, ma si ritrovò invece a boccheggiare in cerca d’aria perché il corvino era andato all’assalto del suo seno leccandolo, succhiandolo e mordendolo, dandole ogni volta delle scariche di piacere che si allargavano fino al basso ventre.
Le sollevò leggermente il bacino afferrandole le natiche sode con le mani e stringendo forte, facendole scappare un leggero gemito di dolore e piacere. Levy stava per perdere la testa, lo sapeva, ma prima di farlo si sarebbe vendicata di quel mese straziante di lontananza. Gli cinse il collo con le braccia allontanandolo da quella tortura fin troppo piacevole e avvicinò il volto del ragazzo al proprio ma non lo baciò, strinse il suo lobo dell’orecchio fra le labbra e iniziò a giocarci, lo morse delicatamente e lo succhiò, provocando un brivido di piacere all’uomo che la stava stringendo sempre di più e a se stessa.
«Così mi farai impazzire Gamberetto…» Glielo disse con le labbra premute contro il collo e la voce roca carica di piacere, il membro duro ancora intrappolato nei pantaloni era premuto contro il suo interno coscia facendole pulsare la sua intimità.
«Era quella l’idea…» Le baciò dolcemente l’incavo del collo e prima che Levy potesse capire cosa stesse per succede si ritrovò nuovamente legata alla testata del letto con Gajeel che la guardava con un ghigno sadico in volto. Premette le labbra contro le sue insinuando la lingua al loro interno mentre con le mani andava a slacciare il reggiseno bianco trasparente liberando i seni acerbi e mostrando i capezzoli turgidi.
A quel punto si staccò da lei per poterla osservare con evidente desiderio, la ragazza non riuscì a non arrossire e se avesse potuto si sarebbe coperta con le braccia, in particolar modo quando vide Gajeel leccarsi le labbra come un lupo affamato davanti a un agnellino. Non disse nulla e iniziò una nuova tortura anche peggiore della precedente, senza la stoffa a separarlo dai seni il piacere che la avvolse fu indescrivibile, il calore si espandeva dal punto in cui succhiava come una scarica elettrica, fino ad arrivare nel suo basso ventre, ormai già bagnato.
Continuò a leccare, mordere e succhiare e stuzzicare con le dita entrambi i capezzoli che diventavano via via sempre più sensibili, ignorando le richieste di Levy di liberarla o il suo agitarsi sotto di lui e continuando nel suo operato facendola gemere sempre più forte. Si fermò quando ormai lei credette di non poter sopportare altro piacere, e si spostò sempre più in basso, lasciandosi dietro una scia di baci lungo il ventre piatto, le sfilò le mutandine con una lentezza snervante e lei in tutto questo non poteva muoversi, non poteva toccarlo, spogliarlo degli ultimi indumenti che lo coprivano.
Quando arrivò a baciarle il monte di venere a Levy scappò un gemito di piacere talmente forte che lo fece sorridere, scese ancora e questa volta toccò al clitoride, che venne massaggiato con leggeri colpi di lingua, facendola bagnare e gridare di piacere sempre di più.
«Gajeel…» Non attese oltre e la penetrò con due dita, facendole andare avanti e indietro sempre più velocemente, mentre con la lingua continuava a leccarla e a bagnarsi il volto con i suoi umori. Fu in quel momento che l’orgasmo arrivò più potente che mai, facendola gemere e urlare il suo nome.
«Sei ancora viva Shorty? Ghihi» Levy riaprì gli occhi e li puntò in quelli cremisi di lui, era orgoglioso di averla fatta godere così tanto, glielo leggeva su tutto il volto.
«Se mi sleghi te lo dimostro…» Non sapeva da dove arrivasse tutto quel coraggio e quella sfrontatezza, forse l’orgasmo le stava ancora annebbiando il cervello inibendo l’imbarazzo che avrebbe provato in futuro ripensando a quella situazione, o forse aveva dato ascolto alle ragazze della rosa bianca lasciandosi finalmente andare.
Gajeel alzò un sopracciglio indeciso se liberarla o meno, ma la curiosità vinse e fece come gli aveva chiesto la ragazza, che una volta che poté muoversi lo fece stendere dove prima era lei, lo legò alle sbarre del letto con la stoffa che aveva utilizzato prima lui e iniziò a baciarlo. I muscoli scolpiti si contraevano quando li toccava con le labbra rosee e ogni tanto al corvino scappava un gemito di apprezzamento per quelle attenzioni, Levy scese sempre di più finché non si trovò i pantaloni a sbarrarle la strada, prese un profondo respiro e glieli slacciò per poi iniziare a sfilarglieli lentamente insieme alle mutande. Gajeel diede uno strattone alla stoffa che lo teneva fermo attirando l’attenzione della ragazza, la guardava serio e preoccupato.
«Levy non sentirti obbligata… E’ ancora presto e…» Lo zittì mettendogli un dito sulle labbra e lo tranquillizzò con un sorriso ampio e luminoso.
«Lascia fare a me e non preoccuparti…» Non dissero altro e lui la lasciò continuare, rilassandosi sul materasso e alzando leggermente il bacino per aiutarla a spogliarlo.
Il membro duro era finalmente libero, Levy si prese un momento come aveva fatto il ragazzo prima per ammirare il suo corpo, i muscoli tesi si alzavano e abbassavano al ritmo del respiro, la pelle scura era segnata in più punti da cicatrici, alcune più piccole e altre più grandi, con un dito iniziò a percorrere quei segni sfiorando appena la pelle calda, gli occhi cremisi di lui, che la stavano osservando fino a quel momento, a quel tocco si chiusero. Con l’altra mano iniziò a massaggiare lentamente l’asta del corvino, che si fece scappare un gemito quando lo toccò per la prima volta, per poi iniziare a pompare in maniera più decisa, continuò così per un po’ aumentando e diminuendo la velocità, finché non riuscì più a resistere e se lo portò davanti alla bocca.
Chiuse le labbra attorno alla cappella liscia e incominciò a leccarla, distrattamente Levy sentì Gajeel imprecare ma non ci badò, aprì maggiormente la bocca e lo fece entrare più che poté, il membro caldo pulsava e diventava più grande e duro di prima, lentamente lo fece uscire ritornando alla posizione iniziale. Continuò a succhiarglielo lentamente finché non lo sentì imprecare nuovamente, a quel punto aumentò la velocità aiutandosi dove non arrivavano le labbra con le mani, non passò molto tempo che l’orgasmo arrivò riversandosi completamente nella sua bocca, non si ritrasse disgustata, non si spostò neanche di un millimetro, lo lasciò venire completamente e quando ebbe finito deglutì, ingoiando quel liquido caldo e leggermente acido.
Non fece in tempo a sbattere le ciglia che Gajeel aveva strappato la stoffa che lo teneva bloccato, l’aveva alzata e l’aveva fatta sdraiare sotto di se, posizionando il membro ancora duro sulla sua apertura già bagnata e la baciò con foga stringendola a se più che poté, quando si staccarono lui la guardò sorridendo, non con un ghigno come era solito fare.
«Ti amo Levy» Gli sorrise e lo abbracciò, pronta per quello che stava per succedere, conscia del fatto che all’inizio avrebbe fatto male, ma non dopo.
La penetrò con decisione, Levy sentì qualcosa rompersi dentro di se e il dolore la pervase facendola urlare, ma lui non uscì e iniziò a entrare e a uscire lentamente, permettendole di abituarsi a quell’intrusione, continuò finché il dolore non svanì completamente e cominciò a gemere di piacere invece di dolore, a quel punto iniziò a muoversi più velocemente dentro e fuori di lei.
Lo strinse conficcandogli le unghie nella schiena, le spinte si facevano sempre più potenti così come i suoi gemiti divenuti ormai grida di piacere, il sudore le imperlava la pelle accaldata mentre l'eccitazione cresceva sempre di più nella zona pelvica come scariche elettriche dirette ai suoi impulsi nervosi. Lui la morse alla base del collo iniziando a succhiare e facendole lanciare un altro grido di goduria, a pochi centimetri dal primo morso il ragazzo ne fece un altro e poi un altro ancora, facendole inarcare la schiena e contrarre le dita dei piedi per il piacere. Stava per venire, lo sentiva.
«Gajeel…» Le spinte aumentarono d'intensità così come i sui gemiti, ormai era arrivata al limite, la sentiva pulsare come mai prima di allora e quando il piacere esplose in lei con l’orgasmo strinse con forza le lenzuola, rischiando di conficcarsi le unghie nei palmi delle mani. Le spinte però non si fermarono ma anzi divennero ancora più veloci, lasciando Levy senza fiato per chiedere pietà, pochi istanti dopo lo sentì venire dentro di se con un gemito di soddisfazione.
Uscì lentamente e si sdraiò accanto a lei iniziando ad abbracciarla con il mento appoggiato sulla sua testa, la turchina iniziò a fare dei leggeri cerchi con le dita sul petto del ragazzo, che chiuse gli occhi per godersi quelle carezze.
«Sai, leggere di queste cose è completamente diverso dal farlo…» Gajeel sogghignò divertito per la sua battuta, ma non rispose, il respiro gli divenne sempre più regolare, facendo intuire alla ragazza che si era addormentato. A quel punto anche Levy sentì le palpebre farsi pesanti, ma prima di finire fra la braccia di Morfeo coprì i loro corpi ancora nudi con il lenzuolo.
Un mese era passato, poco meno di un battito di ciglia per la sua vita millenaria da Djin, ma Makarov aveva sentito lo stesso la lontananza dei suoi figli, perché sì, li considerava i suoi bambini, così come Laxus era suo nipote. La sabbia attorno a lui era calda per colpa del sole e un leggero vento alzava alcuni granelli nascondendo alla vista l’orizzonte, ma non era nulla in confronto al giorno in cui aveva trovato il biondo, ricordava quell'incontro come se fosse stato ieri.
L’aria con la sabbia del deserto tagliava la pelle come delle lame di metallo, nessuno sano di mente avrebbe attraversato quella tempesta, nessuno tranne una figura che si stava avvicinando.
Il vecchio sorrise a quei ricordi, all’epoca in un primo momento credette di avere le allucinazioni ma poi quell’ombra si fece più definita via via che passava il tempo, mostrando un bambino avvolto in un mantello marrone ormai logoro e cotto dal sole.
Quando lo raggiunse un giovane Laxus lo guardò con gli occhi privi di qualsiasi emozione, occhi neri come la notte più scura priva di luna e stelle, fu quando lo vide che seppe che era giunto il momento, anni erano passati senza che lui riuscisse a prendere una decisione definitiva, se attuare il suo piano o meno, ribaltare quel regno marcio e corrotto, quegli occhi però lo convinsero che ormai era giunto il tempo, e che forse aveva anche ritardato la sua opera.
In lontananza iniziò a vedere il profilo della città, della sua Magnolia, prese un respiro profondo e richiamò le energie a se, in quelle settimane aveva viaggiato molto e aveva utilizzato quasi tutto il suo potere non riuscendo ad utilizzarli per lunghe distanze. Aprì gli occhi e vide davanti a se la sua poltrona per gli ospiti, era seduto sulla scrivania del suo ufficio e una tenue luce entrava dalla finestra illuminando la stanza, sentì i rumori del bar al piano di sotto, la voce di Mirajane che prendeva le ordinazioni, Natsu e Gray che facevano una rissa con altri ragazzi. Sospirò felice e chiuse gli occhi immaginandosi in mezzo a quella mischia, Lucy e Levy in un angolo a leggere e a chiacchierare, Erza seduta al bancone che si gusta una torta alla fragola, preparata appositamente per lei da Kinana, Cana che molestava la piccola Wendy cercando di farla bere e la bluette che la rifiuta gentilmente e leggermente imbarazzata. Riaprì gli occhi e contattò mentalmente i ragazzi che sapevano per intero il suo piano, era tempo di aggiornarli su ciò che stava accadendo nel mondo e quali erano le prossime mosse, ma soprattutto era arrivato il momento di avvisare tutti quanti, soprattutto Natsu e Gajeel.
«Master, è tornato!» La voce di Erza lo riscosse dai suoi pensieri e alzò la testa nella sua direzione, Laxus e Mirajane erano accanto a lei, il primo con le braccia incrociate e la schiena appoggiata alla porta ormai chiusa, la seconda con le mani in grembo e un sorriso gentile in volto.
«Scusate il ritardo ma ho dovuto controllare molti posti e incontrare altrettante persone…» Il volto della scarlatta sussultò leggermente a quelle parole e il Djin sentì il cuore stringersi in una morsa, aveva separato due amati per quella missione per troppo tempo, per anni non si erano potuti vedere, non avevano avuto la possibilità di stare insieme, sperava solo che lo potessero perdonare per quello che gli aveva fatto e per il tempo che avevano perso.
«Stasera dirò a tutti quanti cosa sta succedendo e vi aggiornerò sugli ultimi dettagli, radunateli in gilda stasera, la locanda rimarrà chiusa fino a data da definirsi…» Le due ragazze annuirono e uscirono dall'ufficio per avvisare i vari membri sparsi per la città, mentre il biondo rimase all'interno ad osservarlo pensieroso, Makarov sorrise, nonostante tutti quegli anni passati assieme gli risultava ancora difficile capire cosa passasse per quegli occhi scuri, soprattutto da quando era tornato con la lancia.
«È così grave?...»
«Solo in alcune città… ma presto la situazione degenererà a un punto tale da non essere più gestibile… le persone vogliono una rivolta e la vogliono in fretta…» Il biondo fece un cenno con la testa, segno che aveva capito e fece per uscire ma si fermò con la mano sul pomello della porta.
«Hai intenzione di dirglielo vero?» Il Djin sospirò amareggiato, Laxus era l'unica persona che conosceva la vera identità delle spie all'interno del palazzo, infiltrate all'interno dei sette consiglieri, li aveva incontrati quando era più piccolo ed erano stati loro ad addestrarlo, gli avevano raccontato le leggende e le storie del mondo prima che diventasse di sabbia e poi tutti e tre come dei bambini venivano a chiedergli se fosse vero o meno, gli occhi che brillavano colmi di magia. Aveva sentito le storie dei loro figli che li aspettavano a casa, di quanto li facessero dannare ma che in fondo gli volevano bene, e infine aveva visto quei figli unirsi a loro, bambini sperduti e senza una casa, senza più un padre.
«Sì…»
«Buona fortuna nonno…» Uscì senza aggiungere altro e senza aspettare una risposta, mentre sul volto del Master compariva un sorriso pieno di gioia con le lacrime che gli solcavano le guance.
Gajeel osservava i suoi compagni all’interno della sala che in quel momento risultava fin troppo piccola per poter contenere tutti i membri di Fairy Tail, Natsu era sdraiato su un tavolo sofferente, Erza lo aveva sgridato poco prima minacciando di trafiggerlo con la sua spada se avesse osato fare casino. Gray era accanto al rosato con Juvia stretta al suo braccio e discutevano insieme alla Bunny girl su cosa potesse riguardare quella riunione, Macao beveva tranquillo con Jet e Droy, mentre sorprendentemente Cana non aveva ancora toccato una singola goccia di alcol, ma guardava nella direzione della porta da quando era arrivata.
«Preoccupato?» Levy alzò lo sguardo per osservarlo negli occhi, era seduta sulle sue gambe e lui la abbracciava da dietro mentre lei leggeva, ma doveva aver intuito il suo stato d’animo.
«Non più di tanto… E’ solo una strana sensazione, come se tra poco succederà qualcosa di terribile…»
«Ti capisco… Non ho mai visto la locanda così piena, per di più molti membri li ho visti solo di sfuggita e altri non li ho mai incontrati… Mi mette ansia» Gajeel la strinse a se maggiormente per trasmetterle sicurezza e per calmarsi lui stesso, l’odore di limone e inchiostro gli invase le narici facendo rallentare il suo battito impazzito e riuscendo finalmente a zittire l’inquietudine che aveva da quando erano arrivati.
Dopo pochi istanti Makarov comparve dal nulla come suo solito e si sedette sul bancone davanti a tutti quanti, il leggero brusio che riempiva la stanza sparì appena il Djin si schiarì la gola per attirare l’attenzione, facendo piombare un silenzio tombale.
«Come sicuramente saprete o ormai sospetterete, in questo mese di assenza ho viaggiato molto per vedere con i miei occhi la situazione del regno… Non è un mistero che lo scopo di questa gilda sia quello di migliorare la vita delle persone, aiutare i poveri che vengono sfruttati dai nobili, sfamare i bambini che sono costretti a derubare per poter sopravvivere, togliere dal ciglio della strada le donne, viste solo come oggetti… Ma forse non tutti sanno che il mio obiettivo primario è quello di spodestare il re e i suoi sette consiglieri!» Alcuni iniziarono a mormorare, stupiti per quella rivelazione, ma tra questi Gajeel non c’era, aveva fatto parte di quella gilda di mercenari, di quella famiglia, per molti anni e ormai conosceva il vecchio, sapeva che questo era il suo intento e non poteva essere più d’accordo, soprattutto ora che aveva incontrato Levy. Non voleva farla vivere in un mondo marcio e pieno di oscurità, lei si meritava di più.
«Prima solo Laxus, Mirajane e Erza sapevano dei miei piani e di quanto la nostra rete d’informazione fosse estesa, ma è giunto il momento che anche voi sappiate, dovete conoscere il vostro nemico ed essere pronti per ogni evenienza, per ogni attacco a sorpresa come quello di un mese fa!» Alcune grida di approvazione si alzarono per la sala facendo sorridere Makarov, tra le voci ci fu anche quella di Natsu che urlava qualcosa sul fatto di essere tutto un fuoco.
«La morte del consigliere Iwao ha dato inizio a una vera e propria rivolta da parte dei cittadini, non solo di quelli sotto il suo controllo ma della popolazione dell’intero regno! Dobbiamo muoverci anche noi insieme ai nostri alleati e guidare queste persone verso la vittoria!» Altre grida si levarono «Ho degli uomini infiltrati nel castello, alcuni come semplici camerieri o domestici altri però all’interno dei consiglieri stessi…»
A Gajeel mancò il fiato a quella rivelazione così come al resto dei presenti, aveva sempre sospettato che ci fosse qualcuno infiltrato nei piani alti, ma mai avrebbe pensato addirittura nei sette consiglieri, per di più da quello che aveva detto il Djin non era da solo, ma più di uno.
«Non vi rivelerò i loro nomi o le loro identità, così come voi non dovrete cercare di scoprire chi sono, per la vostra e la loro sicurezza… Se gli altri consiglieri dovessero scoprire la loro copertura non solo la loro vita sarebbe in pericolo, ma anche l’intera operazione! Se doveste mai incontrare uno di loro valutate la situazione e decidete per conto vostro se scappare o ucciderlo, non domandatevi se è un vostro compagno o meno, questo è un ordine!» La voce anziana rimbombò per tutta la stanza per qualche secondo, il tono di voce si era fatto più basso e duro mentre pronunciava le ultime parole utilizzando i suoi poteri per far entrare nella mente di tutti i presenti quale era la priorità, in gioco c’era molto di più che la loro vita, c'era un futuro per quelle terre e per tutte le persone innocenti che ci vivevano.
«Vi divideremo in piccoli gruppi, vi sparpaglierete in tutto il regno sedando rivolte inutili e cercando di ostacolare il re in ogni maniera possibile! Uccidendo i nobili, conquistando le città e dichiarandole indipendenti dal controllo reale! Quando la situazione si farà difficile e sembrerà che la fine sia prossima ricordatevi chi siete, ricordatevi che fate parte di Fairy Tail, ognuno di voi è un membro di questa famiglia e nessuno verrà lasciato indietro! Per nessun motivo! Quindi se siete in difficoltà stringete i denti e ripetetevi che voi fate parte di Fairy Tail!»
Il grido fu unico, varie voci si unirono tra di loro urlando con tutto il fiato che avevano in corpo che loro facevano parte di Fairy Tail, persino Gajeel si unì a quel grido di gioia mentre Happy iniziò a volare sopra le teste dei presenti sorridendo e ripetendo a sua volta quello strano mantra. Fu Mirajane a riportare l’ordine iniziando a battere le mani per attirare l’attenzione.
«Ora basta ragazzi! Domani sarà una lunga giornata e alcuni di voi partiranno già, quindi è meglio andare a riposare, domani mattina venite da me e vi dirò come siete stati organizzati e quale è il vostro compito!» Lentamente ma con ancora il sorriso sulle labbra le persone iniziarono a uscire, anche Gajeel e Levy stavano per alzarsi e andare a dormire quando una voce nelle loro teste gli disse di fermarsi, che doveva dire loro ancora una cosa.
Dopo pochi minuti la stanza fu completamente svuotata tranne che per quattro persone e due Exceed, poco distanti da loro c’erano Natsu e Lucy stranamente tranquilli, il rosato aveva un’espressione seria in volto e le braccia incrociate gli davano un’aria pensierosa. Il corvino a vedere quell’immagine si incupì, non era il solo ad avere un brutto presentimento e ciò voleva dire che non era solo una sua paranoia. Master Makarov li osservava con un sorriso in volto, ma quello di Laxus alle sue spalle non era per niente gentile, sembrava quasi guardare lui e Natsu con compassione, sentimento mai visto prima sul biondo.
«Avvicinatevi pure! Vi ho fatto rimanere qui perché devo dirvi qualcos’altro… Qualcosa che vi riguarda da vicino…» Erano ormai davanti a lui e per un istante Gajeel si dimenticò che il vecchietto che aveva di fronte fosse un Djin, una delle ultime creature magiche ancora esistenti e per di più una delle più potenti, gli sembrava solo un nonno, che si era preso cura di lui e che all’improvviso aveva più rughe di quante se ne ricordasse, più anni di quanti ne dimostrasse.
«I consiglieri Aka e Tetsu sono gli uomini che ho infiltrato all’interno del palazzo…» Il Djin prese un respiro profondo per continuare, ma Natsu lo fermò prima.
«Vecchio perché ci stai dicendo questo?! Hai continuato a ripetere di non cercare di scoprire chi sono! E ora ce lo dici così?»
«Salamander ha ragione… Cosa ci stai nascondendo?» Makarov sospirò e si massaggiò le tempie con una mano, il boccale di birra era appoggiato accanto a lui ma non lo stava toccando da quando gli aveva detto di rimanere lì, Laxus fece un passo avanti mettendosi acconto al vecchio.
«Ve lo sto dicendo perché sono rispettivamente Igneel e Metallikana…»
Il cuore di Gajeel si fermò, tutto quanto in lui si fermò, il tempo lo spazio, non sentiva la mano di Levy che gli tirava una manica, non sentiva la voce di PantherLily che lo chiamava con forza nella sua forma trasformata, non sentiva nemmeno il bisogno di respirare, vedeva solo davanti a se il volto di Makarov che con le labbra gli diceva che gli dispiaceva.
Metallikana, per un momento Levy dovette scavare nella sua memoria per ricordarsi dove aveva già sentito quel nome, ma quando vide il volto del corvino diventare pallido e con un’espressione sconvolta in volto tutto le fu più chiaro. Metallikana era il padre adottivo di Gajeel, che si era preso cura di lui allevandolo e nutrendolo, ma che era scomparso anni prima abbandonandolo quando era ancora solo un bambino e aveva bisogno di lui. La ragazza cercò la sua mano per stringerla e dargli conforto, ma lui era in un altro mondo non notandola nemmeno quando cercò di chiamarlo tirandogli la maglia, PantherLily era preoccupato quanto lei per la sua reazione e ormai lo stava minacciando di prenderlo a schiaffi per farlo ritornare in se.
Si girò verso Lucy per cercare aiuto e la trovò nella stessa situazione, Natsu era inginocchiato per terra con lo sguardo nel vuoto, la bionda e Happy erano accanto a lui che lo chiamavano preoccupati quanto lei, ma poi il rosato fece qualcosa che nessuno si aspetto, incominciò a piangere e a ridere in contemporanea. Il Master lo guardò con gli occhi spalancati e lo stesso fece Laxus, Gajeel si svegliò da quello stato catatonico e si girò a sua volta ad osservarlo.
«Allora non mi ha abbandonato perché ero un peso! Ahahah Igneel mi voleva bene! E’ solo un bugiardo! Ahaha… Sai Lu, questo non te l’ho mai detto ma quando Igneel se ne è andato mi ha detto che era perché ero un peso per lui! Non aveva mai voluto avere figli e l’unico motivo per cui mi aveva tenuto era perché gli facevo pena… Di non cercarlo che lui non mi voleva bene! E invece era solo un maledetto bugiardo! Ahahah» Altre lacrime gli scesero copiose sul volto mentre cercava di scacciarle con le mani, Lucy si sedette a terra accanto a lui e lo abbracciò più forte che poté, anche lei con gli occhi lucidi.
«Li ho costretti io a fare questa missione… Igneel era il figlio illegittimo, anche se riconosciuto, di uno dei consiglieri e con la morte del padre il titolo sarebbe andato di diritto a lui… Mentre Metallikana era un ex soldato del re, conosciuto per la sua spietatezza in battaglia e per la sua grande intelligenza, gli avevano già chiesto di prendere il posto di uno dei consiglieri ma si era sempre rifiutato…»
«Master… Noi andremmo…» Fu Lucy a parlare e il Djin annuì con un leggero sorriso in volto, la ragazza prese Natsu sottobraccio mentre Happy le si era appoggiato sulla testa e uscirono dalla gilda lasciandoli soli.
Levy guardò Gajeel preoccupata e lo vide con lo sguardo duro verso la porta che si era appena chiusa, i pugni stretti gli avevano fatto diventare le nocche bianche, prese una delle sue mani nelle proprie e iniziò ad accarezzargliela cercando di calmarlo.
«Mi hanno chiesto di prendermi cura di voi due… In particolar modo Metallikana… Diceva che eri un ragazzo vivace e che se ti fossi unito alla gilda avrei dovuto tenere d’occhio il mio portafogli…Purtroppo quando sono venuto a cercarti tu eri già partito e ti ho ritrovato solo tempo dopo…»
«Tzè…» Fu tutto ciò che disse Gajeel prima di andarsene, Lily lo seguì fuori mentre Levy si trattenne per un momento, non sapendo se dare ascolto ai suoi pensieri oppure raggiungere subito il ragazzo, ad aiutarla a prendere una decisione fu l’arrivo di Lucy, quando i loro sguardi si incrociarono capirono di aver avuto la stessa idea.
«Cosa volete chiedermi? Non ho il potere di leggere nella mente purtroppo…»
«Master noi vorremmo chiederle di far andare le nostre squadre nella capitale…» Fu Lucy a parlare facendo rimanere di sasso il Djin e facendo sorridere il biondo accanto a lui.
«Questo non te lo eri aspettato eh vecchio?...»
«Sappiamo che avrebbe mandato Gajeel e Natsu in qualche missione il più lontano possibile da Eldrad e dai loro genitori… Ma riteniamo che invece debbano vedersi e chiarirsi!» Natsu forse poteva aver già l’anima in pace dopo quella rivelazione, ma non Gajeel, Levy lo conosceva abbastanza da sapere che quando qualcosa lo turbava il suo pensiero era sempre rivolto altrove e non si sarebbe concentrato sulla battaglia rischiando di farsi ammazzare. E lei non l’avrebbe permesso, non ora che l’aveva trovato.
«E se dovessero fare qualche stupidata solita loro ci saremmo noi a fermarli… Ormai nessuno qui dentro sa come fermare Natsu quando parte tranne me!»
«In più Master l’ha detto lei poco fa… Siamo una famiglia e ci aiutiamo sempre tra di noi, non li possiamo abbandonare ora… Potrebbero non essere più gli stessi…» Il Djin le guardò sorridente mentre Laxus scoppiò in una vera e propria risata lasciando di stucco le due ragazze.
«Avevo previsto o quantomeno immaginato le possibili reazioni di Gajeel e Natsu, quest’ultimo mi ha stupito con quella risata, ma mi ero dimenticato di voi due… Di come gli avete cambiato la vita e di come loro l’hanno cambiata a voi, non li lascereste mai sopportare questo peso da soli e fareste di tutto per aiutarli a superarlo… Forse la vecchiaia si fa sentire! Non preoccupatevi ragazze… Farò come mi avete chiesto!» Le due ragazze sorrisero e fecero un profondo inchino al Djin per mostrargli tutta la loro riconoscenza.
«Grazie Master!»
Lucy uscì dalla locanda ma Levy non la seguì, aspettando ancora un momento, aveva un’altra domanda da porre a Makarov, una più personale che la stava tormentando da quando aveva iniziato il discorso, anche Laxus se ne andò lasciandoli completamente soli.
«Master… Ma è colpa mia se ha dovuto iniziare la ribellione prima del previsto?... Della morte di…»
«No cara… Ogni battaglia inizia sempre con un pretesto, una scusante… Era già da qualche tempo che mi stavo chiedendo quale sarebbe stato in questo caso… Noi eravamo già pronti, Iwao ha deciso da solo la sua fine e la sua morte ha solo provocato una reazione maggiore di quello che ci eravamo aspettati. Non credevamo che le città si sarebbero ribellate fino al punto da sfidare apertamente il regno autoproclamandosi indipendenti… Tu cara Levy non c’entri!» Le sorrise gentile e incoraggiante dandole la spinta per fare quell’ultima domanda.
«Prima ha detto che Igneel era il figlio illegittimo di uno dei consiglieri e che ha ereditato il titolo di diritto, ma in questo caso non significa che anche io dovrei ereditare quello di mio padre?...»
«In teoria sì… Ma vedi le vostre situazioni sono diverse sotto molti punti di vista… Prima di tutto il padre di Igneel sapeva della sua esistenza, e anche se figlio illegittimo si è preso cura di lui dandogli un’istruzione di alta classe e riconoscendolo come sangue del proprio sangue… Mentre Iwao non sapeva della tua esistenza e ha cercato in ogni maniera di tenerla nascosta… Nessuno all’interno del regno permetterebbe che tu salga a un ruolo così alto e prestigioso! Attentando anche alla tua vita come è già successo in passato… Al momento terrei segreta la tua parentela con lui, alcuni potranno anche supporlo dai capelli, ma con lui morto le prove non possono essere dimostrate.»
«Grazie mille Master, ora tutto è più chiaro!» Si inchinò nuovamente e finalmente uscì dalla locanda, diretta verso il posto dove sapeva che avrebbe trovato Gajeel dopo tutto quello che era appena successo.
Iniziò a camminare col cuore più leggero mentre ragionava su cosa dire al corvino per alleviare le sue pene, ancora si ricordava quando le aveva raccontato il suo passato e dell’incontro che aveva avuto con Metallika, e ricordava ancora il dolore impresso nelle parole quando le aveva detto che l’aveva abbandonato, ma quando arrivò davanti al palazzo non le era ancora venuto in mente nulla. Alzò lo sguardo verso il cielo e verso la cima di quel palazzo, la notte scura le impediva di capire se ci fosse qualcuno sulla sommità o meno, ma lei sapeva che lui era lì insieme a Lily a guardare l’orizzonte.
«Sei arrivata! Non ne vuole sapere nulla di parlare con me! Mi ignora anche quando lo picchio e se gli volo attorno mi scaccia via come una mosca fastidiosa! Per favore Levy fa qualcosa!» L’Exceed le fluttuava davanti al volto e la guardava con occhi preoccupati, Gajeel non si era mai comportato così, non si era mai chiuso in se stesso così tanto da ignorare una rissa per distrarsi dai suoi pensieri.
Il corvino era seduto per terra e le dava la schiena, Levy sospirò leggermente, andò a sedersi accanto a lui e iniziò a guardare il cielo privo di nuvole, una miriade di piccole stelle illuminavano le strade di Magnolia facendola sembrare un luogo delle favole che leggeva da piccola, la luna quella sera era completamente nascosta.
«Mia madre ti avrebbe adorato…» In quella situazione i ricordi di quando era ancora una bambina e sua madre era ancora viva erano comparsi spontaneamente nella sua mente «Saresti stato il figlio maschio che non ha mai avuto, anche se forse prima sarebbe stata un po’ diffidente in quanto le avresti portato via la sua bambina...»
«Troppo affetto non fa per me… Mi bastate tu e Lily…» Ma anche se aveva detto quelle parole fredde senza farsi notare troppo appoggiò una mano su quella piccola di lei, quella del ragazzo gliela copriva completamente non lasciando fuori nemmeno un’unghia.
«Forse no… Ma immagino la scena in cui lei ti abbraccia e tu che non sai cosa fare arrossendo leggermente sulle gote…»
«Io non arrossisco…» Si sdraiò per terra con un braccio dietro la testa e chiuse gli occhi godendosi il venticello caldo che aveva iniziato a soffiare sulle loro pelli.
«Ho chiesto al Master di mandarci alla capitale come missione…»
«Tzè… Se l’hai fatto perché credi che abbia un qualche bisogno di vederlo o di parlargli ti sbagli di grosso! Lui ha fatto le sue scelte e io ho fatto le mie, ormai non c’è più nulla che ci lega!» La turchina sospirò, immaginava che Gajeel avrebbe reagito così, chiudendo i sentimenti dentro di se e fingendo di non provare nulla, aveva fatto così anche quando aveva iniziato a provare qualcosa per lei, aveva ripudiato quelle emozioni facendo solo del male a se stesso e a lei, ma questa volta glielo avrebbe impedito. Prese un libro che aveva nella borsa e lo svogliò svogliatamente, era l’ultimo che aveva comprato qualche giorno prima e parlava della storia e della geografia del regno, erano circa un migliaio di pagine, si alzò in piedi e lo fece cadere sulla faccia del corvino.
«PORCA … CHE CAZZO STAI FACENDO LEVY?!» Si alzò di scatto massaggiandosi il naso con la mano e la guardò leggermente offeso, ma quando vide i suoi occhi castani impassibili deglutì.
«Cerco di farti uscire quello che hai dentro! Non è vero che non ti importa, lo so io, lo sa Lily e lo sai tu! Lo vuoi rivedere anche se fosse solo per tirargli un pugno in faccia per averti lasciato senza alcuna spiegazione! E scommetto che anche lui vuole rivederti e sentire la tua voce! Eravate una famiglia, anche se un po’ strana, e vi volevate bene…» Il corvino sorrise e gli occhi cremisi si addolcirono diventando leggermente lucidi, la prese per un braccio e la tirò verso di se dandole un bacio veloce ma pieno di gratitudine e poi la fece sedere sulle sue gambe appoggiando il mento sulla sua testa. Levy sorrise contenta di essere riuscita nel suo intento.
«Tu invece saresti piaciuta subito a quel vecchio scorbutico… Ti avrebbe definita una nanetta tutto pepe ghihihi…»
«Ecco da chi hai preso la tua buona educazione…» Gonfiò le guance offesa e sentì sulla schiena le vibrazioni della risata del corvino, PantherLily iniziò a volargli attorno contento a sua volta che la situazione si fosse risolta, ma poco dopo si fermò davanti a loro con gli occhi sbarrati.
«Gajeel ma stai piangendo?...»
«Stupido gatto non azzardarti nemmeno a pensarlo! Mi è solo finito qualcosa in un occhio ok?!»
Levy chiuse gli occhi con nelle orecchie le grida dei due uomini ma non la disturbarono più di tanto, era felice di essere con loro e le loro voci le conciliarono il sonno, sentendosi protetta ed amata, addormentandosi subito dopo.
Sognò sua madre in un prato fiorito, circondata da rose di mille colori e forme, alcune con solo una decina di petali altre un’infinità, quando notò la figlia che la osservava da lontano le sorrise gentile e la salutò con la mano come una bambina. Poco dopo però comparve una nuova figura che non aveva mai visto prima, la figura di un uomo, era molto più alto di lei e la sovrastava completamente, le dava le spalle impedendole di vedergli il volto, vedeva solo che aveva i capelli lunghi e neri. Però sentiva che non era un nemico, e che anzi l’avrebbe incontrato presto, molto presto.
Angolo autrice
Finalmente ho pubblicato, davvero non so come scusarmi per il tremendo ritardo e so che ve l'ho già detto, ma mi sto riprendendo! Sono abastanza soddisfatta di come sia uscito questo capitolo e soprattutto di essere risucita a scrivere della loro prima volta, avevo un blocco e la prima parte è stata una vera fatica scriverla!
Inizia la seconda padre e si introducono nuovi personaggi che però tanto nuovi non sono, Metallikana l'avevo già rivelato e qualcuno di voi (quei pochi che mi seguono ancora) avevano intuito anche che Aka fosse Igneel!
Le recensioni sono sempre ben accette per farmi sapere cosa ne pensate di questa storia e se avete qualche consiglio per migliorarla! Voglio ringraziare bakadaiski per avermi spronato dicendo che ero un Dragon Slayer come Natsu e Gajeel (anche se spero più intelligente) e Arianna che su Facebook anche solo con un like sulla mia pagina (https://www.facebook.com/Celty23efp/) mi ricordava che c'era qualcuno, là fuori nel mondo che aspettava un mio aggiornamento!
Alla prossima! <3
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