TRIS

I secondi.

I minuti.

Le ore.

Scorrono lenti sulla mia pelle insidiandosi dentro di me nel vano tentativo di uccidermi, ma senza riuscire a darmi il colpo di grazia, prolungandola sofferenza.

Come il siero della morte, una sostanza in grado di interrompere il filo della vita, ha avuto questo stesso effetto su di me, è strano che questo si ripresenti in una situazione così strettamente legata alla vita stessa, come lo scorrere del tempo.

Il silenzio non aiuta per niente.

Vorrei solo che Tobias, Christina e gli altri fossero già tornati dalla città.

Qui tutto è troppo silenzioso, e i miei pensieri fanno troppo rumore.

Non c'è nessuno che mi aiuti a distrarmi nell'attesa: Caleb non si è fatto vivo, così come Matthew, e praticamente tutta la restante popolazione non ricorda nemmeno il proprio nome.

Poi lo sento.

Il rumore delle ruote che sobbalzano sulla terra, il rombo del motore che si spegne bruscamente al frenare del furgoncino: sono qui.

*spazio autrice*

questo capitolo è servito più che altro come introduzione alla situazione e all'ambiente in cui si svolgono le azioni.

Se non sono stata troppo chiara qui si intuisce che Tris è sopravvissuta al Laboratorio Armamenti.

Non mi sono voluta soffermare sul come e perché ne sia uscita integra, perché voglio che la storia sia incentrata su qualcos'altro...