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39

Questa mattina non furono gli uccellini che cantavano o il sole sul viso a svegliarmi; un rumore, lo squillo del mio cellulare, mi risvegliò dal sonno profondo.

"Abigail, vuoi rispondere?" sussurrò il moro accanto a me rigirandosi nel letto

Infastidita dalla luminosità dello schermo lo osservai con occhi socchiusi
<Ethan>
Risposi

"Pronto!"
"Sei viva allora! Pensavo fossi morta"
sbadigliai "Scusami..." mi ricordai dei messaggi che da qualche giorno occupavano il centro notifiche del mio telefono e che ancora non avevo letto. Dedussi che alcuni fossero suoi "...questi ultimi giorni sono stati un po'......impegnati" Sentii il riccio ridacchiare; sapeva a cosa mi riferivo

"Non preoccuparti dai...quindi siete tornati?" mi risdraiai sul comodo letto della mia camera di Los Angeles.
"Si, si siamo tornati ieri notte" misi il viva voce mentre mi arrangiavo i capelli in uno chignon approssimato
"Uh, sarai stanca" si preoccupò
"Un po' " ammisi ridendo leggermente, quasi lo avessi avuto di fronte
"Allora non ti tengo tanto al telefono...volevo chiederti, ti va di passare dopo? Pensavo di dare una festa stasera"
"Certo" sorrisi "ci vediamo dopo allora"
"Ok, a dopo"

Chiusi la chiamata.
"Dove vai?" Mi ero alzata mentre lui era rimasto sdraiato ad osservarmi
"Vado a mangiare qualcosa prima che vengano a cercarmi e ti trovino qui" affermai notando che era mezzogiorno

Indossai la felpa che Timothée mi aveva prestato la sera prima e feci per uscire.

"Pensi di poter andare via così?" Un piccolo ghigno si fece strada sul suo volto. Si era alzato anche lui.
"Si" risi passando alla sua destra e facendomi strada verso la porta

Non so come ma riuscii a fermarmi "Risposta sbagliata" mi spinse a indietreggiare finché la schiena non si poggiò al muro.

Inclinò leggermente la testa ed alcune ciocche ricce leggermente arruffate gli caddero sul volto. Mi osservava ed osservava le mie labbra mentre io ancora arrossivo alle sue occhiate intense.

Non potevo credere che ci trovavamo qui, nella mia stanza, dove tutto era iniziato eppure era tutto così diverso. Lui era davvero mio ora, e non temevo le conseguenze di questa cosa che c'era tra di noi, o almeno non come prima. Seppure ponevo comunque la felicità di mia madre al primo posto, la mia veniva ora subito dopo.

Azzero la distanza tra di noi. Quello che avevamo io e lui non pensavo di poterlo provare per nessuno. Una passione così forte, che anche non volendolo ci trovavamo costantemente a gravitare l'uno sempre più vicino all'altro; ed anche se ne avevo avuto la possibilità, quando se n'era andato di casa, non mi era mentalmente possibile dimenticarlo, andare avanti come non l'avessi mai incontrato. Anche se questo voleva dire ferire molti di quelli che mi stavano intorno.

Mi morse leggermente il labbro inferiore per poi spingere la lingua sulle mie labbra cercando il mio consenso che gli fu subito dato.

Le nostre lingue si rincorrevano ad un ritmo lento mentre le sue mani scorrevano velocemente verso le mie cosce. Sentii le sue mani afferrarmi i glutei stringendoli leggermente.

Appoggiai le mani su entrambe le sue spalle, mi alzai in punta di piedi costringendolo a baciarmi più forte.

"Buongiorno cherie" mormorò a pochi centimetri dalle mie labbra. Riprendevamo fiato.
"Buongiorno" sorrisi

"Ora me ne vado" affermai poco convinta osservando le sue labbra leggermente arrossate dal nostro contatto. Incapace di resistere alla tentazione gli diedi un altro bacio fugace.

Quando cercai finalmente di allontanarmi mi mise le mani attorno alla vita, attirandomi a se per un altro bacio. Infilai le mani sotto la sua felpa rosata della glossier, sfiorandogli la pelle.

"Abigail?...Abi?" Sussultai. Qualcuno bussava alla porta, era mia madre. In risposta, imprecai sottovoce decidendo che cosa fare.

Timothée si spostò a lato dell'ingresso in modo che se l'avessi aperta non sarebbe stato visto da fuori.

Dischiusi la porta tanto da farmi vedere.
"Ciao mamma" sorrisi
"Abig- che è successo?" Indico il mio labbro inferiore leggermente sanguinante

Quando Timothée lo aveva morso doveva averlo ferito superficialmente.

"Oh...um...niente è...il freddo" inventai evitando di mordermi il labbro, e quindi di indicarle che mentivo.
"Ok...." Sembrò sospettosa "...io e Marc abbiamo preparato il pranzo, ti aspetto in cucina"

Si allontanò per dirigersi verso camera di Timothèe
"No!" Urlai senza pensare, alche mi osservo interrogativa
"No, non preoccuparti..." continuai cercando di recuperare la situazione "...lo chiamo io" sorrisi imbarazzata "lo sai,  è intrattabile di mattina" aggiunsi sperando di averla convinta

"Ah si?" Continuò a sembrarmi piuttosto turbata "Va bene chiamalo tu." fortunatamente si allontanò.

Accertatami che avesse sceso le scale aprii la porta del tutto facendo uscire anche Timothée.
"Sono intrattabile di mattina eh?"
"Eh già" ridacchiai facendogli la linguaccia per poi scendere, pulendo con il dito la leggera lacerazione del labbro.

Mi diressi direttamente verso la sala da pranzo.
"Giorno sis"
"Buongiorno" lo abbracciai velocemente "dopo ti devo parlare, ok?" non mi ero dimenticata dei segreti e delle stranezze che Noah ora avrebbe dovuto chiarire
"Ok...?"

Non ebbe tempo di chiedere altro poiché mia madre e Marc arrivarono con una teglia di lasagne al salmone. Scese anche Timothée e si sedette di fronte a me questa volta.

Pensai fosse meglio così, perché in questo modo non avrebbe potuto fare i suoi giochetti. Poco dopo però realizzai che anche questa sua posizione non mi era molto favorevole; ora non sapevo dove guardare, e tenevo quindi lo sguardo fisso sulla pietanza, almeno finché Marc non iniziò a parlare.

"Finalmente vi abbiamo di nuovo qui!..." si rivolse a me "Abigail ti è piaciuta Le Chambon-sur-Lignon?"
Annuii "sono stati tutti davvero accoglienti..." sorrisi "..mi sono divertita molto"
"Sono contento che tu abbia passato un bel capodanno" lanciai uno sguardo veloce a colui che mi stava davanti ma fui io stessa poi a spezzare il contatto visivo

"Voi invece? Novità?"
"Io sono stato da Olivia..." sapevo che mentiva, me lo aveva confermato la mia migliore amica
"Ah già, come sta?" il mio tono era leggermente canzonatorio
"Non c'è male" stroncò il discorso sul nascere "tu mamma?"
Mia madre lanciò un'occhiata colpevole a Marc "tutto bene, sapete...soliti festeggiamenti..."

In quel momento notai che si era creata della distanza tra Marc e mia madre. Guardai Noah confusa ma lui non fece nulla in risposta.

La situazione di colpo era diventata imbarazzante;  fortunatamente Timothée intervenne intavolando un nuovo discorso. Parlò di sport e delle partite di basket che aveva perso, rivolgendosi principalmente a suo padre Marc, anche se occasionalmente intervenne anche Noah.

Io rimasi assorta tra i miei pensieri. Cosa diavolo era successo in questi pochi giorni? Perché Noah mi mentiva quando ci eravamo promessi di non farlo mai? E perché mia madre si comportava in maniera così strana? Cosa si era insinuato tra lei e Marc? Sperai con tutto il cuore che non si trattasse di qualcosa riguardante me ed il mio ''fratellastro".

Finito il pasto tornai in camera notando un nuovo messaggio. Stavolta era un whatsapp dal gruppo delle ragazze di cui facevamo parte io, Camila e Joy.

<Preserata da me oggi?> Joy - 14.40
<Andata> Camila - 14.42
Iniziai a scrivere
<Abigail sta scrivendo, omg è viva> Joy - 14.43
<dai va bene a che ora?> inviai per poi rispondere all'ultimo messaggio con una faccina
<Alle cinque?> Joy - 14.43
<Ci prepariamo insieme?> Camila - 14.44
<Obv> Joy - 14.44
<Ok a dopo babes > inviai e uscii dall'applicazione

Controllai il resto delle notifiche; notai il messaggio a cui accennava stamattina Ethan, in cui chiedeva come procedeva il viaggio.

Spiccò tra gli altri poi un messaggio di Nic. Rispondeva ad uno mio.

<Ei, tutto bene. Lione ha una bella energia e pensavo di restare per tutto capodanno. Se vuoi possiamo fare un piccolo tour mentre aspettiamo la mezzanotte?>

Mi sentii un po' in colpa per non aver risposto prima
<Ehi, scusa se ti rispondo così in ritardo, ma sono stata davvero impegnata in questi ultimi giorni. Io capodanno l'ho passato in un altro paesino lì vicino. Tu hai fatto lo stesso il tuo giro notturno?>

Sperai di non aver rovinato le nostre possibilità di essere amici perché quel ragazzo mi aveva fatto davvero una bella prima impressione, e per tante cose sembravamo esserci trovati.

Il resto dei messaggi erano messaggi di capodanno del gruppo che ignorai. Tentai di chiamare Olivia ma purtroppo non rispose. Quando l'avevo sentita l'ultima volta mi era sembrata giù di morale, ed anche se non avevo indagato oltre per via del viaggio ora ero preoccupata, così lasciai un messaggio
"Ehi Liv...è da un po' che non ti sento, come stai? Quando ti va di parlare chiamami e sappi che sono qui per te"

Decisi di fare una veloce doccia al corpo per rinfrescarmi, poi sarei uscita per dirigermi da Joy. Indossai un vestito color magenta scuro, senza maniche con qualche particolare in pizzo nero. Seppure fosse lungo fino a metà coscia, trovavo che mi esaltasse la figura ed era perciò che lo avevo comprato.

Mi agganciai al collo una semplice chocker che si abbinava molto bene con l'abito. Presi la giacca, che mi sarebbe servita solo in questo primo momento della serata, perché durante e dopo la festa sapevo che avrei fatto di tutto per sentire un po' d'aria sfiorarmi la pelle. Infine indossai le mie Adidas campus 00's.

Inserii in borsa il beauty case contenente gran parte del mio makeup, assieme alle cose essenziali e mi diressi al piano inferiore. Realizzai di essere lievemente in anticipo cosi decisi di rimanere seduta sul divano per qualche minuto ancora.

"Abi?" Riconobbi la voce, era mio fratello

"Ehi"
"Dove vai?" notò che ero pronta ad uscire
"Da Joy...ci prepariamo assieme per la festa dopo"
"Non dovevamo parlare?"
"Si..." mi diedi mentalmente uno schiaffo perché mi era passato di mente rispondendo a tutti i messaggi "...hai ragione..." riflettei un attimo su come iniziare "...hai notato anche tu a tavola l'imbarazzo di mamma?"
"Mm" annui "penso sia successo qualcosa con Marc ma non ne so molto, non ero qui"
"Oh andiamo Noah, lo so che non eri da Olivia...da quando mi menti così?" alzai i toni
"Io non ho mai detto di essere andato a Londra...."

Lo guardai a braccia conserte. Lui voltò il suo sguardo al pavimento

"Ok....è vero....non sono andato da Olivia..non la sento più da un po'"
"Perché non mi hai detto nulla?"
"Non devo dirti niente Abigail" si mise sulla difensiva
"No, non devi ma pensavo lo volessi...ce lo eravamo promesso..."

Risposi d'istinto un po' intristita dalla discussione; in realtà anche io gli stavo nascondendo diverse cose e perciò non potevo proprio dirgli nulla.

La verità è che mi sarebbe bastata una bugia credibile se me l'avesse detta, ma non lo aveva fatto...ed ero curiosa, molto.

Mi sembrò un po' dispiaciuto di aver parlato così.

"Adesso devo andare, scusa" uscii notando l'ora sull'orologio appeso al muro alle sue spalle.

Nonostante le circostanze, la conversazione mi aveva fatto comunque male ma Noah era pur sempre mio fratello. Speravo, anzi sapevo che avremmo risolto ma anche che era meglio prendersi un po' di tempo per riflettere su cosa dirsi.

Prima di chiudere la porta aggiunsi "ne parliamo dopo?"

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