La mattina dopo, un raggio di sole mi colpì gli occhi, svegliandomi. Per la prima volta dopo molto tempo avevo passato la notte nel letto di Timothée, con lui.

Non volevo alzarmi, volevo godermi questo tempo tra le sue braccia, prima che si svegliasse e che probabilmente considerasse la notte passata insieme come un errore.

Già ieri sera, avevo immaginato che mi sarei comportata così, che mi sarei fatta prendere dalle mie solite paranoie ed avrei studiato nella mia mente ogni possibile scenario, ma avevo bisogno di lui, del suo calore, della sua pelle contro la mia. E forse...forse ne aveva bisogno anche lui, forse gli ero mancata anch'io, forse qualcosa era cambiato tra di noi, o forse il cambiamento che era avvenuto nei suoi comportamenti era solo frutto della sua disintossicazione, o peggio, della mia immaginazione.

I miei sentimenti per lui, però non erano cambiati, essermi presa del tempo per me, me lo aveva solo fatto mancare, ed ora ero più confusa che mai da tutta la situazione: il bacio dopo la nostra conversazione, i sorrisi, tutto ciò che era accaduto in queste settimane...era stato così bello trascorrere di nuovo del tempo con lui in questo modo; magari era tutto falso e dovevo tenerlo in conto, ma ci avrei sofferto sicuramente se me lo avesse dimostrato.

Sapevo che quest'ansia non se ne sarebbe andata, e la vocina nella mia testa non sarebbe stata zitta, così mi girai tra le coperte nell'intento di osservarlo dormire. Forse non avrei dovuto farlo, specie dopo tutti questi dubbi, ma lui era la mia droga, la mia salvezza, seppure spesso e volentieri i miei problemi erano causati da lui e dal suo comportamento poco chiaro, contraddittorio, e dal fatto che sembrava farlo apposta...ma come potevo fargliene una colpa se questo era il suo carattere?

Non avevo di certo scelto io di innamorarmene, era successo, ed ora non era possibile recedere; avevo paura mi avrebbe fatto soffrire, anche senza volerlo, ma come poteva? insomma sembrava così angelico, così pacifico, mentre riposava a qualche centimetro da me. Lo guardai attentamente mentre dormiva tranquillo. Il modo in cui il suo braccio era avvolto intorno a me, mi fece battere il cuore.

"Smettila di guardarmi dormire" disse improvvisamente con un grande sorriso in faccia. Sorrisi anch'io e chiusi i miei occhi velocemente, ma li aprii di nuovo poco dopo per godermi il panorama un po' di più.

I suoi occhi si spalancarono quando mi colse di sorpresa. Mi avvolse stretta tra le sue braccia e mi avvicino per riempire lo spazio vuoto tra di noi.

"Buongiorno cherie" mi sussurrò
"Buongiorno, Timmy" gli diedi un bacio sulla guancia ed appoggiai la testa sulla sua spalla. In risposta mi baciò la fronte tirandomi sopra di lui.

Sorrise. Un sorriso che conoscevo sin troppo bene.

Iniziai a strusciarmi su di lui, senza fare sul serio però, ed a baciargli il collo. Emise un respiro tremante mentre istintivamente poggiò le sue mani sul mio fondoschiena.

"Ti piace eh? Vuoi sapere cosa piace a me?" Mi guardò interrogativo  "Pancakes, quindi ne farò un po'. Ne vuoi anche tu?" Gli chiesi con un ghigno in faccia. La sua espressione cambiò radicalmente e mi guardò infastidito "Sei cattiva, lo sai?"

Ridacchiai, indossando uno dei suoi maglioni oversized. Stavo per aprire la porta quando un paio di mani forti mi inchiodarono al muro
"Dove credi di andare?" Mi chiese intimidatorio, i suoi occhi scuri e lussuriosi.

Il nostro contatto visivo fu interrotto da qualcuno che bussò alla porta, fortunatamente chiusa a chiave, della camera di Timothée. La voce di Noah risuonò mentre io cercai di fare meno rumore possibile

"Bro, vieni giù ?"
"Arrivo tra un attimo" rispose staccandosi leggermente da me

Aspettai di sentire i passi di Noah scendere le scale, per poi sbloccare la porta. Lasciai andare Timothée per primo, poiché sarebbe stato sospetto scendere insieme, ed infondo Noah aveva chiamato lui.

La mia curiosità però prese il sopravvento e lo seguii pochi secondi dopo, tanto che l'ultimo scalino lo scendemmo quasi in contemporanea.

Sentii dei rumori in cucina, dedussi che tutti si trovassero lì, cosi mi diressi verso quella stanza, seguita dal riccio. Noah, mamma e Marc stavano parlando sottovoce, e non appena si accorsero della nostra presenza si girarono verso di noi, smettendo di parlare.

"Oh Abigail...sei scesa anche tu" Noah affermò sospettoso, ma fortunatamente la cosa scemò grazie all'entusiasmo di Marc e mamma
"Grandi notizie ragazzi" mia madre sorrise a trentadue denti e Marc finì la sua frase "abbiamo una sorpresa per voi"

Io e Timothée ci guardammo ed io temetti il peggio, Cosa stava succedendo? Perchè poi solo a noi due?

"Ma Marc forse non dovremmo dirgli..." Mia mamma tentò di fermarlo ma Noah li interruppe forzando un sorriso "Andrete in Francia!"

"Andrete? Noi due? Voi non verrete con noi?" Chiesi dubbiosa, tentando di nascondere l'entusiasmo che l'idea di me e Timothée da soli in viaggio mi provocava.
"Ehm...no...." Noah fece per continuare la frase ma mia madre gli impedì di continuare, guardandolo male "Abigail, io e Marc dobbiamo sistemare delle cose nel nostro rapporto, e Noah, beh lui.."

Dopo qualche secondo di silenzio mio fratello li interruppe nuovamente "io andrò a trovare Olivia a Londra" sorrise ed io mi sentii intenerita a tal punto da eliminare le domande sortami nella mente.

"E poi dove andremo?" Chiese Timothée con emozioni contrastanti sul suo volto
"Le Chambon-sur-Lignon."
Il riccio sembro soddisfatto dalla risposta ma io lo guardai confusa. Il paese, che non avevo mai sentito prima in vita mia, era a pochi kilometri da Lione, ed era dove, mi spiegò poi, trascorreva le vacanze da quando era piccolo.

Non fraintendetemi, avevo ancora qualche dubbio sul modo in cui si erano comportati, ma decisi di accantonarli temporaneamente, e di godermi la felicità del momento. Finalmente diedi il via libero alle mie emozioni e sorrisi anch'io come non avevo mai fatto.