Capitolo 3
Mi sento avvolta in delle braccia calde e possenti mentre mi risveglio. Mi ritrovo in braccio a Richard fuori dall'auto.
<<Ei, mettimi immediatamente a terra>> Sono esasperata, svegliarsi in questo modo è stupendo. Ma che dico? Svegliarsi così è irritante e devo smetterla subito di dire idiozie.
<<Calma! Ti ho solo presa in braccio per non svegliarti>> Parla mentre mi fa scendere delicatamente e io poso i piedi sull' asfalto. Siamo davanti alla casa di Alex, non vedo lui e nemmeno Annabelle, dove sono finiti?
<<Ehm dove sono i miei amici?>>
<<Sono già entrati in casa>> Cammina verso la grande porta ed entra, faccio come lui e lo guardo da dietro. Ha la camminata da tipico menefreghista a compensare però ha un sedere da modello di abercrombie. Entriamo insieme in cucina dove Nabel e Alex hanno aperto la maxi pizza e la bottiglia di vodka. Mi siedo a tavola di fronte alla mia amica e Richard si mette accanto a me. Quando si avvicina il cuore mi batte forte e ho una strana sensazione nel basso ventre.
Iniziamo a mangiare, ho tanta fame e non tocco cibo da questa mattina, divoro velocemente due tranci di pizza con le patatine e prendo un bicchiere di vodka. La metto anche nei bicchieri dei miei compagni, ma prima di iniziare a versarla a Richard mi ferma.
<<No, io non bevo>> Lo guardo stranita, pensando che ieri sera in qualunque momento lo guardassi aveva un bicchiere in mano. Verso lo stesso il bicchiere e lo metto accanto al mio. Alex e Nabel parlano e ridono insieme di cose sciocche. Io qualche momento dopo ho già finito entrambi i bicchieri e mi verso il terzo.
<<Ragazzi noi andiamo di sopra, prendiamo la camera degli ospiti. Fate come se foste a casa vostra>> ci dice Ale.
Rimango nuovamente da sola con Richard che stranamente inizia a parlare <<Ti piace tanto bere eh?>>
Annuisco e continuo a sorseggiare la vodka. Si alza di scatto ed esce dalla stanza. È proprio strano, non capisco però l'effetto che ha su di me e per questo lo maledico mentalmente. Guardo l'orologio posto sopra la porta della cucina che segna le 10.30 di sera, sarebbe meglio se andassi a dormire, anche se non ho sonno e sono sicura che appena mi sdraierò, mi appariranno tutte le immagini di ieri sera. Mi alzo e butto via lo scatolone della pizza, pulisco il tavolo e salgo al piano di sopra. Entro in camera di Alex e accendo la luce, sobbalzo quando vedo Richard sotto le coperte.
<<è il mio letto!>> Lo guardo torva e alzo la voce.
<<Fino a prova contraria è il letto del mio migliore amico non ho un altro posto dove dormire>>
Alzo gli occhi al cielo <<La casa è enorme, potresti trovare qualche altro spazio>> vado in bagno portandomi dietro la maglietta che ho indossato ieri, mi lavo e mi cambio. Dove dormo io adesso? Come si permette questo a prendere il mio posto?
Quando esco dal bagno Richard è rivolto verso di me. <<Puoi dormire qui con me, c'è abbastanza spazio per due persone>>
<<Dormire con te? Sei un pervertito>> Come può pensare una cosa del genere?
<<Ma cosa pensi?>> ride scuotendo la testa. <<Beh? Che fai vuoi dormire in piedi?>> Alza la coperta e mi fa segno di sdraiarmi accanto a lui e lo faccio. Mi copre e si volta dall'altra parte, io mi allontano il più possibile dal suo corpo. Non voglio toccarlo.
<<Sei bellissima>> sussurra.
Penso che mi stia prendendo in giro <<perché mi dici queste cose?>> Mi volto verso di lui.
<<Lascia stare>> dice senza nemmeno guardarmi.
<<Oggi mi hai detto che non sei il ragazzo per me>> gli ricordo
<<Ed è vero. Devi starmi il più lontano possibile. Io non so amare cara Scarlett>>
<<Tu sei strano>>
<<Non innamorarti di me>>
<<Ok ho capito, sei pazzo>> dico e mi volto di nuovo dandogli le spalle. Sento lui avvicinarsi. Tocca la mia pelle con le sue gambe e mi accorgo che indossa solo i boxer. Ho una scossa quando mi sfiora e lo sento ridere. Mi allontano ancora e sto quasi per cadere dal letto, potrebbe pure spostarsi lui! Rimango sveglia fino a quando sento il suo fiato farsi pesante e mi addormento anche io, pensando sempre alle sue parole.
Mi sveglio di buon umore vedendo accanto a me Richard. È disteso sulla pancia con una mano sotto al cuscino e il viso rivolto verso di me. È scoperto fino alle gambe e posso ammirare la sua possente schiena mentre un brivido mi risale dal basso, ho il desiderio di accarezzarlo e non so nemmeno il motivo, apre gli occhi e mi guarda.
<<Buongiorno>> dico sorridendo. Mi sorride anche lui e mi sento un po' imbarazzata quando si accorge che lo stavo osservando.
<<Mi guardavi>>
<<No! Perché dovrei guardarti?>> mi alzo di scatto avvicinandomi allo specchio enorme posizionato di fronte al letto, mi aggiusto i capelli e mi abbasso il più possibile la maglietta quando mi accorgo dal riflesso che mi sta osservando. Corro in bagno paonazza dalla vergogna. Mi spoglio ed entro sotto la doccia.
È rilassante, amo lavarmi appena sveglia mi mette di ottimo umore.
Sento la porta aprirsi.
<<Mmh>>
Scosto leggermente la tendina della doccia e trovo Richard appoggiato al lavabo.
<<Esci immediatamente da qui, scostumato>> Afferro velocemente la tovaglia e me l'avvolgo intorno.
<<Devo fare pipì>> Mi dice sorridendo e in quest' istante vorrei davvero ucciderlo e fargli togliere quello stupido sorriso.
<<Puoi aspettare che finisca di lavarmi?>> chiedo abbastanza irritata e cercando di mantenere il più possibile la calma mentre mi maledico per non aver chiuso a chiave. Lui resta lì immobile e impassibile. Decido di andare via io. Tutta gocciolante esco dalla doccia e poi fuori dal bagno sbattendo violentemente la porta alle mie spalle, cerco gli abiti di ieri e mi vesto prima che lui ritorni. Quando finisco scendo di sotto.
<<Buongiorno>> dicono Nabel ed Alex all' unisono. Sono seduti entrambi sul divano abbracciati.
<<Buongiorno ragazzi. Devo tornare a casa, si staranno chiedendo dove mi sono cacciata>> Non ho intenzione di passare un minuto di più qui dentro se quel Richard non se ne va.
<<Vuoi un passaggio?>> mi chiede premuroso lui.
<<No grazie!>> Li bacio entrambi, afferro lo zaino che avevo lasciato l'altro giorno e scappo via. Ho bisogno di uscire e camminare, l'aria fresca mi farà bene soprattutto per risistemare le idee. Sono arrabbiata nera, come si permette ad entrare in bagno? È un imbecille scostumato e bellissimo ragazzo. Ed io sono più confusa di prima. Prendo l'i-pod dallo zaino e ascolto la musica con gli auricolari mentre mi avvio verso casa. Spero di non trovare nessuno perché so che mi beccherò una lunga ramanzina per aver passato due notti fuori.
Chiudo la porta dietro di me ed entro in casa.
<<Dov'è mia madre?>> Chiedo a Teo seduto sul divano con una birra in mano.
<<Dove cazzo sei stata?>> Eccoci qui, sapevo cosa sarebbe successo se lui fosse stato in casa. Sta volta però decido di affrontarlo.
<<Ma cosa diavolo vuoi? Non sei mio padre e non hai alcun diritto di parola su cosa faccio e cosa no!>> Sono senza fiato quando finisco di parlare perché sto praticamente urlando. Non ho mai alzato la voce con lui, è intimidatorio e ho sempre avuto molta paura, è violento e meschino. Mi si avvicina arrabbiato e mi tira uno schiaffo con tutta la forza che ha in corpo, una lacrima mi percorre le guance. Lo guardo dritto negli occhi e gli sputo in faccia, non so dove ho appena trovato tutto questo coraggio ma mi pento immediatamente del mio gesto perché mi strattona violentemente e mi spinge per terra, cado sbattendo il viso. Cerco di rialzarmi ma lui mi tira due calci potenti alle costole, con un piede mi schiaccia la mano sul pavimento. Cerco di Raccattare l'ultimo briciolo di forza che mi è rimasto per rialzarmi e scappare via. Ce la faccio, apro la porta, corro all' impazzata verso non so dove. Mi fermo davanti all' entrata di un parco dove non sono mai stata, sono stanca e dolorante così decido di camminare lentamente per cercare un posto tranquillo dove sedermi lontano dagli sguardi della gente. Prendo nuovamente le cuffie e mi distendo sull' erba piangendo. Osservo la mia mano che lentamente si scurisce e si forma un livido. Sono maledettamente triste. Guardo il cielo colorato di un azzurro stupendo e le rondini che lo percorrono vivaci. Vorrei sentirmi libera come loro, libera dalla paura e dai dubbi. Libera dalla sofferenza e dai mal umori, libera dalla vita che è stata scelta per me, libera dalle urla e dalle botte, libera da questo schifo di mondo.
Come fa mia madre a tenersi quel porco accanto? Vorrei mandarlo via a calci, vorrei avere la spalla di mio padre lì, pronta per me, vorrei che lui non ci avesse mai abbandonati. Continuo a piangere per un po', fino a quando vedo una figura maschile che si distende accanto a me e mi leva una cuffia.
È di nuovo lui, quell' impertinente e bellissimo ragazzo che mi scombussola la testa.
<<Che ci fai qui?>> chiedo perplessa.
<<Sono venuto a prendere un po' d'aria, era il mio posto preferito quand' ero bambino>> risponde osservandosi in torno, lo guardo negli occhi e scorgo un velo di tristezza nelle sue parole.
<<Sei bellissimo>>Mi mordo la lingua per aver appena detto una parola che il mio vocabolario quasi non conteneva.
Mi sorride e mi si riempie il cuore guardando le sue meravigliose fossette formarsi ai lati delle labbra, sulle guance.
Mi metto a sedere e lo guardo, sdraiato e stupendo davanti a me. Oh Richard perché mi fai questo strano effetto?
Mi osserva anche lui e si sofferma sulla mia mano, si drizza a sedere e mi guarda fisso negli occhi.
<<Chi ti ha fatto questo?>> ha la voce dura e preoccupata.
<<Oh Riki, non è niente>> prego che cambi discorso, non ho voglia di ripercorrere nuovamente ciò che ho passato.
<<Come mi hai chiamato?>> Si addolcisce guardandomi quasi accennando un sorriso.
<<Riki>> dico un po' perplessa, è quello il suo nome, come avrei dovuto chiamarlo? Lui però sorride.
<<Era tanto tempo che qualcuno non mi chiamava così, lo faceva solo mia madre>> scorgo nuovamente un velo di tristezza dalla sua voce e dai suoi occhi. Ma cambia ancora il discorso usando quel tono rude che mi fa trasalire ogni volta.
<<Chi cavolo ti ha fatto questo?>> ripete colmo di rabbia ed io non capisco perché gli importa.
<<Perché ti interessa tanto?>>
<<Perché mi piaci Scarlett>> urla. Credo che sto sognando. si avvicina al mio viso, appoggia la sua mano dietro la mia testa e preme le sue labbra contro le mie. Le nostre lingue si uniscono, vengo risucchiata da un vortice di passione, cautamente mi fa sdraiare sul prato, mi si posiziona sopra mentre continua a baciarmi. Chiudo gli occhi e mi dimentico di tutto, ha un sapore bellissimo. Mi lascio andare pienamente fin quando non smette di baciarmi. Appoggia la fronte sulla mia e mi guarda. Nei suoi occhi sgorgo il dolore che richiude dentro di sé. Si morde il labbro e sussurra. <<Non posso farlo Scarlett Sun, non posso>>
<<Perché?>>
<<Non posso>> sussurra ancora.
<<Mi avevi detto che non avrei dovuto innamorarmi>>
Si toglie da sopra di me e mi si siede accanto guardando il panorama che ha di fronte. Prima mi bacia e poi se ne pente, non può perché è solo una presa in giro la sua, lo so.
Mi alzo infuriata per andare via e mi accorgo che sto di nuovo piangendo. Mi blocca per un braccio e mi volta verso di sé.
<<Lasciami stare, hai detto che non sei il ragazzo per me, hai ragione nemmeno io sono la ragazza per te>> cerco di liberarmi dalla sua presa ma è inutile. Mi afferra il viso tra le mani e mi guarda negli occhi
<<Non sei innamorata vero?>>
<<No>> un'altra lacrima scende.
L'asciuga con un dito e mi appoggia il viso contro il suo petto. Riesco a sentire il battito del suo cuore e non c'è melodia più bella che io voglia ascoltare.
Credo invece di essermi proprio innamorata ma non ho alcuna voglia di ammetterlo ad una persona lunatica come lui. Mi bacia la testa ed io non ne capisco il motivo.
<<Allora vuoi dirmi chi ti ha alzato le mani?>> Sta volta è più dolce e premuroso. Anche se sento che cerca di trattenere un po' di rabbia.
<<Lascia perdere ti prego>>
<<Dimmelo>> ordina
<<è stato il compagno di mia madre>> e piango ancora.
<<Perché?>> chiede allarmato.
<<L'ha sempre fatto>> adesso io sento il bisogno di liberare tutti i miei problemi
<<Perché tua madre non lo lascia allora?>>
<<Lei ha paura, credo. Picchia anche lei.>>
<<Non preoccuparti, sono qui io adesso>> Mi abbraccia ed io avvolgo le mani in torno a lui. Si Riki mi sto innamorando di te.
<<Andiamo a mangiare>> mi prende per mano e iniziamo a camminare. Percorriamo le strade della città mano nella mano e io sono sempre più confusa. Cosa significa il bacio che ci siamo dati poco fa? E ora questo che senso ha? E perché il mio cuore non smette di battere all' impazzata?
Entriamo in un ristorante, carino e accogliente. Niente di troppo lussuoso. Riki parla al cameriere che ci è venuto in contro.
<<Un tavolo per due>> Ha una voce autoritaria ed io non riesco a smettere di osservarlo. Quando usa la sua voce brusca gli occhi gli diventano piccoli piccoli e la mascella quasi serrata. Il cameriere ci accompagna al tavolo accanto, ad una finestra che si affaccia su un laghetto, dove i riflessi del sole si specchiano. Il cameriere torna da noi con due menù in mano. Lo ringraziamo con un cenno della testa e guardo Richard da dietro il foglio, è bellissimo. Alza lo sguardo verso di me e inarca un sopracciglio, io scoppio a ridere.
<<Signorina Sun cosa c'è di così divertente?>> Mi chiede con una voce da uomo d'affari.
Rido ancora più forte.
Com'è capace di farmi stare bene e un attimo dopo male non lo so, ma so che sto perdendo la battaglia contro me stessa per non innamorarmi. Non riesco a capire come, ma sta distruggendo lentamente il muro che mi ero creata in tutti questi anni.
Ordiniamo da mangiare e passiamo un pranzo meraviglioso. Ha parlato quasi per tutto il tempo e ha cercato di farmi ridere in tutti i modi possibili, è stato veramente carino ed è un punto a suo vantaggio. Ha fatto le smorfie più buffe e io mi sono lasciata andare, ha il potere di farmi scordare tutti i drammi e le cose peggiori e questo lo onora.
Usciamo dal ristorante dopo due ore di piene risate, ha pagato il pranzo e anche questo è un punto in più. Mi aspettavo che fosse una persona stupida, arrogante, menefreghista e piena di orgoglio. Questa è la prima volta in cui mi capita di ricredermi su qualcuno.
<<Dove starai sta sera?>> Mi chiede mentre camminiamo per le strade della città.
<<A casa mia>>
<<Vieni a dormire da Alex, non mi sembra il caso che tu vada a casa tua. Se ci fosse nuovamente quel tipo?>>
<<Non posso dormire di nuovo da Alex>> anche se la sua proposta mi alletta non poco.
<<Lo farai eccome>>
<<Ma..>> tento di ribattere.
Mi bacia e resto paralizzata, perché l'ha fatto ancora? Ci tiene davvero o è solo una presa in giro? Non mi piace il fatto che io non possa controllare i miei sentimenti, non è giusto che lui abbia pieno controllo su di me, anche perché poi mi dice che non può farlo e mi confonde le idee.
<<Perché l'hai fatto?>> Sono ancora più perplessa di prima.
<<Mi piaci Sun, ma non posso amarti>>
<<L'amore non è un sentimento che si controlla o si decide, non baciarmi se non puoi>>
<<Oh Sun>>
<<E perché mi chiami per cognome?>> mi fa uscire di senno.
<<Perché hai gli occhi come il sole Sun, tu sei il sole>>
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