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Se ti trovassi a correre nel vuoto, a cosa penseresti?
Io credo che correresti e basta, senza nemmeno pensare. I tuoi piedi infatti precederebbero ogni tuo embrione di pensiero che si concluderebbe in un doloroso aborto. Correre, scappare, fuggire, dileguarsi nel nulla.
Non c'è nemmeno un sentiero da seguire, sei libero di andare dove più ti pare, di sbagliare e di ritornare poi sui tuoi passi. Ma perderesti tempo. E il tempo è prezioso.
Un pensiero mi tormenta: esiste il tempo dove non c'è lo spazio? Per me, tutto sarebbe un eterno attimo, niente di più, niente di meno. Solo tu che corri.
Tuttavia questi sono solo corollari all'esempio, alla teoria che sto sottoponendo alla tua supervisione.
Prendiamo un cacciatore e la sua preda.
Per rendertelo ancora più comprensibile ti dirò: "Io sono il cacciatore, tu la preda. Ora che lo sai, inizia a correre". Che altro può fare la preda se non scappare?
Proprio questa fuga non aggiungerà che ulteriore eccitamento nell'istinto predatorio dell' inseguitore, causando sempre più ansia e disorientamento nell'inseguito.
Lo spazio di conseguenza non esisterebbe più o sarebbe tremendamente caotico e il tempo si arresterebbe ad un istante interminabile o scorrerebbe rapido, chiassoso. Dipende dalla percezione che la preda ha del pericolo.
Non tenere in considerazione ciò che prova il cacciatore, te lo rivelerò man mano. Concentriamoci sulla preda, sullo spazio e sul tempo.
Nel vuoto atemporale avrebbero importanza solo due elementi: tu ed io. Tu che corri, io che ti seguo. Per quanto può durare questa situazione?
Ed è qui che ti volevo portare... Orbene, come potrebbe reagire diversamente la povera preda, una volta che si è stancata di scappare? O si arrenderebbe o affronterebbe il suo tormentatore.
Sappi dunque che se decidessi di scagliarti contro di me non avresti alcuna speranza di sopravvivere, nemmeno qualora tu fossi un professionista. Per me rimarrai pur sempre preda ed io sarò sempre il tuo cacciatore.
Che cosa faresti allora?
Un continuo incontro e scontro, un perpetuo bivio che porta a continue biforcazioni, scelte, opzioni tra ciò che è giusto e ciò che non lo è.
Purtroppo - ed è statisticamente provato - la scelta che verrà realizzata sarà quella sbagliata nella maggior parte dei casi.
Non dovresti fartene una colpa. A intervenire per te ci saranno tre fattori. Il primo sarà il buonsenso o ragione o intelletto, poi verrà la paura (da non sottovalutare, poiché potrà cambiare la sorte, altro elemento correlato) e infine i tuoi sentimenti o intuito o come lo vuoi chiamare.
Tu pensi quindi di scegliere liberamente quando in realtà sei condizionato da questi agenti. Quello che non sai è che essi rispondono a me, il centro della tua attenzione e della tua paura. Perciò sono io a predisporre tutto, a scegliere per te senza che tu te ne accorga, dandoti l'impressione di essere ancora padrone di te stesso.
Ti stai chiedendo perché io ti fornisca tutte queste informazioni e ti minacci in un modo così controverso?
Vedi, mi sono stancato di vedere le mie prede correre e basta. Osservarle mentre perdono la ragione, si disperano, mi implorano o si gettano contro di me non mi basta più.
Ti dirò, io ho uno scopo nella mia vita...
Sono un serial killer che adora il suo lavoro e ama svolgerlo con attenzione ai particolari, coinvolgendo la propria vittima il più possibile per rendere il tutto più divertente.
Non domandarmi il perché proprio tu o il perché lo faccio. La risposta che ti posso dare è semplice: perché tu mi irriti e mi diverti e perché ora devo risolvere questo dilemma.
Finiamo così, dal momento che mi sono stancato di avere un interlocutore che non ha ancora capito che non ha più via di scampo: "Tu sei la preda, io il cacciatore. Ora che lo sai, inizia a correre". Che farai? Dove e quanto lontano andrai?
Quanto sei disposto a sperimentare la mia teoria?
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