"Ora chi è questa?-Blaire
"Secondo te dovrei mettermi lo smalto blu o quello rosso?"mi chiede la mia compagna di stanza Annabelle.
"Quello blu"le dico anche se non presto attenzione a tutte le cose che mi sta dicendo.
Anzi penso a Tobias e al perché non riesca a piacergli cioè io gli piaccio sicuramente ma non vuole venire a letto con me.
È impossibile.Nessuno mi ha mai rifiutata.
Invece lui mi evita e ignora e non lo sopporto.
Nessuno può ignorarmi.
Non sarà mica gay?
"Blaire a cosa pensi?"mi chiede Annabelle vedendo che non le sto prestando attenzione.
"Non sarà mica gay?"dico stupidamente mentre lei mi dice confusa "Chi?"
"Nessuno"dico svelta sperando di chiudere il discorso.
"Come nessuno?"chiede cercando di non demordere.
"Nessuno"dico "Vado a farmi un giro"
Così mentre lei cerca di farsi glia affari miei me ne vado dalla stanza e scendo nella mia amata sala comune di serpeverde in cui incontro Albus con la sua fidanzatina a pomiciare.
"E io che credevo che le grifondoro fossero più riservate"dico divertita davanti a loro che sono seduti sul divano.
"Blaire...sei adorabile"mi dice Albus sarcastico "Ma sparisci!"
"Scusate,eravate nella fase 'stiamo per salire in camera se tutto va bene?' Chiedo divertita mentre Alice mi dice "Non è un nome troppo lungo?"
"Già,infatti sto cercando di accorciarlo"dico io dandole ragione.
"Si,breve sarebbe...."Mi dice Alice che Albus interrompe "Davvero un bel argomento ma possiamo tornare a dove eravamo prima?"
"Vi lascio ficcarvi la lingua in bocca"dico divertita "Niente bambini mi raccomando"
Esco dal dormitorio andando verso l'unica persona che non sembra intenzionato a calcolarmi in nessuna maniera.
Tobias.
Arrivo davanti al suo ufficio e noto la porta aperta ,in cui lui sta scrivendo qualcosa in un foglio sulla scrivania.
Come fa a diventare ogni giorno più bono?
Non dovresti neanche pensarlo in questo modo.È un dipendente qui.
Non è colpa mia se è un diciottenne super sexy.Quasi dicianovenne.
Sto per entrare quando lo sento parlare,ma non a me,ma al telefono,un oggetto babbano.
"Si,certo"dice nella conversazione "Sta arrivando?Perfetto.La chiamerò non appena arriverà a scuola.Può dirmi il nome?"chiede e aspetta qualche secondo per poi dire "Va benissimo,arrivederci"
Chi sta arrivando a scuola?
Lui volta lo sguardo verso di me e mi nota davanti alla porta "Blaire?Hai-hai bisogno di qualcosa?"
"Io...si...no...cioè ero passata a trovarti"dico sorridendo entrando nello studio.
"Oh grazie"dice anche se sembra confuso "Come stai?"
"Bene, tu?"chiedo appoggiando le mani sullo schienale della sedia.
"Anche"mi sorride.Quel maledetto sorriso.
"Prima di entrare...ho sentito che parlavi con qualcuno...al telefono"dico cercando di sembrare indifferente.
"Origliavi?"mi chiede facendo un sorrisetto divertito sedendosi sulla sua sedia.
"Cosa?No.Che brutta parola."dico facendo il gesto della mano indignata "Ho ascoltato per sbaglio"
"Capisco"
"Chi dovrebbe venire?"chiedo anche forse frettolosamente infatti lui mi guarda inarcando un sopracciglio.
"Una collega"mi dice soltanto.
"Femmina?"
"Avrei detto 'un' collega se fosse stato maschio"mi dice con ovvietà.
"E perché?"chiedo.
"Fai sempre troppe domande"mi dice guardandomi negli occhi e io distolgo lo sguardo "Curiosa,più che altro"
"Comunque verrà qui per un progetto,così ho capito"dice con nonchalance e io mi.chiedo chi sia questa tizia.
"È giovane?"chiedo.
"È importante?"chiede lui.
"Giusto per chiedere"dico alzando gli occhi al cielo sbuffando."Comunque..."
"Si?"
"Pensavo,hai 18 anni,non ti secca stare qui tutto il giorno?"chiedo e lui mi guarda dicendo "Beh,mi piace il mio lavoro"
"Non ho detto questo"dico sedendomi sulla sedia che tenevo "Dovresti uscire con qualcuno qualche volta,un amico o un'amica"
"Non ho molto tempo per fare amicizia e poi vengo da un'altra epoca,non sono molto bravo a socializzare"mi dice mentre prende un altro foglio.
"Hai me"dico e lui mi guarda con una certa intensità "Nel senso che io posso esserti...amica"
Cosa cazzo sto facendo?
"Tu?Mia amica?"chiede lui confuso.
Credo che lo siamo tutti.
"Si"dico "Potremmo uscire sabato,come amici"
"Non possiamo"dice lui serio "la preside non ne sarebbe felice"
"Ma se lei non lo sapesse?"chiedo con un sorriso "So io dove andare"
"Allora...va bene"mi sorride.
"Davvero?"
"Si,come amici"dice lui calcando la parola.
"Ovvio come amici"dico io alzandomi dalla sedia "Allora a sabato"
"A sabato"
Esco dalla stanza con un solo pensiero in testa:
"Ho chiesto a un ragazzo di uscire con me da amici"
Ed è la prima volta che accade.
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