...Oltre l'orizzonte.
Sovrastando anche le montagne, molto al di là della percezione umana, c'era un gigantesco pezzo degli scacchi.
Posato sopra il re, con i piedi penzoloni dal bordo, c'era un ragazzino, da solo. Fischiettava come se si stesse divertendo, teneva in mano un "libro bianco" e una penna d'oca.
"Mm... Cosa potrei scrivere..."
Sembrava che stesse riflettendo sul continuo della sua storia. Mentre pensava, la sua penna si mosse.
"C'era una volta... Un mondo in cui fu fissata la regola assoluta di proibire ogni forma di violenza e risolvere ogni disputa attraverso i giochi! ...Ecco. Mm. Una cosa del genere può andare?"
Annuendo, dalla sua seduta più alta del paradiso, il ragazzino portò lo sguardo lontano e mormorò.
"...Mi chiedo se muoveranno presto... L'ultimo "pezzo"."
Il nome del ragazzino era Tet. Il creatore del mondo dove ogni cosa veniva decisa attraverso i giochi, "Disboard".
Quello che si era distinto nell'antica Guerra degli Dei, l'unico dio sopravvissuto, il "Dio dei Giochi". Quel dio solitario guardò di nuovo verso l'orizzonte, gli occhi scintillanti come se si stesse ricordando di un vecchio amore.
"...Una domanda. In questo modo non state impedendo la distruzione degli Imanity?"
Una voce arrogante risuonò nell'aria circostante.
"...Alla fine, avete fatto la vostra mossa?"
Tet di sicuro si sentì leggermente offeso dalla voce, ma rimase sorridente.
"Adesso mi intercettate? Non è un hobby molto lodevole."
Spiando il dio solitario Tet, quella presenza imperfetta parlò. Si trattava senza dubbio di uno dei Vecchi Dei ormai decaduti... Tra
l'altro uno che possedeva, in quel momento, ancora una quantità limitata di potere.
Tet, che ormai era l'unico dio rimasto, avrebbe potuto scoprire facilmente di chi si trattasse, ma in realtà non aveva alcun interesse nel farlo.
"...Una domanda. Prima della decisione riguardo chi nominare nuovo re degli Imanity, c'è stato un cambiamento negli eventi. State forse prendendo le parti di qualcuno?"
Tet rispose con un tono annoiato, ciò nonostante.
"...Voi altri siete noiosi come non mai, davvero."
A quel punto si voltò, e i suoi occhi si riempirono nuovamente di brillante impazienza.
Con un sorriso pieno di desiderio, Tet parlò.
"Non sono dalla parte di nessuno. Se non riuscite a capirlo, vorrà dire che continuerete a giocare a questo vecchio gioco per sempre."
Dopo di che, rise.
Una risata che racchiudeva grande speranza, in mezzo alla più vasta delusione.
"Arriveranno. Fin quassù da me... E nessuno di voi potrà fermarli."
I suoi occhi erano lontanissimi, ad osservare l'ultima città rimasta agli Imanity...
ad osservare Elchea. Per quell'unico dio, un tempo infinito poteva essere un battito di ciglia.
I suoi occhi somigliavano... a quelli di un bambino il giorno che può andare al parco giochi, aspettando impazientemente che i genitori siano pronti.
Con un sussurro, Tet confermò che la presenza della voce, proveniente dal vuoto, era svanita.
"Non fatemi aspettare troppo a lungo『 』-san."
Batté i tacchi sul pezzo degli scacchi su cui era seduto.
"Presto perderò la pazienza... Se mi fate aspettare ancora troppo... Forse dovrei semplicemente uscire allo scoperto e giocare anche io?"
Arricciando il labbro senza paura, Dio parlò.
"Ah, è vero. Devo continuare..."
Come se stesse nuovamente pensando al continuo della sua storia, Tet alzò la sua penna d'oca.
"Un giorno due giocatori provenienti da un altro mondo vennero invitati nel paese degli Imanity, i più bassi tra gli Exceed. I due
arrivarono per difendere gli Imanity, che erano stati messi all'angolo, nel loro ultimo avamposto, Elchea, dalle altre razze, e dopo di che diventarono il re e la regina di quel mondo... Tutto iniziò da quel punto... Okay"
...La storia continuava a prolungarsi. Forse sarebbe stata un grande classico, raccontato alla gente dai bardi di ogni paese.
Quella che Dio stava scrivendo era la storia degli dei futuri.
Stava scrivendo il prologo di una nuova leggenda...