Epilogo - Falso Finale
Era passata una settimana dalla dichiarazione di guerra all'Unione dell'Est.
La notizia che Sora aveva scommesso il Pezzo dell'Umanità si diffuse rapidamente.
Durante la selezione dei Re, Sora aveva sconfitto da solo la spia degli Elfi.
Da lì in poi, il sospetto che Sora fosse una spia di un altro paese si era alzato gradualmente, dopo che aveva sconfitto anche il Flügel.
Si svolsero delle manifestazioni, allestite da alcuni nobili che serbavano ancora rancore verso Sora.
La Città Reale di Elchea era circondata da un muro umano, al momento, con le persone che urlavano senza sosta a Sora.
Per questo, Steph si trascinò stancamente nella sala del trono, prima di dire.
"Sora non sono più in grado di tenerli a bada."
Anche i ministri sospettavano di Sora ormai.
Avevano perfino preso parte alle manifestazioni contro di lui.
"I nobili che ci hanno seguito non possono più sostenerci a causa di questo incidente. Anche i ministri stanno tentando di boicottarti, Elchea è completamente in anarchia al momento..."
Anche Steph non aveva fiducia in Sora.
Nonostante ciò, stava cercando di placare le proteste del popolo in ogni modo possibile.
Forse rendendosi conto che era inutile, Steph si accasciò al suolo.
"Hai lavorato sodo, Steph. Tutto si risolverà una volta che il gioco contro l'Unione dell'Est sarà giunto al termine."
Sora sedeva sul trono in modo scorretto, mentre giocava con Shiro.
Aveva incoraggiato Steph dicendo, con un sorriso.
"Siamo spie di un altro paese? Sarebbe troppo tardi, avrebbero dovuto dubitare di noi subito dopo averci visto sconfiggere la spia di Elven Gard in questo modo."
Steph diffidava ancora di Sora, che prendeva in giro ogni azione dei civili.
"Che cosa hai intenzione di fare al riguardo? Ormai le manifestazioni sono già avvenute."
"Niente, lascia che facciano quello che vogliono".
In quel mondo le manifestazioni erano prive di significato.
Se qualcuno fosse stato insoddisfatto di Sora avrebbe potuto sfidarlo e vincere la sua autorità, ma nessuno avrebbe mai osato fare una cosa del genere.
Ovvero, il popolo non aveva il potere di fare niente.
"Allora posso chiederti, Sora, che cosa hai fatto per tutta la scorsa settimana?"
Questa frase era ironica per metà, mentre per l'altra metà era una vera richiesta di spiegazioni.
La risposta era molto semplice.
"Sto aspettando."
Solo quello.
"Stai aspettando la risposta dell'Unione dell'Est riguardo alla tua sfida, vero?"
"Uhm... no, sarebbe davvero fastidioso, spero che possano metterci un po' di più, in realtà."
Dopo aver risposto in modo così incomprensibile, Sora continuò.
"Prima di tutto vorrei trovarmi davanti ad un puzzle ma è troppo lunga da spiegare"
Sora non sapeva nemmeno con chi lamentarsi di quello.
All'improvviso, Jibril, che era accanto a lui, ebbe una reazione particolare.
"... Padrone, questo è..."
Ma prima che Jibril potesse finire la sua frase, Sora la interruppe e disse.
"Lo so, sei arrivato finalmente, non farmi aspettare troppo a lungo, okay?"
Tutti rivolsero lo sguardo verso ciò a cui stava parlando Sora.
Tuttavia, nella sua linea visiva non c'era proprio nessuno.
Jibril probabilmente ne sentiva la presenza.
Ma Steph invece non riusciva a vederlo e nemmeno Shiro, per cui dovettero guardare Sora parlare.
"Sì, conosco le tue intenzioni, naturalmente, va bene in qualsiasi momento."
Sora disse quelle parole sollevando delicatamente Shiro e mettendola a terra, in piedi.
Poi si alzò e si guardò intorno.
Shiro, Steph, Jibril, e...
Sora fissò con audacia quel che solo lui poteva vedere.
Facendo un respiro profondo, Sora si rivolse verso Shiro e disse.
"Shiro, ascolta attentamente".
"Uhm?"
"Credo in te."
"Anche Shiro crede."
Ricevendo una risposta immediata da Shiro, Sora non poté fare a meno di rispondere con un sorriso.
"Shiro, siamo indispensabili l'uno per l'altra."
"Shiro, siamo legati insieme da una promessa."
"Shiro, non siamo i personaggi principali in un manga shounen."
"Shiro, vinciamo sempre ancora prima che inizi il gioco."
Sora disse tutte queste frasi in successione piatta.
Sembrava come se......
"Fratellone...?"
C'era nell'aria una brutta sensazione.
Shiro parlò con disagio a suo fratello.
E come rispondendo alle sue richieste, Sora sorrise e accarezzò la testa di sua sorella prima di dire.
"Andiamo a prendere l'ultimo pezzo del puzzle richiesto per stracciare l'Unione dell'Est."
Poi......
Sora rise e le disse.
"Bene, iniziamo questo gioco?"
...
La luce del sole proveniente dalle finestre le ferì gli occhi.
"Uhm... Guuu......"
Tuttavia, lei si rifiutò di svegliarsi, con la coscienza che ancora voleva tornare a dormire.
Volendo restare fedele ai suoi desideri, Shiro si girò, cercando di riaddormentarsi.
Come al solito, si aggrappò al braccio di suo fratello, e cadde di nuovo addormentata.
Le sue mani non erano riuscite a raggiungere quello che avrebbe dovuto essere il braccio di Sora, ma soltanto aria.
"Guu...?"
Era caduto un'altra volta dal letto?
Tuttavia, ancora mezza addormentata, ricordò che stava dormendo nella camera da letto del Re.
Per confermare la presenza di suo fratello, aprì con riluttanza gli occhi assonnati.
La persona che doveva essere lì era...
La capitale di Elchea... La città di Elchea.
Ultimo avamposto della specie umana, dopo un numero innumerevole di sconfitte subite cercando di ottenere nuove terre.
Nel castello della Città Reale, una giovane ragazza altolocata camminava lungo il corridoio.
Stephanie Dora.
Nipote dell'ultimo re, una ragazza con i capelli rossi e gli occhi azzurri.
Nonostante ciò.
Aveva delle occhiaie scure sotto gli occhi e i suoi passi pesanti dimostravano quanto fosse esausta.
Si trascinò fino alla camera del Re tenendo in mano delle carte da poker, con un sorriso strano. Quasi come se fosse un fantasma.
"He, hehehehe...... oggi è il giorno del giudizio".
Dopo un'intera notte sveglia, la sua coscienza stava per crollare.
Stephanie... conosciuta come Steph, fece un sorriso inquietante.
"Shiro, sei sveglia!? Guarda che è già mattina, oh!"
Toc, toc, toc, toc.
Steph teneva le carte da poker con le mani, quindi dovette bussare alla porta usando i piedi.
Ma...
La porta probabilmente non era nemmeno chiusa.
Perché quando bussò alla porta, si aprì da sola...
"Eh? Strano... a meno che non sia già sveglia...?"
Steph sbirciò nella camera del Re.
Quello che vide...
"Fratellone... Fratellone, dove sei... è colpa di Shiro... Shiro non cadrà mai più... dal letto... torna da me... guuu......"
Tenendosi le ginocchia fra le braccia e tremando senza sosta, nonché piangendo, sul pavimento c'era Shiro.
"Hey... eh? C-Che cosa è successo, Shiro!?"
A quel punto Steph si preoccupò.
Dopo averla vista comportarsi in modo così strano, posò velocemente le carte sul pavimento e corse da Shiro.
"C-Che cosa è successo, ti senti male?"
Shiro non riusciva neanche a sentire la voce di Steph, però.
Piangeva e continuava a ripetere.
"Fratellone... Fratellone... vieni fuori... non lasciare Shiro da sola..."
Sentendola piangere così forte, Steph, ancora preoccupatissima, chiese.
"D-Di che... fratello stai parlando? L-Lo troverò, okay?"
...
Shiro finalmente sentì la voce di Steph.
Di cosa stava parlando?
Shiro aveva un solo fratello.
Prese il suo telefono e aprì la rubrica, ma...
"Bugie..."
Come poteva essere?
Nel suo telefono c'era solo un numero registrato, quello di suo fratello.
Ma.
Perché... Perché il suo telefono mostrava... [0 contatti]?
"Impossibile... sono bugie... bugie, bugie..."
Shiro cominciò a diventare pallida, la sua pelle già bianca stava perdendo ancora più colore.
Steph sentiva che c'era qualcosa che non andava, e cercò di attirare disperatamente la sua attenzione.
"Shiro, Shiro! Ehi, stai bene?! Che cosa c'è che non va!?"
Tuttavia, lei non era ancora in grado nemmeno di percepire l'esistenza di Steph.
Shiro aprì improvvisamente i messaggi sul suo telefono, le e-mail e la cartella delle immagini, ma... niente.
Non c'era alcuna traccia di suo fratello.
"Bugie... questa deve essere... assolutamente una bugia..."
Shiro controllò la data sul suo cellulare.
Era il 21.
La partita che avevano giocato per il trono era stata... il 19.
Shiro confermò immediatamente la data riportando alla mente tutte le immagini di quel giorno. Senza dubbio, ogni console di gioco palmare, il suo tablet e il suo telefono riportavano al 19.
E poi c'era stato il 20.
Cosa aveva fatto il giorno prima?
Niente.
I suoi ricordi... erano scomparsi.
Shiro di solito riusciva a ricordare il contenuto di un libro letto anche cinque anni prima.
Era come se... avesse dormito per un giorno intero.
Suo fratello non era con lei.
Nel suo telefono non c'erano contatti.
Non ce ne era alcuna traccia neanche nelle e-mail.
Questo dimostrava che non esistevano prove sull'esistenza di suo fratello.
Shiro classificò tutte le sue scoperte.
E le ridusse a tre possibili soluzioni.
Possibilità numero uno: una sorta di potenza superiore aveva cancellato l'Esistenza di suo fratello da quel mondo.
Possibilità numero due: stava diventando pazza.
Possibilità numero tre: forse era matta già da prima... E adesso era tornata alla normalità.
Tuttavia, indipendentemente da quale delle possibilità fosse corretta.
Per Shiro, non era sufficiente sapere quale fosse per resistere alle conseguenze che portava.
Con la voce che le tremava, cercò di parlare.
Perché non avrebbe mai voluto ascoltare la risposta che invece si aspettava.
Ma affidandosi alla sua ultima speranza, chiese a Steph... questa volta pronunciando il suo nome. "Steph... il Fratellone... Dove... è... Sora...?"
Tuttavia, la risposta alla sua domanda...
Fu proprio quella che si aspettava.
La risposta che non voleva sentire.
"Sora? È un nome? Chi è?"
Ahh, ci aveva sperato.
Doveva essere un incubo.
Se si fosse svegliata, avrebbe trovato suo fratello ancora addormentato vicino a lei.
Poi gli avrebbe detto... Buongiorno.
Shiro pregò che il suo desiderio si avverasse, e i suoi occhi diventarono scuri.
Dopo di che, Shiro svenne.
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