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Capitolo 4 - Scacco Matto Parte 1

L’Ambasciata… correzione, quello che originariamente era il palazzo reale di Elchea.
Fissando l’edificio, Shiro mormorò.
“… Mi fa male il collo.”
“Wow, non mi sarei mai aspettato che fosse così enorme… non penso che gli umani siano abbastanza avanzati per costruire una cosa del genere, vero?”
Sora si lamentò mentre si massaggiava il collo. Senza alcuna traccia di interesse, Jibril rispose in modo piatto.
“Certo che no, questo è il risultato di vari avanzamenti perpetrati dall’Unione dell’Est dopo averlo vinto al gioco.”
“Mmm…”
Sora rispose.
“… Nonostante ne fossi certo… volevo avere quel piccolo barlume di speranza.”
“Fratellone…? Di cosa stai parlando?... No, mi riferivo ad un’altra cosa.”
Steph indicò a terra con rabbia, e disse.
“Potreste illuminarmi sul motivo per cui siamo qui?”
Jibril e Shiro, che erano state portate lì a loro volta senza alcuna spiegazione, guardarono verso Sora, come a rimarcare la domanda di Steph.
“Beh, volevo solo dare un’occhiata a queste carinissime Bestie Mannare.”
Sora rispose soltanto vagamente alla domanda, per poi riprendere a camminare, ma Steph lo fermò rapidamente.
“Ehi, aspetta un minuto, siamo ad Elchea, è vero, ma questa è pur sempre un’ambasciata!!”
“Lo so, lo so, ma tempo fa era il mio palazzo reale.”
“Guuuuu, quindi, quindi… que-questa sarebbe una violazione dei diritti territoriali, però!”
“Chi è che sta violando i diritti di chi? Ho preso un appuntamento prima di venire, cosa credi.”
“Eh? Ma è impossi... ”
Steph stava per replicare, ma venne brutalmente interrotta da lui.
“Non è forse vero… nonnino?”
Sora pronunciò quelle parole verso qualcuno.
La porta dell’enorme ambasciata si era aperta ed era improvvisamente apparsa una figura.
“Benvenuti, vostra altezza il Re e la Regina di Elchea.”
Piuttosto anziano, coi capelli bianchi, delle orecchie da lupo e una coda vaporosa, indossava dei pantaloni hakama… un Teriomorfe. Il vecchio scese la scalinata e arrivò alla stessa altezza dei quattro, per poi inchinarsi in segno di rispetto.
“Piacere di conoscervi, sono il responsabile degli affari esteri qui ad Elchea per conto dell’Unione dell’Est… mi chiamo Hatsuse Ino.”
Disse, con un atteggiamento gentile e rispettoso, l’anziano… no, Hatsuse Ino.
“Eh? Un attimo! C-Come avete fatto a mettervi in contatto!?”
Nonostante Sora non capisse perché Steph fosse sorpresa, le rispose comunque.
“Perché questa mattina mi ha visto dal balcone della biblioteca.”
Eh?
“Quindi ho usato il linguaggio dei segni per recapitargli il messaggio 'Stiamo arrivando', e lui sembrava essere d’accordo. Quindi, ho concluso di aver preso un appuntamento.”
No, no, è davvero una cosa strana, pensò Steph.
“A-Aspetta un momento, questo posto non è a 30 chilometri dalla biblioteca!?”
“Già. Sono rimasto abbastanza colpito nello scoprire che la vista dei Teriomorfi fosse così acuta.”
Qualcosa non andava.
Non sarebbe dovuto succedere.
Era comprensibile che un Teriomorfe potesse fare una cosa simile, ma il problema stava nel fatto che…
Come aveva fatto Sora a vederlo?
Comunque, Ino sembrava non aver fatto per niente caso alla cosa e aveva stretto un accordo con Sora a distanza.
“Siete qui per far visita all’Ambasciata dell’Unione dell’Est ad Elchea… per Hatsuse Izuna, giusto.”
Come se niente fosse, Ino predisse il motivo della loro visita.
Poi chiuse gli occhi leggermente.
Lo aveva previsto proprio come farebbe un Teriomorfe, in grado di leggere il cuore delle persone.
Steph sobbalzò.
Quel paio di occhi… già, erano come quelli di Sora, forse ancora peggiori dei suoi.
Era come se quegli occhi potessero leggere direttamente nella mente di qualcuno…
“Visto che siete già informati, allora conducici da lei.”
Confrontandosi con quello sguardo, Sora resse la forza di quegli occhi senza dare segno di debolezza.
Cosa aveva visto Ino in Sora?
“Da questa parte.”
Dicendo ciò, iniziò a far loro strada all’interno dell’Ambasciata.
Dopo essere entrati nell’edificio, dovettero attraversare l’ingresso e prendere l’ascensore.
In esso vi erano 80 pulsanti, Ino premette il sessantesimo per far sì che l’ascensore iniziasse lentamente a salire.
“Mmm!? C-Cos’è? Il pavimento si muove!!?”
Ignorando lo sconvolgimento di Steph, Ino disse.
“Se possibile, potreste seguire le procedure standard per le visite la prossima volta?”
Stava sottintendendo che non avrebbero dovuto usare di nuovo gli stessi metodi.
Steph reagì particolarmente a quelle parole.
“Senti chi parla, neanche l’Unione dell’Est ha mai risposto alle procedure formali!”
Sentendo Steph pronunciare una frase tanto ironica, o forse detta per sbaglio, Ino guardò dritto negli occhi della ragazza e parlò.
"Che cosa? Ci avete inviato delle lettere…”
Forse le aveva letto nella mente, ed Ino fu sorpreso che lei non stesse mentendo.
Steph non poté fare a meno di tremare di fronte a quegli occhi in grado di leggere i cuori altrui, tuttavia prese coraggio e disse.
“Sì, certo! A partire dalla generazione di mio nonno, nonostante abbiamo provato e riprovato a instaurare commerci e una corrispondenza diplomatica, non avete risposto neanche una volta, e non provare adesso a dirmi che non eravate informati di questa cosa!”
“Le mie scuse, in futuro destinate le lettere ad Hatsuse Ino, per favore.”
Quando finì di parlare, Ino si premette la mano sulla fronte e sospirò.
“Come ben saprete, dopo quell’incidente, molte persone sono rimaste ostili ad Elchea… dal momento che è stato il precedente re a proporre quell’ultima partita, non sapevo che ci aveste inviato tutte quelle lettere…”
“Che bugiardo!!”
“Temo che qualcun altro se ne sia liberato. Si tratta di un’azione inaccettabile, scoprirò di sicuro chi ne è stato responsabile e gli darò una severa punizione, quindi vi prego, perdonatemi.”
Steph non ebbe altra scelta che calmarsi quando Ino la interruppe per darle spiegazioni.
Il suo volto era ancora turbato e pieno di vergogna.
Sembrava che davvero non ne fosse a conoscenza.
“Sono senza parole, visto che osate definirvi un grande paese. Beh, dopotutto, siete comunque dei Teriomorfi.”
Ino fissò la temeraria Jibril duramente, nel sentire tutto quel criticismo da parte sua.
“A proposito, Steph, cos’è successo quella volta?”
La lettera non era arrivata a destinazione, quindi hai pensato che non avessero risposto, ecco cosa intendeva Sora.
“Una volta essersi impadroniti del palazzo reale, hanno iniziato a ricostruirlo.”
Steph sospirò amaramente.
“Se l’Ambasciata fosse stata più bella della Città Reale, il prestigio del nostro paese ne avrebbe risentito, quindi Elchea ha costruito un nuovo castello.”
“Oh, quindi quello è il castello, vero?”
“Nonostante avessimo delle fortificazioni, l’Unione dell’Est ci stava provocando, e costruendo ovunque su larga scala… Elchea non poteva competere con l’Unione dell’Est in quel campo, quindi, ecco, in breve, sono successe molte cose da allora.”
“Aaaaah odio avere a che fare con questo genere di problemi.”
Sora iniziò a lamentarsi, mentre Jibril stava chiaramente cercando di continuare quella conversazione.
“Poiché i Teriomorfi, al quattordicesimo posto, disprezzavano gli umani che erano al sedicesimo, le cose si sono complicate molto…
Ci dovrebbe essere un proverbio per le situazioni come queste in uno dei libri del padrone.”
Ricordandosi i contenuti del libro, Jibril non poté fare a meno di ridere apertamente, prima di dire.
“Mi sembra che fosse… 'La pentola chiama nero il bollitore; chi ritira cinquanta pacchi prende in giro chi ne ritira cento' .”
Ino rise sotto i baffi dopo aver sentito il suo discorso.
“Molto appropriato, sì. Sono assolutamente d’accordo, ed è un peccato, detto dalla signorina Numero sei.”
Tuttavia, Ino aggiunse anche.
“Ve ne state in mezzo alle nuvole, sommersi in pile di libri antichi, per voi dovrebbero essere almeno quaranta pacchi, direi.”
“Eheh, sarai anche vecchio, ma sei molto onesto.”
Questa fu la risposta di Jibril, il cui sorriso non era ancora svanito.
“Le conoscenze, la saggezza, l’intera specie dei Teriomorfi… è del tutto inferiore rispetto a quella dei Flügel, sarete sempre un gradino sotto di noi, a vivere la vostra umile esistenza. Per disprezzare qualcuno, devi prima saper disprezzare qualcosa, vero?”
“Ahahah, esattamente quello che mi aspettavo da una Flügel difettosa come te che si mischia a queste scimmie senza peli, non è un discorso inaspettato.”
“Giusto, per dei meticci con gli occhi così piccoli, le mie parole devono averveli aperti un bel po’.”
“Ahahah.”
“Eheheh.”
“… Dimmi, Steph.”
“… Probabilmente so già cosa stai per chiedermi, ma continua.”
“Non c’è un po’ troppa tensione nell’aria? E per scimmie senza pelo intende noi, non è vero?”
“Si sono battuti per l’eternità, ed ora improvvisamente non possono più combattere, è normale che l’odio si noti…”
Per di più…
“… La forza di entrambe le specie è tra le più grandi di tutte le Sedici razze.”
Riguardo la sua seconda domanda… Steph scosse la testa, perché la risposta era troppo ovvia.
“Eheheh, così arrogante poco dopo essere stata sconfitta, sei molto vivace, non è vero?”
“Ahahah, e tu sei buffo, noi non abbiamo altre abilità se non uccidere, quindi siamo diversi da chi si isola semplicemente.”
Sora e Shiro ebbero lo stesso pensiero.
Ovvero, questo mondo ha davvero bisogno delle sue regole.

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