-IL FATO DI OGNUNO-
Storia ispirata da un idea di
Curciacci03, buona lettura!
Stavo tornando, a bordo del mio fidato fuoristrada, al monastero di Sensei Garmadon, dopo una missione nei pressi della periferia di Ninjago City. Era tardo pomeriggio, il sole sprofondava lentamente dietro i palazzi, facendo risaltare la siluette della città. Ero stanco; avevo molti pensieri che mi giravano per la testa, ma quel tramonto dalle sfumature dorate mi aiutava a non pensare. Quella pace durata pochi minuti venne interrotta da un fastidioso suono; la spia del carburante lampeggiava impazientemente, infastidendomi. Impostai sul GPS la stazione di servizio più vicina; il viaggio si sarebbe allungato solo di qualche minuto, ma le preoccupazioni tornarono ad assillarmi. Arrivai e notando che tutte le pompe di benzina erano vuote accostai e feci il pieno. Mentre pagavo, gironzolai con lo sguardo per il negozietto del benzinaio; un volantino stracciato appeso alla bacheca attirò la mia attenzione. Effettuato il pagamento, mi avvicinai al foglio appeso. Persi un battito.
"Scusi posso prenderlo?"
Chiesi con un filo di voce al negoziante.
"Certo... ti senti bene?"
Ero sbiancato di colpo e il benzinaio si era spaventato. Con un sorriso più finto dei trofei di Dareth gli risposi:
"Si... sì! Non si preoccupi è solo... un calo di zuccheri! Mi succede spesso! Ahah..."
Mi offrì una caramella per il "calo di zuccheri" (che ovviamente accettai) e me ne andai, accartocciando il volantino nella tasca del gi.
Tutto era diverso, da quando la squadra si era sciolta. Non c'era giorno che passavo a pensare a che fine avevano fatto i miei amici. La mia famiglia. Solo Nya non aveva abbandonato la famiglia Garmadon. Aiutò a riparare la Destiny Bounty ed era anche la timoniera. Anche a lei mancavano, soprattutto Jay. Passavo le mie giornate allenandomi; in qualità di ninja Verde non potevo assolutamente smettere l'allenamento e ora con un nuovo maestro, mio padre, era molto più sfiancante e faticoso. Sentivo di star sprofondando in un abisso di solitudine, ogni giorno più profondo. Mi mancavano davvero.
Appena arrivato al monastero spalancai il portone. Mostrai il volantino a Wu, mio padre e Nya e decidemmo che l'indomani sarei partito alla ricerca della squadra. Il primo fu Jay. Come lo trovai o meglio come lo trovò Nya ci lasciò basiti e delusi. Non pensavo fosse caduto così in basso. Mentre mi allenavo Nya accese la TV per prendersi una pausa dalla ricerca dei nostri amici e girando i vari canali trovò come presentatore di un programma sconosciuto proprio il Maestro del Fulmine. Il giorno stesso trovai lo studio televisivo e chiesi spiegazioni a Jay. Non voleva avere più niente a che fare con Cole e con la sua vecchia vita da ninja. Provai a convincerlo a riformare il gruppo, ma la morte di Zane l'aveva scosso troppo. Si vedeva che non era felice della vita che aveva trovato lasciando la carriera da ninja e quando gli mostrai il volantino si convisse a seguire le mie istruzioni. Fra una settimana ci saremmo ritrovati alla casa dei noodle di Mister Chen.
In giorno seguente trovai Cole abbattere alberi in un'area di raccolta legna. Anche lui ripudiava la squadra e l'essere un ninja.
"Ormai Zane non c'è più. Lui era la squadra e lo sai anche tu, Lloyd"
Disse con voce rassegnata. Sembrava quasi non provare emozioni. Si era chiuso in sé stesso e si era rassegnato alla sua nuova vita. Stava per riprendere a lavorare quando gli mostrai il volantino. Vidi il suo sguardo illuminarsi e ci capimmo al volo. Sarebbe tornato.
Erano quasi le otto di sera dello stesso giorno quando trovai in un bar frequentato solo da delinquenti anche l'ultimo membro; il Maestro del Fuoco o meglio lo Shougoun Rosso. Provai a chiedergli di tornare a fare il ninja ma, neanche finita la frase, iniziò ad attaccarmi verbalmente. Continuava a gridare che lui doveva essere il ninja verde e che quindi io, il prescelto, potevo benissimo cavarmela da solo. Non mi serviva nessuno. In lui vedevo tanta frustrazione e rabbia. Kai è sempre stato una testa calda, lo sapevano tutti. Doveva solo sfogarsi, far uscire tutti i demoni e i rimorsi che aveva dentro. Non risposi. Mi limitai ad ascoltare.
"Avrei dovuto sacrificarmi io, non Zane"
Aggiunse, quando si calmò. Ci fu un momento di silenzio poi tirai fuori il volantino e glielo misi sotto il naso. La sua espressione sembrava volermi uccidere. Mi rivolse un'occhiata di fuoco e sferrò un pugno talmente forte al bancone degli alcolici che tutte le bottiglie di liquori sussultarono sugli scaffali a parete. Dopo si alzò e se ne andò, senza rivolgermi neanche una parola.
Arrivò il fatidico giorno e ci incontrammo nel locale prestabilito. Dopo la sfuriata di Kai sapevo che non sarebbe venuto. Nessuno sapeva cosa dire; la tensione si poteva tagliare con una katana. Quella strana atmosfera venne interrotta dallo scampanellio della porta. Inaspettatamente arrivò anche Kai e tutti ci tranquillizzammo. Iniziammo a parlare del più e del meno per rompere il ghiaccio. Era da tanto che non parlavamo. Mi mancavano i miei fratelli.
"Ragazzi, un attimo di attenzione. So che stiamo vivendo un brutto periodo, tutti quanti. La morte di Zane ci ha fatto prendere decisioni azzardate dettate dal dolore e io lo capisco, ma ora non dobbiamo mollare perché adesso chi ha più bisogno di noi è Zane. Il destino mi ha consegnato questo volantino e nessuno può scampare al proprio fato. Questa è una richiesta d'aiuto di Zane e un ninja non abbandona mai un fratello. Dobbiamo partecipare a questo torneo e non arrenderci. Ne abbiamo passate tante insieme, ma sapete cosa non ci ha fatto mai mollare? Il dolore che avremmo provato nel perdere uno dei nostri fidati compagni d'armi. Il costante pensiero di non poter rivedere la propria famiglia, perché è questo quello che siamo! Una famiglia! So che sarà difficile senza uno dei nostri, ma lo faremo per Zane. Noi c'è la faremo. Noi non ci arrenderemo mai più perché un ninja non si arrende mai".
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro