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CAPITOLO VENTUNO.

Ciò che mi sorprende maggiormente quando alzo il capo è vedere Dave alzarsi, dopo essersi finalmente liberato dalla corda che gli teneva legate le mani, e guardare Breanna con uno sguardo furioso. Sta posando una mano contro il muro ed ha socchiuso gli occhi, nessuno sa esattamente cosa voglia fare. Le mura ed il pavimento tremano sotto quel tocco e, dietro la sua mano, si apre una voragine che rivela una tubatura. L'acqua che scorreva in essa si innalza sotto il controllo del giovane che, un attimo dopo, ha scagliato una bolla formata con essa proprio sul capo di Breanna, impedendole così di respirare. E mentre ella cerca di resistere, dimenandosi, non fa altro che esaurire più velocemente l'ossigeno che le resta. La pistola che reggeva tra le dita è scivolata per terra e Kayleen si è avvicinata per calciarla via, ritrovandosi a guardare la scena terrificata, esattamente come me.
«Dave! Dave, fermati! Non puoi ucciderla!» gli urlo, cercando di mettermi in piedi. Non so dove troverò le forze per lottare ed uscire viva e vegeta da qui, ma lo farò, per i miei amici. Ho provato per pochi secondi la sensazione d'aver ucciso qualcuno di innocente, manipolato da una forza oscura, ed è stato orrendo. Non so se Breanna sia vittima di una soggiogazione come ho scoperto fosse il falso Harry, ma ciò che so è che siamo studenti, non assassini. Io ho fatto solo ciò che era necessario per sopravvivere, prima. Ho salvato la mia stessa vita.
«Cosa, Sophia? Vorrai convincerci a portare anche lei all'Istituto? Se ti ascolteremo di nuovo probabilmente ucciderà qualcun altro! Cazzo, Benjamin è morto per colpa sua!» sta urlando, è fuori di sé.
Non so cosa fare, sto scuotendo la testa e sto cercando Brandon con lo sguardo per trovare una soluzione, ma ciò che vedo è semplicemente un tassello mancante, qualcun altro manca all'appello.
«Dov'è Heron?» urlo disperata. Non può essere scappato. Come abbiamo fatto a non accorgercene? Sono davvero avvilita e ciò che riesce a consolarmi, ora, è il viso dell'unica persona che può realmente venire a capo a questa situazione.
«Preside!» urlo, contenta, mentre tutti si voltano a guardarlo.
«Dave, per l'amor del cielo, fermati!» Rupert Halliwell sta correndo in direzione di Dave e gli si è parato dietro le spalle «Tu non sei questo, fermati, hai ancora pochi secondi per non pentirti di ciò che stai facendo...» gli dice, calmo.
Io, intanto, gattono verso Katherine, notando che il suo corpo sta diventando freddo come il ghiaccio. Per un attimo vedo Benjamin, è accasciato contro il muro. Respira ancora.
«Respira! Qualcuno deve portarli entrambi in infermeria, in un ospedale!» urlo, mentre mi volto e vedo che Dave ha finalmente abbassato le mani. Breanna sta tossendo, è presa dal panico e dalla paura ed è in quel momento che Raphael e Kayleen si apprestano a legarle mani e piedi.
«Gli ha sparato?» è il preside a parlare sconcertato, spaventato, abbassatosi ad osservare la ferita di Benjamin. Io annuisco, non capisco come mai non ci abbia raggiunti prima. Probabilmente, conosco la risposta. Chi lo ha marchiato in passato, doveva essere la persona alla quale io ho tolto la vita pensando fosse Harry. E' come se avessi compreso la risposta alla mia stessa domanda mentre sto guardando il preside, difatti la mia espressione muta. Sono confusa, ma probabilmente ci vorrà ancora poco prima che anche io ceda al dolore lancinante che percepisco sulla nuca.
«Voi due siete feriti, mi teletrasporterò io con Benjamin e Katherine alla Halliwell. Vi prego, fate attenzione, non vogliamo altri feriti qui» ci dice, posando una mano sulla spalla di Benjamin ed una su quella di Katherine: non si è accorto della mia ferita, ma mi sta bene. Devo rimanere qui ed assicurarmi che tutti gli altri stiano bene prima di tornare a casa.

«Attenti a Breanna, okay? Avete l'elicottero qui fuori a disposizione. Fate in fretta e siate prudenti» ci dice, per poi eclissarsi nel nulla, con i due medium che fino ad un secondo fa giacevano per terra.
«Breanna, vedi di camminare perché ti tirerò per i capelli se necessario» parla Raphael, mentre la tiene ferma. Kayleen ha persino provveduto a metterle un fazzoletto attorno alla bocca, così da non sentirla parlare. Noto che Freya e Mike stanno uscendo con loro, andando verso l'elicottero ed aiutando a tenere buona quella megera psicotica.
E' solo allora che sospiro e, mentre Jewel si accinge a rassicurarsi che Dave stia bene nonostante sia ancora sotto shock per ciò che è appena successo al suo migliore amico, io guardo il pavimento, devastata da quella situazione. Anche Brandon si è avvicinato a lui, sta cercando di rassicurarlo e vorrei farlo anche io, se solo non fossi devastata da ciò che è appena successo.
Ora che non sono più in tensione, percepisco la testa pulsare. Mi fa male, credo di aver perso tantissimo sangue.
«Soph...» alzo lo sguardo ed è Harry che mi sta parlando. E' spaventato, ma so che non ha paura di me «Stai bene? Tu, tu hai visto che quel ragazzo ha controllato l'acqua?» mi domanda, posando una mano sulla mia spalla. Sta cercando di farmi sorridere.
«Tu non hai idea di quanto siamo strani qui, tutti noi...» mormoro, mentre mi aiuta finalmente a mettermi in piedi. Mi sto reggendo a lui, è davvero difficile per me, ora, superare tutta questa storia, soprattutto visto il dolore che sento premere forte contro la testa.
«Ho avuto paura, una paura matta...» continua, attirandomi a sé. Mi è mancato stringerlo, per questo non posso fare altro se non abbracciarlo a mia volta, serenamente, convinta che quello sia lui e che non voglia farmi del male.
«Sophia» la voce non è di Harry, ma di Brandon.
Mi schiarisco la voce e mi volto a guardarlo, interrompendo quell'abbraccio. Questa è la seconda volta che mi vede stretta ad Harry ed è la seconda volta che storce la sua espressione, come se fosse infastidito.
«Quando avete finito credo che potremmo andare, non vorrei arrivassero altri mostri schizzati pronti ad ucciderci» sputa quel veleno contro il mio viso ed io mi rendo conto solo ora che Brandon sembra essere geloso di me.

«Ehm, sì, scusate... è solo che non la vedo da mesi e, a proposito...» parla Harry, avvicinandosi con qualche passo cauto a Brandon mentre lo osserva ed allunga una mano verso di lui «Io sono Harry» si presenta. D'altro canto, io guardo la scena e sorrido: Harry è dinanzi a me e sta bene, proprio come Brandon. Per qualche attimo le mie preoccupazioni passano in secondo piano ed io mi godo la scena di questa presentazione.

«Brandon. So chi sei, Sophia mi ha parlato di te» gli risponde, freddo. Spero che la sua acidità abbia una breve durata, perché altrimenti potrei riconsiderare Brandon come persona. Sa cosa provo per lui e sa quanto tengo ad Harry... e questo gli sembra un momento per fare il fidanzato geloso?

«Okay, andiamo... farete amicizia in un altro momento» concludo, annuendo e superando entrambi, dirigendomi verso la porta.
Dobbiamo tornare a casa, dobbiamo sapere e sperare solamente che Benjamin e Katherine si riprenderanno.

-

Non ho dormito nemmeno stanotte.
Ciò che so è che Benjamin e Katherine sono in infermeria, entrambi ancora privi di sensi. So anche che, per due medium, è difficile separarsi. Anche se il giuramento è un insieme di frasi recitate, quando si giura il legame tra due persone diventa indissolubile e, se uno dei due medium muore, l'altro ne rimane segnato a vita. Mi ricordo di quando Katherine mi ha raccontato di come abbia scoperto il suo legame con Benjamin e, mentre mi rigiro nel letto, ripenso alla sua voce, alla sua espressione felice, entusiasta, visto il legame che aveva instaurato con il ragazzo. Non aveva mai avuto qualcuno di stabile nella sua vita vista la malattia mentale di sua madre e la scomparsa improvvisa di suo padre. Così, trovare Benjamin per lei era stato come un fulmine a ciel sereno, come un qualcosa di inaspettato che, per la prima volta nella sua vita, le aveva regalato una certezza.
Breanna avrebbe dovuto mirare a me, ieri. Avrebbe dovuto puntare la pistola contro qualcuno che le aveva fatto qualcosa, avere almeno un pretesto per premere quel dannatissimo grilletto. Ancora non capisco perché non abbia mirato al mio petto, a me e solo a me visto il nostro astio provato sin dal primo giorno che ci siamo incontrate. Perché Benjamin, perché colpire proprio lui? Questa è una cosa che non mi spiegherò mai.

-


Quando si fa giorno, posso finalmente raggiungere l'infermeria dove, man mano, i miei amici ed anche altri Augei conoscenti di Benjamin e Katherine possono far loro visita. E' devastante, è tremendo pensare che due innocenti si siano ritrovati in fin di vita per colpa di nemici che nemmeno conosciamo, per ragioni sconosciute.
Quando vedo Brandon mi sento rassicurata. So che lui può darmi la forza per andare oltre a ciò che ho fatto ieri, so che probabilmente sarà difficile, ma con lui al mio fianco e con la consapevolezza che Harry stia bene, tutto può essere pian piano superato.
Questa battaglia, però, è stata persa, assolutamente non conquistata e me ne rendo immediatamente conto quando l'infermiera ci impedisce di entrare. Ha un'espressione addolorata e scuote la testa, non appena ci vede.
Non dico niente, la scanso semplicemente seguita da Brandon e dagli altri, mentre vedo Katherine sveglia, piegata in ginocchia dinanzi il letto di Benjamin.

E' privo di vita.

Quel ragazzo, il ragazzo che avrei voluto tanto conoscere meglio, quello che aveva spesso sopperito la mia tristezza con delle battute divertenti o cantando una canzone... non ce l'ha fatta.

Non avremmo più sentito la sua voce, quella che ci aveva fatto tanto divertire... e non avremmo più visto Katherine felice. Il suo dolore, quel dolore tremendo, potevamo percepirlo tutti. Brandon poteva addirittura comprenderlo.
E mentre nascondo il mio viso in lacrime contro il petto di Brandon, penso che non avrei dovuto impedire a Dave di uccidere l'artefice di quella morte. Penso che si sarebbe meritata lo stesso trattamento che lei aveva riservato a Benjamin, togliendo la vita ad un ragazzo innocente, un ragazzo che coraggiosamente aveva solamente cercato di aiutare i suoi amici, di proteggerli.

-

Non ho mai amato i funerali. Sono così tremendi, tristi. A me piace ricordare le persone per ciò che erano da vive. Rimango solamente per ascoltare le parole di Katherine, parole angosciate, ma luminose allo stesso tempo. I suoi ricordi riguardanti Benjamin sono tutti molto teneri, divertenti e comprendo che la sua consolazione sarebbe stata proprio quella, ricordare momenti felici passati assieme a lui. Di Benjamin avremo sempre uno splendido ricordo, ha detto ed io condivido il suo pensiero. Sarà sempre con noi, non ci lascerà mai realmente.
Mi guardo intorno, seduta tra Brandon e Jewel e, con mia estrema sorpresa, noto che anche Harry è presente al funerale. E' proprio mentre il mio sguardo si rivolge a lui, mentre accenno un lieve sorriso nel vederlo, che mi accorgo che Brandon si è alzato, diretto ad uscire dalla sala. Aspetto pochi minuti prima di fare lo stesso per poi seguirlo. Penso si sia sentito angosciato, triste per la morte del suo amico. In fondo, io conoscevo Benjamin da poco, meno di tutti gli altri ma, loro erano amici, invece, da molto tempo.
«Stai bene?» gli domando preoccupata quando lo raggiungo in giardino.
«Sì» è una risposta secca e questo mi spaventa. Non so cos'abbia, ma non voglio infierire. E' sicuramente turbato da tutta questa storia e lo sono anche io.
«Bella funzione... non sapevo che si tenessero qui, alla Halliwell e–» dico, cercando di smorzare la tensione. So che questo non è certamente il momento più adatto, ma è molto che non stiamo da soli.
«–Sophia, smettila. Torna dentro» mi dà le spalle ed io proprio non capisco cos'abbia.

E' certamente nervoso, ma per cosa? Non sono in grado di sopportare un altro casino di qualsiasi tipo, non dopo i punti che ho dovuto mettere in testa e non nello stato in cui sono, ovvero drogata da antidolorifici.
«Cos'hai?» ovviamente faccio l'opposto di ciò che mi sono preclusa di fare e di ciò che mi ha appena praticamente ordinato. Mi avvicino a lui, impostando rigidamente il mio corpo di fronte al suo.
«Ho che ho capito di esser stato un rimpiazzo per te» ed ecco il colpo di grazia. Ho perso un amico, mi sono quasi rotta la testa, ho ucciso un uomo ed ora Brandon ha il coraggio di dire una cosa simile perché sono stata felice di vedere che il mio migliore amico fosse vivo?
«Spero che tu stia scherzando!» rispondo, incredula. Se avesse voluto dirmi una cosa del genere, avrebbe potuto evitare di farlo durante un funerale.
«Lo vedo come vi guardate. Penso solo che avresti dovuto dirm–» so che vuole dire, ma lo interrompo. Ho appena imparato a conoscere un altro lato di lui: è impulsivo più di quanto voglia far credere. Tutte quelle frasi sul pensare, ponderare, riflettere e programmare... tutto ciò che lui ha sempre cercato di insegnarmi, ora lo sta praticamente rinnegando venendo a dirmi una cosa del genere nel momento meno opportuno.

Cerco di non farmi coinvolgere da un'impetuosa voglia di schiaffeggiarlo e cerco di spiegargli ciò che penso, ormai inclusa in quella conversazione dalla quale non sarei scappata.
«–dirti cosa, stupido? Lo sai, lo sai che lui è il mio migliore amico! Non voglio discutere davvero su questa cosa!» gli spiego, sospirando. La testa fa di nuovo male, dovrei semplicemente limitarmi a dare una bella capocciata contro al muro per non sentire più niente.
«E' palese, tu, voi due...» mi dice, ma so che ha capito di aver detto una stronzata e di essersi fatto prendere dalla gelosia. Non può davvero pensare che in sei anni di amicizia avrei aspettato proprio ora per accorgermi di volere Harry al posto suo.
«No, non è palese un bel niente! Sto cercando di farti capire che tra me ed Harry c'è solamente amicizia. Puoi non credermi oppure puoi fidarti di me e del fatto che io ti stia dicendo la verità! Non puoi star lì a pensare che io voglia prenderti in giro, non è da me! Non so neanche cosa mi abbia preso con te, io non mi ero mai sbilanciata in questo modo prima d'ora, con nessuno! E ti ho odiato quando sono arrivata qui, ricordi? Sei la prima persona che ho visto e se avessi potuto ti avrei strozzato!» cerco di prendere fiato mentre parlo perché sforzarmi non mi aiuta a rilassarmi come mi ha ordinato di fare l'infermiera.

«Da quel giuramento io... io mi sono presa una cotta per te e quando ti ho visto crollare già da quel ponte sono praticamente morta dentro, capisci? ... pensavo di averti perso e tu non concepisci, tu non ti rendi conto quanto tu sia cretino dubitare del fatto che l'unica persona con la quale voglio stare e della quale sono innamorata sia tu!» gli urlo quelle ultime parole praticamente in faccia, incapace di controllarmi e di tenerle più nel mio petto. Prendo un ultimo respiro prima di proferire delle parole senza rendermi conto di non riuscire a comandare la mia bocca «Io ti amo Brandon, vorrei che lo capissi...» concludo.
Ho davvero ammesso di amarlo? Ho davvero ammesso davanti a Brandon di essere umana, di provare una sensazione che vada oltre l'amicizia o un semplice flirt? Ho davvero confessato ad un ragazzo che probabilmente ha avuto già un bel po' di fidanzate di avergli detto il mio "ti amo" per la prima volta?
Sono stati certamente gli antidolorifici a farmi parlare, non c'è altra spiegazione.
L'espressione di Brandon è un misto di preoccupazione, di stupore, di felicità e di paura, probabilmente perché la cosa tra noi si è fatta seria e non siamo riusciti a controllarlo, non ce ne siamo resi conto. Vedo che mi crede, vedo che sorride a ciò che ho appena detto e che, pochi secondi dopo, si è praticamente fiondato contro il mio viso prendendolo tra le sue dita, posando le sue labbra sulle mie.
Per me va bene così, per me tutto deve fermarsi in quel preciso istante, mentre sento le farfalle nello stomaco e stringo il suo busto con le mie braccia. Ho avuto paura di perderlo per l'ennesima volta ma per la prima, invece, sono stata in grado di fargli capire cosa io provi sul serio. Sono fiera di me.
«Sono innamorato di te anch'io, Sophia» mi confessa ed io sono al settimo cielo. Sorrido perché finalmente possiamo baciarci alla luce del sole. Anche se tutto è ancora sospeso, anche se una battaglia è finita, so che la guerra è, invece, appena iniziata.

«Cosa faremo ora, Brandon?» gli domando, una volta terminato il nostro bacio.

«Vuoi tornare dentro oppure lasciare che mi prenda cura di te, dopo?» mi domanda, cullandomi tra le sue braccia mentre lo guardo teneramente.

«Parlavo di tutta questa situazione, ma comunquel'offerta sul "dopo" mi piace molto...» rispondo sincera, stringendomi a lui.
«Oh, beh... giusto. Allora ti dico che ricominceremo ad indagare e stavolta riusciremoa vincere, per Benjamin...» afferma convinto, guardandomi negli occhi. Ioannuisco, sorridendo: possiamo, dobbiamo far meglio di così.
«Per Benjamin» rispondo, regalandogli l'ennesimo bacio.

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