CAPITOLO VENTI.
«Ma... che stai dicendo, Sophia? Lo vedi cosa ti ha fatto?» interviene Kayleen, che mi guarda come se avessi detto chissà quale follia.
«E' il mio migliore amico, Kay–» cerco di risponderle.
«No, questo non è il tuo migliore amico, è semplicemente un folle!» vengo interrotta da Brandon che mi implora con lo sguardo di desistere, di lasciargli finire ciò che avevano iniziato.
Pochi attimi dopo, una risata, qualcosa di atroce che ribolle nelle mie vene si fa sentire ed io noto lo sguardo di Harry, è divertito.
«Povera illusa. Ti abbiamo attirata qui per ucciderti e tu vuoi salvarmi? Sei così ingenua, Sophia!» risponde ed un attimo dopo sta provando a dimenarsi.
Io lo osservo, sto davvero guardando i suoi occhi, cercando una via d'uscita, un modo per farlo svegliare da quella specie di ipnosi.
«Non ci ho mai tenuto a te, mettitelo in testa! Sei qui solo perché dovevo ucciderti, dovevamo uccidervi tutti! Anche nella vostra stupida scuola per marionette, verrete sterminati, uno ad uno. Non avrete scampo...» sta urlando ed io posso solo provare dolore, dolore perché so che non c'è niente da fare per salvarlo e perché non capisco, non capisco come mai lui o chiunque lo abbia reso così, possa provare tanto odio.
E allora cedo, cedo perché non c'è nient'altro da fare e guardo Brandon, implorandolo di risparmiare Harry con lo sguardo. Potremmo portarlo all'Istituto, farlo interrogare dal preside o da qualche esperto inquisitore. Potrebbe essere una risorsa per riuscire a comprendere finalmente chi ci perseguita e perché lo fa.
«Lo porteremo con noi» risponde Brandon, annuendo col capo al mio sguardo. Abbiamo ancora un legame indissolubile e, nonostante la testa mi faccia davvero male, cerco di resistere. La battaglia ormai è terminata.
Quando Raphael, sbuffando, si appresta a legare le mani ed i piedi di Harry con l'aiuto di Kayleen, io mi guardo intorno ed osservo le ragazze, lasciando loro vari sorrisi, stanchi, ma per lo meno tranquilli, con i quali finalmente sto lasciando l'angoscia che finora ho percepito nel mio petto.
Le cose potrebbero andar bene, credo. Potremmo scoprire effettivamente tutto ciò che si cela dietro questa battaglia, sul perché i sequax ci perseguitano, per lo meno la motivazione che ci lega indissolubilmente a tutta questa storia.
Ho il capo voltato quando qualcuno interrompe i miei pensieri afferrandomi per un braccio e strizzo per un secondo gli occhi, tornando alla realtà. Mi vedo afferrata da Harry, come se fossi stata una vittima alla quale il carnefice di turno sta puntando una pistola alla tempia. Ma Harry non ha nulla in mano, difatti ha la fortuna di notare semplicemente la ferita che ho poco sopra la nuca per farmi urlare dal dolore. E non serve a niente che io lo implori di smettere, perché lui continua, continua indistintamente senza smuoversi.
Con la coda dell'occhio vedo Raphael a terra e Kayleen intenta a domandargli se stia bene, evidentemente preoccupata per il colpo, l'urto contro il muro provocatogli da un semplice comando mentale di un irriconoscibile Harry.
«Ora voi andate via ed io e Sophia rimaniamo qui, se non volete che la uccida in questo preciso istante» comanda, avvolgendo un braccio attorno al mio collo, mentre indietreggia. I miei amici sono di fronte a noi, ma non c'è molto da fare.
Harry è così potente, rapido, che in confronto io non ho alcuna speranza ed in questo momento sento che è giusto così, è giusto che loro vadano via e che sia io a rimanere con lui. Farei di tutto pur di proteggere i miei amici.
«Sei fuori di testa se pensi che la lasceremo qui!» risponde, Jewel, arrabbiata. Non l'ho mai vista così. Probabilmente la paura e l'adrenalina sono i suoi punti di forza.
«Andate...» la interrompo, io, con un filo di voce. La testa mi fa male, ho davvero bisogno di chiudere gli occhi per qualche secondo. Sto sorridendo, però, mentre dico quelle parole ed osservo Brandon. Penso di amarlo. Dovrei dirglielo.
«Lasciatemi qui ed andate!» esclamo, scuotendo la testa. Loro non lo vedono, ma io percepisco la forza di Harry, si sta riposando per qualche secondo prima di preparare qualcosa, una mossa, una manovra per incastrarli, per ucciderci tutti. Non ha intenzione di risparmiarli. Sta solo prendendo tempo, la sua è una strategia.
I miei amici mi guardano, io li sto implorando con lo sguardo di andar via, mentre Harry sta ridendo proprio contro il mio orecchio. Ho poco tempo, devo trovare una soluzione.
«Andatevene!» urlo, dopo aver raccolto delle forze e guardo ancora Brandon, lo imploro di fare come dico per una volta. Sto cercando di salvargli la vita.
Loro non si muovono, perciò decido di aprire entrambi i palmi delle mani e, raccogliendo le ultime forze che ho, creo una bolla di protezione, una barriera nella quale coinvolgo solamente me ed Harry. Sento Brandon urlare, lui ha capito prima di tutti gli altri cosa ho intenzione di fare.
E vedo l'espressione di Harry mutare da sicura ad impreparata quando riesco a sfilarmi dalla sua presa. Ormai la testa ha smesso di sanguinare ed io riesco a pensare in maniera più lucida di quanto abbia mai fatto prima. Lo sto osservando, sto urlando agli altri di andare via ancora una volta, dovranno ascoltarmi perché quella sarà l'ultima occasione che avranno per mettersi in salvo da qualsiasi cosa abbia architettato il mostro che ho davanti.
Penso che forse rivedrò mia madre, probabilmente tutte le visioni diverrano realtà e che mi ricongiungerò a lei, riuscendo finalmente a trovare delle risposte a tutte le domande che mi sono sempre posta.
I miei amici dovranno pensare a cosa dire a Susan e Richard, ma sono certa che anche Jason sentirà la mia mancanza. Ed io sentirò la loro.
Sono i ricordi belli quelli che custodisco nel mio cuore, a rendermi serena ora. Quel mostro mi sta urlando di sciogliere la bolla, ma io scuoto la testa. Lo sto affrontando, forse, dopo oggi, potrò finalmente dire di essere stata in grado di aver protetto le persone che amo.
Brandon mi mancherà terribilmente.
«Tu, lurida arpia, hai appena fatto un grosso errore!» mi urla addosso. Io sono pronta a qualsiasi cosa. Niente potrà rompere la mia manipolazione, nemmeno una scarica di energia, un urlo, una pietra, una spada. Ricordo che una volta il preside Halliwell mi ha detto che se avessi voluto davvero qualcosa, avrei dovuto desiderarla con tutta la forza che riuscivo ad incanalare dal mio petto, distribuirla al corpo per poi sprigionarla.
«Tu hai fatto un grosso errore, Harry, mettendoti contro di me ed i miei amici!» esclamo e vado fiera di ciò che dico. Sebbene la persona che ho davanti abbia le sembianze del mio migliore amico, non è rimasto più nulla di ciò che conoscevo.
«Vedremo!» ringhia, arrabbiato ed io, con lui, distribuisco la forza all'interno del mio corpo, proprio come ho imparato.
Non ho mai pensato che sarebbe finita così, la mia vita intendo. Non ho mai pensato che tutto si sarebbe concluso con me che, temerariamente, mi sarei ritrovata a guardare un nemico negli occhi, a subire tutte le scosse che mi sta gettando contro senza percepirle, ritrovandomi a terra con il pugnale di Raphael in mano.
Ho sempre pensato che sarei stata tutto nella vita, meno che un'assassina.
«Cosa pensi di fare, eh? Con quel pugnale pensi di mettermi paura?»
E ringrazio Raphael, Kayleen e Brandon che, oltre ad insegnarmi come difendermi, mi hanno insegnato anche a precedere le mosse altrui. So che Harry è un Augeo modificato e so che, tra le sue abilità, c'è anche quella di avere una forza fisica immane che io, da sola, non potrei mai contrastare.
Non sono io a sferrare il primo pugno, io lo incasso. Non sono nemmeno esattamente bravissima, ma ce la sto mettendo tutta. Mi sto rendendo forte perché so che, oltre la bolla energetica che c'è attorno a me ed Harry, ci sono i miei amici che, impotenti, non possono fare altro che guardarmi combattere.
Lo sto scrutando, non ho paura di lui. Mentre mi rialzo, sono certa di aver sorriso, dopo aver osservato il suo sguardo diventare perplesso, il suo sopracciglio curvarsi, assumere un'espressione confusa.
Sto cercando di non essere previdente, ma non posso cancellare il fatto che lui possa leggermi nella mente.
Vorrei avanzare un passo, ma lui è più veloce di me e, mentre sento il sapore del sangue invadere la mia bocca, mi ritrovo contro al pavimento, le sue dita avvolte attorno alla mia gola ed il mio corpo premuto sempre di più contro il cemento. Vedo i suoi occhi blu da vicino, così come non ero riuscita a fare finora e mi ritrovo a boccheggiare.
Così ripenso a tutto ciò che ho imparato alla Halliwell, ma non ho davvero niente in mente che possa aiutarmi. Allora penso di dover dare libero sfogo alla mia creatività, ritrovandomi a ripensare per pochi secondi alla mia vita in orfanotrofio. Lì, dove tutto era iniziato.
«La vuoi sapere una cosa, caro Harry?» bofonchio, tossisco più che altro, mentre gli pongo quella domanda.
«Cosa c'è da sapere oltre al fatto che stai per morire come una sciocca, Sophia?» mi risponde, sorridendo vittorioso.
Io accenno l'ennesimo sorriso, scuotendo leggermente il capo.
«Sono un Augeo adesso, sì...» prendo una piccola pausa, mi auguro che funzioni «...ma prima ero una liceale orfana bullizzata!» dico a pieni polmoni, sferrandogli un calcio tra le gambe, permettendo così alla situazione di capovolgersi.
Non ho mai avuto bisogno di super poteri per difendermi quando venivo tormentata da ragazze problematiche in orfanotrofio e, ora, tutto mi è tornato utile. Afferro il pugnale che prima mi era caduto dalle dita vista la pressione che Harry stava facendo contro il mio collo e mi trascino lontana da lui, ritrovandomelo però, poco dopo, nuovamente contro. Allora rimango a pancia in giù, le ginocchia fisse sul pavimento, fino a quando non è abbastanza vicino. Cerco innanzitutto il contatto con i suoi occhi, prima di voltarmi rapidamente e mettermi di nuovo stesa con il volto rivolto verso l'alto, vedendolo piombarmi addosso.
All'improvviso, sto urlando. Urlo perché sono disperata, urlo perché non avrei mai pensato di giungere a tanto pur di salvare la mia vita, pur di non permettere a nessuno di far del male ai miei amici.
Il suo corpo, ora, è contro il mio, ma tra noi c'è qualcosa che lui non aveva calcolato. E quando vedo i suoi occhi malvagi spegnersi lentamente dinanzi ai miei, sto versando lacrime amare e sto avvolgendo il suo corpo con un braccio. Il sangue scorre contro la mia mano, stringo ancora il manico del pugnale che ho impugnato per poterlo uccidere. Io, Sophia White, ho ucciso il mio migliore amico.
«Come hai potuto?» sussurra quelle parole, boccheggiando, mentre la vita lentamente sta lasciando il suo corpo.
Sto scuotendo la testa, i miei occhi sono pieni di lacrime ed io vorrei aver trovato una soluzione alternativa, ma non ci sono riuscita. Lui non me lo ha permesso.
«Mi dispiace, Harry... mi dispiace...» mormoro tra le lacrime, non ho la forza di dire altro.
E lo vedo, lì, spegnersi tra le mie braccia, mentre lo lascio cadere lentamente sul pavimento, il pugnale ancora conficcato nel petto. Lo sto osservando, lo faccio solo per qualche secondo perché non sopporto la vista di ciò che ho appena fatto, di cosa sono appena diventata. Non avrei più potuto passare del tempo con lui. Cosa dirò ai suoi genitori? Come li potrò guardarli, ora? E non so neanche se i miei amici siano al sicuro, ora. Non riesco a pensare a niente se non all'essere distrutta dalla morte di Harry, dallo scompiglio che questa spedizione improvvisata mi ha appena portato. E sono devastata perché non vivrò mai allo stesso modo, perché ho appena ucciso una persona e questa persona era tremendamente importante per me. So solo che, dopo aver trovato il coraggio di rialzarmi, sarei andata a cercare chi ha causato tutto questo, chi ha deciso di scegliere Harry per una missione simile, chi ha voluto colpire proprio me in questo modo.
Voglio seppellirlo, ne sono sicura. Così, mi asciugo le lacrime e mi volto, rimanendo pietrificata alla vista di ciò che ho davanti. Così, immediatamente mi protraggo per guardare meglio e mi porto la mano piena di sangue sulla bocca.
Il corpo di Harry, il suo viso, sono sfigurati. Mi accorgo che i tratti somatici della persona che ho dinanzi sono diversi, che non c'è nulla di Harry nel cadavere che ho di fronte. Così balzo in piedi, facendo un passo indietro e di conseguenza un altro. Sto tremando. Ed è allora che capisco, è allora che mi rendo conto di non essermi mai sbagliata. E' allora che percepisco la sicurezza di ciò che avevo sentito: non ho ucciso Harry, ho ucciso qualcuno che ha preso le sue sembianze.
Non c'è più ombra dei miei amici: ero convinta fossero rimasti nella stanza, oltre la mia bolla, ma non è stato così.
Lascio il cadavere lì, recupero solamente il pugnale e corro via da quella stanza. Il vero Harry, il mio migliore amico, è sicuramente da qualche parte. Percepisco la sua presenza sin da quando ho avuto quella visione e non posso fare a meno di continuare ad ascoltare le mie sensazioni.
«Harry?» urlo, urlo a pieni polmoni e non m'interessa se un sequax o se qualsiasi altra persona mi senta. Io so che lui è vivo e questo mi darà la forza per andare avanti, per sconfiggere chiunque si metta contro di me «Harry, dove sei?» sto gridando, devo trovarlo.
Cammino, mi guardo intorno nelle stanze, ma è tutto esattamente deserto come prima. Sento la necessità di urlare, perché sono felice di non aver mai smesso di dubitare delle mie sensazioni. E, mentre cammino, vado a sbattere contro qualcuno. Così, mi scanso e metto il pugnale dinanzi a me, per ogni evenienza.
«Cristo, Sophia...» così vedo Jewel dinanzi a me e sospiro, guardandola.
«Ah! Sei tu! Meno male...» mormoro, abbracciandola immediatamente dopo.
« Cos'è successo? Ti abbiamo sentita urlare e non avremmo mai potuto lasciarti... perché hai fatto una cosa simile, prima? Ci hai spinti fuori e– » mi dice preoccupata, ma io so di aver fatto la cosa giusta.
«Quello non era Harry, era un mutaforma. Io–io l'ho ucciso e lui ha ripreso le sue sembianze e... »
La vista di Brandon sano e salvo mi interrompe, perciò scuoto la testa e corro ad abbracciarlo dinanzi a tutti, non m'importa che scoprano qualcosa, non m'importa se Raphael inizi a parlare di noi due come una "coppietta disgustosa" o se qualcuno storca il naso, ci prenda in giro. Non posso fare a meno di essere felice che lui stia bene.
«Chi hai ucciso tu?» mi chiede, mentre a sua volta mi stringe. Sono contenta che non si arrabbiato con me per averlo allontanato dalla stanza, prima. Mi sta accarezzando il capo, mentre io sobbalzo per il dolore della ferita che ancora pulsa dietro la mia nuca.
«Harry, cioè, non era Harry... era un mutaforma. Non era Harry, lui non era Ha–» mentre parlo noto qualcosa di strano invadermi la mente ed è come se qualcuno stia cercando di comunicare con me «–quello era Edward Tveit» dico, ma non ho idea di come io faccia a sapere tutte queste cose. Mi sento strana, sento di aver così tante informazioni nella mente che da un momento all'altro potrebbe esplodere e, poco dopo, vedo il viso di Brandon incupirsi, ma non riesco a chiedergli cos'abbia.
Katherine attira la nostra attenzione, facendoci voltare verso la fine del corridoio «Lo abbiamo trovato!»
Così capisco, capisco che si erano divisi mentre io cercavo di affrontare il sequax mutaforma e che, in qualche modo, erano riusciti a cercare ovunque nelle due torri, fino a trovare finalmente Harry. Così, inizio a correre velocemente seguendo Katherine assieme a Jewel e Brandon e salgo un'infinità di scale prima di raggiungere finalmente la più alta della torre bassa, vedendo Harry in procinto di alzarsi da terra. Rimango pietrificata, fino a pochi momenti prima pensavo di averlo ucciso, invece ora è davanti a me, in carne ed ossa, ed io non riesco a far altro se non corrergli incontro ed abbracciarlo, nascondendo la testa contro il suo collo, ritrovandomi nuovamente in lacrime.
«Soph–» dice. Sentire la sua voce dolce è musica per le mie orecchie. La sua voce per me significa casa ma non come un luogo, come un qualcosa di astratto. La sua voce è quel posto in cui mi sono sempre rifugiata quando avevo un problema e, sentirla ora, mi permette di ritrornare ad avere diciotto anni, ad essere una ragazza normale.
«Sono così felice che tu stia bene, non ne hai idea Harry... pensavo di averti perso...» sussurro, mentre il mio migliore amico mi prende la testa tra le mani. Ha delle occhiaie molto accentuate: i suoi occhi sono stanchi e sul suo viso ci sono dei lividi, così come sul suo collo, sulle parti del corpo che riesco a vedere. E per un attimo dimentico di essere nel bel mezzo di una battaglia, vorrei abbracciarlo per un tempo illimitato e non lasciarlo più andare.
«Sto bene, te lo giuro. Ma tu devi spiegarmi cosa succede, perché non ci ho capito davvero niente...» mi risponde ed io annuisco, mentre lo stringo ancora una volta. Sto per parlare, ma sento Brandon schiarirsi la voce e mi volto per osservarlo.
«Dobbiamo andare» dice serio, voltandosi per poi uscire dalla porta.
Annuisco, rassicuro ancora Harry e poi gli faccio cenno di seguirmi giù per le scale che impieghiamo poco a scendere. Ci stiamo riunendo con gli altri quando una voce, anzi due, si fanno largo nella tranquillità che pensavamo di aver conquistato.
Con loro, minacciati da due pistole contro le tempie, ci sono Benjamin e Dave. Breanna ed Heron impugnano le armi e camminano verso di noi con un'espressione soddisfatta sul viso.
«Questi due sfigati non sono in grado a stare di guardia alla porta. Non ci è voluto molto per stenderli!» Heron alza la voce e si ferma a pochi metri di distanza da noi. Breanna gli sta a fianco e una schiera di sequax, mostri con il viso irriconoscibile ed inidentificabile, marcia dietro di loro. Sono così tanti che non credo riusciremmo a sconfiggerli, stavolta.
«Mi dispiace, loro ci hanno colpiti alle spalle e–» mugugna in maniera sforzata Benjamin. Li libereremo, fosse l'ultima cosa che facciamo.
«Bla, bla, bla» ed eccola, la cornacchia della situazione «Siete due esseri inutili, fine della storia» Breanna è la persona più spregevole che abbia mai conosciuto, forse cattiva più di Heron.
Voglio stenderla come ho steso quel sequax prima. La mia vena impulsiva si sta facendo sentire, ma devo ricordarmi che c'è Harry con me, che dobbiamo proteggerlo per evitare che, stavolta, ci rimetta davvero la pelle.
«Oh, vogliamo fare un gioco, Sophia? Vuoi fare a cambio tu con Dave? Oppure gli sparo una pallottola dritta in testa?»
«Fanculo, Breanna!» urlo. Avanzo velocemente lasciando la presa dal braccio di Harry e mi scaglio contro di lei, non riuscendo a fermarmi. Come immaginavo, la sua pistola viene immediatamente puntata contro di me ed io mi concentro semplicemente su me stessa, mentre noto che Dave cade a terra e resta frastornato, già ferito dal loro precedentemente attacco. Sono felice che anche Brandon stia lottando contro Heron e che gli altri che si siano aggiunti alla lotta per sconfiggere ogni singolo sequax che gli si presenti contro.
Siamo in un corridoio molto largo e, sebbene la torre sia piccola, riusciamo a combattere nonostante la luce sia fioca e provenga dalla porta, l'unica via d'uscita che possediamo alla fine del corridoio e dalle finestre che si trovano nella parte alta della torre. Riesco comunque ad urlare di proteggere Harry e noto che Freya e Mike si sono già schierati dinanzi a lui.
Ognuno sa cosa fare, ognuno sta cercando di colpire il proprio avversario.
Brandon sta combattendo contro Heron e, sebbene sia fisicamente più debole di lui – ed io lo percepisco – si sta facendo valere. I due sono fratellastri, perciò mi auguro che Heron si faccia almeno uno scrupolo e si fermi, magari con un po' di buon senso, schierandosi dalla nostra parte. Eppure, non lo fa, anzi reincara la dose continuando a picchiare Brandon, che però risponde con estrema capacità e forza. Sono fiera di lui e, mentre mi distraggo per assicurarmi che Brandon ed Harry stiano bene, Breanna mi colpisce, proprio dov'ero già ferita.
Cado a terra, rintontita per quel colpo e mi rendo solamente ora conto che Brandon ha steso Heron, facendogli perdere i sensi. Sto sorridendo, ma la mia serenità non dura molto perché osservo attentamente la scena, anche se i miei occhi vedono tutto appannato e la testa gira, mentre cerco di mettermi a sedere.
Breanna si è scagliata contro Brandon e sta facendo levitare tutto ciò che si trova dinanzi per bloccarlo contro il muro. Nessuno corre in suo soccorso ed io mi rendo conto solo ora che Breanna è molto più forte di quanto credessi. Non riesco ad alzarmi, deve avermi fatto qualcosa, in più sto sanguinando di nuovo.
Prima che io riesca a recuperare le forze, Breanna si è voltata in direzione di Dave e Benjamin che, ancora legati da delle corde, stavano provando a liberarsi. Punta la pistola contro Benjamin.
«Questo è per Heron figli di puttana!» urla, premendo il grilletto.
Abbiamo tutti la stessa reazione nell'osservare quella scena, ma nessuno è ad impedirla. Benjamin è steso sanguinante per terra, colpito al centro del busto da un proiettile. Vediamo il sangue allargarsi man mano sul suo petto ed io non riesco a fare niente, a dire niente, perché c'è qualcosa di così pesante nella mia testa che mi trattiene a terra. Vedo Brandon immobilizzato contro il muro che cerca di dimenarsi. Vorrei urlare aiuto, ma il dolore alla testa è così lancinante che credo di star impazzendo.
Volto lo sguardo verso l'alto ed una strana pace, un silenzio, mi inebriano e mi preoccupano allo stesso tempo, molto di più delle urla e degli strepiti percepiti finora. Gli altri si dirigono verso di noi ed è troppo tardi per aiutare Benjamin, adesso. I sequax sono stati sconfitti, Heron giace privo di sensi sul pavimento e Breanna tiene alta la pistola, puntata contro chiunque altro osi provocarla.
Vedo solamente Katherine raggiungerci, il suo sguardo è inizialmente vittorioso per la sconfitta contro quel numero elevato di scagnozzi. I suoi occhi, però, mutano immediatamente dopo aver visto il corpo del suo medium giacere per terra, in fin di vita. Vorrei fare qualcosa per loro, vorrei tanto, ma le urla strazianti di Katherine mi fanno stringere i pugni e questo è il massimo che riesco a fare vista la quantità di sangue che sto perdendo. Vorrei davvero fare qualcosa, ma le mie forze sono terminate e sto lottando contro la mia stessa mente per resistere ancora un altro po', mentre vedo che, invece, Katherine ha ceduto, lasciandosi prendere dalla disperazione per la perdita della sua metà.
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