CAPITOLO UNDICI.
«Non crederete mai a ciò che sto per raccontarvi, ragazzi!»
Sono corsa immediatamente in giardino dopo essermi assicurata che Heron fosse lontano da Brandon ed ho raggiunto il gruppetto dei miei amici, seduti all'aria aperta.
«Sophia, va tutto bene?» mi domanda Jewel, cauta.
Scuoto la testa, come ho fatto a non capirlo prima? Deve essere stato Heron a colpire Brandon, o per lo meno deve aver guardato, altrimenti come può aver saputo del ferimento di suo fratello vista la segretezza del preside a riguardo?
Sono scioccata, arrabbiata e vorrei essere forte quanto Kayleen o Raphael per prenderlo a pugni.
«Ho notato una cosa molto sospetta sul braccio di Heron: è venuto a far visita a Brandon, prima, e mi ha palesemente minacciata. Non so cosa voglia, non so perché si sia messo a dire o fare quelle cose... ma aveva quel simbolo ed era disegnato proprio sul suo braccio...» dico, sedendomi su una sedia libera, trovatasi tra le loro.
Freya è scossa al solo ascoltare la parola sequax ed io le prendo la mano, stringendola come per rassicurarla.
E' evidente che nell'istituto ci siano degli infliltrati e noi non ne abbiamo avuto il minimo sospetto, fino ad ora. Non sappiamo cosa vogliono, né perché fanno ciò che fanno ed ho realizzato che è stato semplicissimo per loro far scattare quell'odioso allarme, la sera della festa a sorpresa per Kayleen, dato che alcuni sequax sono sicuramente nascosti tra noi. Deve essere stato Heron ad attivarlo manualmente, ne sono sicura.
«Aspetta, ci stai dicendo che Heron si è palesato a te come sequax?» domanda Mike ed io scuoto la testa, alzando gli occhi mentre cerco di mettere in ordine le idee per potermi spiegare meglio.
«I sequax non sanno che noi conosciamo la forma del loro marchio, quindi chiunque lo porti crede di essere indiscreto, invisibile. Heron mi ha presa per un polso e mi ha mostrato involontariamente l'interno del suo avambraccio destro» gli spiego, conquistando per l'ennesima volta l'attenzione di tutti. Loro, proprio come me, hanno assunto un'espressione terribilmente sconvolta ed io non so proprio cosa fare per poter scoprire di più riguardo la questione.
«Lo sapevo che era malefico, ma credevo fosse il tipico bulletto della scuola, assieme alle sue due amichette: qui, però, si tratta di ben altro...» commenta Dave. Non lo avevo mai sentito parlare prima, ma visto il suo tono di voce tremolante penso che debba aver avuto a che fare con Heron da più vicino.
«Esatto. Dobbiamo dirlo al Preside. Ha reagito bene alla nostra fuga per salvare Freya, glielo dobbiamo...».
Raphael sembra convinto di questa decisione, ma a me pare tutto troppo strano.
Salvare Freya è stato come rubare le caramelle ad un bambino di due anni, deve esserci qualcosa di molto più grande sotto, oppure non ne saremmo usciti quasi tutti illesi e non avrebbero risparmiato la nostra amica.
«Non vorrei sembrare inopportuno, ma... tutta questa storia è inziata da quando Sophia è qui», Benjamin si sta esponendo ed io so già cosa vuole dire, per questo rivolgo un'occhiata a Raphael che è estremamente perplesso per via della situazione, come a dirgli "te lo avevo detto" «Non è che per caso ci sta nascondendo qualcosa? Non che io dubiti della sua lealtà, ma forse è vittima di un gioco del quale lei è all'oscuro» conclude, facendo spallucce. So che non pensa davvero queste cose, so che in cuor suo crede che io sia una specie di finta ingenua pronta ad attaccarli nel momento più inaspettato.
Io ci rifletto, però, e tutto è vero. La visione di mia madre biologica che si presenta da me quando rifiuto di restare in una scuola per persone dal dna geneticamente potenziato, una spedizione improvvisata nella quale sembro far parte della Justice League liceale della situazione e, per giunta, la scoperta di un simbolo occultato da anni che si rivela a me casualmente, per poi farmelo comunicare ai miei amici senza alcuno scoglio o impedimento... tutto accaduto proprio dopo il mio arrivo.
«No, Sophia è sincera. Brandon si fida di lei ed anche io lo faccio. Dobbiamo scoprire chi manovra tutto questo e perché abbia preso di mira proprio lei» mi difende, Raphael, alzandosi in piedi.
«No, Benjamin ha ragione... c'è qualcosa che non mi torna, ragazzi. Andiamo! Pensateci... Tutto ciò che è successo è accaduto così velocemente e, soprattutto, senza alcun intoppo. Qualcuno vuole costruire un puzzle e tutto ciò che abbiamo fatto finora è stato come comporlo con dei tasselli. Mi spaventa pensare a cosa andremo incontro da oggi in poi... mi spaventa pensare di poter essere uno di quei tasselli...» dico.
Tutti sono perplessi ed io abbasso lo sguardo. Non avrei mai voluto coinvolgere questi ragazzi in qualsiasi problema riguardi me e le mie origini.
«Lo capirò se non vorrete aiutarmi, ma io devo sapere cosa sta succedendo...» dico loro, alzandomi dalla panca e sospiro.
«Sophia, non dirlo nemmeno. Sei una di noi ora e se c'è una cosa che non facciamo, è abbandonare un'amica» mi rassicura Jewel ed io annuisco ringraziandola.
«Andrò a parlare con il preside Halliwell e vi farò sapere cosa mi dice» e, detto questo, Raphael si allontana da noi. Kayleen lo segue, senza dire altro ed io scuoto la testa: non sopporto di non saperne di più.
-
Sono passati due giorni dall'incidente e Brandon è ancora privo di sensi. Non ho proprio idea di cosa gli sia successo e vorrei solo che si svegliasse. Sono sempre stata in infermeria a vegliare su di lui, gli insegnanti mi hanno accordato il permesso di saltare qualche lezione per potergli stare accanto, mentre io ho finto di star male per passare quanto più tempo possibile in infermeria senza destare sospetti.
E' assurdo come io possa sentirmi legata a questo ragazzo. E' una sensazione strana, così nuova, che percepisco all'interno del petto e che non diminuisce mai, anzi che cresce.
Ripenso alla prima volta che l'ho visto: per poco non lo avevo picchiato perché credevo fosse matto in quanto voleva a tutti i costi costringermi a restare. Ripenso a quando mi ha riportato qui solo con la forza del pensiero ed alla cerimonia dove avevo pensato di star giurando fedeltà ad un perfetto estraneo. Ripenso a come le cose siano cambiate, a come mi abbia imbarazzata quando si è mostrato a me senza la maglietta o a come io abbia dormito bene tra le sue braccia quella notte, nel bosco, e lo osservo, adesso, mentre è steso sul letto ed ai miei occhi sembra addormentato.
Non so come, ma mi ritrovo stesa accanto a lui. Mi faccio piccola piccola e passo una mano sulla sua pancia, fasciata. La ferita sembra essersi stabilizzata già da ieri ed io sospiro, socchiudendo gli occhi.
La mia mente viaggia ed è come se cadessi in uno stato di tranche, raggiungendo Brandon ed i suoi pensieri. Mi rendo conto subito di star facendo questa cosa involontariamente, ma credo fosse lo stesso che il mio medium aveva tentato di fare la notte del rapimento di Freya, quando in giardino aveva provato a raggiungere mia madre. Brandon sembra essere sereno, sta sognando la sua famiglia, compreso Heron: tutti sono felici, sorridenti, seduti ad un tavolo apparecchiato e ricco di pietanze situato in un giardino, sotto un gazebo, probabilmente sul retro della loro casa, bianca, che vedo poco distante da lì. Brandon è piccolo, deve aver poco più di sedici anni e, da che tutto sembra esser estremamente tranquillo, qualcosa cambia e la mente di Brandon improvvisamente trasforma quel sogno felice in un incubo situato in un ambiente cupo e triste.
Percepisco quella sensazione ed è come se mi stesse facendo del male fisico.
Vedo la madre di Brandon piangere, singhiozzare e suo padre urlargli contro, mentre Heron è seduto sui gradini della loro casa, fermo, a mugugnare risatine e gridolini divertiti, godendosi la scena. Non capisco perché, ma Brandon sta uscendo di casa e suo padre gli ha appena sbattuto la porta alle spalle. Il mio medium ed io, ora, non condividiamo più lo stesso punto di vista ed io lo vedo, accucciarsi per terra, mentre spaesato e sconsolato non ha idea di cosa fare, di dove andare. E' completamente solo.
Mi avvicino a lui e lo osservo, posando una mano sulla sua spalla. Non so come io stia riuscendo a fare tutto questo, so solo che sono preoccupata per lui.
«Non sei solo...» mormoro, piegandomi sulle ginocchia.
«Come fai a saperlo? Guarda! Guarda cosa ha fatto loro! Mi ha rivelato a loro ed ora credono che io sia un mostro!» urla, mentre mi accorgo che il Brandon di sedici anni è cresciuto, diventando il ragazzo che ho conosciuto io.
«Perché hai me. Hai Raphael, Mike, Dave e tutti i nostri amici. Hai tutti noi, noi non ti abbandoneremo mai. Te lo prometto, Brandon!» esclamo.
Il suo sguardo si rilassa ed io continuo a ripeterglielo, non dovrà mai dimenticarsene: «Non ti abbandonerò mai...» gli ripeto, notando che il suo sguardo si sta rilassando. Non lo avevo mai visto piangere, non credevo ne fosse capace visto il suo comportamento perennemente coraggioso. La famiglia è il suo punto debole ed io non avrei mai e poi mai immaginato che, dentro di lui, aleggiasse così tanto dolore.
Mi sono svegliata all'improvviso e sono di nuovo in infermeria, stesa di lato, accanto a Brandon. Non so cosa sia appena successo, ma tutto è stato così intenso che avrei potuto dimenticare di essere in un sogno da un momento all'altro.
Mi vengono in mente le parole di Brandon, di come mi abbia rassicurato dicendomi che la mia famiglia mi avrebbe riaccolta se mi avesse voluto realmente bene e lì capisco, capisco perché Brandon odia tanto Heron, ma continuo a chiedermi perché Heron si sia comportato così, una gelosia non può essere la reale causa.
E' quando sto per alzarmi che sento la sua voce e, di conseguenza, mi volto immediatamente. Faccio per alzarmi, gli sono troppo, decisamente troppo, vicina.
«No, resta qui ancora qualche minuto...» mormora Brandon ed io sorrido, quasi tremo e fremo dalla voglia di urlare che sta bene.
«Sei sveglio! Oh, mamma, sei sveglio davvero! Temevo il peggio, pensavamo tutti di averti perso...!» gli dico, al settimo cielo. Gli ho preso incoscientemente la mano.
«Oh, no... non vi libererete così facilmente di me...» mi dice, facendo per alzarsi, ma io lo fermo immediatamente.
«Devi riposare, hai preso una brutta botta...»
Brandon si osserva la ferita e si massaggia la testa, probabilmente ancora stordito, mentre io mi domando se si sia accorto della mia irruzione clandestina nel suo sogno.
«Grazie per esserti presa cura di me e per avermi fatto capire di non essere solo... era come se fossi bloccato lì dentro da ore ed ore e non sapessi come uscirne...» mi dice ed io capisco che deve essersi per forza accorto di tutto.
«Non c'è di che, avresti fatto lo stesso...» gli dico, deglutendo. Sto per alzarmi, ma la sua mano mi blocca e lui mi guarda.
«Forse no, forse non lo avrei fatto. Avrei avuto paura di un eccessivo coinvolgimento nei tuoi confronti. Avrei avuto paura a condividere le tue emozioni negative, mi avrebbero sovrastato e, probabilmente, non sarei stato in grado di scacciarle... come è già successo in giardino...» mi confessa, con lo sguardo di un guerriero ferito in battaglia.
«Sono il tuo medium, devo averlo fatto per questo... è successo senza che io lo controllassi e... sono sicura che tu non avresti avuto bisogno di farlo perché io sono certamente la più forte tra i due!» commento e lui sorride, unendo la sua risata alla mia.
«Senza alcun dubbio stai delirando e ti avviso che l'essere un medium non altera alcun sentimento. Siamo noi che decidiamo cosa provare l'uno per l'altra...» è ancora steso, quelle parole non le ha dette con un tono di voce deciso, è ancora visibilmente debole. E' più vicino a me ed io sto andando leggermente nel panico. Non so cosa sia, ma il mio stomaco ha iniziato a farmi sentire un lieve dolore, contraendosi, e credo che Brandon sembra possa star provando lo stesso.
Ripenso a ciò che ho provato quando l'ho visto ferito, a come sono stata in questi giorni senza lui e capisco che potrei provare qualcosa per lui, qualcosa che va al di fuori dall'ordinario, probabilmente qualcosa che non sia un semplice affetto.
«Stai insinuando che io abbia una cotta per te?» gli domando, cercando di mantenere la calma, anche se sono estremamente agitata e non ho idea di come fare a nasconderglielo.
Ora è ancora più vicino a me, percepisco il suo respiro accarezzarmi le gote e posso giurare di essermi avvicinata a lui, a mia volta, mentre lo sto guardando annuire.
«E cosa te lo fa credere?» sto sussurrando. Sto seriamente sussurrando mentre mi trovo a pochi millimetri dalle labbra di Brandon?
«Perché non mi stai impedendo di fare questo...» le sue dita sono sul mio mento e si indirizzano ad allineare il mio viso con il suo. Posso giurare di non aver desiderato mai niente così intensamente, di non essermi mai sentita così vulnerabile.
Tutto sembra per star diventando reale, ma una voce interrompe quel quasi-bacio ed io scatto in piedi – per fortuna non cado dal letto – passandomi una mano tra i capelli sciolti.
« iamine, amico! Sei sveglio! Sophia, perché non ce lo hai detto?» è Raphael. Vorrei strozzarlo per aver interrotto un momento così bello, come non ne avevo mai vissuto prima.Brandon si è steso di nuovo e sta annuendo ed io noto che Raphael, ora, mi sta fissando con uno sguardo confuso.
«Ho interrotto qualcosa, per caso?» domanda, grattandosi la testa, le dita tra i capelli neri.
Io mi ricompondo in pochi attimi e gli rispondo con un "no, ovviamente!", mentre prendo posto sulla sedia sulla quale sono stata seduta nelle svariate ore che ho trascorso qui.
«Stavo giusto per informare Brandon di ciò che abbiamo scoperto...» dico ed il mio medium sbarra gli occhi, così annuisco e continuo a parlare «Freya ha identificato il marchio dei sequax e ce l'ha mostrato. Quando Heron è venuto qui con l'intento di importunarti palesemente, io l'ho affrontato per allontanarlo e... quando mi ha strattonata, ho notato che ne porta uno identico sul braccio destro. Sembra un semplice tatuaggio, ma quando si diventa un sequax, si occulta il viso ed il tatuaggio si muove e sembra che prenda vita, che parli, che si muova anche... »
Brandon sembra scioccato, lo aiuto a sedersi sul letto con calma mentre gli spiego e Raphael mi aiuta.
«Sono andato ad informare il Preside della cosa e lui ci ha consigliato di essere cauti. Si occuperà della faccenda, ma convengo sul fatto che noi non dovremmo starcene con le mani in mano. Dobbiamo indagare, con o senza la sua approvazione, altrimenti non ne verremo mai a capo» conclude.
«Wow, quante cose mi sono perso...» commenta Brandon ed io sospiro.
Raphael ci comunica che andrà a dire agli altri che Brandon è sveglio ed io annuisco, lasciandolo andare.
«Cosa ne pensi?» domando al ragazzo steso sul lettino.
«Penso di voler alzarmi da questo letto e mettermi immediatamente a lavoro, diamine avrei dovuto immaginare che mio fratello fosse immischiato in questa faccenda» mi risponde, lasciandomi riflettere su quelle parole.
Comprendo che il loro rapporto va ben oltre un semplice astio e mi domando come faccia Brandon a sentirsi in colpa nei confronti dei suoi genitori, visto il comportamento del loro altro figlio. Cerco di aiutarlo a sistemarsi e lo osservo. Penso che sia estremamente bello quando decide di essere completamente incauto.
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