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Capitolo 20

Non appena entrai in camera crollai sul mio letto, senza disfare la valigia, farmi una doccia o chiamare mia madre per avvertirla del mio arrivo. Ero troppo stanca per fare tutto, nonostante avessi dormito ventitré ore, c'era ancora il fuso orario con cui vedersela. Per quanto tempo avrei sofferto di jet-lag?

Decisi di non pensare a niente più e di addormentarmi e basta. Avrei affrontato tutto, Calum compreso, l'indomani mattina. In quel momento volevo solo dormire.


***



Ho dormito come un angioletto fino alle quattro del mattino, dopodiché mi ero svegliata e avevo quasi tirato un urlo quando, voltandomi, avevo scorto una figura distesa dall'altro lato del letto a due piazze. All'inizio mi ero spaventata; il mio quasi urlo, però, aveva svegliato l'intruso, che si era voltato rivelandomi la sua identità. E a quel punto lo spavento era passato, lasciando il posto al risentimento.

«Che ci fai qui, Calum? Come hai fatto ad entrare?», chiesi, tenendo la mia voce ridotta ad un sussurro.

Dio solo sa in che guai ci cacceremmo se la Smiths ci scoprisse in camera insieme - okay, forse nessuno. La Smiths stravede per me e Calum insieme, a quanto pare.

Calum sospirò, passandosi una mano fra i capelli. «Sono venuto per parlare - ma mi sono addormentato. Questi letti sono comodissimi, hai visto?».

Incrociai le braccia al petto. «Di cosa volevi parlare di così importante da entrare in camera mia alle quattro del mattino - mentre io dormivo, per giunta?».

«Calma, calma, non essere così incazzata con me!», sbottò, «Volevo parlare con te di come ti sei comportata in ascensore. Perché sei scattata così? Sembrava andare così bene fra di noi», disse, sembrando sinceramente dispiaciuto.

Mi chiesi fino a che punto stesse recitando mentre decidevo di sputare il rospo una volta per tutte. «Magari, se non ti fossi comportato come se ti importi di me mentre parli con un'altra ragazza non sarei scattata così, non credi?!».

Anche al buio potei vedere l'espressione sbigottita di Calum. «Di cosa cazzo stai parlando?».

«Non far finta di niente, ho visto i messaggi sul tuo cellulare prima, in macchina. Così, sei venuto qui con me solo per incontrare Anna, eh?», sbottai, sentendomi davvero uno schifo.

«In realtà io sono venuto qui con te solo perché sei la mia partner per il progetto di storia. Dovresti pensare prima di parlare, lo sai bambolina?».

«Non azzardarti neanche», borbottai, ignorando le sue parole, «Non pensare che chiamandomi bambolina io cederò e farò finta di niente!».

Calum scosse la testa. «Sono sicuro che hai capito fischi per fiaschi come tuo solito. Vedi, bambolina, c'è una spiegazione a-».

Lo interruppi. «Bene, spiegati allora».

«Se mi fai parlare...», sospirò lui, «Vedi, Danielle, Anna è...».


La mia fidanzata olandese strafiga a cui tu eri solo un rimpiazzo


La mia ex strafiga che io riconquisterò con il tuo aiuto, perché sei buona solo a questo


La mia amante olandese strafiga conosciuta su uno squallido sito di incontri che mi darà ciò che voglio a differenza tua


Una prostituta dei quartieri rossi conosciuta in una remota vacanza che - no, questa è esagerata. Forse mi conviene ascoltare cos'ha da dire.

«... Anna è la mia migliore amica».

Eh?

Cosa?

Ha detto davvero ciò che io ho sentito?

«La tua migliore amica?».

Calum annuì. «Migliore amica mia e di Luke, per la precisione. Ci siamo conosciuti tutti e tre in quel parco giochi... Te lo ricordi giusto?».

Come avrei potuto dimenticarlo?

«Certo», affermai, completamente destabilizzata dalla notizia. Era soltanto la sua migliore amica. Mi ero fatta mille paranoie quando era soltanto la sua migliore amica!

Calum rise. «Mi sembri sconvolta».

Mi morsi il labbro inferiore. «Non posso credere di essermi incazzata così per la tua migliore amica. Dio, Cal, mi sento così infantile», mugugnai, imbarazzata.

«Tranquilla, hai soltanto frainteso», disse lui, afferrandomi la mano, «Quindi, smetterai di fare l'incazzata con me adesso che sai la verità?».

Attirai Calum a me per un abbraccio. «Sì, Cal. Dio santo, scusami, mi arrabbio sempre con te per cose infondate, scusami», sbottai.

«Shh, ti ho detto di stare tranquilla. Non è niente, anche io mi sarei incazzato».

Scossi la testa, staccandomi da lui. «Avresti potuto dirmelo prima, però, così avremmo evitato un sacco di cose... Come me che andavo da Luke per farmi dire chi era».

Calum alzò un sopracciglio. «Quel pomeriggio sei andata da Luke per scoprire chi fosse Anna?».

Annuii. «Tu non me lo volevi dire!».

Calum fece spallucce. «Beh, in ogni caso avevo le mie buone ragioni per non dirtelo».

«E quali sarebbero?».

«Non mi fidavo abbastanza di te, ecco. E comunque neanche Luke ti avrebbe detto niente, avresti potuto offrirgli mille scopate e lui ti avrebbe lasciata con un pugno di sabbia».

«Chi ti dice che non l'avrebbe fatto?», chiesi scettica.

Entrambi ci distendemmo di nuovo sul letto, faccia a faccia. Nonostante non fosse il momento adatto, ripensai alle parole che Calum mi aveva detto in aereo e il mio cuore perse un battito. Si fidava di me a tal punto da dormire con me?

«Il fatto che conosco Luke da secoli, forse?», replicò, riportandomi alla realtà, «E poi Luke... Ha sofferto molto per la partenza di Anna, nonostante avessimo dodici anni quando lasciò l'Australia. Mi sembra normale che non voglia ricordarla».

«Perché?», chiesi curiosa, stringendo la mano di Calum nella mia.

Calum sospirò. «Perché Luke e Anna sono stati insieme prima che lei partisse. Certo, era una relazione innocente, da bambini, ma Luke era davvero cotto di Anna e dubito gli sia passata del tutto», spiegò, «Ho sempre cercato di capire se provi ancora qualcosa per lei, ma lui svia sempre il discorso».

Annuii, avvicinandomi di più a Calum. «Credi che... La sua cotta per Anna influisca sul suo modo di trattare le ragazze...? So che forse non ha senso, ma potrebbe spiegare molte cose».

Calum sospirò. «Non ci ho mai pensato, ma... Come ragionamento non fa una piega. E comunque Luke non tratta così soltanto le ragazze - ma questo è un altro discorso di cui non dovrei parlarti».

La mia attenzione ebbe un'impennata esponenziale. «Ormai è troppo tardi, Cal. Che vuol dire che non tratta così solo le ragazze?».

«Non dovrei dirtelo».

«Eh no, ora me lo dici!», sbottai, cercando di tenere la mia voce quanto più bassa possibile.

Calum sospirò di nuovo. «Luke è... Cioè non è... A Luke piace qualsiasi cosa che respiri, abbia un buco e un paio di labbra, ecco».

Alzai un sopracciglio. «È bisessuale?», chiesi, scettica, «Insomma, il termine è quello».

Calum scosse la testa. «No, non credo che abbia totale interesse per i ragazzi. Solo, gli piace scopare e non si fa problemi a farsi un ragazzo».

«Ha mai fatto qualcosa con un ragazzo?».

«Questo non posso dirtelo. Ho già parlato abbastanza».

Sbuffai. Ormai ero troppo curiosa, ma sapevo che Calum mi stesse già dicendo quel poco con difficoltà, quindi lasciai perdere, seppure a malincuore. «Va bene. Però volevo sapere», piagnucolai, avvolgendo le mie braccia attorno al busto di Calum e poggiando la fronte sul suo petto.

Calum mi baciò la testa. «Ho già sputtanato il mio migliore amico abbastanza. Tu non diresti mai a nessuno i segreti di Rowin e Michael, no?».

«Affermativo», mugugnai, «Ti da fastidio se mi addormento di nuovo? Ho sonno».

«No, bambolina. Dormi quanto vuoi».

Poggiai le mie labbra sulla maglietta grigia di Calum, nel goffo tentativo di dargli un bacio sul petto. Sentii Calum sussultare leggermente. «Buonanotte, Cal».

Calum mi strinse a sé. «Buonanotte, bambolina».


***



Quando mi risvegliai, tre ore dopo, mi ritrovai da sola. Evidentemente, avevo sognato la mia intensa conversazione con Calum sulla sua migliore amica olandese per la quale il suo migliore amico bisessuale (o sessualmente promiscuo, da quanto avevo capito nel mio sogno assurdo) aveva una cotta che continuava ad influenzarlo ancora oggi.

Sospirai, guardando il soffitto bianco della mia camera d'albergo ed aspettando che la signorina Smiths venisse a chiamarmi. Mi sentivo stranamente riposata; beh, del resto era ovvio, tra il viaggio in aereo e la notte appena trascorsa avrò dormito sulle 30 ore o più...

Stavo facendo vagare il mio sguardo nella monotona stanza d'albergo quando sentii dei rumori provenienti dal mio bagno, precisamente l'anta scorrevole di una doccia e l'acqua che scrosciava sul pavimento. Mi alzai dal letto spaventata, correndo alla porta del bagno e bussando con insistenza.

«Ah, sei sveglia bambolina», urlò la voce di Calum per sovrastare lo scroscio dell'acqua.

«Perché stai usando il mio bagno?!», fu l'unica cosa che riuscii a chiedere, sentendomi vagamente sollevata. Di cosa avrei dovuto avere paura, poi? Insomma, era ovvio che Calum fosse qui, perché avrei dovuto sognare di parlare con lui del sospetto orientamento sessuale del suo migliore amico?!

Beh, sono una persona che ha paura di praticamente tutto, questo è un dato di fatto.

«Mi sono svegliato qui, era il minimo che potessi fare», mi rispose Calum, riportandomi alla realtà, «A proposito, hai dormito bene?».

«Boh, credo di sì», farfugliai, appoggiandomi con la schiena alla porta, «Per quanto a lungo hai intenzione di rimanere in bagno?», chiesi, occhieggiando la mia valigia. Avevo un disperato bisogno di fare una doccia.

«Oh... Non lo so, sono appena entrato in doccia», mi rispose Calum; il suo tono di voce mi insospettì.

«Cal... È tutto okay? Mi sembri strano».

«Certo bambolina, tutto a meraviglia! Perché non torni a stenderti sul letto, penso che ci metterò ancora un po'- cazzo».

«Sicuro che sia tutto a posto?», chiesi di nuovo, preoccupata. Mi sembrava... Sofferente.

«Ho detto di sì!», sbottò alzando la voce, «L'acqua... È... Bollente, sì».

«Oh... Okay», borbottai arrendendomi, allontanandomi dalla porta del bagno e decidendo di aprire la valigia. Fissai la busta delle cose di Rowin prima di afferrarla, infilandola nella borsa che avrei usato quel giorno. L'avrei buttata non appena saremmo usciti dall'albergo.

Mi dedicai poi a scegliere cosa mettere quella mattina mentre aspettavo che Calum finisse con la doccia; ci stava mettendo decisamente troppo tempo. Diamine, io ero più veloce!

«Cal, muoviti! Ho bisogno di fare una doccia!», urlai, bussando alla porta del bagno.

Calum non mi rispose, si limitò a fare dei versi strani con la bocca che aumentarono soltanto i miei sospetti.

E se... Oddio. Era ovvio che stesse succedendo!

«Ti stai facendo una sega in doccia, per caso?!», mi ritrovai ad urlare, alquanto inorridita, «Cal, ti prego, non ti azzardare neanche!».

Un suo gemito malcelato mi confermò che ormai era troppo tardi per cercare di fermarlo. Due minuti dopo, la porta del bagno si aprì, lasciando passare un Calum gocciolante con indosso soltanto un asciugamano annodato in vita. Era completamente rosso in viso.

«Lo sai che parlando mi hai solo indotto a farlo?», sbottò, passandosi una mano fra i capelli bagnati, «Io non volevo, avevo regolato il getto dell'acqua apposta per non farlo!».

L'imbarazzo fu sostituito subito dal divertimento. «Ti stavi facendo una doccia fredda?», chiesi, scoppiando a ridere quando Calum distolse lo sguardo imbarazzato.

«Che vuoi? Il mio piccolo amico si è svegliato prima di me e mi sembrava irrispettoso farmi una sega con te a due minuti dal bagno, avresti potuto svegliarti e sentire tutto», borbottò, imbarazzato mentre io ridevo di lui, «Dai, non ridere».

Cercai di calmarmi inutilmente. «Come posso non ridere?», mugugnai, «Insomma, ti ho appena sgamato!».

Calum incrociò le braccia al petto, guardandomi male. Nell'ilarità e l'imbarazzo della situazione non avevo prestato molta attenzione al meraviglioso corpo di Calum, avvolto solo da un asciugamano che poggiava scivolosamente sui suoi fianchi, scoprendo quelle linee a v poco prominenti che sparivano dietro il tessuto bianco, lasciando tutto all'immaginazione. La sua pelle, poi, era ambrata e tonica e le goccioline d'acqua che scorrevano su di essa la rendevano soltanto più invitante. Guardarla troppo a lungo ti faceva desiderare di assaggiarla, sentire il suo sapore e la sua consistenza sotto le tue labbra; cosa che, in un impeto di audacia, mi convinsi a fare.

Mi avvicinai a Calum, respirando profondamente prima di poggiare le mie labbra sul suo collo, ignorando il mio cuore che batteva all'impazzata mentre ricoprivo la pelle di Calum di attenzioni. Il moro sussultò, poggiando le sue mani sui miei fianchi dopo averle fatte vagare senza meta.

«Sai Cal, forse non avresti dovuto prenderti il disturbo di farti una doccia fredda per non svegliarmi», mormorai, sentendo l'adrenalina scorrere nelle mie vene, rimpiazzando l'imbarazzo che avrei sicuramente provato in circostanze del genere, «Avresti potuto chiedere a me di occuparmi del tuo... Problema», aggiunsi, prendendo un respiro profondo prima di lasciare che la mia mano, poggiata sulla spalla destra di Calum, scendesse lungo il suo petto, fino ad arrivare all'orlo dell'asciugamano. Accarezzai il rigonfiamento accennato da sopra la stoffa bianca, guadagnandomi un sussulto da parte di Calum che strinse la presa sui miei fianchi.

«B-bambolina», gemette, facendomi alzare il viso, «Cos'hai intenzione di fare?».

Sorrisi maliziosa, facendo scorrere la mia mano più velocemente sull'erezione di Calum. «Cosa vuoi che faccia?», chiesi, leccandomi le labbra.

«Danielle! Su! È ora di alzarsi!».

Sobbalzai, la voce della signorina Smiths riecheggiava nella stanza riportandomi alla realtà e facendomi pensare meglio a ciò che stessi per fare. Subito allontanai la mia mano dal corpo di Calum, sibilando un «va in bagno» a Calum che subito obbedì, chiudendosi la porta alle spalle cercando di fare meno rumore possibile.

Presi un respiro profondo, ignorando il battito accelerato del mio cuore e il tremito delle mie mani mentre andavo ad aprire alla porta, trovandomi il sorriso ammaliante della signorina Smiths davanti.

«Buongiorno, signorina Smiths», salutai la donna, sbadigliando.

«Buongiorno, Danielle», mi salutò la signorina Smiths, entrando in camera, «Pronta per questa bella giornata?».

Feci spallucce. «Credo di sì – a meno che non dobbiamo camminare molto, in quel caso non lo sono per niente».

La signorina Smiths rise. «Tranquilla, non sarà così stancante», mi rassicurò, facendo vagare i suoi occhi nella stanza, «Ehm... hai sentito Calum, per caso? Ho bussato per cinque minuti alla sua porta e non ha aperto».

Cercai di nascondere il mio disagio più che potessi. «Oh... non lo sento da ieri sera, quando siamo arrivati. Forse è sotto la doccia?», dissi vaga, voltandomi verso la valigia con la scusa che dovessi prendere i vestiti e la biancheria pulita per nascondere il rossore sulle mie guance.

«Beh, potresti mandargli un messaggio, dirgli che tra dieci minuti si scende per la colazione? Devo andare a prepararmi», annunciò la signorina Smiths.

Mi voltai verso di lei, sorridendole stancamente. «Lo farò. A dopo».

La signorina Smiths mi lanciò un sorriso malizioso. «A dopo – e tranquilla, non dirò al signor Paulson del vostro incontro di stanotte. Spero solo che siate stati responsabili», disse, ridacchiando prima di andarsene.

Fissai la porta in legno scuro con le guance completamente rosse, gli occhi sgranati e il cuore che batteva ancora più velocemente di prima.

Come aveva fatto la signorina Smiths a scoprire che io e Calum eravamo stati insieme? Comincio a pensare che quella donna abbia qualche mania di persecuzione nei nostri confronti...

«Quella donna è inquietante», mi voltai, trovando Calum vestito di tutto punto, appoggiato allo stipite della porta del bagno, «Eppure ieri pensavo di essere da solo...».

Scossi la testa. «Avrà provato ad indovinare. Allora, spero che la doccia sia pulita – altrimenti uso la tua», lo avvertii, afferrando le mie cose e dirigendomi in bagno.

Calum mi afferrò dai fianchi prima che potessi entrare in bagno, facendo aderire la mia schiena al suo petto. Sentii le sue labbra sul mio collo e il respiro mi si mozzò in gola.

«La prossima volta non ci saranno interruzioni, bambolina», ansimò nel mio orecchio, «Voglio le tue mani su di me e le otterrò, fosse l'ultima cosa che faccio. Capito?».

Sussultai. «Ca-capito», balbettai, serrando gli occhi.

Calum rise. «Perfetto. Adesso va a prepararti, bambolina, ci aspetta una lunga giornata», disse, prima di schiaffeggiarmi sedere e lasciarmi in mezzo alla stanza, completamente senza fiato ed imbambolata come una stupida.

Dio. Ma perché Calum è così... Calum?


***



[A/N] Buongiorno bimbe belle ♥

Finalmente siamo al capitolo venti! Non riesco a credere di essere arrivata così lontano, lol. Che dire di questo capitolo...? Non lo so neanche io, è stato scritto di getto. Finalmente sappiamo chi è Anna! Scommetto che avevate intuito qualcosa (sono prevedibile, lo dico sempre). E, riguardo Luke... tenete a mente quell'informazione, potrebbe tornare utile ;)

A giovedì con il prossimo capitolo! ♥

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