Capitolo 15
«Vuoi spiegarmi che ci facevi da Luke?».
«Non credo ti interessi».
Andavamo avanti così da cinque minuti. Michael mi aveva posto la stessa domanda più volte, a cui io avevo risposto sempre allo stesso modo, e cioè che non volevo rispondergli. Non gli avrei potuto parlare della faccenda Anna e della mia gelosia nei confronti di quella ragazza che non avevo mai neanche visto, nonostante sapessi che di Michael potevo fidarmi ciecamente; volevo che la mia gelosia colossale ed infondata non fosse di dominio pubblico. Soprattutto perché, oltre ad essere colossale ed infondata, quella era una gelosia senza diritto di esistere. Perché Calum non era mio, non stavamo insieme, quindi lui poteva fare ciò che voleva con la sua vita. Poteva uscire con chi voleva ed io non avevo voce in capitolo sulla faccenda, nonostante mi rodesse altamente.
«Mi interessa, invece. Ti ho detto cosa penso di Luke già molto tempo fa», mi ricordò Michael, tenendo gli occhi incollati alla strada. Il suo tono era un misto di sarcasmo, acidità e protezione che per qualche strano motivo mi ricordò mio padre, non aiutando per niente il momentaneo astio che provavo per Michael.
«E io ti ho già detto che Luke non mi interessa. Dovevo solo... Sapere una cosa», confessai, arrossendo.
Michael si voltò verso di me, fissandomi scettico. «E cosa avresti dovuto sapere, sentiamo».
«Non voglio dirtelo».
«Comunque sono dell'idea che baciare Luke non ti sarebbe servito a un bel niente. Luke ci gioca con le ragazze, sai».
Sospirai. «Suppongo di essermi fatta prendere dal momento», dissi stancamente, ripensando a ciò che stava succedendo tra me e lui. Se Michael e Calum non ci avessero interrotti, a quest'ora avrei avuto il mio primo orgasmo... Forse è stato un bene che siano arrivati in tempo. Ma quale forse? È stato un bene e basta.
Ora che ci pensavo meglio, non riuscivo a capire come si fossero trovati Calum e Michael a casa di Luke proprio in quel momento, come se avessero avuto qualche radar che rintracciasse la mia presenza.
«Perché tu e Calum eravate da Luke?», mi ritrovai a chiedere, senza neanche accorgermene. A volte il mio cervello decide cosa fare senza consultarmi prima - come baciare Luke Hemmings.
Michael fece spallucce. «Stavamo andando da Luke per una sessione di studio extra visto che sia io che Cal siamo due capre in matematica e Luke è piuttosto bravo», spiegò, «Ma purtroppo abbiamo trovato un'altra sessione in corso», aggiunse, facendomi un occhiolino.
Abbassai lo sguardo. «Non era mia intenzione, sul serio».
«Tranquilla, non sono arrabbiato con te - solo con Luke. Non voglio che ti si avvicini, so cosa può fare ad una ragazza, Dani, finirai solo per farti male», disse, usando di nuovo quel suo tono protettivo, adesso però più dolce. Michael era sempre stato così con me, sentiva sempre il bisogno di proteggermi e gli ero grata per questo, almeno fino a che non diventava opprimente.
«Credo tu sappia che io da Luke non voglio niente. L'ho baciato solo perché dovevo sapere quella cosa, tutto qui. Non mi ci avvicinerò più in quel modo e puoi starne certo».
Adesso ero più che determinata a stare lontana da Luke e dai suoi modi sensuali ed intriganti, nonostante mi attraesse. Comunque, non ero interessata in nessun modo a lui, quindi sarebbe stato facile... Credo.
«Calum ha guardato te e Luke come se avesse voluto uccidervi», disse Michael dopo qualche istante di silenzio.
Mi voltai verso di lui, fissandolo accigliata. «Grazie mille Capitan Ovvio», dissi, sarcastica.
Michael scoppiò a ridere. «Sprizzava gelosia da tutti i pori».
Alzai il volume della radio lasciando che la voce di Ariana Grande riempisse l'abitacolo e Michael arrossì, sorridendo come un ebete. Di tutti i segreti che sapevo di lui, la sua passione per Ariana Grande era forse il più idiota. Ma Michael non voleva si sapesse in giro, quindi...
«Nah, secondo me era solo arrabbiato con Luke», dissi poco convinta.
Michael mi guardò quasi sconvolto. «Sei pazza? Ti guardava in un modo... Non mi sarei stupito se ti avesse presa lì sul tavolo davanti a me e Luke».
Arrossii veemente alla sua affermazione. «N-non l'avrebbe fatto».
«Non conosci bene Calum, allora», obiettò Michael, ridacchiando quando notò il colore scarlatto delle mie guance.
«Neanche tu lo conosci», ribattei io, incrociando le braccia al petto.
Michael alzò gli occhi al cielo. «Andiamo Dani, è palese che l'avrebbe fatto!».
«Smettila Mike, dai», implorai, congiungendo le mani a mo' di preghiera.
«Va bene, se proprio ti imbarazza così tanto... Siamo arrivati», mormorò, parcheggiando davanti a casa mia, «Salutami tua madre».
Sorrisi brevemente prima di salutare Michael con un bacio sulla guancia, scendendo dalla sua auto. Entrai in casa, appoggiandomi alla porta di ingresso dopo averla chiusa ed emettendo un sospiro sconfitto. Non riuscivo a credere di essere ancora tremila anni luce lontana dallo scoprire la verità, nonostante tutto ciò che avevo dovuto passare. Era frustrante.
Cercando di non pensarci, mi avviai verso camera mia, quasi strillando quando notai la figura seduta sul mio letto.
«Ti aspettavo», disse Calum, giocando con l'orlo del mio piumone azzurro. Poteva sembrare totalmente disinteressato, ma il tono della sua voce faceva capire tutt'altro. Cominciai a pensare che forse avrei preferito sentire Michael sfottermi.
Mi portai una mano al petto. «Come diavolo sei entrato in casa mia?», sbottai, cercando di mostrarmi calma ma fallendo miseramente quando Calum alzò il viso, piantando i suoi occhi nei miei.
«Le nostre madri si conoscono, lo sapevi?», chiese lui di rimando, cambiando discorso. Ero sicura che la cosa centrasse, però.
Annuii. «Me l'ha detto mia madre stamattina. Allora, vorresti rispondere alla mia domanda?».
«L'ho già fatto, bambolina».
Mi trattenni dal roteare gli occhi. «Che ci fai qui?», continuai a chiedere, appoggiandomi allo stipite della porta. Per nessun motivo al mondo sarei entrata nella mia stanza. Nessuno. Quello era territorio di Calum adesso.
Calum fece spallucce. «Non mi è piaciuto trovarti con Luke oggi», iniziò, facendomi intendere benissimo il motivo della sua visita.
Incrociai le braccia al petto. «Se sei qui per farmi la predica su Luke, ti consiglio di andartene perché non ti ascolterò», borbottai, accigliandomi quando Calum rise leggermente.
«Chi ti ha detto che sono qui per farti la predica su Luke?», disse, alzandosi ed avanzando minacciosamente verso di me, «Sono venuto a dimostrarti chi è il migliore tra i due».
Alzai un sopracciglio. «E come vorresti dimostrarmelo?».
Calum rise, scuotendo la testa. «Sei così ingenua. Questa cosa mi eccita un casino».
Arrossii. «Ti ecciti con poco a quanto vedo».
Calum mi afferrò per un polso, facendomi entrare in camera. Mi spinse contro il muro e non riuscii a trattenere un piccolo mugolio. «È un aspetto che ha bisogno di essere limato, mi procura non pochi guai», affermò, poggiando le sue labbra sul mio collo, «Ma credo che mi aiuti più che penalizzarmi».
Trattenni il respiro mentre le labbra di Calum baciavano la mia pelle delicatamente, ma con insistenza. Le sue mani sicure afferrarono le mie cosce, portando le mie gambe all'altezza del suo bacino; le ancorai dietro la sua schiena sorreggendomi più che potevo al muro e alle sue spalle. Il suo corpo era premuto prepotentemente contro il mio facendomi sentire più fragile che mai.
«Non sai quanto mi abbia dato fastidio vederti con Luke», ansimò sul mio collo, prendendo a mordere la mia pelle, «Ti ho già detto che non mi piace che passi tempo con lui. Luke è diverso da me... ti lascerebbe dopo aver ottenuto ciò che vuole».
«Perché, tu non lo faresti?», chiesi sarcastica, trattenendo un gemito quando il corpo di Calum aderì maggiormente al mio.
«Non sono ciò che credi io sia, bambolina», sbottò lui, indietreggiando e scaraventandomi sul letto. Si inginocchiò davanti a me, afferrandomi per le cosce in modo che potessi allargare le gambe. Arrossii inconsciamente quando Calum portò le dita al bottone dei miei jeans, guardandomi esitante. Poi si morse il labbro e lasciò che le sue dita sbottonassero i miei jeans.
Oddio. Cosa voleva fare?
La mia mente mi propose vari scenari degni dei peggiori film porno, con Calum che mi teneva legata al letto e mi faceva cose degne di un Christian Grey dei poveri. E diamine, forse non avrei dovuto lasciarmi trascinare da Rowin al cinema per vedere quel dannato film, mi ha traumatizzata a vita. Ok, non proprio ma... Adesso avevo paura che Calum cominciasse a frustarmi.
Avrei dovuto fermarlo, ma sinceramente non volevo. Certo, se avessi capito che le sue intenzioni non concordassero con le mie allora l'avrei fermato, ma sapevo che Calum non si sarebbe spinto così oltre se io non fossi stata d'accordo.
Calum mi guardò brevemente. «Mi fermerò se non sei d'accordo, voglio che tu lo sappia», mi rassicurò, abbassando leggermente i miei pantaloni. I suoi occhi si posizionarono sui miei slip rosa con le paperelle e quasi scoppiò a ridere.
La giornata perfetta per indossare quegli slip, davvero.
Arrossii. «C-cosa vorresti fare esattamente?», chiesi, sentendomi davvero idiota.
Calum ridacchiò, mordendosi il labbro inferiore. «Niente a cui tu non sia d'accordo», spiegò, portando due dita sulle mie labbra, «Voglio solo dimostrarti che ciò che Luke ti ha fatto sentire non è niente rispetto a ciò che ti farò sentire io. Adesso succhia».
Arrossii, trovando quelle parole davvero sconvenienti al momento. Baciai i polpastrelli delle dita di Calum prima di farle scivolare nella mia bocca, succhiandole incerta e passandoci la mia lingua attorno. Calum sospirò, i suoi occhi guizzavano dalle mie labbra alla parte inferiore del mio corpo, scoperta in parte.
Respirai a fatica quando le dita di Calum, scendendo sul mio corpo, disegnarono un cuore immaginario all'altezza del mio ventre. Se il minimo tocco mi causava certe reazioni, come potevo sopravvivere a ciò che sarebbe successo?
Le mie labbra erano socchiuse mentre Calum spostava i miei slip di lato, prendendosi qualche secondo prima che le sue dita sfiorassero il mio centro. Gemetti, mordendomi subito le labbra in imbarazzo e facendo ridere Calum, che fece salire le sue dita fino a sfiorarmi il clitoride. Strizzai gli occhi, gemendo mentre Calum torturava il mio clitoride con movimenti circolari, lenti, che mi stavano facendo uscire fuori di testa. Non riuscivo proprio a trattenermi, per quanto volessi; non ero mai stata toccata così in vita mia, era normale che non riuscissi.
«Allora, mh? Preferisci Luke?», mi chiese, ansimando leggermente in sincrono con me. Vedevo la lussuria pura nei suoi occhi, puntati nei miei. Non volevo guardarlo negli occhi, ma era più forte di me.
«Rispondi, bambolina. Ti piace come ti tocco o preferisci Luke?», chiese, suonando più minaccioso di prima.
Deglutii rumorosamente. «T-te Calum, p-preferisco te», sbottai, gemendo quando il suo tocco diventò più insistente.
Calum sorrise soddisfatto, chinandosi per sussurrare nel mio orecchio. «Risposta esatta, bambolina. Dovrei premiarti, ma come?», disse, continuando ad ansimare nel mio orecchio, mentre le sue dita scendevano, arrivando alla mia entrata. Trattenni il fiato mentre il dito indice di Calum si infilava dentro di me, facendomi gemere rumorosamente. Calum ridacchiò, muovendo il suo dito dentro di me lentamente.
«Nessuno ti aveva mai toccato così prima, vero bambolina?», mi chiese canzonatorio, accelerando i movimenti del suo dito e aggiungendo il medio.
Annuii. «N-no, C-calum», riuscii a dire soltanto, senza riuscire a proferire più parola. Ormai il mio cervello era completamente invaso da Calum, dalle sue dita che si muovevano veloci dentro di me, dalla sua voce che sussurrava al mio orecchio. Se Luke mi aveva fatto sentire come se il tempo e lo spazio non esistessero, Calum mi stava facendo sentire come se non esistessi neanche io. Come se fossi un essere a parte, un'altra persona. Un'altra me.
Ed era una sensazione che mi piaceva tantissimo.
Socchiusi gli occhi, lasciandomi andare completamente e crollando sotto il tocco di Calum, gemendo il suo nome in una sorta di cantilena. Calum continuò a spingere le sue dita dentro di me mentre io mi accasciavo esausta sul letto, estraendole quando il mio respiro si calmò. Tenni gli occhi fissi su di lui mentre si portava le dita in bocca, succhiandole compiaciuto. Sentii le ginocchia tremare, l'eccitazione farsi sentire nonostante avessi appena avuto un orgasmo - il primo in assoluto, per la cronaca.
«Mmh», mormorò, estraendo le sue dita da bocca ed alzandomi i jeans, riabbottonandoli.
Gli lanciai un'occhiataccia mentre lui si distendeva accanto a me, nonostante i suoi gesti non avevano fatto altro che eccitarmi di più. «Scemo».
Calum rise, avvolgendo un braccio intorno a me cosicché potessi poggiare la testa sul suo petto. «Ti è piaciuto? Cioè, insomma... non ti ho fatto male vero? Diamine, è la prima volta che lo facevo ad una ragazza vergine... non è che ti ho sverginato?».
Alzai la testa, fissando Calum confusa. Da quando era lui quello impaurito di qualsiasi cosa?
«È tutto a posto, tranquillo», dissi, cercando di rassicurarlo quando in realtà non sapevo neanche io come stessi in quel momento, «E... mi è piaciuto tantissimo, su questo non devi preoccuparti proprio», aggiunsi, stampandogli un bacio sul collo. Hey, da dove è uscita tutta questa audacia?
Calum sospirò, accarezzandomi i capelli quando ripresi a guardarlo. «Pensavo che non me l'avresti lasciato fare».
Scossi la testa. «Lo pensavo anch'io, a dire il vero- diciamo che la parte impulsiva di me ha preso il sopravvento», ridacchiai, facendo spuntare un sorriso malizioso sulle labbra piene di Calum che, diamine, volevo sentire sulle mie a tutti i costi.
Decisi che ormai era ora di mettere fine a quella dannata scommessa che ormai non valeva neanche più. Così, allungai il viso verso quello di Calum, proprio mentre lui scostava una ciocca di capelli dal mio viso portandola dietro il mio orecchio. Ma prima che potessi concludere qualcosa, la porta di ingresso si aprì.
«Dani? Sei in casa?».
Scattai sul letto come una molla. «Cazzo, è mio padre».
«Dove vado?», mi chiese Calum, spaventato.
I miei occhi guizzarono alla finestra. «Esci da lì».
Calum annuì, alzandosi dal letto e correndo alla finestra, lanciandomi un bacio volante prima di correre via. Sospirai di sollievo, chiudendomi in bagno prima che mio padre arrivasse.
«Danielle?».
Sospirai, notando il succhiotto che Calum mi aveva lasciato sul collo. Quel ragazzo era fissato. «Sono in bagno, pà».
«Oh, okay. Hai passato una buona giornata?».
«Chiusa in casa? Certo, mi sono divertita da matti», dissi, uscendo dopo aver coperto il succhiotto alla bell'è meglio.
Mio padre mi fissò accigliato. «Sai che lo faccio per il tuo bene, vero?».
Scossi la testa. «Come dici tu, non ho voglia di litigare».
Mio padre mi lasciò un bacio in fronte prima di guardarmi comprensivo ed uscire da camera mia, dicendomi, prima di sparire, «Preparati, stasera ti porto a mangiare fuori».
Sorrisi quando mio padre se fu andato. Nonostante ce l'avessi a morte con lui perché mi aveva messa in punizione, mi mancava passare del tempo con lui.
Presi tutto ciò che mi serviva per la doccia, prima di andare in bagno controllai il cellulare. Avevo un messaggio non letto che mi era arrivato, forse, quando stavo parlando con mio padre.
Da: Hood
La prossima volta ti bacerò, stanne certa.
Sorrisi, sentendo il cuore battere a mille mentre scrivevo il messaggio di risposta.
A: Hood
Tu provaci, io ti aspetto qui.
***
[A/N] Buongiorno! ♥
Oggi posto presto, perché all'una dovrebbero staccare la corrente fino alle otto e mezza di sera (spero di sopravvivere).
Quindi, cosa ne pensate del capitolo? ( ͡° ͜ʖ ͡°) AHAHAHAH era qualcosa che dovevo mettere, lol - e ve l'avevo detto che Calum era geloso lol
Adesso non so più cosa scrivere, quindi vi lascio al capitolo. A giovedì! ♥♡♥
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