Capitolo 14
Il mio cuore batteva più forte del normale, mentre le mie mani ribaltavano il contenuto del mio armadio dall'apparenza disordinato. Sotto la pila di vestiti che giaceva al suo interno, in realtà, c'era un cassetto segreto in cui avevo riposto quei pochi vestiti, tutti regali di Rowin e Michael che i miei genitori non avrebbero approvato, sapendo che nessuno dei due l'avrebbe aperto perché molto probabilmente non sapevano neanche della sua esistenza. Eppure, era sparita. La giacca di Calum, riposta astutamente in quel cassetto, era sparita. E avevo il grandissimo terrore che mio padre l'avesse trovata, nonostante fosse assurdo perché mio padre non ha mai sistemato casa né ha mai toccato niente in camera mia - che io sapessi, ma comunque mio padre non è la persona che invade la privacy di qualcuno. Sospettavo però che un giro in camera mia l'avesse comunque fatto, considerati gli eventi dell'ultimo periodo...
«Danielle?».
Sobbalzai, quasi battendo la testa sull'anta in mogano dell'armadio. Mi voltai verso mia madre, portandomi una mano al petto e sospirando. «Santo cielo mamma, mi hai spaventata».
Mia madre rise. «Scusa, tesoro. Cerchi qualcosa? Ti vedo piuttosto indaffarata», disse, indugiando con lo sguardo su di me.
Feci spallucce. «Rowin ha lasciato una maglietta qui, pensavo fosse nell'armadio ma... Forse sarà in qualche cassetto, già», dissi nervosa, grattandomi la nuca.
Mia madre annuì comprensiva. «Capisco. Ma non è che invece di una maglia, cercavi questa?».
Il respiro mi sì bloccò in gola mentre mia madre sventolava la giacca di Calum davanti ai miei occhi; desiderai soltanto di sprofondare.
«Co-come l'hai trovata?!», chiesi deglutendo, respirando a fatica mentre guardavo la giacca di Calum stretta nella mano elegante di mia madre.
«So dell'esistenza di quel cassetto da anni ormai», rivelò mia madre, «Dovremmo fare una bella chiacchierata sul suo contenuto, non credi?», continuò, alzando un sopracciglio e facendomi arrossire.
«Tutto ciò che c'è lì dentro non mi appartiene, sappilo. Specialmente quella giacca», mi difesi, aggiungendo mentalmente che non mi apparteneva neanche chi la indossava, quella giacca. Il pensiero mi fece sospirare rassegnata.
«Ah, sì? E di chi sarebbe questa giacca allora?».
Mi morsi il labbro inferiore. «È d-di Michael. L'ha lasciata qui l'ultima volta che-».
«Non raccontarmi bugie, Michael è troppo piccolo per questa giacca», mi interruppe mia madre, «E poi non la nasconderesti lì dentro se fosse davvero di Michael. Adesso, mi diresti la verità per favore?».
Deglutii nervosa. «Se lo faccio, prometti di non dire niente a papà?».
Mia madre sembrò preoccuparsi. «Va bene... a meno che non sia una cosa molto grave, in tal caso sai che dovrei parlarne con lui vero?».
Annuii. «Non è una cosa così grave, è solo che... Quella giacca è del ragazzo che mi piace, e a lui questo ragazzo non piace molto-».
«È il ragazzo biondo con il piercing al labbro che ha comprato le sigarette al bar? L'amico di Michael?», mi interruppe mia madre, alzando un sopracciglio.
«No! Mamma, sei fuori strada, non è Luke. Il ragazzo biondo, intendo».
«Allora chi è?».
Sospirai, sapendo che non avrei potuto mentire a mia madre - avrebbe fatto di tutto per scoprire la verità. «Quella giacca è di un ragazzo che si chiama Calum, lui è... Il ragazzo che mi piace», ammisi, abbassando lo sguardo.
«Aspetta, Calum Hood?», alzai di nuovo lo sguardo, fissando incuriosita mia madre mentre annuivo, «Hai una cotta per il figlio di Joy! Che cosa carina, avevamo sempre detto che avremmo dovuto farvi conoscere ed ora state insieme! Perché non me l'hai detto prima? Santo cielo, devo dirlo a Joy, ne sarà così felice!», esclamò, battendo le mani come una bambina.
Subito impallidii. Mia madre conosceva la madre di Calum? Ma che razza di storia è questa?
«Frena, frena! Io e Calum non stiamo insieme, siamo solo amici». Purtroppo, aggiunsi mentalmente.
«E allora perché ti ha dato la sua giacca?».
Feci spallucce. «Avevo freddo».
Mia madre scosse la testa. «Tu non me la conti giusta. Su, perché non vuoi dirmi la verità? Non lo dirò a tuo padre se è questo che vuoi, puoi fidarti di me», cercò di incoraggiarmi, avvicinandosi e dandomi una pacca sulla spalla.
Sospirai rassegnata. «Io la verità te l'ho detta. Io e Calum non stiamo insieme, siamo solo amici. La mia è solo una stupida cotta e lui poi non è neanche interessato a me», ammisi, sentendomi più desolata che mai. Non avevo ancora affrontato la realtà dei fatti, cioè che Calum era interessato ad una ragazza misteriosa e che non vedeva niente in me, come del resto aveva sempre fatto. Adesso sapeva il mio nome, certo, ma ciò non voleva dire che si interessasse a me minimamente.
Mia madre mi guardò preoccupata. «Dai, non dire così. Sono sicura che tu piaccia a Calum, sei così una bella ragazza...».
Quasi risi. «Non potrei mai piacere ad uno come lui. E poi è interessato ad un'altra ragazza».
Mia madre alzò un sopracciglio. «È interessato ad un'altra ragazza?», mi chiese, passando una mano fra i miei capelli.
Feci spallucce. «L'altro giorno eravamo insieme, e... Lui stava parlando con questa 'Anna' per messaggi. Gli ho chiesto chi fosse ma lui non ha voluto rispondermi, quindi penso sia ovvio che nasconda qualcosa, no? Il fatto che è non ho visto tutta la conversazione quindi non posso saperlo con certezza, ma... Lei ha detto che non vedeva l'ora di vederlo e io non so cosa pensare, onestamente, mà», raccontai brevemente, sentendomi più desolata di prima. Proprio quando cominciamo ad avvicinarci di più, ecco che arriva qualcosa che rovina tutto. E questo qualcosa è una ragazza sicuramente molto più bella di me, il che rende il tutto più terribile.
Mia madre si morse il labbro inferiore. «Potrebbe essere anche solo un'amica. L'amicizia fra maschio e femmina esiste, e tu lo sai bene no?».
Ridacchiai. «Ho la vaga impressione che non si possa essere amica di Calum, sai?».
Mia madre alzò un sopracciglio. Solo in quel momento mi accorsi che lo faceva davvero troppo spesso. «Quindi cosa mi nascondi?».
Non appena mi accorsi di ciò che avevo detto arrossii. «Ma io potrei essere l'eccezione alla regola!».
Mia madre scoppiò definitivamente a ridere. «Parleremo della tua relazione con Calum dopo, adesso dobbiamo capire cosa fare. Se vuoi posso provare a chiedere a Joy, magari ne sa qualcosa», ipotizzò, sorridendomi rassicurante.
Scossi subito la testa. «Preferirei che ne restassi fuori, mamma».
Mia madre si imbronciò. «Ma voglio aiutarti con la tua prima cotta. Santo cielo, la prima cotta di mia figlia! Stai crescendo così in fretta», disse, facendo finta di asciugare una lacrima.
«Dio, mamma!», mugolai, quando mi afferrò e mi trascinò in un abbraccio spaccaossa. Quando ci staccammo, ridacchiava compiaciuta.
«Comunque vorrei darti un consiglio».
«Spara», la incitai a parlare, appoggiandomi contro l'anta dell'armadio che prima aveva cercato di sfondarmi la testa.
«Dovresti chiedere a qualcuno che lo conosce. Ma che lo conosce davvero bene».
Rabbrividii. Purtroppo per me, mi veniva in mente soltanto un nome che conosceva Calum davvero bene. E quel nome portava solo guai... Sarei davvero andata da Luke solo per capire chi fosse la persona che - con ogni probabilità - minacciava quella piccolissima mia probabilità di riuscire con Calum?
Ovvio che l'avrei fatto.
***
Ce la puoi fare, Danielle, mi ripetevo mentre camminavo lentamente per raggiungere la porta verniciata in verde scuro di casa di Luke, ce la puoi fare.
Non ero per niente sicura della veridicità delle mie affermazioni, ma sapevo che dopo un numero di volte che una cosa viene ripetuta una persona comincia a crederci. Speravo funzionasse.
L'idea di affrontare Luke mi spaventava a morte. Certo, avrei potuto andarmene, tornare a casa e chiedere a mia madre di provare a ricevere informazioni da Joy, ma sono stupida e decido sempre di prendere la strada più difficile. Oltretutto ormai c'ero dentro fino al collo, visto che avevo appena bussato. Aspettai nervosa che Luke venisse ad aprire la porta, mordicchiando le mie già cortissime unghie e battendo il piede a terra. Quando finalmente la porta si aprì il mio cuore perse un battito e il respiro mi si mozzò in gola, mentre Luke mi guardava divertito.
«Ma guarda un po' chi si vede. Buon pomeriggio, Danielle», mi salutò in modo sensuale, mordendosi il labbro inferiore.
Deglutii. «Ho bisogno di una mano», sputai, arrossendo mentre Luke processava ciò che avevo appena detto. Forse avrei dovuto salutarlo, prima...?
Ma no. Avevo una missione da compiere, e Luke non era certo una persona che si offendeva - o almeno così credevo.
«Tutto ciò che vuoi. Entra», mi invitò ad entrare sorridendo sghembo.
Misi piede in casa guardandomi attorno circospetta, quasi come se fosse la prima volta che ci entravo. Seguii Luke in cucina, appena il ragazzo si chiuse la porta alle spalle fui accolta dall'odore del caffè.
«Ho appena fatto il caffè, ne vuoi un po'?», mi chiese Luke cortese, offrendomi una tazzina.
L'accettai grata, sorridendo al biondo mentre mi portavo la tazzina alla bocca, sorseggiando lentamente il mio caffè bollente. Mi sedetti all'isola mentre Luke si appoggiava al bancone.
«Quindi, um... Sono stata fortunata a venire proprio dopo che hai fatto il caffè», dissi timidamente, facendo spallucce.
Luke rise. «Saltiamo i convenevoli, su. Che ti serve?», mi chiese diretto, alzando un sopracciglio.
Sospirai. «Volevo essere più amichevole ma se la metti così... Ehm, l'altro giorno ero con Calum».
«Informazione preziosa. Dimmi un po', cosa dovrei farmene?».
Sbuffai. «Se magari mi fai continuare...», vagheggiai, puntando lo sguardo sulle mie gambe, «Insomma, Calum stava messaggiando con una ragazza di nome Anna e io voglio sapere chi è», sbottai, alzando lo sguardo. Luke mi guardava con un sopracciglio alzato, le labbra contratte in un sorriso sghembo.
«Temi che Calum non ti voglia più perché non gliel'hai data ancora, tesoro?», mi chiese, scoppiando a ridere non appena arrossii.
Diamine. Dovrei togliermi il vizio di arrossire a praticamente qualsiasi cosa...
«No! Voglio solo sapere chi è Anna, lui non me l'ha voluto dire...».
Luke scosse la testa. «Non posso dirtelo, non sarebbe giusto nei confronti di Calum».
Sbuffai. «Oh, ti prego. Quando mai te n'è fregato di cosa è giusto e cosa è sbagliato?», sbottai, fissando il biondo in cagnesco.
Luke si limitò a restituire le occhiate, ridacchiando leggermente. «Hai mai sentito parlare di Bro Code?», replicò, facendo due rapidi passi per raggiungermi, «Calum mi ha fatto promettere che non avrei mai detto i suoi segreti a nessuno. Se non ti ha voluto dire chi è Anna vuol dire che un motivo c'è, no?».
Mentre parlava, Luke aveva avvicinato il suo viso al mio, e in quel momento era ad un palmo di naso da me. Deglutii nervosa, fissando lo sguardo sulle sue labbra. «Non me ne frega niente del Bro Code, e sono sicura che non importi anche a te. Insomma... Calum è interessato a me, secondo la tua opinione. Perché andar dietro alla ragazza che ha puntato il tuo amico? Non è molto da Bro Code, secondo me», borbottai, facendo ridere Luke. Il suo respiro era sulle mie labbra.
«In primo luogo, sei sempre tu a tornare da me», ribatté, «E poi, davvero sei così sicura che Calum sia interessata a te?».
Aggrottai le sopracciglia. «Sospetto che provi qualcosa per te che non sia soltanto voglia di scopare», ripetei quelle parole che mi aveva detto la sera in cui mi aveva accompagnata a casa, tanto le avevo impresse nel cervello, «Insomma, c'eri anche tu in quella macchina o no?».
Luke alzò gli occhi al cielo. «Sai che ti dico? Ho cambiato idea. Voglio dirti chi è Anna».
Alzai un sopracciglio. Cedeva così facilmente? Non era possibile.
«Mi nascondi qualcosa, vero?», chiesi cauta, notando il suo viso avvicinarsi ancora. Un minuscolo movimento della testa e mi sarei ritrovata con le labbra attaccate a quelle di Luke. O forse i nostri nasi si sarebbero scontrati.
Luke rise sulle mie labbra. «Le mie labbra sono sigillate, sai, ma la chiave per aprirle è facile da trovare...», sussurrò, accarezzandomi una guancia, «Baciami e ti dirò tutto ciò che so».
Oddio. Lo sapevo. Sapevo che mi avrebbe detto una cosa del genere! Eppure, perché stavo arrossendo così? In fondo mi aveva chiesto solo un bacio, niente di che...
Oh, no, per una che fino a quasi un mese fa non aveva mai baciato nessuno era una gran cosa. Specialmente per me, convinta che nessuno avrebbe mai voluto baciarmi...
«Perché vuoi che ti baci?», mormorai, sentendo la mia voce più debole che mai.
La teenager in calore che era in me mi stava urlando di chiudere la bocca e di lasciare che Luke mi baciasse (perché insomma, chi rifiuterebbe un bacio da Luke Hemmings?); la parte razionale di me, invece, lottava per fare in modo che le labbra di Luke non sfiorassero le mie. Mi ero detta che non sarebbe successo più, non è vero?
La risata tenue di Luke mi riportò alla realtà. «Credo di soffrire di basorexia», disse, leccandosi le labbra in modo seducente, «Oppure, uhm, sono solo un adolescente arrapato che usa ragazze innocenti per avere tutto ciò che vuole».
«Credo sia più la seconda», affermai, sentendomi sempre meno sicura di me stessa.
«Può darsi, sì», mi concesse, «Ora cosa ne dici della mia proposta? Ti ricordo che puoi sempre tirarti indietro ma scegliere la via più difficile per arrivare alla verità».
Non avrei dovuto farlo, ma odio dover scegliere la via difficile. E poi, chi sono io per rifiutare un bacio da Luke Hemmings?
Sospirando sconfitta, lasciai che le nostre labbra si unissero. Ciò che pensavo sarebbe stato solo un bacetto si amplificò; Luke afferrò entrambe le mie guance e riuscì a separare le mie labbra, permettendo che la sua lingua scivolasse nella mia bocca. Mugolai in protesta, stringendo la maglietta di Luke in un pugno per fargli cenno di lasciarmi andare. Luke sorrise in modo bastardo e fece scivolare le mani sui miei fianchi, facendole fermare alle mie cosce e sollevandomi dallo sgabello con facilità, portandomi sul bancone. Però, per essere mingherlino ci sapeva fare con i pesi.
«L-luke, avevi detto solo un bacio», protestai, completamente rossa in viso quando Luke si staccò brevemente da me per prendere fiato.
Il biondo mi sorrise malizioso. «Non ho accennato niente riguardo alla quantità prevista di baci», disse frettoloso, riprendendo a baciarmi.
Decisi di lasciarmi andare, portando le mani sulle spalle larghe di Luke e stringendole. Luke mugugnò in approvazione fra le mie labbra, stringendo i miei fianchi e portandomi in avanti, facendo sì che stessi più vicina a lui. Il suo corpo era fra le mie gambe, completamente spalmato contro il mio; emisi un sospiro soddisfatto. Luke sorrise malizioso, prima di muovere il suo bacino contro il mio. Un gemito sfuggì alle mie labbra; cercai di staccarmi da Luke meglio che potevo.
«L-luke, no», sputacchiai, gemendo di nuovo quando i fianchi di Luke si mossero di nuovo in direzione dei miei, la sua crescente erezione sfiorava il punto in mezzo alle mie gambe provocandomi sensazioni che fin'ora nessuno era riuscito a farmi provare.
«Mmh, spegni il cervello per un secondo, Dani», sbottò Luke, ansimando leggermente nel mio orecchio, «Non credi sia arrivata l'ora di sfogare un po' di frustrazione repressa?».
Scossi la testa freneticamente. No, non era per niente l'ora di sfogare un po' di frustrazione repressa, specialmente non con Luke! E poi diamine, io non sono il tipo di ragazza che si fa toccare da chiunque - o almeno, credo di non esserlo. Che stessi mentendo a me stessa?
Forse, davvero nel profondo, io ero quel tipo di ragazza. Forse volevo esserlo... Non l'avrei mai saputo se non mi fossi buttata.
Così, feci come Luke mi aveva suggerito di fare: spensi il cervello e mi lasciai travolgere dagli eventi senza sapere in cosa mi stessi cacciando.
Luke sorrise vittorioso quando si accorse che mi sarei completamente abbandonata a lui; prese a muovere il suo corpo contro il mio con insistenza, ansimando nel mio orecchio. Mi aggrappai a lui, ancorando le gambe al suo bacino e lasciandomi sfuggire gemiti sommessi. Avevo gli occhi serrati, essendo le sensazioni che stavo provando talmente forti che mi stavano portando al limite della sopportazione. Non riuscivo più a capire niente, ormai il tempo e lo spazio in cui mi trovavo sembravano lontani anni luce. O meglio, furono lontani anni luce fino a che non sentii il sussulto di una voce familiare, che mi mise subito sull'attenti.
In men che non si dica Luke si era allontanato dal mio corpo, spinto dallo stesso sussulto che avevo sentito anch'io, proveniente dal mio migliore amico. Michael fissava inorridito prima me e poi Luke, dall'espressione del suo viso dedussi che volesse parlare ma non trovava le parole adatte da dire. Accanto a lui, Calum ci fissava attento, un misto di gelosia e rabbia nello sguardo color del cioccolato. In mano aveva un mazzo di chiavi.
«Oh... Ehm... Hey», mi limitai a dire, ancora ansante, sentendomi sempre più mortificata ed imbarazzata. Che figura...
«Hey? Tutto ciò che mi dici è hey?!», sbottò Michael, puntandomi il dito contro, «Non riesco a credere a ciò che ho appena visto! E tu, bastardo, ti avevo proibito categoricamente di provarci con lei!», quasi strillò, adesso rivolto a Luke. Calum si limitò a contrarre la mascella, fissandomi ancora con quel suo sguardo arrabbiato. Sentivo i brividi percorrermi da capo a piedi, e la rabbia per ciò che aveva detto a Michael. Aveva proibito a Luke di provarci con me? Avevo sentito Michael dire cazzate su cazzate, ma questa le batteva proprio tutte.
Luke fece spallucce. «Sai che ho una passione per il proibito».
Calum strinse le mani a pugno, ma non disse niente. Si limitò a lanciare il mazzo di chiavi verso di Luke, che lo afferrò prontamente, e a girare i tacchi uscendo dalla cucina.
«Credo di averne sentite abbastanza. Dani, scendi di lì, ti riporto a casa».
In quel momento ero arrabbiata, frustrata e delusa per essermi ritrovata nuovamente con un pugno di sabbia; non volevo seguire Michael, ma lo feci comunque perché non avevo la minima voglia di protestare. Senza neanche salutare Luke, uscimmo da casa sua; Michael mi teneva per un polso mentre ci dirigevamo alla sua auto.
***
** basorexia: in caso non lo sappiate, la basorexia è la "malattia dei baci". Chi soffre di basorexia, in pratica, prova il desiderio di baciare qualcuno, chiunque esso sia. **
[A/N] Buonasera!
Oggi posto di mercoledì poiché domani ho il saggio di canto e sarò impegnata tutto il giorno. È un po' tardi perché me ne sono ricordata adesso. Ahaha
Beh, che dire di questo capitolo? Ne succedono di cose... sappiate che amo la mamma di Danielle, lol.
Adesso secondo voi cosa succederà tra Calum e Danielle? Insomma, Cal sembrava geloso... mi sa che vi tocca aspettare giovedì per saperlo, soz
A giovedì prossimo, allora! ♥
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