IV.Emir
Oggi è sabato. Che poi non è tanto diverso da un lunedì, un martedì, un mercoledì...se non fosse per l'appuntamento settimanale con le visite dei parenti. Certo, per me, niente cambia. Non viene mai nessuno a "vedere" me. Si limitano ad una telefonata di tanto in tanto, così giusto per mettersi a posto la coscienza.
Telefonata da cui, puntualmente, mi defilo.
<Emir, alzati dai. C'è il sole, partitella a pallone?> Ogni volta che c'è il sole si diffonde un fastidiosissimo entusiasmo che mi sta sulle palle. Va bene che in questa dannata città una giornata soleggiata equivale quasi ad un miraggio, ma dal momento che siamo rinchiusi qui dentro non capisco cosa cazzo hanno da entusiasmarsi per un briciolo di pallido sole.
Entra nella mia asettica stanza Gabriel, il figlio di Joe che di tanto in tanto viene a dare una mano.
< Wow, c'è il sole! Adesso si che la mia giornata ha un senso! > dico ironicamente, sedendomi al centro del letto.
<E dai non fare sempre il guastafeste, apprezza le piccole cose! > facile dirlo per lui che entra ed esce come e quando gli pare, ma per me che sono chiuso qua dentro che piova o ci sia il sole cosa vuoi che cambi? Anzi, mi fa solo incazzare di più: mi affaccio dalla finestra, rigorosamente sbarrata, e ho una visuale parziale, su un quartiere, una città che pullula di vita ed io sono rinchiuso. Ma non devo incazzarmi, devo apprezzare le piccole cose, si sto cazzo!
Sospiro: < Ok, ma sto in attacco!>
Mi alzo a fatica e mi trascino verso il bagno in fondo al corridoio a destra. Sento dei rumori, qualcuno sta vomitando. Classico, eppure ancora non mi sono abituato a questo tanfo.
Indossata l'ennesima tuta, scendo al piano terra. Cinque contro cinque, iniziamo una partita che si palesa scorretta sin dall' inizio, con gli altri sfigati come me di cui a nessuno importa, che non riceveranno alcuna visita oggi. La partita, finisce prima del previsto in seguito ad un inventato fallo che degenera in una mezza rissa. Ecco i risultati del l'astinenza e dei nervi a fior di pelle!
<E che cazzo! Possibile che non si riesce mai a fare niente senza trascendere, ma vaffanculo!> sbotta Gabriel.
<Gabriel! > compare Joe < Modera i toni!> lo ammonisce.
Chiaramente, non è in netto disaccordo con suo figlio. È del tutto vero che in questo posto raramente si riesca a fare qualcosa senza sfiorare la tragedia.
<Da lunedì si alterneranno dei nuovi volontari, vi sarei grato se evitaste isterismi e scenate come questa. E, soprattutto, non terrorizzateli, sono ragazzi come voi!> ci guarda dritto negli occhi e, senza attendere risposta, se ne va.
Cos'è questa novità? Da quando sono qui, gli unici volti nuovi sono stati quelli di altri disgraziati come me e, vabbè, poi c'è Gabriel, ma lui è un caso a parte!
Chi saranno questi sfigati fuori di testa che decidono volontariamente di passare del tempo in un posto del genere e con individui come...me?!?!
Improvvisamente, mi sento quasi eccitato. Sorrido.
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