Capitolo 9- Blueville
*Matt*
Saluto la mamma, prima di andare a giocare a calcetto con gli amici.
Come al solito mi chiede un bacio.
"Mamma te l'ho detto, ormai sono troppo grande per queste cose!" si allontana un po' delusa.
Ormai ho dieci anni, dovrebbe capirlo.
Corro verso gli altri, felice.
Non è stato difficile ambientarsi in questa nuova città.
Blueville è molto colorata e l'oceano è bellissimo. Ho conosciuto tanti bambini come me, siamo diventati presto amici.
Ogni tanto andiamo a correre sulla spiaggia. Non so perché ma l'odore dell'oceano mi rende sempre contento. Mi ricorda qualcosa ma non so bene cosa.
La mamma non mi ha mai detto perché ci siamo trasferiti, né ciò che le ha detto Camy quel giorno.
D'altronde i miei ricordi cominciano a farsi sempre meno chiari. Eppure so che se la rivedessi la riconoscerei all'istante.
Quando la nomino, però, la mamma cambia subito argomento e si arrabbia con me. Non capisco perché si comporti così.
Comunque ho poco tempo per pensarci ultimamente, sono sempre fuori a giocare.
"Ciao Matt" mi saluta Simon "allora ci facciamo due tiri?", mi getta il pallone tra le braccia.
"Certo".
Ed è proprio in questo momento che accade. Non è la prima volta, non ho mai capito cosa mi succeda.
Eppure questa volta sembra tutto più nitido.
Cado improvvisamente a terra. Inizialmente tutto diventa buio, sono completamente isolato dal mondo.
D'un tratto però iniziano a scorrere velocemente una serie di immagini, prevalentemente confuse.
La prima volta che mi accadde fu qualche mese dopo il trasferimento. Ero solo, nessuno si accorse di nulla.
Vidi sbiaditamente l'immagine di una casa in fiamme. Ebbi incubi per mesi, d'altronde avevo appena cinque anni.
Le immagini che vedo ora sono molte, molte di più e, forse, un po' più confuse. Scorrono rapide. Cerco di concentrarmi di più. Adesso prendono un ritmo più lento.
Una casa, la stessa casa in fiamme, una donna che fugge e una figura, meno nitida, che non conosco. Eppure mi sembra tanto familiare.
"Matt, Matt svegliati". Simon mi sta scuotendo prepotentemente.
Mi sveglio un po' intontito e più confuso di prima. Che c'entra tutto questo con me?
"Grazie signore" sta dicendo Simon ad un ragazzo sulla trentina, che mi poggia sulla sabbia senza dire una parola.
Mi sembra tutto cosi strano.
Perché queste immagini si nascondono nei miei pensieri?
Poi d'un tratto mi viene in mente qualcosa, delle parole.
"Hai mai la sensazione di aggrapparti a ricordi che non ti appartengono?".
Cosa avrà voluto dire?
Mi riscuoto subito. Ma cosa vado a pensare?
In fondo io sono soltanto un bambino, un normale bambino di dieci anni.
*Camy*
Eddy è partito senza di me.
I miei nuovi genitori non mi avrebbero mai permesso di andare.
Posso capirli, come si può lasciare partire, tutta sola, una bambina di dieci anni? È da folli.
D'altronde spezzerei loro il cuore, rivelando tutta la verità.
E, quindi, mi ritrovo ancora imprigionata in questa maschera, ma con una preoccupazione in meno:
Eddy l'ha trovato.
Lo proteggerà da lontano, fino a quando non arriverà il momento.
Quel momento che io aspetto con tutta la mia anima.
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