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Capitolo Bonus

OVA:

"Quel lontano 13 Maggio..."

[racconto in terza persona]

Il sole splendeva e i suoi raggi rallegravano la piccola T/N talmente tanto, che i genitori sorridevano nel vederla saltare da una parte all'altra della casa, piena di gioia e dagli occhi c/o splendenti.

"Mamma! Papà! Guardate che sole fuori!" Diceva la piccola sorridendo allegramente.
"Si tesoro" le rispondeva la madre scompigliandole i capelli, mentre il padre le guardava compiaciuto.

"Posso andare a giocare fuori?"
"Certo, divertiti e non allontanarti troppo" le ammoniva il padre ogni volta. La piccola sbuffava ogni volta, ormai questa sua risposta la conosceva fin troppo bene.

"Si papà, lo so!" Le sorrideva e lo abbracciava, baciando poi sulla guancia la madre non più che 30enne e correre fuori di casa, in cerca della sua amica N/a.

Correva per le stradine della città, sotto lo sguardo della gente, chi le sorrideva, chi la implorava di non correre così velocemente, per paura che potesse cadere e farsi davvero male.

Ma T/N non li sentiva nemmeno, ad ogni passo le sembrava di staccarsi dal suolo, sempre di più.
Era convinta che prima o poi sarebbe riuscita a volare, lo sapeva.
O lo sperava.

"N/a eccoti!" La chiamò T/N, arrivata davanti alla casa dell'amica, facendo voltare alla chiamata una ragazza dagli occhi o/a (occhi amica) e i capelli c/a, che le mostrò un sorriso a trentadue denti.

"T/N, come stai?"
"Io sto benissimo! Hai visto che bel tempo oggi! Ieri pioveva a dirotto invece ora c'è il sole! Sembra un miracolo" T/N si stese a terra, sulla folta erba del giardino dell'amica, a pancia in su.

Socchiuse gli occhi e stese le braccia, era così rilassante restare stesi sull'erba.
Si portò una mano al volto, attirata dal formicolio quasi fastidioso sul suo dorso, quando notò con stupore e gioia di avere una piccola coccinella sulla mano.
Si sedette, mostrando l'insettino all'amica, che si avvicinò per vederlo meglio.

Si ritrovavano sempre così, a guardare con curiosità un qualsiasi oggetto gli capitasse sotto mano.
Erano due bambine molto curiose.

I folti capelli della c/c (T/N) ondeggiavano leggermente alla leggera brezza del vento, quando la coccinella, stanca di essere ammirata, se ne volò via, lasciando le due col sorriso in volto.

"È andata dai suoi bambini" esordì la piccola T/N, alzandosi e pulendosi il vestitino che portava.
"No, è andata dal suo ragazzo!" La corresse l'amica, forse con un tono oserei dire sognante.

"Sarà come dici tu N/a" le sorrise T/N.
"T/N! Buongiorno piccolina"
"Buongiorno signora C/a (Cognome amica)"
La signora le sorrise e le baciò amorevolmente la fronte.

Il suo grembiule bagnato aveva inumidito la punta del naso di T/N, che furtivamente si asciugava con la manica del suo giacchettino.
"Divertitevi, saluta i tuoi genitori da parte nostra"
"Certo, grazie" le sorrise, prima di tornare dentro casa.

"Che facciamo?"
"Non lo so, ti va di giocare a palla?" Le propose N/a.
"Perché no!"

...

"Ahi!" Disse T/N, massaggiandosi il capo con la mano, mentre l'amica le chiedeva scusa per il brutto tiro.
"No, tutto bene."
Le sorrise T/N, correndo a prendere il pallone finito in mezzo alla strada.

La piccola scansava le persone che le tagliavano la strada abilmente, ridendo immaginandosi come una super eroina che schiva le montagne volando.

Arrivata alla meta, si china verso il pallone ma qualcosa, o meglio qualcuno, ci arriva prima di lei.
T/N alzò lo sguardo curiosa e si paralizzò nel vedere gli occhi azzurri come il cielo del bambino che aveva davanti a se. I suoi capelli biondi ondeggiavano leggermente alla brezza, incantando la piccola che le sorrise amabilmente.

Anche il ragazzo sorrise alla vista della piccola, e dolcemente le porse il pallone che aveva in mano.
"Deve essere tuo"
"Si, grazie mille" gli rispose T/N.
"Come ti chiami?"
"Mi chiamo...Den...Den Watanabe. Tu?"
"Io mi chiamo T/N, vuoi venire a giocare con noi?"
"Noi chi?"
"Io e una mia amica"
"Okay...perché no"

Quel pomeriggio, i tre si divertirono da matti.
Nonostante qualche bernoccolo, T/N era più felice che mai.
Sorrideva ad ogni passo, mentre Den continuava a farle ridere con battutine di poco contino, masticate e rimasticate, ma che la facevano morire dalle risate, proprio come N/a.

Erano le sette passate, quando la madre di N/a la richiamò per la cena.
Anche la mamma di T/N la venne a prendere per mangiare, rispondendo alle domande della sua bambina sulla curiosità di come la avesse trovata subito con 'intuito, semplice intuito'.

"Den, Ei Den"
"Dimmi T/N" le rispose il biondo.
"La tua mamma? Non vai a mangiare?"
"Ah, ecco io...non ho una mamma..."
Le rispose il bambino abbassando gli occhi.

"Che cosa...?"
La piccola T/N nonostante la sua tenera età, si dispiacque molto per la triste e fredda situazione del bambino davanti a lei.
Il non avere una mamma, una famiglia, era una cosa orribile, lo capiva nonostante fosse così piccola.

Le venne quasi da piangere, al sentire la triste storia rimuginata dal bambino.
La storia di come la sua mamma era morta e di come il padre lo aveva abbandonato, in preda alla tristezza e ad un momento di follia.

La piccola non resistette dall'abbracciarlo forte a se, mentre la madre di T/N lo guardava con occhi lucidi e pieni di comprensione. Forse paura, tristezza, incertezza...

"Mi dispiace tanto..." riuscì solo a dirgli questo la piccola, prima di scoppiare in un pianto sfrenato.
Den la strinse più forte, dicendogli di non preoccuparsi per lui.
Neanche la madre di T/N riuscì a resistere a quella scena, e una lacrima solitaria le scese sua guancia, al pensiero dell'inferno in cui è dovuto stare quel bambino.

...Se solo tutti non si fossero lasciati prendere troppo sul serio dalle sue parole...

Ad ogni modo, la madre di T/N quella sera propose a Den di viver insieme a loro, lui ne fu entusiasta, ed anche T/N.

Il nuovo trio tornò felice a casa, nonostante quell'alone di tristezza che li aveva circondati poco prima.

Quella stessa sera, successe qualcosa che nessuno di loro si sarebbe aspettato. O meglio, non tutti.

A notte fonda, erano circa le 2:30, T/N si svegliò a seguito del rumore di passi provenienti dalla stanza accanto. Svegliato anche Den, i due piccoli intrepidi, forse in cerca di avventura o di guai, tentarono di scoprire la fonte di quel suono ovattato.

Trovarono i genitori di T/N vicino alla porta di casa, girati di schiena.
In un primo momento, T/N sentì il cuore saltargli in gola, ma si rassicurò quando i suoi genitori si voltarono e la guardarono, quasi come per dirle solo con lo sguardo che va tutto bene.

Den, invece, era nervoso.
T/N si stupì del suo comportamento, dopotutto, era tutto okay.

Quando la madre di T/N si spostò leggermente verso destra, fece campo libero per la vista di T/N sulla persona con cui stavano parlando: una donna sulla quarantina, capelli mori e mossi e gli occhi azzurri e lucidi. Bellissimi occhi, gonfi e rossi per le tante lacrime versate dalla donna.

Era in atteggiamento implorante e guardava la madre di T/N con sguardo compassionevole, implorando qualcosa che in un primo momento T/N non capì, tanti erano i singhiozzi della donna.

Dopo che i suoi genitori la ebbero tranquillizzata, la fecero entrare in casa e lei quasi si paralizzò nel vedere il biondo accanto a T/N. Iniziò a baccagliare e ad un tratto si mise addirittura in ginocchio dinanzi a lui.

Lui si ritrasse, non sembrava per nulla sorpreso della donna.
La donna iniziò nuovamente a lacrimare e tra le lacrime disse:
"Den...Mio Dio Den, eccoti finalmente, ti ho cercato per tutto il giorno, non ti trovavo più...dove ti eri cacciato?!"
Detto questo la donna lo strinse a se, abbraccio che non fu ricambiato dal bambino.

In quel momento, l'aria di dubbio e ansia si poteva tagliare col coltello in quella stanza.
L'espressione di stupore misto allo sbigottimento era dipinta su tutti i visi della famiglia T/C, mentre guardavano increduli la scena.

Chi era lei?

"Den, ti prego vieni a casa con me, che ci fai qui dentro? Perché te ne sei andato?" Disse frenetica la donna guardando e toccando il bambino quasi come fosse solo un illusione.
"Voglio delle risposte Den!" Urlò d'un tratto tra le lacrime.

Den si limitava a guardare la donna con disgusto. Nessuno dei tre osava interrompere la scena.
O forse T/N.
"Chi è lei...?" Chiese la piccola, indicando la donna, ora in lacrime ai piedi di Den.

"Io..."
"Sono sua madre."
Rispose la donna.

Le mancò il respiro.
Sentì lo sguardo dei suoi genitori sopra di lei, forse per vedere una sua reazione.
Ma T/N rimase immobile, impassibile.

"Den, ascoltami. Perdonami se ti ho sgridato, ho esagerato. Ho alzato troppo la voce, hai ragione. Ma ti prego torna con me, mi hai fatto preoccupare tantissimo..."
e ricominciò a singhiozzare.
Quelle lacrime, quelle urla di una madre disperata, erano così strazianti.

"Bene, vedo che hai capito. " disse d'un tratto Den, prendendo parola.
Tutti lo guardarono stupiti.
Come era possibile che un ragazzino potesse ricattare così una madre che lo ha sgridato solo per il suo bene?

"Se tornerai, avrai sempre tutto ciò che vuoi, nessuno ti dirà mai cosa è sbagliato. Sei grande"
Grande?! Aveva solo sette anni dannazione!
La stessa età di T/N.

Ma lei fu più matura da riuscire a trovare il marcio in Den.

Li guardò uscire dalla sua casa, nel buio della notte.
Mente l'odio di T/N verso di lui aumentava, aumentava, aumentava.

Spazio me:

Salve, finalmente aggiorno eh.
Mi dispiace di avervi fatto aspettare così a lungo...davvero.
E mi dispiace dovervi dire che dovrete aspettare ancora.
Spero vi sia piaciuto, nonostante non sia un continuo, ma solo un OVA, ma ci tenevo a farlo. Detto questo Buona notte ♥️

- Hshsbsjsnks ♥️

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