POV'S EREN

Avevo dato la priorità a Rivaille e non avevo ancora risposto alle 102 chiamate da parte di mia madre.

"Sono morto."

Mi sistemai quanto più potei e uscì da quel maledettissimo locale.

Erano le 09:07 e chiamai immediatamente mia madre.

<<Mam->>

<<EREN!! DOVE DIAVOLO SEI?!>>

<<Mamma... calmati... mi ero add->>

<<CALMARMI?!
Eren Jaeger. Appena torni a casa faremo una bella chiacchierata.>>

[…]

Corsi con la bicicletta evitando vecchi che camminavano e cassonetti, ripassando un discorso che riuscisse a calmare mia madre.

Nemmeno toccai il pomello della porta con una mano che mi si presentò una Carla Jaeger alquanto incazzata con un mattarello in mano.

<<MAMMA!>>

<<Eren... vieni qua.>>

<<No...>>

<<Entra!>>

<<Devo chiamare i pompieri? O l'esorcista?>>

<<Basta scherzare! Entra subito!>>

<<Prima abbasso le armi...>>

Abbassò il mattarello ed entrai... a testa bassa.
Chiuse la porta dietro di noi ed ecco: l'ira di mia madre si scatena.

<<Posso spiegare.>>

<<Ti ascolto.>>

<<Okay... ehm... come ben saprai... ero con i miei compagni... ed un nostro amico ci ha invitato a casa sua.>>

<<Perché?>>

<<Per passare tempo ai videogiochi.>>

<<E chi è? Come si chiama?>>

<<Ri-!>>

Mi tappai la bocca.

<<Ri?>>

<<Ri... no.>>

<<Rino?>>

<<Sì.>>

<<Quindi... dicevo... non ci siamo accorti dell'orario e ci ha ospitato per una notte a dormire a casa sua.>>

<<Potevi chiamare, così ti venivo a prendere. E perché non hai risposto a nessuno delle mie chiamate? Sappi che non credo a nessuna scusa!>>

<<Me ne ero dimenticato...>>

<<Cavolo, Eren! Ti ho chiamato numerose volte!! Non vedi il cellulare?! Certo... voi giovani sempre attaccati a quegli aggeggi e MAI che pensate ai vostri genitori... perlomeno a vostra madre!>>

<<Mamma... non dire così...>>

<<Basta.
Dammelo.>>

<<Cosa?>>

<<Il telefono.>>

<<Perché?>>

<<Non credo ne avrai bisogno per la prossima settimana.>>

<<Coooosa? NO. MAMMA NO.>>

<<Eren!>>

Alzò il mattarello.

<<OKAY!>>

Lo spensi e glielo consegnai...

"Grande... e adesso?"

POV'S LEVI

Quel ragazzino non si era nemmeno degnato di rispondere al mio messaggio.

Appena lo prendo... so io quello che gli farò.

La domenica trascorse tranquilla tra le mie solite tazze di tè e piacevoli romanzi classici.

Il messaggio di Erwin non si fece aspettare, dicendo che ci saremmo incontrati l'indomani al bar alle 14:00.

[…]

Il lunedì Mattina lo avevo libero, per cui diedi una pulita Generale alla mia dimora.

Alle 13:55 mi presentai al bar, mi sedetti ad un tavolino ed aspettai il fatidico momento in cui Capitan America si sarebbe presentato.

Non tardò ad arrivare.

Sfoggiando uno dei suoi enormi sorrisi, si sedette di fronte a me, rotolando le maniche della camicia.

<<Buon pomeriggio, Levi.>>

<<Ciao.>>

Sbottonò i primi bottoni.

<<Come stai?>>

<<Tch... non cambi mai, eh?>> sorrisi leggermente.

<<Non so a cosa tu ti stia riferendo. >>

<<Niente, Erwin. Niente.>>

Lo guardai negli occhi, sbuffando divertito.

[…]

Dopo aver terminato la nostra "riunione ", lo salutai e mi recai verso la mia auto.

<<Argh, quel posto era proprio sporco.>>

Prima di toccare il volante, afferrai una salviettina igienica.

Alzai di poco la testa mentre con lo sguardo vagavo casualmente sul marciapiede opposto.

Riconobbi una chioma familiare.

<<Aspetta... moccioso?>>

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Ho dovuto riscrivere il capitolo perché non me lo aveva salvato. :)))))

Vi piacciono i triangoli? :D

//Hi\\