09 - The tale of the Eggplant emoji
«Cara!».
«Ashton!», esclamai io, correndo verso il mio amico di sempre ed abbracciandolo, «Dio quanto mi sei mancato».
«Sì, io manco sempre a tutti. Come sta Karinna? Si è vista con qualcuno mentre ero in Europa?».
Mi staccai e lo fissai scettica. «Non ci vediamo da un sacco di e questa è la prima cosa che mi dici?», borbottai ottenendo un'alzata di spalle, «Mi deludi».
«Ma sai che sono fatto così! Allora, che mi dici di Luke? Si comporta bene? Però se devo essere sincero non mi interessa, l'importante è sapere di Karinna. Raccontami tutto!».
Alzai gli occhi al cielo mentre seguivo Ashton all'interno del solito Bar in cui andavamo, l'unico in cui il mio amico super modello potesse stare tranquillo.
Ashton era tornato da un viaggio di lavoro in Europa - una serie di sfilate e servizi fotografici tra Parigi e Nizza - e quindi non avevamo parlato molto nell'ultimo periodo. Il fatto che fosse tornato proprio adesso che avessi tantissime domande da fargli su Luke era un grandissimo vantaggio per me, visto che Ashton era pettegolo da far schifo e mi avrebbe detto tutto ciò che volevo sapere e forse anche di più, condendo il tutto con i dettagli più scabrosi, anche quelli che non volevi sapere per niente - perché, diceva lui, cos'è una storia senza dettagli? Solo una storia a metà. E su questo non potevo far altro che dargli ragione.
Il bar quel pomeriggio era quasi deserto, eccetto per una coppia di adolescenti troppo occupati a badare ai fatti propri per prestare attenzione al modello famoso e alla sua amica odiata da mezzo fandom di Luke Hemmings - compresi William e mia sorella - per un pomeriggio. Le fan di Luke mi avevano insultata a tutto spiano prima di rendersi conto che non fossi io il nemico, ma la misteriosa bionda che tanto misteriosa non era; avevo fatto ricerche su di lei, si chiamava Delilah Walters, era una modella che a ventidue anni aveva già sfilato per marchi importanti e che era il nuovo fiore all'occhiello di Victoria's Secret - insomma, proprio una nessuno.
Inutile dire che la prima volta in cui erano stati visti non fosse stata l'unica: in quella settimana Luke mi aveva mentito più volte per andare da lei, lasciandomi a casa sua per ore, tanto che una sera ero così stanca che avevo finito per addormentarmi sul suo divano. Beh, almeno si era fatto perdonare pagandomi gli straordinari, convinto di potermi comprare con i suoi soldi. Ma perché non mi diceva la verità e basta invece di sparire con scuse inutili per poi rientrare a casa tardissimo? Si vergognava di dirmi che stava con una modella? Ma al massimo gli avrei detto che fosse fortunato!
«Allora, che mi dici di Karinna?», mi chiese Ashton, risvegliandomi dal mio stato di trance dovuto alle mie macchinazioni contorte su Luke. Ormai non facevo altro, volendo capire il motivo del suo comportamento così strano nei miei confronti.
Sospirai. «Karinna sta bene, è sempre single, beve sempre fin troppo caffè e ti odia ancora», risposi, facendo imbronciare Ashton.
«Ma perché mi odia così tanto? Cos'ho che non va? Sono così meraviglioso!».
Mi passai una mano in faccia. «È proprio per questo atteggiamento che Karinna ti odia. Sei pieno di te, montato, e in un certo senso pecchi anche di intelligenza», sbottai, parlando come se stessi spiegando qualcosa ad un bambino per la millesima volta - ed in un certo senso era così, «Karinna vuole accanto a sé una persona con i piedi per terra, colta e romantica, mica vuole il marpione che si crede Dio sceso in terra!».
Ashton si imbronciò. «Hey, io non sono un marpione! E non mi credo neanche Dio sceso in terra», ribatté, stranamente serio - non lo vedevo così serio da secoli, a dirla tutta. Doveva essersela press forte, quella sbandata per Karinna. Io l'avevo pure sottovalutato, pensando che il suo fosse soltanto un calo di attenzioni...
«È l'idea che Karinna ha di te. E ti dirò, è una bella testaccia dura, farle cambiare idea sarà un'impresa».
Ashton mi guardò speranzoso. «Ma tu mi aiuterai, vero?».
Sorrisi. «Mi sono mai tirata indietro davanti ad una sfida?».
Il nostro piccolo momento di intesa fu interrotto da una voce maschile che chiamava Ashton. Ci voltammo entrambi verso quella voce, scorgendo un ragazzo piuttosto alto dai capelli rossi palesemente tinti camminare veloce verso di noi. Dietro di lui, Jack Barakat degli All Time Low che guardava la scena con un sopracciglio alzato. Okay, ultimamente sto incontrando tutte le mie celebrità preferite. Forse sono in coma e quando mi sveglierò sarà stato solo un sogno?
«Michael!», esclamò Ashton, abbracciando il ragazzo dai capelli rosso fuoco, «Che ci fai qui?».
«Che ci fai tu qui! Pensavo fossi in Europa a scoparti Kendall Jenner!», disse Michael in risposta, «Quando sei tornato?».
Mi accigliai. Cosa diamine aveva combinato con Kendall Jenner, quel cretino? E poi voleva conquistare Karinna! Al massimo da lei poteva aspettarsi un palo dritto nel culo, se continuava a comportarsi come un montato egocentrico e a creare rumors con modelle antipatiche.
Ashton si grattò la nuca in imbarazzo, voltandosi verso di me per lanciarmi un'occhiata di scuse prima di rivolgersi a Michael. «Sono tornato ieri. Ed ero in Europa per lavorare, Michael. Kendall non l'ho vista neanche».
«Certo, e i miei capelli sono naturali. Ma vedo che già l'hai rimpiazzata! Chi è la tua amica?», chiese Michael, voltandosi verso di me e facendomi un sorriso malizioso. Non ne potevo più di essere presa per la fidanzata di qualcuno. Non potevo essere semplicemente amica di Ashton, poi?
«Lei è Cara, ed è una mia amica e basta. Perché devi sempre giungere per forza a conclusioni affrettate?», si lamentò Ashton, venendo ovviamente ignorato da Michael che si avvicinò a me per studiarmi. Io arrossii sotto il suo sguardo indagatore.
«Io ti ho già vista», mi disse, assottigliando lo sguardo, «Su Twitter. Sei famosa?».
Scossi la testa. «Ho avuto problemi con una celebrità, però - più che altro con le sue fan», spiegai, mordicchiandomi il labbro inferiore. Michael sembrava sempre più confuso.
«Dio, le fan di Luke sono troppo pesanti. Attaccano chiunque si avvicini a lui!», si lamentò Ashton, facendomi voltare verso di lui, «Cos'è successo? Non ho usato molto i social, in questo periodo».
Michael parve illuminarsi non appena Ashton menzionò Luke; i suoi occhi furono di nuovo su di me, fulminei. «Tu sei la ragazza che tutti credevano stesse con Luke! Dio, tesoro, scappa finché sei in tempo».
Alzai un sopracciglio. «Perché dovrei?».
Michael, senza neanche chiedere, si sedette accanto a noi al tavolo e Jack lo seguì. Sentivo il cuore in gola per la vicinanza a Jack Barakat, dovevo ammetterlo, ma ora come ora dovevo concentrarmi su Michael e su ciò che aveva da dire su Luke. Magari avrei finalmente saputo qualcosa in più su di lui e sui mille segreti che sembrava avere.
«Perché Luke è un caso umano», rispose Michael alla mia domanda, sospirando come se stesse per raccontare una storia di grandi sofferenze, «E io lo so perché sono stato con lui - per poco, certo, ma sono stato con lui».
Sgranai gli occhi a quella confessione inaspettata, scatenando delle risatine da parte di Michael - dovevo sembrare davvero comica al momento, ma sul serio, ero scioccata! Non sapevo che a Luke piacessero i ragazzi...
«Da quando gli piacciono i ragazzi?», chiesi io, curiosa, prendendo un sorso del caffè che avevo ordinato.
Michael fece spallucce. «Non so, con me è iniziato come esperimento ma abbiamo finito per durare un mese», rispose, «E ti dirò, non è stato un buon mese. Luke era davvero depresso - forse per colpa di quella strega di Arzaylea - e non era il massimo come partner. Certo, come partner sessuale era tutt'altra cosa, se vuoi saperlo...», disse, facendo un sorriso malizioso.
Io replicai con una smorfia. «Non mi interessa per niente. Quindi Luke non è un buon fidanzato e stava con te solo per esperimento?».
«No, stava con me perché gli piaceva succhiarmelo e perché sono kinky da far schifo», ribatté Michael, facendo scoppiare a ridere Jack, «Ma la nostra storiella non è proprio finita bene».
«Com'è finita?».
Michael alzò gli occhi al cielo. Sembrava davvero seccato. «Una mattina lui mi ha cacciato di casa dicendomi che non voleva più vedermi. Sulle prime ci sono rimasto male, ma poi... ho scoperto il perché l'avesse fatto, il motivo per cui all'improvviso mi aveva trattato così di malo modo».
Sbuffai. Ero stufa dei giri di parole. «Non puoi dirmelo e basta?».
«Volevo essere un po' melodrammatico!», si lamentò Michael, «Comunque, il motivo per cui ci siamo lasciati è il fatto che qualcuno aveva pubblicato dei nudes di Luke su Twitter... E lui pensava fossi stato io», disse infine, «Questa è passata alla storia come "la storia dell'emoji della melanzana"».
Ridacchiai nonostante fossi leggermente scioccata. Avrei dovuto saperlo, visto che William parlava sempre di cosa succedesse sui social e soprattutto cosa succedesse a Luke... eppure questa mi era sfuggita. «Perché "la storia dell'emoji della melanzana"?».
«Perché prima di cacciarmi a calci in culo mi ha detto, e cito testuali parole, "sparisci dalla mia vita, emoji della melanzana!", perché in quel tweet era citata quell'emoj. Era il suo modo di farmi capire che sapeva fossi io».
«E chi era stato, alla fine?».
Ashton alzò un sopracciglio. «Chi poteva essere stato, secondo te? Quella strega di Arzaylea! Continua ad influenzarlo ancora oggi e ad essere la principale causa della fine delle sue relazioni. Non appena c'è qualche voce su di lui coinvolto romanticamente con qualcuno, lei rispolvera qualcosa dal passato o inventa qualche cazzata per metterlo in cattiva luce o farlo stare male. E puntualmente ci riesce».
Deglutii. «Allora mi sa che è lei il caso umano, non Luke», dissi, riflettendoci su, «Luke è solo la sua vittima», aggiunsi, attirando occhiate stranite. Era contorto, come ragionamento, ma ero sicura che fosse giusto. Luke era ancora legato al passato, al ricordo della sua ex e alle cose che faceva per farlo stare male. Ciò però non toglieva che mi avesse mentito...
***
[A/N] mi scuso per questo schifo assurdo
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