39: -I Am Exhausted-
-Credimi è veramente importante.- Lo implorò Hanji per la ventesima volta.
Eren sospirò, capì che anche continuando a negare sarebbe dovuto andare comunque a parlare con Levi.
-Va bene.- Si arrese il castano, mentre la donna lo accompagnava al luogo d'incontro.
Lo lasciò di fronte alla porta della cucina, gli diede una pacca amichevole sulla spalle rassicurandolo.
-Lui è qui dentro.- Disse lei per poi lasciarlo solo.
Eren fece qualche respiro distendendo la tensione che si era accumulata mentre la capo squadra l'aveva accompagnato lì. Afferrò la maniglia tremante ed aprì la porta.
-È permesso?-
Non ricevendo risposta entrò, mantenendo lo sguardo abbassato per paura di incontrare gli occhi grigi che tanto amava del corvino.
-Capitano, la capo squadra Hanji mi ha detto che voleva parlare con me.- Ripeté le parole che la castana gli aveva riferito poco prima.
Nuovamente, non ricevette risposta e allora alzò lo sguardo titubante. Vide che al posto di Levi c'era un'altra persona seduta sulla sedia al tavolo. Erwin si teneva la testa tra i palmi delle mani.
-Comandante...- Sussurrò Eren, arrossendo per essere entrato senza permesso. –Mi scusi, aveva capito che non ci fosse nessuno e...-
-Hanji ti ha detto la verità, qui c'era solo Levi fino a poco fa.- Rispose il biondo senza alzare la testa.
-Capisco.- Replicò il castano. –E ora dove si trova?- Chiese non sapendo cosa dovesse fare.
-Non ne ho idea, è appena scappato.-
-Scappato?- Si accigliò il ragazzo.
-Si.- Ammise Erwin alzando finalmente il capo, rivelando le ferite sul suo volto.
Gli occhi del giovane si riempirono di stupore e preoccupazione per il biondo che, nonostante avesse il viso sfigurato, gli stava rivolgendo uno dei sorrisi migliori.
-Cosa... Cosa l'è successo?- Balbettò il castano.
Il più piccolo s'avvicinò chiedendo ripetutamente all'uomo se si sentisse bene o se avesse bisogno di qualcosa. Il comandante negava dicendogli di non preoccuparsi, ma per Eren era impossibile non essere in pensiero.
Riuscì a medicare al meglio le ferite sul volto dell'uomo, ricordando le tecniche con cui Hanji aveva curato lui in precedenza.
Erwin si stupì della mancanza d'imbarazzo sulle guance del più giovane, data la pochissima distanza delle loro labbra.
Eren era in ginocchio di fronte al biondo, che si lasciava medicare dalle mani del giovane. Il comandante si volle godere ogni istante di quel tocco particolare, diverso da quello debole ed impacciato che Levi possedeva durante il periodo della loro 'relazione'.
Quello del castano era deciso ed adorabile, le mani soffici leggermente rovinate toccavano il volto dell'uomo provocando dei brividi ad Erwin.
Il comandante sentì il respiro caldo sulle sue labbra ed un'improvvisa voglia di baciare il giovane invase la sua mente.
Il ragazzo, nel frattempo, stava per portare a termine il compito di curare il viso del biondo. Non era particolarmente concentrato su quello che stava accadendo intorno a lui, per cui non si era preoccupato della vicinanza o delle braccia dell'uomo che si avvicinavano ai suoi fianchi.
-Levi mi ha aggredito.- Soffiò sulle labbra del più piccolo, Erwin.
Eren assimilò l'informazione senza battere ciglio. Il suo cervello aveva staccato la spina e non ne voleva sapere di collaborare con in resto del corpo, si ritrovò a svolgere le proprio azioni come una macchina.
Pensò a qualsiasi ragione per cui il caporale avesse voluto prendere a pugni il comandante, ma non gliene venne in mente nessuna.
Percepì le braccia forti dell'uomo sui suoi fianchi, ma non ci diede importanza. Se fosse stato il corvino avrebbe fatto i salti di gioia o si sarebbe goduto l'attimo fino alla fine, senza distrazioni.
Eppure con il biondo era diverso.
Il giovane non capiva perché un uomo gentile, comprensivo e più volte in pericolo di vita, come il comandante, non suscitasse in lui alcun sentimento.
La risposta era semplice.
Erwin non era Levi.
Eren aveva provato qualcosa per il capitano sin dal primo momento, quando gli aveva sferrato il primo calcio nell'aula del tribunale, ed inconsciamente anche in quel momento stava amando talmente tanto Levi che un singolo tradimento con il comandante avrebbe fatto star male il ragazzo.
Il biondo poteva sforzarsi quanto e come voleva, ma il cuore di Eren apparteneva all'uomo che aveva preso a pugni Erwin.
Eren finì il suo lavoro, ma quando fece per alzarsi sentì la mano del comandante afferrargli il polso sinistro. Il più grande avvicinò il corpo del giovane al suo e in quel momento l'incubo del castano di tradire Levi si fece più vivido.
Il ragazzo si ritrovò a pochi millimetri dalle labbra di Erwin, appoggiò le mani sul petto dell'uomo tentando di fuggire dalla sua forte presa.
Non voleva far altro male, al caporale, il giovane gli voleva bene e non gli importava se al corvino non faceva né caldo né freddo. Si dimenò dalla presa del biondo, evitando di sfiorare le labbra del comandante.
Eren scattò in piedi e, incapace di sostenere lo sguardo di Erwin, corse via dalla cucina tornando in camera sua precisamente all'ora del coprifuoco.
'Non ce la faccio più!' Urlavano tra se e se, la sua mente ed il suo corpo.
'Non posso andare avanti così, non ci capisco niente e mi sento male.' Si ripeteva come una preghiera, mentre si stendeva sul letto.
Chiuse gli occhi facendosi accogliere nel mondo dei sogni.
//Io. Odio. La. Scuola.
Levi: Zitta, mocciosa. O smetto di produrre maionese con Eren! 😈
Brutto str... ehm... Torna a pestare Erwin.
Levi: Non me lo faccio ripetere😡
"You Saved Me!" L'aggiorno questa sera, pronte? 😏\\
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