38: -Blinded By Fury-
Intanto Levi rileggeva le pagine che aveva riempito in quel quaderno, ignaro dell'accaduto. Per tutta la giornata non aveva fatto altro se non girovagare per i corridoi e poco altro.
Non aveva incontrato il moccioso nemmeno una volta e ne era triste, sentiva la sua mancanza dentro di se. Anche solo vederlo di sfuggita lo avrebbe rallegrato in qualche modo.
La porta della sua camera si spalancò di colpo, facendo saltare dalla sedia il capitano. Osservò Hanji entrare di corsa e la maledisse mentalmente, mentre nascondeva il suo quaderno.
Rivolse uno sguardo contrariato alla donna che si era seduta di fronte a lui.
-Levi non c'è più tempo.- Disse senza troppi giri di parole.
-Per cosa?-
-Per riacquistare la fiducia di Eren.-
'Cosa intende dire? Che qualcuno abbia dato il colpo di grazia?'
-Che è successo?- Domandò agitato il corvino.
-Mi trovavo nella mensa comune quando ho visto Eren con i suoi migliori amici, mi dispiace aver origliato la loro conversazione ma se non lo avessi fatto sarebbe stato peggio.- Cominciò la castana.
-Ti sbrighi a dirmi cos'hanno detto?- Urlò il caporale in preda all'ansia.
-Ok, ok.- Annuì ripetutamente la donna. –Erwin ha raccontato il tuo passato ad Eren, ma omesso molti particolari e molte verità al ragazzo. Ha preferito modificare un po' ciò che è realmente successo, il problema è che ora Eren sa che sei stato un criminale un tempo.- Sputò tutto d'un fiato la capo squadra.
L'uomo sgranò gli occhi, furioso ed agitato come non lo era mai stato. E questa volta avrebbe spaccato la faccia al comandante, molto volentieri.
-C'è dell'altro.- Riprese Hanji. –Inizialmente Eren era confuso e stentava a crederci, per cui ero sul punto di andarmene. L'arrivo della sorella del ragazzo mi ha costretto a restare, Mikasa ha puntato sulle informazioni ricevute e le ha sfruttate al meglio. Sta di fatto che Eren, facendosi prendere dai sentimenti fraterni, ha scelto di credere in lei e in generale ai suoi amici piuttosto che a te.- Concluse prendendo fiato.
-Mi prendi in giro?! Non è vero!- Parlò sentendo un groppo alla gola il corvino.
-No, Levi, no. Ti avevo detto di parlare con lui, perché non l'hai fatto?- Chiese la donna preoccupata per il capitano.
-Perché...- L'uomo non sapeva cosa replicare. –Hanji mi ci vedi a confessare certe cose o a raccontare la mia schifosa vita ad un moccioso?!-
-Sinceramente non ti ci vedo, ma se vuoi stare con quel ragazzo devi provarci.- Insistette la castana.
-Non ci riesco.- Ammise il corvino.
-Non dirmi che sei capace di qualunque cosa, ma non di questa.-
-Proprio così...- Mormorò il caporale.
La donna sospirò, si lasciò ricadere sulla sedia all'indietro, osservando il soffito.
-Ho un'idea!- Esclamò portando un dito sulla sua tempia.
-Non sarebbe la prima volta.- Sussurrò l'uomo. –È buona?-
-Ovvio.- Rispose la capo squadra alzandosi. –Aspettami in cucina, non c'è nessuno a quest'ora. Arrivo subito.- Ordinò, poi.
-Alt!- La bloccò Levi afferrandola per un braccio. –Prima dimmi di cosa si tratta, o non mi muovo da qui.-
La donna sbuffò sonoramente. –Porterò Eren da te, sarete soli e per favore, ti prego e t'imploro, questa volta parla!-
Il capitano la guardò Hanji come fosse pazza. –Cosa ti fa credere che lo farò?-
-Il fatto che Erwin ha la piena fiducia del ragazzo, ma ancora starà assimilando le informazioni e starà valutando cosa fare per cui può essere ancora influenzato.- Spiegò la castana al capitano, che finalmente iniziava a capire. –Se farai passare troppo tempo, sarà sempre più difficile.-
-Va bene, lo farò.- Tagliò corto, l'uomo uscendo dalla stanza seguito dalla collega.
-Bravo, nanetto.- Lo spintonò lei. –Un'ultima cosa, chiedigli scusa per il processo.- Ordinò prima di scappare via di corsa.
Levi si diresse in cucina, sperando di non incontrare nessuno e specialmente quel comandante biondo che aveva causato ogni suo singolo problema.
Hanji si precipitò in camera di Eren, ma la guardia le disse che ancora non era rientrato e che entro un'ora doveva tornare. La donna si assunse la responsabilità di cercarlo, anche se non sapeva dove.
'Chissà dove si è cacciato?' Si chiese mentre correva alla ricerca del giovane, fermando qualsiasi soldato che incrociava.
Il caporale aprì la porta della cucina, sbuffò sedendosi nell'unico tavolo di legno. Appoggiò un braccio sulla superficie scura e la guancia sul palmo della mano.
Attese fin quando non udì lo scricchiolio della porta, alzò lo sguardo speranzoso d'incontrare il viso del moccioso.
Al posto del tanto desiderato ragazzo, c'era il viso meravigliato di un uomo molto alto, biondo e con delle sopracciglia strane.
Erwin richiuse la porta salutando, come se nulla fosse, il capitano.
Levi osservò ogni singolo movimento del biondo, il quale si stava dirigendo verso il bancone per bere un bicchiere d'acqua. Il più basso sentì la rabbia ribollirgli nelle vene, il sangue stava confluendo alla testa e mancava veramente poco all'esplosione del corvino.
Ogni singolo movimento del comandante gli dava fastidio, più del normale. Lo faceva innervosire il modo in cui camminava, il modo in cui si atteggiava, lo faceva imbestialire la sua voce roca e la sua espressione apparentemente innocua.
-Ti vedo giù.- Commentò il biondo, procurando una forte voglia di dargli un pugno da parte del corvino, il quale riuscì a tenere a bada. –Va tutto bene?-
-Con quale coraggio me lo chiedi?- Gli domandò stanco del rispetto che avrebbe dovuto portare al comandante.
-Se posso fare qualcosa per te.- Gli rispose sorridendo Erwin.
-Potresti sparire, per esempio.- Replicò il caporale.
-Non credo che Eren ne sarebbe felice.- Commentò il biondo.
Il capitano non riuscì a trattenersi, si alzò dal tavolo afferrando il colletto dell'uomo più alto. Buttò a terra il comandante con troppa facilità, anche secondo il parere del corvino. Si mise a cavalcioni sopra di lui, riempiendogli il volto di lividi e sangue.
Levi si aspettava una qualsiasi reazione da parte della sua vittima, ma questa non accennava ad arrivare. Non si chiese quale fosse la ragione per continuare a subire, era troppo accecato dall'ira per farlo.
Il caporale si alzò in piedi cominciando a tartassarlo di calci su tutto il corpo, senza pietà. Quando percepì che la rabbia stava lasciando il suo corpo, si allontanò permettendo al biondo di alzarsi.
Erwin si appoggiò al bancone della cucina passandosi una mano sul labbro ancora sanguinante e tossì.
-Cosa speri di aver ottenuto?- Domandò il biondo, con la voce spezzata.
-Spero di averti fatto capire cosa potrebbe succedere se dicessi ad Eren altre cose sul mio conto.- Urlò il capitano.
-Oh, giusto.- Fece eco il comandante. –Ma cosa dirà il ragazzo quando mi vedrà in queste condizioni?-
Levi spalancò gli occhi appoggiandosi con il bacino al tavolo. Non aveva minimamente pensato alla reazione del suo moccioso se l'avesse visto massacrare quell'uomo o se avesse saputo da quest'ultimo di essere stato picchiato dal caporale.
'Ecco perché non muoveva un muscolo.' Pensò il corvino rivolgendo uno sguardo pieno d'odio e disprezzo al biondo.
-Ci sei arrivato, a quanto vedo.- Erwin si avvicinò di qualche passo all'uomo preoccupato. –Fossi in te mi andrei a nascondere, Hanji sta per portare qui Eren.- Suggerì a bassa voce, avendo udito la donna cercare il ragazzo in tutto il castello.
Levi si ricordò dell'idea della collega e, a pezzi, ubbidì al consiglio del biondo. Corse via dalla cucina sotto gli occhi gioiosi del comandante.
//Perfetto... bravissimo Erwin👏🏼😑
Levi: Guarda che sei tu l'idiota che scrive queste cose! 😡
...😓
Non piove.
...
Di più.😑\\
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