37: -When You Have Some Feelings For Someone-
Dopo gli allenamenti pomeridiani, i vari soldati vennero lasciati liberi per tutta la sera.
Armin corse a cercare il migliore amico, ancora gioioso ed incredulo degli avvenimenti delle ultime ore.
-Eren! Eren!- Lo chiamò euforico afferrando il castano per un braccio.
-Che succede?- Chiese sorridente l'amico.
-Grazie! Sei il migliore amico che una persona possa desiderare.- Ammise il biondo abbracciandolo.
-A cosa devo tutti questi complimenti?- Domandò il castano fingendo incomprensione.
-Lo sai. Oggi dopo pranzo, quando sei andato da Jean a dirgli del mio amore per lui e...-
-Io avrei fatto una cosa del genere?- Domandò Eren ricevendo una gomitata da parte dell'amico.
-Sei di memoria breve? Mi hai detto che gli avevi accennato qualcosa e che dovevo dichiararmi.- Gli ricordò il biondo. –L'ho fatto.-
-Che coraggio Armin! Anche perché io non avevo detto nulla al tuo grande amore.- Confessò il castano guadagnandosi una faccia sconvolta del più piccolo.
-Non sei serio, vero?-
-Sono serissimo.- Ammise Eren scoppiando a ridere.
Il più piccolo impallidì, poi si mise a scuotere le mani nervosamente. –Tu mi stai dicendo che ho rivelato a Jean i miei sentimenti, ma avrei potuto non farlo?! Ti rendi conto che avrei potuto perdere la sua amicizia per questa confessione?!- Si mise a gridare Armin.
-Ma non è successo, giusto?-
-No... Non è successo...-
-Congratulazioni! Sei ancora più coraggioso del sottoscritto.- Gli applaudì il castano, dando una pacca amichevole sulla testa dell'amico.
Eren s'incamminò verso la mensa comune seguito dal biondo, che lo chiamava ripetendo il suo nome come un disco rotto.
-Cosa fai ancora qui?- Domandò il più grande.
-Vengo a cena, no?- Rispose con fare ovvio Armin.
-Con me?-
-Con chi sennò?-
-Col tuo fidanzato, per esempio.- Suggerì il castano con un sorriso.
-Simpatico.- Commentò il biondo con una linguaccia. –Ma non ho ancora finito con te.-
-Cos'ho fatto ancora?- Chiese Eren cercando di ricordare gli ultimi avvenimenti.
-Cosa 'non' hai fatto.- Corresse immediatamente il biondo.
-Che intendi?-
-Non mi hai detto la verità, oggi all'ora di pranzo.-
-In merito di cosa?- Si accigliò il castano.
-Su come ti sentivi.- Rispose Armin. –Pensavi che non me ne fossi accorto? Si vedeva lontano un miglio che sei pieno di pensieri e di dubbi.- Spiegò.
-Credevo non ti importasse.- Mentì Eren, sapendo che al ragazzo interessava la maggior parte delle sue avventure, se così potevano definirsi.
-Se non mi importava, non te l'avrei chiesto.- Ribatté Armin. –Certo che sei davvero strano, oggi.- Commentò poi sedendosi vicino all'amico.
-Cosa vuoi sapere?- Sospirò il più grande.
-Tutto.- Sintetizzò l'amico.
'Da dove posso iniziare?' Si domandò il castano ripensando alle informazioni incanalate dal comandante.
-Eren! Armin!- Salutò una voce femminile alle loro spalle.
Entrambi i ragazzi si voltarono incrociando la figura alta della sorella del castano.
-Ciao Mikasa.- La salutarono all'unisono.
Armin fece cenno di sedersi al tavolo e la giovane prese posto di fronte a loro. Esattamente come anni prima si ritrovarono insieme a mangiare, era da tempo che Eren non stava solo coi suoi amici e che non venisse interrotto da qualcuno.
Certo il clima non era dei migliori, visto che un silenzio imbarazzante era piombato nel tavolo.
-Vi ho interrotto per caso?- Domandò preoccupata la sorella di essere di troppo.
Il più giovane del trio era impaziente si sapere cosa frullasse per la testa dell'amico, ma allo stesso tempo era imbarazzato e preoccupato che Mikasa avesse scoperto di lui e Jean. Per i primi anni d'arruolamento il fidanzato del biondo era attratto dalla corvina, ma nessuno sapeva se quest'ultima ricambiasse i sentimenti.
Eren, invece, avrebbe preferito non proferire parola sulle sue sensazioni e sui suoi problemi col caporale, in più non riusciva a spiegarsi il comportamento di Mikasa con il capitano. Che la sorella provasse dei sentimenti per Levi?
-No, nulla d'importante.- Mormorò il fratello della ragazza.
-Eren, mi dispiace per ieri. Non voglio litigare con te.- Si scusò la giovane, intuendo che il castano non era riuscito a spiegarsi le sue azioni.
-No, stai tranquilla non è di quello che stavamo parlando.- Rispose, in fretta e furia, il ragazzo.
-Parlavano del capitano Levi, almeno Eren stava cercando di spiegarmi cosa aveva saputo sul suo conto.- Spiegò il biondo, guadagnandosi uno sguardo contrariato dal migliore amico e omicida di Mikasa.
-Puoi raccontarlo anche a me?- Chiese la ragazza, curiosa come non mai.
-Beh...- Il castano non sapeva cosa rispondere, cacciare la sorella sarebbe stato sospetto e poco gentile, così valuto la soluzione più semplice. –D'accordo.-
-Come sei venuto a conoscenza di queste cose? Te le ha dette lui?- Domandò la corvina, cercando di nascondere la gelosia.
-No, il comandante Erwin me le ha riferite ieri.-
-Oh. E come mai?- Si meravigliò la sorella.
-Devi sapere che Eren è un po' confuso ultimamente e non riesce a spiegarsi i suoi comportamenti.- Cominciò a raccontare il biondo, in modo da chiarire i dubbi dell'amica. –Il capitano lo tratta in modi diversi, una volta lo picchia o lo insulta mentre un'altra volta lo abbraccia e lo tratta bene.- Continuò sotto lo sguardo furente della ragazza.
'Armin cosa stai facendo?!' Urlava la mente del castano, ma il cervello era scollegato con la bocca e non riuscì a bloccare la parlantina del migliore amico.
-Credo che il comandante lo abbia messo in confusione ed ora Eren si sente male ed è incredibilmente triste.- Concluse il più piccolo.
-Male? Triste?- Ripeté la ragazza, intuendo dove stava andando a parare Armin.
-D'altronde succede questo quando si provano dei sentimenti per una persona, no?- Chiese retoricamente il biondo.
Mikasa impallidì e il suo viso, apparentemente rilassato, si tramutò in quello di una pazza omicida in preda ad un attacco d'ira. Grazie al cielo, Levi non si trovava nelle vicinanze o poteva considerarsi più morto che vivo.
-Capisco.- Rispose monosillabi la giovane.
Dopo qualche minuto di silenzio, ancora più imbarazzante, Eren cominciò a spiegare cosa gli aveva raccontato Erwin.
-Un criminale?!- Esclamarono i due amici, visibilmente meravigliati.
Sulle labbra della sorella comparve solo per qualche istante un sorrisetto, era estremamente contenta di aver scoperto queste informazioni e ringraziò l'ingenuità del fratello per avergliele rivelate senza riflettere.
Poco prima che il biondo potesse replicare una mano si appoggiò sulla sua spalla, Jean arrossì chiedendogli di uscire fuori in giardino a fare due passi. Mikasa non s'insospettì dalla richiesta del ragazzo che insieme ad Armin stava uscendo dalla mensa.
Eren restò solo con la sorella, la quale sfruttò l'occasione per sfruttare le informazioni del caporale a suo piacimento.
-Cosa pensi che debba fare?- Le domandò il castano.
-Credo che dovresti ascoltare il comandante.- Rispose prontamente la giovane.
-Sul serio?- Chiese stupito il ragazzo.
-Ma certo. Voglio dire, se Levi si facesse sopraffare dalla rabbia e ti uccidesse? Non voglio che quel bast... che quell'uomo ti faccia nulla.- Sottolineò la corvina.
-Però con me non ha mai avuto questi problemi. Al processo si, ma era solo un modo per salvarmi la vita.- Le ricordò il fratello.
-È solo questione di tempo.- Incalzò la ragazza. –In più vorrei sapere una cosa.-
-Si?-
-Ti ha chiesto scusa?- Domandò, anche se la risposta le era abbastanza chiara.
-Per cosa?-
-Per averti quasi ammazzato, al processo.-
Eren chiuse gli occhi, in effetti non aveva mai voluto scusarsi per il suo comportamento in quel giorno. Non aveva mai voluto chiedergli scusa nemmeno una di quelle volte in cui lo trattava male o lo umiliava.
Fece cenno di no. –Non l'ha fatto.-
-Credimi, lui non ti vuole bene. Se così fosse allora avrebbe chiesto il tuo perdono, ti tratterebbe bene e ti avrebbe detto la verità.- Sollecitò la sorella, sapendo di averlo quasi del tutto dalla sua parte.
-Tu credi?-
Il castano guardò negli occhi la giovane, lei abbassò lo sguardo sulle mani che stava torturando da un paio di minuti.
-Non ti fidi più di me?- Piagnucolò la corvina.
Il giovane le prese le mani e le strinse nelle sue, le strinse leggermente richiamando la sua attenzione.
-Questo mai, è solo che...-
-Eren, dimmi la verità.- Lo interruppe Mikasa, lasciando un lungo sospiro e richiudendo gli occhi. –Ti fidi più dei tuoi amici o di quell'uomo?-
Il ragazzo la guardò negli occhi, leggendo la sua preoccupazione e la sua paura. Socchiuse le labbra, assimilando la domanda della sorella.
Si fidava ciecamente dei suoi migliori amici e, da quel momento, anche del comandante Erwin.
Quelle persone lo stavano mettendo in guardia e lui continuava a obbiettare, sperando in un cambiamento o un miglioramento del corvino.
Poteva aspettare a lungo, ma sarebbe arrivato?
Le parole di Mikasa rispecchiavano la realtà.
Quell'uomo non lo amava.
Questa era la verità.
Eren diede un veloce bacio alla mano destra della sorella, la guardò negli occhi e rispose.
-Dei miei amici. Mi fido dei miei migliori amici.- Ammise regalandole un sorriso.
I due uscirono insieme dalla mensa, la ragazza si ritirò in camera sua soddisfatta mentre Eren cominciò a vagare per i corridoi. Entrambi passarono dal corridoio principale dove una persona aveva origliato la conversazione dei tre amici fino a quell'istante.
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