Cap. 4
Cadde la carta d'identità di Riley, ma solo dopo alcuni minuti me ne accorsi.
La presi e la osservai attentamente, aveva un figlio di 19 anni, e un'altro più piccolo, credo di 5.
Il nome non era quello, non si chiamava Riley ma Sarah Hamilton, a quel punto non sapevo neanche se quello era il suo vero cognome.
Riferii tutto a mia mamma , che sospettò subito di lei. Anche se lo negava , Lei amava ancora mio padre ed era preoccupata per lui, e io non ero da meno.
Provammo a chiamarlo , e gli lasciammo 7 messaggi in segreteria, ma niente da fare non rispondeva, Cosa può aver fatto in quel momento? Io smettevo di credere in lui giorno dopo giorno.
Tra due settimane era il compleanno dei miei 18 anni, forse l'evento più importante della mia vita.
Quei pomeriggi io e le mie migliori amiche andammo a prendere palloncini , bicchieri per aperitivi, tovaglie, uova , zucchero, burro , latte e farina per preparare la torta, nuovi trucchi, e mi accompagnarono da un estetista , comprammo nuovi vestiti e ce li provammo per ore scherzando e ridendo , non avrei mai pensato che quella serata finisse così.
Quando arrivai a casa, mia madre mi attendeva per fare un'aperitivo con lei, solo in quel periodo in cui eravamo rimaste solo io e lei mi ero resa conto l'importanza di stare con le persone che ami veramente.
Volevo tanto che alla mia festa venisse anche lui, che ci conoscessimo, probabilmente un sogno irrealizzabile.
Sera della festa.
Tutti ballavano, festeggiavano e bevevano fino a vomitare.
Io e le mie amiche forse eravamo le uniche a bere poco.
Arrivarono tutti gli invitati tra cui le mie amiche del liceo, i miei zii, e alcuni cugini.
La serata era fantastica, era tutta una favola solo che mancava lui, e così sarebbe stata perfetta.
Non ci pensai e ballai con le mie amiche e ad un certo punto mi si avvicinò una ragazza di circa 20 anni.
Alta , formosa , capelli ricci e rossi, lentiggini, occhi bruni, con un sorriso smagliante, era mia cugina Carlotta.
Subito si aggrappò a me , quasi cadendo.
Cominciò a pronunciare parole completamente a caso, si in effetti era sbronza.
L'unica frase sensata che pronunciò fu" auguri amore mio" compresi che dovevo aiutarla.
Ma fallii nell'impresa.
Mi trasportò con lei dicendomi che dovevo conoscere i suoi amici , pian piano camminando sentivo l'alito da alcool e dalla sua bocca le usciva fumo della sigaretta.
Non so il motivo , ma quella sera mi ubriacai , mi scontrai contro una persona sconosciuta che mi prese prima di cadere e dopo questo avvenimento, non mi ricordavo più niente, so solo che sentii un colpo forte alla testa .
Aprii gli occhi e mi trovai davanti alle mie amiche che appena alzata mi dissero " dobbiamo raccontarti una cosa, ed è urgente, riguarda ieri sera..." mostrandomi una foto scattata ed io ero sconvolta.
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