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5. Falò

7° Giorno
Era aveva capito che quello non era certo il modo per farli diventare amici, o farli conoscere tra di loro.
L’ultimo giorno decise di lasciarli liberi per tutto il pomeriggio e per tutta la notte, mandandoli fuori a divertirsi.
Annabeth camminava fissandosi le Vans verdi, concentrata a fare in modo che il vento non gli alzasse il vestito che gli arrivava leggermente più sopra del ginocchio, anche quello verde.
Quando non si teneva la gonna giù si tormentava la punta della sua treccia bionda che gli cadeva sulla spalla sinistra.
Venne distratta da Calypso che gli mise un braccio intorno alle spalle, lei aveva scelto dei jeans, però aveva messo i tacchi, in questo modo erano della stessa altezza.
-Non sono carinissimi?- Squittì in un sussurro per non farsi sentire dagli altri.
Annabeth seguì il suo sguardo per capire a chi si stava riferendo.
Hazel e Frank stavano camminando fianco a fianco, lui con le mani nelle tasche fissava il terreno, lei si stringeva i bordi dei suoi pantaloncini, guardava lui ma aveva anche le guance rosee, stavano parlando di qualcosa.
La bionda sorrise e distolse lo sguardo posizionandolo sul resto dei ragazzi.
Jason e Percy camminavano ai due lati opposti, ignorandosi.
Leo era invece in mezzo a Nico e Will cercando di fare conversazione, aveva avuto un discreto successo con il biondo. Nico se ne stava per conto suo, quasi in un altro mondo giocando con il bracciale di cuoio nero che teneva al polso del braccio non tatuato.
Annabeth riportò lo sguardo su Hazel e Frank rendendosi conto che erano gli unici fra tutti e nove ad aver creato un certo legame, forse non era già vera e propria amicizia ma ci si avvicinava.
Anche lei, Calypso ed Hazel avevano legato fra di loro, anche se si poteva considerare come un proteggersi a vicenda contro la stupidità dei sei maschi che li circondavano.
Annabeth sapeva che Era aveva ragione, dovevano fare amicizia, dovevano iniziare a fidarsi l’un l’altro, dovevano conoscersi, o sarebbe stato impossibile completare quella missione.
Stavano camminando alla ricerca di un pub, di una discoteca o qualcosa di simile. Ma Annabeth sapeva che quella non era la giusta soluzione.
Così, mentre costeggiavano il litorale, Annabeth fisso la spiaggia deserta mentre il sole spariva dietro il mare.
Si fermò facendo fermare a sua volta Calypso.
-Ragazzi! Che ne dite di fare un falò in spiaggia?
-Perché no?- Esclamò subito Calypso.
-Si dai!- Percy si fece prendere dall’entusiasmo e scavalcò agilmente la ringhiera in ferro che divideva la spiaggia dalla strada.
Leo lo seguì – Scusa Percy, ma qui il piromane sono io, fa spazio.
-Alcool. Dobbiamo trovare alcool e porcherie. Se no che falò sarebbe?- Era stato Jason a parlare.
-Giusto. Da qualche parte dovrebbe esserci un supermercato, qualcuno di noi dovrebbe andare a comprare queste cose.
Nico ci pensò un attimo fissando il sole sempre più basso oltre l’orizzonte.
-Non ci arriveremo mai, non a piedi, non se non sappiamo neanche dove trovarlo questo supermercato- constatò infine.
-Allora che proponi?- Chiese la bionda incrociando le braccia al petto.
Il ragazzo fece un ghigno –Abbiamo bisogno di un mezzo- iniziò ad allontanarsi all’indietro –Voi preparate il falò, io prendo in prestito una macchina. Torneremo prima di subito.
-Torneremo?- Fece Hazel confusa.
-Qualcuno deve pur guidare. Vieni?- Domandò poi fissando Will. Non aspetto una sua risposta che si stava già allontanando verso alcune macchine posteggiate dall’altro lato della strada, il biondo non poté far nient’altro che seguirlo.
Mentre il resto di loro scavalcava per seguire Percy e Leo in spiaggia, Nico si era fermato nel posteggio di fronte un palazzo dove non sembrava esserci nessuno.
-Allora, quale di queste macchine ti sembra senza allarme?
Will, che era appena arrivato al suo fianco, le scrutò tutte per qualche secondo, poi ne scelse una blu scuro. Era una comunecitroen.
-Okay, fai da palo.
Poi il moro si asciugò le mani sudate nei jeans neri e le poggiò nel finestrino dello sportello del guidatore.
Piano piano, un millimetro alla volta, facendo pressione con una certa forza e nei punti giusti iniziò a farlo scendere.
Will aveva assistito parecchie volte al furto di un’auto, ma mai in quel modo, rompevano sempre i vetri loro. Ma si ricordò che Nico non la stava rubando, la stava solo “prendendo in prestito”.
Diversi minuti dopo il finestrino si era abbassato quel tanto per permettere al moro di infilare il braccio tatuato e alzare la sicura.
A quel punto aprì lo sportello ed entrò in macchina curvandosi sotto il sedile e cercando di mettere in moto l’auto con i fili.
-Ce la faccio anche io- gli disse Will ricordandosi tutti i momenti passati con suo fratello.
-Non lo metto in dubbio, ma sono abituato a lavorare negli spazi bui e stretti. Penso che se mettiamo in conto la mia corporatura e la tua, vado meglio io.
Will non ebbe il tempo di ribattere che la macchina si accese e Nico ne uscì con un sorriso trionfante.
Camminando con le scarpe nei sedili si sedette in quello del passeggero, facendo segno al biondo di sbrigarsi perché non aveva nessuna intenzione di farsi scoprire.
Mentre Will correva a 120 km/h in una strada di città senza uccidere nessuno, Nico se ne stava tranquillo con i piedi sul cruscotto a fissare fuori dal finestrine, cercando qualche supermercato.
Will lo stava odiando. Non poteva sporcare una macchina in quel modo! Ma non poteva neanche farglielo notare perché la macchina non era sua, inoltre era certo che il moro avrebbe poggiato i piedi anche nel vetro solo per farglielo di proposito se lui avesse detto qualcosa.
Così cercò di distrarsi parlando.
-Sai guidare?
-Non bene come te, ma me la cavo, anche se nel mio stato non ho ancora l’età per prendere legalmente la patente. Preferisco le moto però.
Will annuì e dovette rallentare quando beccarono una macchina che non riuscì a sorpassare subito visto che l’altra corsia era abbastanza piena.
Dal sedile posteriore una piccola bimba di massimo 5 anni si girò a fissarli mettendosi in ginocchio.
Li scrutò per qualche secondo, poi alzò la sua piccola manina e gli fece il segno delle corna, con una smorfia in viso che la fece diventare ancora più adorabile, cosa che di sicuro pensò solo Will.
Il biondo si voltò di scatto a fissare il ragazzo seduto al suo fianco per capire come avesse preso la cosa. Insomma, per lei doveva essere qualcosa di davvero trasgressivo, il massimo dell’insulto.
Ebbe quasi paura che il moro potesse lanciarsi giù dalla macchina, fermare quella davanti e insegnare alla bimba un po’ di buone maniere.
Ma restò abbastanza sbigottito quando lo fissò.
Okay, forse non si aspettava che sul serio se la sarebbe presa con una bimba, ma non si sarebbe mai aspettato neanche che iniziasse a fare delle boccacce, smorfie e linguacce stando al suo gioco.
Nico si sentì lo sguardo di Will addosso, lo stava letteralmente penetrando.
Era un misto di incredulità e qualcos’altro. Qualcosa che non riuscì a comprendere.
Si sentì in imbarazzo e senza incrociare i suoi occhi blu commentò – Tieni gli occhi sulla strada, Solace.
 
Calypso riusciva a camminare sulla sabbia con i tacchi.
Riusciva anche ad abbassarsi e raccogliere tutti i rami che servivano per il falò.
Non cadde, non prese storte e non un granello di sabbia le rovinò le sue fantastiche scarpe.
Quando Hazel le domandò come diavolo avesse fatto ad avere un equilibrio del genere, lei rispose semplicemente che nascere in un’isola pressoché dimenticata da Dio ha i suoi vantaggi.
Poi, dopo essersi riempita le mani, si avvicinò al falò per buttare i suoi tronchetti insieme agli altri nel gruppo.
Mentre Frank, Jason e Percy raccoglievano tronchi interi da mettere li intorno per sedersi, Leo cercava di accendere il fuoco.
L’ironia stava nel fatto che non ci riuscisse.
-Non ci credo- esclamò Calypso avvicinandosi a lui. Erano alti uguali così, anche se forse lei lo superava di qualche millimetro.
-Sei riuscito a bruciare mezza struttura, appiccando il fuoco in una stanza dove non c’era pressoché nulla che potesse davvero prendere fuoco, e adesso non riesci a fare una misera fiammella qui!?
-Protesti evitare di infierire, Raggio di Sole?
Leo si buttò in ginocchio cercando di metterci più impegno.
La ragazza si mise a ridere, anche se questa volta non sembrò poi così tanto di scherno, gli si inginocchiò accanto.
-Dai, ti aiuto.
Leo alzò lo sguardo puntandolo nei suoi, era quasi buio ormai e li vide brillare dietro le sue lunghe ciglia chiare.
Poi nell’aria risuonò un grido da donna, ne seguirono due spari, e poi un altro urlo più prolungato.
Se Calypso era li con Leo ed Hazel stava andando proprio verso di loro con un altro bel paio di rametti, doveva essere per forza Annabeth.
Percy stava trasportando un tronco abbastanza grande insieme a Frank.
-Percy. Non fare quello che penso tu stia per …
Troppo tardi. Percy lasciò tutto e si precipitò, correndo ed estraendo la pistola dalla tasca, verso la voce di Annabeth.
Frank stava trasportando la parte di dietro così, quando Percy lasciò andare la sua parte il tronco, gli finì addosso colpendogli violentemente il naso.
Lo lasciò andare un po’ troppo tardi. Si lamentò tastandosi la faccia, quando ritirò la mano l’aveva ricoperta di sangue.
Nel frattempo Percy, Hazel e Jason stavano correndo verso Annabeth.
La bionda correva anche a tutta velocità verso di loro, continuava a urlare.
I due ragazzi si fermarono puntando le pistole a chiunque la stesse inseguendo, il problema era che non c’era nessuno dietro di lei.
Annabeth arrivò da loro e si lanciò su Hazel abbracciandola forte.
-Si può sapere che c’è!?
Era stato Leo a parlare, ormai si erano avvicinati tutti.
Annabeth si staccò dalla spalla dell’amica e, ancora visibilmente spaventata, disse – Un ragno. C’era un ragno enorme. Enorme!
A quel punto scese il silenzio. Il completo silenzio.
Jason e Percy si guardarono come se non volessero credere di aver seriamente uscito le pistole contro un ragno. Le rimisero subito via prima che qualcuno potesse vederle.
Il silenzio venne poi interrotto da Hazel, che diede parola a praticamente tutto quello che stava pensando ognuno di loro.
-Ma sei cretina!?
 
Quando Nico e Will tornarono era ormai buio e loro erano riusciti ad accendere quell’enorme falò.
Avevano comprato diverse casse di birre, qualche bottiglia di vodka ai vari gusti, marshmallow, patatine e altro cibo spazzatura. Tanto cibo spazzatura.
Ora erano seduti tutti intorno al fuoco, nei vari tronchi.
-Stavo pensando. Tutti noi abbiamo avuto una vita abbastanza simile. Insomma è stata tutta tipo: allenamento, studio, allenamento, nessuno della tua età con cui socializzare, allenamento. Quindi perché non ci raccontiamo il perché siamo entrati a far parte della CIA, il come e il quando? Penso che sia un modo per conoscerci meglio.
Era stata Annabeth a parlare.
Si sentiva ancora in colpa per aver quasi rotto il naso a Frank.
Fortunatamente il sangue aveva smesso di uscirgli dopo qualche minuto e non sembrava fargli poi così tanto male, quando poi Will era tornato aveva constato che non era rotto.
Nessuno rispose, non era proprio un consenso ma non era neanche una negazione, così la ragazza continuò battendo le mani una sola volta.
-Okay inizio io.

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