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19. Tutta colpa di un frullato

-Ciao.
Frank sussultò al suono di quella voce sussurrata.
Era seduto a un tavolo della biblioteca e leggeva svogliatamente un libro interessante, ma era troppo distratto per gustarselo come si deve.
Si girò verso Hazel, era in piedi, le guance vagamente rosee, lo sguardo basso, le mani intrecciate dietro la schiena e si dondolava sui talloni.
Il cervello di Frank si scollegò e il suo saluto uscì molto come un borbottio incomprensibile.
Si congratulò mentalmente con se stesso.
Lei provò ad abbozzare un sorriso, poi gli indicò la porta e parlò, sempre a voce bassa.
-Vieni un attimo fuori? Devi dirti due cose.
Il ragazzo si limitò ad annuire, chiuse il libro lasciandolo sul tavolo e la seguì fuori.
Si chiusero la porta alle spalle e si fermarono in corridoio, momentaneamente deserto.
Hazel si girò a fissarlo e subito parlò – Ottaviano. E’ stato lui a drogarmi quella sera.
Frank strabuzzò gli occhi –Ne sei sicura?
-Al 70%. Quando lo guardo mi da un senso di familiarità e inquietudine, inoltre penso sia dalla loro parte, perché ieri sono venuta a cercarti in camera e aveva messo la tua parte a soqquadro, penso stia cercando qualche indizio che ti ricolleghi alla CIA.
Frank annuì pensieroso –Non mi è mai andato a genio, per questo non ho nascosto nessuna arma in camera, le ho date tutte a Percy in modo che le possano tenere nella loro.
Hazel strabuzzò gli occhi – E’ pericoloso.
Frank fece un quasi sorriso per rassicurarla –Hey, ti ricordo che sono il migliore nelle arti marziali, non ho bisogno di nulla, se non il mio corpo, per difendermi.
Hazel si rilassò leggermente, aveva captato verità nella sua voce, segno che non l’avesse detto solo per tranquillizzarla.
Poi abbassò di nuovo lo sguardo e parlò del secondo argomento – Mi dispiace, per quello che è successo.
-Oh, bè … Non preoccuparti, è stata colpa mia.
-Cosa? Non provarci, sappiamo benissimo entrambi che l’alcool è caduto per colpa mia rovinandoti il vestito.
Frank corrugò la fronte –Ma di che stai parlando? Io mi stavo scusando per aver provato a ba … si insomma- e divenne bordeaux – E tu non volevi. Scusa.
-No!- La ragazza si accorse di aver urlato un po’ troppo forte e si guardò intorno imbarazzata, poi puntò di nuovo lo sguardo nel suo, dorato e marrone.
-Lo volevo anche io … Mi sono tirata indietro perché pensavo che ti avrei deluso, che non sarei stata alla tua altezza e …
Frank fece uno sbuffo divertito –Semmai è il contrario. Mi piaci Hazel Levesque e penso di essere davvero un pazzo per volermi mettere con una ragazza che può captare ogni mia più piccola bugia, ma so che potrai perdonarmi, perché so anche che quando ti dirò quanto tu sia speciale e fantastica e bellissima mi crederai. Perché è la verità.
Hazel non disse nulla, si limitò a fissarlo con gli occhi lucidi e un sorriso quasi da ebete in volto.
Frank stava per morire dall’imbarazzo.
-Ehm … Posso baciarti adesso?
Hazel annuì impercettibilmente e chiuse gli occhi.
Sentì il respiro del ragazzo sempre più vicino, sentì le loro labbra che si sfioravano, lo sentì su di se.
Mille farfalle gli si sprigionarono nello stomaco, lentamente alzò una mano per accarezzare una sua guancia non perfettamente liscia.
Proprio nel momento che stava per schiudere la bocca, per far diventare tutto ancora più intenso, qualcuno gli arrivò violentemente contro.
Li investì così forte che tutti e tre caddero rovinosamente a terra in un groviglio di arti e mugolii.
Si scoprì essere Leo, il ragazzo aveva anche fretta di rialzarsi e quasi peggiorò la situazione, continuamente guardava dietro di lui spaventato, non li degnò neanche di un’occhiata o di un semplice “scusate”.
Riuscì a mettersi in piedi, non prima di aver dato qualche ginocchiata a Frank non proprio volontaria, e corse via più veloce della luce.
I due ragazzi a terra erano sconvolti, non riuscirono però a dire una parola che un altro ragazzo spuntò, girando l’angolo da dove era arrivato Leo.
Anche Nico stava correndo veloce e sembrava infuriato, abbastanza infuriato.
Al contrario di Leo, però, si accorse dei due ragazzi a terra. Non che disse qualcosa, ma semplicemente saltò agilmente Hazel invece di calpestarla.
La ragazza si accorse anche che era completamente bagnato e lasciava un’intensa scia di fragola, come se si fosse buttato un’intera boccetta di un profumo con quella flagranza in testa.
Mentre si allontanava rincorrendo il suo compagno di stanza lo sentirono urlare – Appena ti prendo Valdez, ti uccido!
Okay, adesso si che i due ragazzi a terra erano veramente scioccati.
Il primo a riprendersi fu Frank che tranquillamente commentò – Io tifo per Nico.
 
Piper scoppiò a ridere e Jason non riuscì a non guardarla con quello sguardo quasi innamorato.
Gli occhi fissi su di lei a non perdersi neanche un particolare, le labbra socchiuse, le guance vagamente rosee.
Erano seduti sopra un davanzale in pietra di una delle enormi finestre dei corridoi al terzo piano.
Uno davanti all’altra e stavano studiando, più che altro Jason l’aiutava visto che sapeva già tutto, ma non lo dava troppo a vedere, o sarebbe stato strano.
C’erano un sacco di cose che lei non sapeva e non avrebbe mai saputo di lui, questi pensieri gli fecero distogliere lo sguardo per riabbassarlo sul libro che teneva tra le gambe.
-Che è successo?- Domandò lei inclinando la testa di lato dopo aver notato il suo cambiamento d’umore.
-Nulla- Jason le fece un sorriso.
Si era innamorato di Piper McLean ed era l’ultima cosa che avrebbe dovuto fare.
Si era innamorato di Piper McLean mentre combatteva suo padre.
Si era innamorato di Piper McLean e lei non l’avrebbe mai saputo.
La ragazza non fece il tempo a dire qualcosa che una voce maschile urlò il nome di Jason allungando, forse un po’ troppo, la O e la A.
Nel corridoio, prima completamente deserto, era spuntato Leo, correva velocissimo, aveva l’affanno ma non accennava a fermarsi, dopo che ebbe attirato l’attenzione del suo amico con quell’urlo riprese – Vuole uccidermi! Aiutami!
Jason era sempre più confuso, fino a quando non spuntò anche il suo compagno di stanza.
Dalla faccia che aveva Nico il biondo fu sicuro che Leo si meritasse di essere ucciso.
Ma era comunque amico di entrambi e ricordò le prime parole che gli aveva detto Annabeth quando si erano conosciuti.
“Tu sembri quello più razionale qui dentro”
Quindi, chi altri avrebbe potuto salvarlo?
Sospirò pesantemente e si rivolse a Piper, la ragazza stava ormai cercando di trattenere le risate.
-Vai- disse prima che lui potesse aprire bocca – Però poi voglio sapere che aveva combinato.
Jason sorrise a sua volta, si alzò di scatto, le lasciò il libro insieme a un dolce bacio in guancia e corse dietro i suoi amici.
 
-Non solo ha smesso di parlarmi, ma non la vedo neanche più! Riesce a smaterializzarsi il secondo dopo che io entro nella stessa stanza dove c’è lei.
Percy, come al solito, si stava lamentando con Will di Annabeth.
Il suo compagno di stanza stava ancora cercando di ricordare quando fosse diventato il suo psicologo. Non che dovesse fare molto, Percy non sembrava volere risposte.
Erano andati insieme nei bagni per una doccia, Will lo stava ascoltando distrattamente da dietro la tendina blu della sua doccia mentre si toglieva anche l’ultimo indumento e lo poggiava vicino all’asciugamano.
Stava per aprire l’acqua quando la sua tendina venne riaperta così violentemente che si strappò dai ganci e finì a terra.
Davanti a lui c’era Leo Valdez.
Will gli imprecò contro e recuperò velocemente la sua tovaglia per attaccarsela in vita e coprirsi. Stava provando a chiedergli una qualsiasi cosa quando il ragazzo sussultò sentendo dei passi in avvicinamento, entrò in doccia senza troppi problemi e si nascose dietro Will.
-Ma che diavolo …
La frase gli morì in gola quando Nico, infuriato e sul procinto di uccidere qualsiasi essere vivente nel raggio di chilometri, gli si parò davanti.
-No. No. No. No. No. Assolutamente NO. Perché diavolo ci finisco sempre io in mezzo!?
-Vuole uccidermi!- Esclamò Leo –Non l’ho fatto apposta! E’ stato un incidente.
A quel punto anche Percy era stato attirato dalle voci, lui aveva ancora i boxer e li stava guardando visibilmente divertito.
-Sono scivolato mentre avevo in mano un frullato alla fragola … - Borbottò allora Leo.
In effetti il moro che aveva davanti sembrava bagnato, anche se nei vestiti neri non era riuscito a distinguere le macchie colorate da semplice acqua.
-Will. Togliti.
E Will avrebbe obbedito subito. Sia per il tono gelido con cui il moro l’aveva detto, sia perché era stufo di finire sempre in mezzo a quelle situazioni, anche se poi dopo sarebbe toccato a lui ricucire la massa sanguinolenta che sarebbe stata Leo.
Ma quando provò a muoversi Leo gli artigliò la schiena per non farlo muovere, Will era inoltre troppo impegnato a tenersi su la tovaglia che gli stava scivolando sui fianchi e a non scivolare per via delle piastrelle bagnate.
Fu Leo a prendere la parola.
-Oh andiamo Nico, dovrai passare sul suo cadavere per prendermi e tu non vuoi ucciderlo, vero? È così ben dotato.
Percy scoppiò a ridere.
Will divenne rosso, tutto rosso, dalla testa ai piedi. Non proprio un bello spettacolo se consideriamo che era per il 95% nudo.
Nico sbarrò gli occhi e quasi urlò – Che cosa!?
-Non aiuti Leo, non aiuti per niente.
Dopo aver borbottato quelle parole Will guardò Percy, chiedendo silenziosamente aiuto.
Il ragazzo dagli occhi color del mare sembrò capire e si avvicinò a Nico lentamente.
-Okay amico, senti …
Fu a quel punto che scivolò in avanti, si aggrappò a Nico per reggersi e volarono entrambi a terra.
Ma davanti a loro non c’era solo pavimento, c’erano anche Will e Leo.
Jason entrò nel bagno con l’affanno.
Poi sbarrò gli occhi non credendo davvero a quello che stava vedendo.
-E’ una specie di … cosa?- Chiese incerto.
Non riusciva neanche a capire a chi appartenesse quella gamba o quel braccio, per non contare che due di loro erano nudi, o quasi.
Quello messo peggio sembrava Percy.
Il ragazzo era a terra a pancia in su. Sopra di lui Nico era spostato di 180 gradi circa e formavano una croce. Sopra ancora, sulla sua schiena stava Will, ingarbugliato con un piccolo asciugamano e Leo, che era a sua volta intrecciato con le gambe di Percy.
Alla voce del nuovo arrivato quasi tutti sussultarono spaventati.
Nico fece un mugolio di dolore e ringhiò – Dio Will, mi hai distrutto il culo.
Jason immaginò che il biondo gli avesse appena dato una ginocchiata, visto che aveva anche visto il movimento della sua gamba dopo lo spavento, ma non poté non aprire la bocca ancora più sconvolto.
Nico alzò la testa di scatto, sconvolto quasi quanto lui dopo essersi reso davvero conto delle parole che gli erano uscite dalla bocca e di quanto queste potessero sembrare strane.
-Sapete che c’è?- Annunciò Jason allontanandosi lentamente con le mani in alto, come a volersi difendere – Non voglio sapere cosa state facendo. Non m’interessa, davvero.
-Ma che cosa hai cap …
Neanche finì di far parlare Percy che scappò via borbottando “Ma che razza di amici mi…”
In tutto ciò Leo era riuscito a sgarbugliarsi e gli corse dietro.
Il secondo che si liberò fu Nico, si trascinò fino al muro della doccia e si accasciò stremato dalla corsa di prima, poi guardò entrambi i suoi amici ancora a terra e borbottò un “Vi odio” non tanto convinto.
Percy iniziò a canticchiare tranquillo e rialzandosi tornò alla sua doccia.
Will fissò Nico per qualche altro secondo, poi fece un mezzo sorriso.
-Nico?
-Che vuoi?- Rispose scorbutico il moro fissandolo di sottecchi.
-Puzzi davvero come un frullato alla fragola vagante.
A quel punto Nico l’avrebbe davvero strozzato.
Ma Will alzò semplicemente una mano e girò una levetta, inondando il moro di acqua gelida.

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