Capitolo 17
Quando uscì dall'aula, nessuno ebbe il coraggio di fermarla e di chiederle cosa avesse.
Avevano visto Chloé entrare e sapevano benissimo che Marinette in quel momento aveva bisogno di stare sola.
Teneva il capo abbassato, cercando di trattenere le lacrime.
Non sapeva se essere felice per il bacio che si erano scambiati o se essere triste per l'arrivo di Chloé.
Ripensò ai gesti di poco prima e alle loro labbra che si erano unite in un dolce bacio.
Forse stava nuovamente sbagliando, sarebbe dovuta tornare indietro e spaccare la faccia a quell'essere spregievole che la stava facendo soffrire.
Ma il punto era proprio quello, lei non era mai stata così.
Non era un tipa nè violenta, nè forte al punto di sopportare una nuova discussione con quella ragazza.
In fondo nessuno avrebbe potuto biasimarla per il suo desidero di volere un pò di tranquillità.
Marinette uscì dalla scuola, andò al parco e prese a camminare tra l'erba alta, senza badare ai piccoli rovi che le graffiavano la pelle.
Sbuffò rumorosamente, prima di sedersi tra l'erba umida.
Qualche lacrima le uscì dagli occhi. Dopo qualche minuto, si buttò completamente all'indietro, sdraiandosi sulla terra.
Chiuse gli occhi ancora bagnati dal pianto e si addomentò.
Se qualcuno fosse passato in quel momento, avrebbe sicuramente pensato che fosse morta.
Erano passate tre settimane da quella sua follia, se si poteva chiamare così.
Era ancora sotto le coperte perchè, come al suo solito, non riusciva a svegliarsi.
Un urlo rimbombante di Tikki la fece sussultare e svegliare dal suo lungo sonno.
Non fece in tempo ad uscire dalla camera che il telefono squillò.
Alzò la cornetta chiedendosi chi fosse a quell'ora.
"Pronto?" chiese ancora assonnata.
"Marinette sono io..."
"Adrien? Ciao! Come mai mi chiami a quest'ora?" chiese sorpresa.
"Devo parlarti! Ci possiamo vedere dopo al parco?" propose il ragazzo aspettando una sua risposta.
"si, ok va bene...A dopo, allora!" esclamò marinette rimettendo giù la cornetta.
Rimase qualche secondo a guardare il telefono senza fare nulla.
Come mai voleva vederla?
Ripensò a qualche giorno prima, a quando le disse che aveva lasciato Chloé, che non voleva più stare con lei.
Che volesse finalmente dichiararsi?
Il cuore le prese a battere velocemente, completamente in balia dell'emozione che quella chiamata aveva scaturito.
Si buttò subito sotto la doccia e si preparò velocemente, per non fare tardi.
Adrien camminava a passo svelto verso il parco. Teneva le mani chiuse a pugno nella giacca a vento e guardarva un punto impreciso nel vuoto.
Plagg: ehi umano ! Cosa vuoi fare con la ragazza blu?
Adrien: non so, però non voglio più vederla soffrire
Marinette sentì e vide tutto perché era seduta poco distante dal ragazzo. ( arrivò al parco con un'ora di anticipo per la curiosità e per evitare ritardo come sempre)
Marinette: A adrien ?! Tu...
Disse avvicinandosi al ragazzo.
Adrien la guardò negli occhi.
Adrien: oh no!
Plagg: Vabbè, ormai mi ha visto, anche se non doveva, ciao, io sono Plagg, il kwami del gatto, tu sei Marinette giusto?
Marinette: quindi tu sei...
Adrien: chat noir, al tuo servizio
*inchino*
Marinette: * con le lacrime* non ci posso credere, io ti ho detto tutto, ti ho parlato dei miei problemi, della mia vita, del ragazzo che mi piace, e sapendo tutto ciò non hai fatto nulla...
Adrien: io..
Tikki esce dalla borsa di Marinette
Tikki: non posso più stare a guardare... Marinette, adesso basta calmati !! Reagisci una buona volta! E tu *si avvicina al ragazzo* smetti di farla soffrire... io sono Tikki il kwami della coccinella, ciao Plagg
Marinette : Tikki
Adrien: e tu sei Ladybug, potrei dire lo stesso...
Plagg: Tikki vi ha messo a posto
Tikki: lasciamoli soli
Tikki e Plagg si allontanarono
Adrien si avvicinò a lei e l'abbracciò, stringendola al suo petto, quasi a voler imprimere il calore della sua pelle nella propria, per non lasciarla mai andare via.
Poggiò il capo sul suo, lasciando che il profumo dei suoi capelli lo inondasse completamente.
Chiuse gli occhi cullandola tra le sue braccia, continuando a non dire nulla.
Nonostante non comprendesse molto quel gesto, Marinette non fece altro che rimanere lì tra le sue braccia, come aveva desiderato di fare mille altre volte.
"Ti ho chiamato... perché volevo scusarmi con te per tutto ciò che è successo, sono stato stupido a non capirti" sussurrò lui rimanendo abbracciato alla ragazza.
"Era ora" disse lei
Lui la strinse più forte, come a volergli far capire che non l'avrebbe lasciata.
Adrien: tu sei Ladybug, l'eroina di cui Chat noir, ossia io, si è innamorato. Invece tu Marinette sei innamorata di me, Adrien
Marinette: e con questo? Lo so che è diverso
Adrien: ti sbagli, invece è tutto uguale e tutto perfettamente chiaro, noi... siamo fatti per stare insieme...
Marinette: non illudermi ancora...
Adrien si staccò leggermente dalla ragazza e le alzò il viso con una mano mentre l'altra era ancora appoggiata alla sua vita
Adrien: non piangere my lady, non voglio più vederti soffrire a causa mia, Marinette, vuoi... essere la .. mia ragazza?
Marinette: s sicuro? *rossa*
Adrien: parola di gatto
Marinette: ovvio che si, è sempre stato il mio sogno... ma
Adrien: cosa?
Marinette: Chloé?
Adrien: tra me e Chloé non c'è assolutamente niente, solo una profonda amicizia che lei considera amore, ma io no... il mio cuore appartiene a te insettina
Marinette: ok, ho capito... però basta con questi nomignoli
Adrien sorrise e si avvicinò lentamente alla ragazza fino ad unire le loro labbra, la ragazza arrossì violentemente per poi ritrovarsi ancora tra le braccia di Adrien.
Tikki: suppongo che adesso le cose siano più chiare?
Adrien: chiarissime
Plagg: bene umano, allora festeggiamo con del comombert !
Tikki: il solito gatto, sono meglio i biscotti
Plagg: tsk
Adrien: tieni Plagg
Plagg: buon appetito!
Tikki: Marinette
Marinette: si, tieni Tikki e grazie
FINE
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