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nathloe: tragic background story ➵ 🥀🍓

plot guide: Nath crede che Chloé sia la stronza più grande di Parigi, ma ha inconsciamente un debole per il suo alter ego. Questo rende Chloé emotivamente instabile.

giusto perché un po' di fluff!nathloe non fa mai male. (nathloe? chlonath? nathbee? come vi pare). enjoy!

🌟🐝💛

Madame Mendeleiev tentava invano di spiegare la matematica alla sua classe di studenti. Non sapeva che la maggior parte di loro aveva le menti altrove. Chloé, in particolare, non si preoccupava troppo di nascondere il suo disinteresse per la lezione. Preferiva passare il tempo a girare la matita tra le dita. Ad ogni modo, sapeva di essere intoccabile, in quella scuola e in tutta Parigi. Essere l'unica figlia del sindaco aveva i suoi vantaggi.

In effetti, Chloé Bourgeois aveva tutto ciò che si potesse desiderare. Vestiti griffati, un autista personale, l'attico del miglior hotel di Parigi, e adesso, anche una seconda vita da super eroina. Allora perché si sentiva ancora così vuota?

Si voltò alla sua sinistra per vedere il ragazzo biondo seduto a pochi metri da lei. Non ricordava nemmeno come avesse conosciuto Adrien, lui aveva sempre fatto parte della sua vita, e viceversa. Sentendosi osservato, anche il ragazzo si voltò verso di lei. Stirò un sorriso imbarazzato, e poi tornò con gli occhi sull'insegnante. Chloé sospirò. Per quanto cercasse l'attenzione del ragazzo, in tutti quegli anni non era mai riuscita ad avere i suoi occhi completamente per sé. Cosa c'era di sbagliato in lei?

- Nathanaёl Kurtzberg! -

Chloé rischiò di cadere dalla sua sedia quando la voce stridula di Madame Mendeleiev le tintinnò in testa come una campana. Si voltò di scatto verso il fondo della classe, insieme a tutti i suoi compagni. Un ragazzo dai capelli rossi si ritrovò all'improvviso gli occhi di tutti addosso, e si fece piccolo piccolo sulla sua sedia.

- saprebbe dirmi come posso trovare il limite dell'equazione numero cinque pagina novantasei? -

La faccia di Nathanaёl impallidì. Con un movimento goffo scansò dal proprio banco il suo blocco da disegni per fare spazio al libro di matematica, che ancora giaceva abbandonato nel suo zaino.

- sto aspettando, signor Kurtzberg. -

Lo istigò l'insegnante.

- umh, sì, un.. un momento.. -

Balbettò il rosso infondo alla classe, mentre sfogliava il suo libro alla ricerca della pagina novantasei. Poi la campanella suonò.

Madame Mendeleiev schioccò la lingua sul palato, cominciando a mettere via i propri effetti dalla cattedra.

- salvato dalla campanella, Nathanaёl. Ma non sperare che mi dimentichi dell'accaduto. -

Chloé guardò i propri compagni lasciare i propri posti e dirigersi fuori dalla classe. Mylene e Ivan se la scamparono per primi, mano nella mano. Seguirono Rose e Juleka, Max, Kim, Nino e Adrien, e subito dietro di lui Alya e Marinette, con la lingua a terra per sbavare dietro il modello.

- Chloé, cosa.. Cosa stiamo aspettando ad uscire? -

Sabrina mormorò timidamente, confusa. Di solito, la sua amica era la prima a fuggire dall'aula.

Chloé si guardò le unghie smaltate di bianco con nonchalance.

- devo fare una cosa. -

Sabrina non discusse. Proprio in quel momento, l'ultimo ragazzo rimasto in aula si fece strada verso l'uscita, stringendo al petto il suo album da disegni. Dei fogli sgusciavano fuori tra le pagine, e il ciuffo rosso fuoco gli copriva gran parte del viso. Non alzò gli occhi sulla bionda a cui passò a fianco, non ci provò nemmeno. Ma lei, al contrario, decide di alzarsi proprio dietro di lui, prima che potesse sparire.

- ti è caduto questo. -

Disse la bionda. Nathanaёl si voltò cautamente, solo per trovare Chloé che sventolava in aria uno dei suoi disegni. Con un sussulto, scattò in avanti. Sabrina si mise in mezzo.

- lascialo! E' una cosa privata! -

Si lamentò Nathanaёl, guardando Chloé studiare il disegno che lui aveva fatto con un ghigno divertito.

- oh, immagino.. Vediamo un po'. Aw, è adorabile, Kurtzberg, fai ancora finta di essere un supereroe? -

Chloé ridacchiò di gusto. Nathanaёl aveva sempre la testa tra le nuvole a fantasticare una vita da supereroe. La bionda girò il foglio, e il sorriso sul suo volto crollò.

- cosa.. -

Il foglio le fu strappato dalle mani. Nathanaёl lo strinse al suo petto, lontano dagli occhi della bionda e della sua amica.

- ti ho detto che è una cosa personale, Bourgeois. Smettila di essere così stronza. -

Il rosso girò i tacchi e sparì, ma Chloé continuava a vedere quel disegno stampato proprio di fronte al suo viso. La questione non finiva così.

🌟🐝💛

Essere la figlia del sindaco non dava vantaggi solo a scuola, ma anche nelle ricerche personali di Chloé. Come, ad esempio, scoprire dove abitasse un certo ragazzo dai capelli rossi.

Queen B ci aveva messo un po' ad arrivare in quel posto, ma ce l'aveva fatta. E non era affatto ciò che si aspettava.

Una serie di vecchie e malridotte villette a schiera si stagliava nel buio parigino, illuminate solo dalla luce fioca dei pochi lampioni non ancora fulminati. La ragazza non credeva che nella città di suo padre esistessero quartieri del genere.

Con un paio di balzi, arrivò di fronte alla casa interessata. Si permise di sbirciare all'interno, nella finestra da cui veniva la luce. Una ragazzina dai capelli rossi era seduta ad un tavolo da cucina, a colorare con dei pastelli su un foglio. Non poteva avere più di cinque o sei anni. Queen B non aveva dubbi: doveva essere la sorellina di Nathanaёl. I capelli erano inconfondibili. Poi una porta dietro la bambina si aprì, e rivelò finalmente il ragazzo che l'eroina stava cercando.

- hey, principessa! -

Disse allegramente il rosso, camminando verso la bambina. Questa, però, non si mosse da dov'era.

- Noёlie, sono a casa. Non mi saluti? -

Il ragazzo le stampò un bacio sulla testa. Ad ogni modo, Queen B era confusa: erano usciti da scuola parecchie ore prima, come mai lui tornava solo adesso?

- ciao, Nath. -

Rispose lei con tono monotono. Nathanaёl si sedette di fianco a lei.

- hey, cosa è successo? -

Noёlie sembrava starsi trattenendo dallo scoppiare, e poi, alla fine, le lacrime arrivarono.

- è tutta colpa di Cecile! Io avevo fatto un disegno di Ladybug, e lei ha detto che era brutto e che non le somigliava per niente! -

La bambina cominciò a singhiozzare, così Nathanaёl la prese in braccio e la fece sedere sulle proprie ginocchia.

- aw, scommetto che non è assolutamente vero. Tu sei un'artista nata. -

- ma Cecile.. Cecile dice che... -

- Cecile è solo invidiosa del tuo talento. Forza, fammi vedere il disegno. -

Queen B si ritrovò a sorridere genuinamente mentre osservava Nathan complimentare il disegno di sua sorella con paroloni astronomici.

- guarda che proporzioni, e l'uso del colore... Sono assolutamente estasiato, credimi, un giorno il Louvre ti implorerà per poter esporre i tuoi lavori. -

Noёlie rise e abbracciò suo fratello, per poi lasciare la stanza allegramente. Appena la bambina fu fuori dalla sua vista, Nathanaёl sospirò profondamente, passandosi una mano tra i capelli. Sembrava esausto. Anche lui finì per alzarsi e lasciare la stanza. Queen B fece il giro della casa fino ad individuarlo di nuovo, in quella che doveva essere la sua camera. Nathanёl lanciò la propria borsa sullla scrivania, per poi tirare fuori tutti i fogli e i quaderni. La ragazza, anche da lontano, riuscì ad intravedere lo schizzo che aveva scoperto quella mattina. Si morse le labbra. Era un disegno di.. beh.. lei.

Nathanaёl si era preso una bella sbandata per Queen B.

La ragazza non indugiò oltre: attese che lui si girasse anche solo per un attimo per calarsi nella sua stanza nel silenzio totale. Afferrò il foglio dove lei era stata ritratta e si sedette sul cornicione della finestra, mentre Nathanaёl era occupato a fare altro.

- bei disegni. -

Disse finalmente, e Nathan saltò così in alto che quasi toccò il soffitto. Si voltò di scatto verso di lei, e le ginocchia divennero gelatina.

- Qu-Queen B? -

Nathanaёl stava per avere un infarto.

- in persona, pel di carota. -

Lei gli strizzò un occhio.

- allora, passavo di qui e non ho potuto non notare questo fantastico capolavoro che ritrae l'eroina più carina di Parigi, lo sai, me. -

Continuò ad osservare i tratti morbidi con cui era stata rappresentata, compiaciuta.

- devo dire che hai davvero carpito la mia essenza. -

Nathanaёl avrebbe voluto schiaffeggiarsi per assicurarsi che tutto ciò fosse reale. Queen B? Nella sua stanza? Doveva essere un sogno.

- s-sì, beh.. Io.. umh.. Grazie. -

L'eroina saltò giù dal cornicione della finestra per atterrare nella camera.

- ad ogni modo, credo che non ci siamo ancora presentati ufficialmente. -

Camminò verso di lui, e Nathan deglutì.

- io sono Queen B. -

Gli porse la mano, con il dorso all'insù, pronta per farla baciare. Il ragazzo le afferrò la mano delicatamente, ancora in ecstasy, e posò un bacio delicato sulle sue nocche.

- N-Nathanaёl. -

Mormorò. Queen B sussultò di stupore, battendo le mani insieme.

- oh, ma certo! Nath, tu vai alla Françoise Dupont, non è così? -

Il ragazzo si grattò la nuca timidamente.

- sì.. La conosci? -

La sicurezza di Queen B barcollò, ma non lo fece notare.

- come no, è una scuola molto famosa, per gente, lo sai.. Di un certo livello. -

Nathanaёl abbassò lo sguardo.

- già. -

- tu.. Insomma, come mai hai scelto proprio quella scuola? E' piuttosto lontana da casa tua. -

Lo punzecchiò lei, cominciando ad ispezionare la camera con gli occhi.

- umh, io ho.. Ho vinto una borsa di studio. -

Ora si spiega tutto.

Queen B annuì vagamente. Il suo sguardo trovò dei disegni appesi ad una parete, e la maggior parte rappresentavano lei. Sorrise. Davvero Nathanaёl la trovava così interessante da disegnarla tanto spesso?

- lo sai, ho visto quello che hai fatto prima con tua sorella. -

Si girò a guardarlo, e lui abbassò la testa per non avere un contatto visivo. Non rispose.

- è stato molto bello. -

L'umore di Nathan adesso sembrava crollato sotto terra. Andò a sedersi sul bordo del suo letto, con lo sguardo ancora basso.

- sì, beh.. I ragazzini sanno essere molto cattivi. -

Queen B sentì qualcosa stringerle lo stomaco. Il senso di colpa, forse?

- e poi, Noёlie è così. Lei... E' molto sensibile. -

La voce di Nathanёl adesso era più sottile, mentre guardava il nulla. L'eroina vestita di giallo camminò da lui per sedersi al suo fianco, comunque non abbastanza vicina da toccarlo.

- sembra una brava bambina. -

Disse lei. Nathan soffocò una risata.

- già, lo è. E' sempre buona con tutti, non fa capricci.. E'.. E' davvero una brava bambina. -

Sospirò.

- da grande vuole fare l'artista. O l'eroe. Dice sempre che avrà una doppia vita tra fare arte e combattere il male. -

Queen B sorrise debolmente. Non aveva mai sentito Nathanaёl parlare così. In realtà, lo sentiva parlare davvero raramente, ed ora cominciava a pentirsene.

- e i tuoi genitori, invece? Non sono in casa. -

Lei decide di cambiare argomento, svincolando per una via che credeva meno dolorosa.

- mia madre ha il turno di notte all'ospedale, mio padre credo abbia detto di essere andato a comprare le sigarette. -

Nathanaёl scrollò le spalle.

- è uscito tipo, non saprei, tre anni fa. -

Un macigno crollò su Queen B, che sgranò gli occhi appena realizzò cosa ci fosse scritto tra le righe di quella frase. Nath e sua sorella erano stati abbandonati.

L'abbandono di un genitore era una ferita a lei conosciuta, e che ogni tanto, sanguinava ancora. Ormai Queen B ricordava a malapena sua madre, era solo una bambina quando lei se ne andò, ma era comunque difficile dimenticare le urla, le grida, le porte che sbattevano.

Queen B non odiava sua madre per aver abbandonato lei e suo padre, no, ma era arrabbiata, e triste, e confusa. Le madri non dovrebbero amare i propri figli? Allora perché la sua aveva rinunciato a lei? Perché non l'aveva più chiamata, o cercata?

- m-mi dispiace. -

Mormorò B a mezza voce. Non era abituata a pronunciare quelle parole.

- non fa niente. Lo stipendio di mamma basta quasi sempre a tenerci un tetto sulla testa, ed io faccio qualche lavoretto al centro per animali smarriti, giusto per arrotondare. -

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli. Diceva che non importava, ma era chiaro come il sole che la situazione gli pesava più di quanto volesse ammettere.

- lo sai, mi piacerebbe passare più tempo a casa con mia sorella, a disegnare e a dipingere. Una volta lo facevo... Ora è.. Complicato. -

Disse. Ecco spiegato il perché fosse rientrato a casa così tardi.

Queen B sospirò. Non era brava a tirare su le persone, in realtà, non si era nemmeno mai preoccupata di provarci. Solo che adesso sentiva un peso sullo stomaco. Non era solo il senso di colpa per essere stata una vera stronza con Nathanaёl, c'era di più. Non aveva la minima intenzione di lasciare quella casa prima di aver visto un sorriso sul volto del rosso.

- sono convinta che le cose andranno meglio. Sembri uno che non si arrende facilmente, e ce la farai. -

Nath alzò lo sguardo su di lei. Lei gli posò una mano sulla spalla.

- e anche tua madre e tua sorella ce la faranno. Hanno te. -

Il sorriso più sincero si spiegò sul volto del ragazzo, e il peso sullo stomaco di Queen B sembrò alleggerirsi.

- grazie, Bee. Sei davvero.. Una bella persona. -

Queen B deglutì. Se solo avesse saputo.

- ma non voglio annoiarti ancora con il mio tragico dietro le quinte. Voglio dire.. Tu avrai di certo cose più importanti a cui pensare. -

Il rosso la guardò, sbucando dietro il suo ciuffo di capelli. Queen B si morse le labbra. Era stata così cattiva con lui, e non aveva la minima idea di cosa ci fosse dietro quei quaderni pieni di schizzi e quei capelli rosso fuoco. Ora si sentiva in colpa.

- mi piace sentirti parlare. -

Le parole le uscirono di bocca senza che nemmeno se ne accorgesse. Nathanaёl si infiammò di imbarazzo.

- cioè, no! Voglio dire, ho finito il mio turno di pattuglia quindi, umh, non ho.. Non ho di meglio da fare. -

Il ragazzo abbassò lo sguardo per nascondere le guance arrossate.

- b-bene. -

- bene. -

Ci fu silenzio per un po', e nessuno dei due osò alzare lo sguardo sull'altro. Nathanaёl fu il primo a farsi coraggio.

- sono felice che tu sia qui, comunque. -

Queen B si morse le labbra cercando di reprimere il sorriso che stava nascendo. Non ricordava l'ultima volta che qualcuno fosse stato felice di essere in sua compagnia, e onestamente, non la reputava più un'opzione possibile.

- beh, allora immagino che dovrò graziarti con la mia regale presenza più spesso, Nathan. -

Lui annuì, sorridendole genuinamente.

- sarebbe fantastico. -


aesthetic: dove cameron as chloé bourgeois + cameron monaghan as nathanaёl kurtzberg

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