evillustrator pt. 1 ➵ 👑
🎨🖤l'episodio di evillustrator/dessinateur, con qualche variazione nella trama. 🖤🎨
recap per chi non avesse visto l'episodio: Nathanaёl (tomato boy, cucciolino indifeso, sweet cinnamon roll e luce dei miei occhi), ha una cotta per Marinette, e viene akumizzato quando Chloé lo mette in ridicolo davanti a tutta la classe (uno shoutout speciale a Chloé perché senza di lei non avremmo il 90% delle akuma, grazie mille Miss Bourgeois). Diventa quindi il Dessinateur, o come è chiamato nella versione inglese, Evillustrator, un villain capace di rendere reale tutto ciò che disegna sullo schermo che ha incorporato nel costume. Inizialmente attacca Chloé in biblioteca, ma Ladybug e Chat Noir lo respingono. Nel pomeriggio va poi a casa di Marinette. Le chiede di uscire con lui, in cambio, lui lascerà in pace Chloé. Marinette accetta, e così, come Ladybug, da' a Chat Noir il compito di seguire Marinette e il Dessinateur per proteggerla. Chat Noir si presenta da Marinette, e entrambi si devono comportare come se si vedessero per la prima volta. Questa OS riparte da questo punto della storia. Se non avete visto l'episodio, finito di leggere correre a vederlo, perché Marichat è STRONG AS FUCK!!!
🎨🖤
- Marinette, sei pronta? -
Quando Chat Noir si era presentato sulla porta di Marinette, non aveva ancora pienamente realizzato il perché fosse lì. Certo, Ladybug gli aveva detto di proteggerla dall'akuma e lui, facendo finta di non essere un suo compagno di classe e vederla praticamente ogni giorno della sua vita, si era presentato galantemente al suo cospetto, promettendole che niente sarebbe andato storto, finché lui era nei paraggi.
Però adesso non ne era più così sicuro. Certo, Aveva battuto così tante akuma da potersele mangiare a colazione, e Nathanaёl non gli sembrava così pericoloso, nemmeno da akumizzato, ma...
Chat Noir sospirò. Si immaginò Marinette, la piccola, dolce, innocente Marinette, costretta a stare da sola con un'akuma. Certo, lui sarebbe rimasto sempre a coprirle le spalle, ma se qualcosa fosse andato storto? Se Marinette fosse rimasta ferita? Non poteva lasciare che succedesse.
- sì, Chat, solo un minuto! -
La voce sottile della ragazza arrivò dal piano di sopra. Chat ritenne una fortuna che i genitori di Marinette non fossero in casa, sarebbe stato difficile spiegare loro perché Chat Noir fosse seduto nel loro salotto, per poi portare loro figlia fuori per un appuntamento con un'akuma.
Chat Noir si passò gli artigli tra i capelli e deglutì. Che situazione.
Quando sentì i passi leggeri di Marinette scendere le scale, scattò in piedi. Si voltò verso di lei, aspettando di vedere la stessa tenera Marinette che incontrava ogni giorno a scuola, quando non indossava la maschera, ma quella che si trovò davanti era una donna che non aveva mai visto.
- come sto? -
Il busto minuto di Marinette era fasciato da un abitino blu che si allargava fino alle ginocchia. I capelli erano abbandonati sulle spalle, e sul viso brillava una scia di rossetto rosso.
Chat sentì il respiro morirgli in gola.
- non... non ti piace? -
La voce di Marinette tremò di insicurezza davanti allo sguardo sconvolto del felino. Questo scosse la testa in un movimento frenetico, tentando di riprendere il controllo di sé.
- n-no, voglio dire, certo che mi piace, sei.. Assolutamente bellissima. -
Mormorò Chat, mentre cercava disperatamente di staccare gli occhi dalla figura davanti a sé. Quando si rese conto di ciò che aveva detto, sussultò.
- oh! Non intendevo dire questo, cioè sì, ma io.. -
Non voleva essere quel tipo di ragazzo, non voleva dirle che era bellissima per arrivare a secondi fini o ottenere qualcosa in cambio. E poi, era lì per lavorare, non per ammirare il suo look.
Marinette abbassò la testa per nascondere il rossore sulle guance dietro la frangetta. Si morse le labbra per reprimere un sorriso.
- i-io voglio dire che sì, sei.. Sei carina. Già. -
Chat Noir avrebbe voluto schiaffeggiarsi per ciò che stava combinando. Da quando era così nervoso intorno a Marinette?
- vogliamo andare? -
La ragazza tagliò corto, e lui ne fu grato. Sospirò.
- sì, certo. Dopo di te. -
La lasciò uscire per prima, facendo un mezzo inchino, per poi afferrare la sua giacca al posto suo. Marinette ridacchiò. Era così.. Adorabile.
Il Notre Dame era a pochi passi dalla pasticceria dei Dupain-Cheng, e camminare non sembrava un problema. La notte parigina era rinfrescata da un lieve venticello che faceva svolazzare il vestito e i capelli di Marinette. Chat Noir non si perse nemmeno un dettaglio di quella scena. Spesso la ragazza portava una ciocca dietro l'orecchio per tenere i capelli lontani dagli occhi, ma il vento li riportava sul suo viso. Chat cominciò a capire perché preferisse tenerli legati.
Mentre costeggiavano la Senna, in silenzio, la testa di Chat Noir era tra le nuvole. Non era solo l'abito svolazzante di Marinette, e nemmeno i suoi capelli ribelli. La sua preoccupazione era così evidente, che anche Marinette finì per notarla. D'altronde, lei lo conosceva meglio di chiunque altro, anche se lui non lo sapeva.
- Chat, va tutto bene? -
Marinette posò la mano sulla spalla di Chat. Lui sussultò, catapultato di nuovo nella vita reale.
- uhm, certo, tutto bene. -
Chat non poteva essere debole, non di fronte a lei. Doveva rimanere forte e coraggioso, dimostrarle che era al sicuro.
Marinette decise di annuire e basta: se Chat non voleva dirle cosa gli passava per la testa, lei non lo avrebbe forzato. Non era il momento giusto.
Ancora pochi minuti, e il battello dove Evillustrator attendeva apparve all'orizzonte. La voragine nel petto di Chat Noir si ingrandì. Marinette. Marinette da sola. Marinette da sola con un'akuma. Marinette da sola con un'akuma che avrebbe potuto farle di tutto se avesse voluto. Chat Noir strinse il pugno e si arrestò sul posto, afferrando il polso di Marinette per fermarla.
- Mari, aspetta. -
La sua voce era bassa e roca. Marinette si voltò verso di lui, confusa.
- sei sicura di volerlo fare? Perché se non te la senti posso occuparmene io, non sarà un problema. E poi, non è sicuro stare così vicino ad un'akuma, soprattutto per una.. per una... -
- una ragazzina? -
Stavolta fu Marinette ad interromperlo, con un'espressione sospettosa sul viso.
- una civile. -
Concluse il ragazzo. Marinette incrociò le braccia al petto, sempre più confusa. Chat sospirò.
- il punto è che.. Potresti farti male. -
Sussurrò l'ultima parte abbassando la testa, in imbarazzo. Il cuore di Marinette si strinse un po' a vedere un eroe tanto audace essere così in pena per lei. Quello era un lato di Chat Noir che raramente le si era presentato davanti, soprattutto perché quando lei era Ladybug, lui non aveva alcun motivo di preoccuparsi per la sua salute. Così la ragazza sospirò, sorridendo lievemente.
- Chat, so come comportarmi. Non hai bisogno di preoccuparti. -
Gli occhi verdi di Chat si rialzarono timidamente sulla figura esile di Marinette.
- e poi, cosa mai potrebbe succedermi con un eroe così forte e valoroso a guardarmi le spalle? -
Disse la ragazza con tono drammatico, solleticando il petto scolpito di Chat Noir. Lui ridacchiò.
- niente, immagino. -
Marinette annuì, sorridendogli in modo rassicurante.
- esatto, mio prode cavaliere. E adesso andiamo, non vorrei fare tardi al mio appuntamento. -
- certo, solo... -
Il micio deglutì.
- sta attenta. E se ti servisse qualcosa, io sarò sempre dietro di te. -
Marinette annuì. Guardò dietro di sé il battello che la aspettava e prese un respiro per farsi coraggio. Avanti, tu sei Ladybug, puoi sopravvivere ad un appuntamento.
- beh, è il momento. Augurami buona fortuna. -
Disse lei dandogli una leggera gomitata. Una vocina nella testa di Chat urlava di fermarla, di non lasciarla andare. Ma quella lì era Marinette Dupain-Cheng, sapeva bene che niente l'avrebbe fermata. Chat sorrise mentre la guardava. Sembrava così piccola e innocente.. Col suo vestitino viola e gli occhioni luminosi. Non si era mai accorto di quanto fosse carina. Era abituato a vederla a scuola, sempre pronta ad inciampare sui suoi passi e incapace di parlare senza balbettare, e invece adesso riusciva a vederla sotto tutta un'altra luce. Non solo il nuovo look le si addiceva parecchio, ma poter stare con lei senza che andasse in panico era una nuova scoperta. Chat si sentì come se fosse finalmente riuscito a vedere la vera Marinette, una ragazza raggiante e piena di pepe. Perché non era sempre così?
Chat pensò che forse Adrien non le piaceva, non voleva avere niente a che fare con lui, per questo la metteva a disagio stargli intorno. Sì, doveva essere così. Ma con Chat Noir le cose sarebbero state diverse.
Teneva ancora in mano la sua giacca, e così gliela avvolse intorno alle spalle perché stesse al caldo. Marinette sorrise e si permise di abbassare gli occhi su quello che le mani di Chat facevano, mentre sistemava i suoi capelli sulla giacca. Per un secondo gli artigli di Chat le sfiorarono la guancia, ed entrambi trasalirono, come se fossero rimasti scottati. Si guardarono negli occhi, e allora la mano di Chat Noir si posò sulla sua guancia.
- buona fortuna, Mari. -
Sussurrò a corto di fiato.
La ragazza non capiva. Aveva già visto quegli occhi, quello sguardo adulatore trapassarla da parte a parte, ma allora perché quando lei non portava la maschera di Ladybug, lui le faceva un effetto così strano? Di nuovo, decise di non pensarci. Annuì e si staccò a malincuore dalla sua mano. Riprese a camminare verso Notre Dame. Solo pochi passi dopo, però, si fermò. Rimase immobile per un attimo, mettendo all'erta l'eroe, poi con uno scatto si voltò e corse indietro da lui. Prima di lasciargli il tempo per le domande, afferrò il campanello al suo collo e lo tirò verso il basso, per poi stampare un bacio sulla sua guancia con uno schiocco. Gli fece l'occhiolino, e se ne tornò sulla sua strada.
Chat Noir aveva dimenticato come si respirava.
🎨🖤
A/N: vi regalo un gifset con una canzone che trovo stia piuttosto bene con il quadrato amoroso (e quello è il vestito che indossa Marinette!)
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