Non dissi niente, mi rimisi a letto. Come poteva amarmi? Era sotto effetto di antidolorifici, stava sicuramente male. Gli diedi la buona notte e mi svegliai di mattina presto.
Mamma era lì a piangere.
Voleva urlare,lo vedevo.
Si sentiva persa. Aveva bisogno di me,o almeno credevo.
Mi allontanò subito spingendomi, ero un reietto.
Shouto mi guarda, mi capiva. Lo vedevo nei suoi occhi. Trasmettevano sofferenza.
Mi sedetti, accarezzandomi da solo. Mamma venne ricoverata per dei controlli. Io uscii pochi giorni dopo, per badare al mio fratellino. Uno,due,tre. Taglio.
Uno,due,tre. Bruciatura.
Uno,due,tre. Pianto.
Andavo a scuola ogni giorno,per permettere a mio fratello di non sentirsi in colpa. Ma venivo picchiato come sempre. Non sapevo dove andare a sbattere la testa. Kirishima si occupava ogni notte di me, ormai era perennemente a casa mia. Tanto suo padre mi conosceva, sapeva dove andava e poteva fidarsi.
Uno,due,tre. Taglio.
Uno,due,tre. Pugno.
Uno,due,tre. Finestra rotta.
Kirishina distrusse la finestra vedendomi con un taglierino. Lo Lanciò via, stringendomi forte.
Kiruki dormiva nel letto di mia madre,quindi non arrivava sentire i rumori.
Un altro giorno,un altro pugno nello stomaco. Ormai ero insensibile, così tanto che Kacchan perse la voglia di farlo. Tutti mi vedevano come il tipico ragazzino con tutto dalla vita depresso.
Sentii uno dei professori litigare per me. Non avevo nessun potete ma mi tenevano.
"È UN RACCOMANDATO? NO. ALLORA NON HA MOTIVO DI ESSERE QUI".
Una frase che può essere applicata a tante situazioni.
Quando sono nato per esempio, avranno pensato la stessa cosa.
Tirai un pugno al muro spaccandolo,con una forza disumana. Mi ruppi il braccio, creando tanto rumore. Mi medicarono, santa recovery girl, e mi guardarono attentamente. Solo la mia anziana preferita ebbe il permesso di spogliarmi. Non volevo farmi deridere ancora di più per il mio corpo. Un livido unico era diventato praticamente.
Mi alzai poco dopo. Andai da kacchan con una lettera e gliela diedi. Ero a petto nudo,per fargli capire cosa mi aveva fatto. Ero pieno di ira. Volevo riversarla su qualcuno, ma non potevo. Tutti mi fissavano stupefatti. Forse credevano seriamente che fossi il solito raccomandato, ma le mie cicatrici smentivano. Tornai a casa, però con la maglia. Passò in fretta la serata. Scrissi a kirishima, per sfogarmi.
"Penso di essere gay."
"Come fai a dirlo? Non hai mai avuto esperienze-"
"Lo sento. Sento che non voglio avere niente a che fare con le ragazze. Poi dopo quel bacio"
"Di che bacio parli? Izuku? Ohi?"
Non volli rispondere. La mattina dopo bakugou aveva in mano il telefono di Eijiro.
"Izuku Midoriya è frocio!"

Pensavo di aver già pubblicato questo capitolo, gg.