Shouto.
Midoriya's pov
Parlammo del più e del meno. Cioè, lui parlava io ascoltavo.
Sapeva che a rispondere non riuscivo bene, ero timido.
Lui freddo,io introverso. Una coppia perfetta. Soprattutto nel parlato. In una delle giornate passate lì desideravo bere dell'acqua e non sapevo come chiedere. Così feci tintinnare una collanina che avevo al collo. Era una piccola collana con una palla attaccata in cui c'era un campanellino. Questo tipo di collanina viene detto "chiama Angeli". E fu proprio così diciamo,un angelo un po' freddo e scorbutico che mi prese l'acqua innervosito.
"Non sono un cane,parla."
Aveva pienamente ragione, come dargli torto. Una campanella tipo cameriera, un pacchetto di croccantini per un gatto. L'avevo usato soltanto.
Bisbigliai un grazie, che ovviamente sentì. Non sorrise,però era contento. Gli si leggeva negli occhi eterocromatici. Ero l'unico a capirlo in quel modo, me ne resi conto quando tornaii a scuola. Tutti lo trattavano con indifferenza o sospetto. Un po' come a me,soltanto che io avevo Kacchan a picchiarmi.
Ormai ero abituato,mi lasciavo condizionare da quel ragazzo in un modo sovrumano. Avevo quasi 15 anni quando mi sottomise e mi fece provare una sigaretta. Io ero timido, non riuscivo a rifiutare niente. Ne presi una,poi un'altra.. da lì a poco sarebbe diventato un vizio. La mente furba di Kacchan voleva distruggermi ancora di più, danneggiandomi anche il cervello, unico organo che lui non poteva rovinare. Mi stavo allontanando da tutti per un stupido vizio e continuò così per un mese. Finché non salii sul tetto della struttura scolastica e Todoroki mi vide. Mi fece cadere la sigaretta con uno schiaffo violento, i suoi occhi erano pieni di ira contro di me. Non disse niente e se ne andò, lasciandomi lì senza spiegazioni, con tantissime domande e una mano dolorante. Ma la mano non era importante, sentivo un altro dolore. Un dolore più morale, psicologico.
Todoroki mi odiava e non avrei potuto rimediare.
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