pianoforte.
Ero teso, quasi potesse uccidermi. Beh si, poteva e lo sapevo. Il preside non mi causava problemi, professori compresi. Come se Todoroki fosse più importante. Provai a parlarci, ma fui evitato. Mi stufai di inseguire qualcuno che non mi guardava neanche in faccia. Mi sedetti a terra nella mia stanza a pensare. Come potevo risolvere una situazione così complicata? Può sembrare banale, però ero davvero confuso. Ho sognato per giorni il suo bacio, le sue parole. L'unico motivo che mi divideva dall'idea di tagliarmi le vene. Presi ad ascoltare un po' di musica e canticchiai. Mio fratello venne e mi chiese di dormire con lui: mamma non poteva tornare a casa, questioni di lavoro. Mi coricai nel letto matrimoniale della stanza accanto con un piccoletto spennacchiato. Adoravo i suoi capelli, splendidi. Mi chiese di cantargli qualcosa, qualunque. Gli canticchiai una canzone che normalmente viene cantata da una ragazza. Prese a dormire piano piano, ascoltando la mia voce costantemente. Appena notai il suo respiro più calmo, non più eccitato e frenetico, mi misi a dormire anche io. Arrivai in ritardo il giorno dopo, me lo ricordo. Mi rimproverarono pesantemente, come se fosse un peccato capitale. Appena finì la scuola, aspettai mio fratello che mi raggiungesse. Mi chiese di cantargli la stessa canzone della notte prima. Ero un po' preoccupato, era la mia prima volta che cantavo fuori. Manco parlavo agli altri, immagina cantare. Ma per vederlo sorridere come il giorno prima, avrei fatto di tutto. Canticchiai facendo girare un po' di persone. Questo mi causò un rossore e una temperatura superiore al normale. Però ero felice, sorridevo. Tornammo a casa e giocammo mentre cercavo di studiare. Lui saltava sui divani, io mi abbassavo per non farlo volare e lui saltava. Non mi azzardai di certo ad arrivare il ritardo il giorno dopo, però qualcosa successe. Certo, possono sembrare degli eventi secondari per questa narrazione, però servono. Entrò un professore che mi chiamò in disparte. Mi aveva sentito cantare e voleva insegnarmi per bene. Avevo una voce splendida a sua detta e probabilmente l'ho ancora. Gli dissi di mio fratello e che non potevo permettermelo, ma mi diedero la possibilità di studiare lo stesso grazie a un finanziamento dalla scuola. Kiruki stava con me, quindi non mi preoccupavo. Uno dei tanti giorni di lezione, rimasi un po' più a lungo. Volevo provare a mettere le mani sul pianoforte proprio lì. Tentai, ma non riuscivo a capire come funzionasse.
"Chi è che sta stuprando quel povero pianoforte?" Chiese una voce conoscente. Era Shouto
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