6/01 ☆ Montami come un toro da rodeo
Ho scoperto solo adesso che i body shots si fanno con la Tequila e non con il Rum (beh in realtà ero convinta che si potessero fare con qualsiasi tipo di liquore)... va beh, ci provo lo stesso AHAHAHA godetevi il capitolo! ♡
(Ah, contiene tanto smut molto disagiato ma penso che questo l'abbiate già dedotto dal titolo)
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Calum abitava in una casa sulla spiaggia fatta quasi interamente di vetri che davano su di un mozzafiato panorama al momento illuminato dalla luna piena e denso di stelle. Ma non che mi importasse molto, al momento, considerando che la lingua di Calum percorreva la mia pelle insistentemente, ripulendola dal Rum che vi aveva versato sopra. Non avrei mai pensato che i body shots fossero una cosa tanto eccitante, specialmente pensando quanto insicuro fossi riguardo al mio corpo. In quel momento, con la lingua di Calum addosso, mi sentivo la persona più bella del pianeta per quanto assurdo fosse.
Siccome Calum non aveva né la Tequila né del lime in casa, avevamo deciso di fare i body shots con il Rum (anche perché ormai io ci avevo messo il pensiero) ed un cioccolatino che adesso avevo fra le mie labbra; resistevo a non mangiarlo perché sapevo che Calum l'avrebbe preso dalle mie labbra per poi baciarmi. Nell'esatto istante in cui ci pensai le labbra di Calum si posarono delicatamente sulle mie, sfiorandole prima che i suoi denti rubassero il cioccolatino dai miei. Anche quello mi sembrò il gesto più erotico della storia, ma del resto ogni cosa che faceva Calum mi sembrava dannatamente erotica.
«Adesso tocca a te, micetto», sussurrò Calum sulle mie labbra prima di baciarmi di nuovo, facendomi alzare dal tavolo su cui mi ero steso. Mi incollai disperatamente alle labbra di Calum, beandomi del loro sapore dolce ed amarognolo mentre gli sbottonavo la camicia, toccando i suoi addominali scolpiti e sentendomi leggermente in soggezione comparandoli alla mia pancia da birra. Cercai di non pensarci mentre facevo distendere Calum sul tavolo e versavo del Rum sul suo torso, facendo risplendere la sua pelle ulteriormente. Rischiavo di avere un orgasmo soltanto a guardarlo.
«Che aspetti, micetto?», mi chiamò Calum, sorridendomi malizioso prima di infilare il cioccolatino tra le sue labbra.
Decisi di sedermi a cavalcioni su di lui, facendogli sgranare gli occhi; sentendo benissimo la sua erezione che premeva contro i pantaloni che ancora non gli avevo strappato di dosso mi chinai verso il suo ombelico, segnandone il contorno prima di salire con la mia lingua sugli addominali di Calum per ripulirli dal Rum che vi avevo versato sopra. Sentivo il corpo del moro vibrare sotto di me, la sua erezione crescere mentre la mia lingua percorreva ogni millimetro della sua meravigliosa pelle ambrata e liscissima. Quando gli rubai il cioccolatino dalle labbra scoprii che Calum stava ansimando; la cosa mi fece sentire stranamente lusingato. Ero riuscito a farlo eccitare soltanto leccandogli gli addominali, era un bel risultato.
«Dio buono, vorrei tanto scoprire cosa si prova ad avere quella lingua da altre parti», commentò Calum, stampandomi un bacio sulle labbra, «Ma abbiamo tempo per quello. Adesso montami come un toro da rodeo».
Mi staccai da Calum, guardandolo sconvolto. «Cosa cazzo hai appena detto?», borbottai, scoppiando a ridere quando Calum mi guardò imbarazzato.
«Scusa, è l'alcool», si giustificò, rosso come un pomodoro, «E smettila di ridere di me!».
«Ma sei divertente! Un po' inopportuno e perverso, ma sei divertente», borbottai io in risposta, accarezzando una guancia bollente di Calum, «E comunque, riguardo al montarti come un toro da rodeo, credo di poterti accontentare», aggiunsi, sorridendo malizioso prima di incollare le mie labbra alle sue febbrilmente. Le mie dita corsero subito al bottone dei suoi jeans, sbottonandoli velocemente; mi sollevai leggermente per permettere a Calum di sfilarseli insieme ai boxer. Io ero già in mutande, quindi spogliarmi fu più facile. Stare nudo davanti a Calum mi metteva in soggezione, dovevo ammetterlo, ma l'eccitazione superava di gran lunga l'imbarazzo che potevo provare in quel momento, la paura di non essere abbastanza. Sentivo di essere completo, con Calum, stranamente.
Calum mi accarezzò una guancia e sorrise. «Non l'ho mai fatto su di un tavolo da pranzo», commentò, scoppiando a ridere mentre con la punta del suo pene stuzzicava la mia entrata.
Gemetti sottovoce. «C'è una prima volta a tutto, C-cal», ansimai, sentendo il fiato mancarmi quando Calum si insinuò dentro di me.
Calum sorrise appagato. «S-sì, micetto. C'è una prima volta a tutto», ansimò, spingendosi dentro di me lentamente.
Mi presi qualche secondo per abituarmi a Calum dentro di me, gustandomi quella sensazione paradisiaca prima di prendere in mano la situazione, muovendomi con lentezza sulle cosce di Calum. Il moro mi afferrò per i fianchi, stringendoli in modo possessivo e spingendomi su di lui, aumentando il ritmo. Gettai la testa all'indietro, godendomi le spinte di Calum ed assecondandole, usando le sue mani come appiglio per spingerlo più a fondo e toccare sempre più punti di me, facendomi letteralmente impazzire. Non mi ci volle poco a venire, aiutato dai gemiti e dalle spinte sempre più forti di Calum, che venne qualche minuto dopo di me. Ci accasciammo esausti sul tavolo, l'uno sopra l'altro, sorridendo ed ansimando soddisfatti.
«Beh, allora è vero quando dicono che l'attesa aumenta il piacere», sbottò Calum, facendomi scoppiare a ridere.
«Mmh, direi di sì. Ma... adesso che facciamo?», chiesi curioso, tracciando il petto di Calum con le dita.
Il moro mi sorrise. «Mmh, io avrei un'idea. Mi dici un posto in cui non hai mai fatto sesso?», mi chiese, scostandomi una ciocca di capelli dalla fronte.
Arrossii mentre pensavo che io non avessi mai fatto sesso in posti inusuali - se si escludeva oggi, ovvio. Dovevo pensare a qualcosa che rendesse la situazione più piccante. «Che ne dici della doccia?», chiesi infine, sapendo di risultare piuttosto cliché.
«Buona idea», concordò Calum, aiutandomi a scendere dal tavolo. Mi schiaffeggiò il sedere ed io scoppiai a ridere, aggrappandomi a Calum per baciarlo. Le cose si scaldarono in fretta e andammo a finire sul divano, ridendo tra i baci.
«Mi sa che ci metteremo un po' ad arrivare alla doccia», borbottò Calum, chinandosi per baciarmi con foga, «Spero che non ti dia fastidio».
Ridacchiai. «Oh, me ne farò una ragione».
☆☆☆
Calum mi riaccompagnò in albergo sul tardi, dopo aver visto il sole sorgere avvolti nelle coperte e dopo aver fatto colazione (e una serie di cose che non sto ad elencare adesso). Eravamo rimasti svegli tutta la notte, forse battezzando ogni superficie piana (e non) di casa di Calum, ma non me ne lamentavo a dire la verità, era stato divertente - e anche stancante, mi sentivo totalmente indolenzito ed esausto. Fortunatamente avrei potuto dormire in treno.
«È stato bello stanotte, micetto», disse Calum non appena parcheggiò davanti all'ingresso dell'albergo, «Mi sono davvero divertito con te».
Sospirai, sfiorando la mano di Calum con la mia. «Anch'io, Cal», dissi a mia volta, ingoiando il dispiacere e la tristezza di dover andare via. Questi sette giorni passati con lui erano stato davvero fantastici, certo molto imbarazzanti a volte, e sono dovuto persino correre all'ospedale, ma era stata una vacanza fantastica e il pensiero che fosse finita, che dovessi tornare alla realtà e soprattutto di non poter vedere più Calum mi rattristava. Mi sarebbe mancato da morire.
Calum mi accarezzò una guancia. «Cos'hai?», mi chiese, premuroso, «Mi sembri giù».
Mi morsi il labbro inferiore. «È che mi mancherai, tutto qui», borbottai, «È stata una settimana fantastica e l'idea di tornare a casa adesso mi rende un po' triste».
Calum si imbronciò. «Non parliamone, dai», borbottò, allungandosi per baciarmi sulle labbra. Mi lasciai trasportare da quel contatto, tornando alla realtà soltanto quando sentii una ragazza tossire per attirare la nostra attenzione. Voltandomi, riconobbi Mali Koa; la sorella di Calum ci guardava in imbarazzo.
«Non c'eri quando siamo tornati al tavolo e così sono rimasta a dormire con Tessa», spiegò, mentendo spudoratamente. Facemmo finta di niente, comunque.
Guardai Calum e Mali Koa andare via con la promessa che sarebbero venuti a salutarci, poi entrai in albergo e salii nella mia camera. Come ben pensavo, non appena entrai fui assalito da Tessa, Luke ed Ashton che mi abbracciarono ed urlarono cose incomprensibili tutti insieme. Erano quasi divertenti.
«Ragazzi, hey, calmi! Ho solo fatto sesso, non ho vinto un premio nobel», borbottai, facendoli staccare tutti da me.
Luke mi guardò scettico. «Solo? Solo?! Amico, finalmente dopo una settimana di stenti hai fatto sesso con l'inarrivabile Calum della festa di capodanno!».
«Hai vinto il suo cazzo! Fottesega del premio Nobel!», aggiunse Tessa, facendomi sgranare gli occhi. A volte non sapevo cosa le prendesse.
«Adesso devi raccontarci tutto nei dettagli», disse Ashton mentre io li superavo per prepararmi la valigia. Ero in un ritardo pazzesco.
Mi voltai verso i tre, ancora sulla porta, e gli feci un occhiolino. «Sono troppe cose da sapere, sicuri di reggere?», dissi, facendo scuotere la testa a tutti e tre. Luke mi era sembrato un po' titubante però. «Piuttosto, com'è andata con Mali Koa?».
Tessa fece un sorriso malizioso. «Chiedi a Luke», disse, indicando il biondo che arrossì prima di sorridere malizioso.
«È sempre una gran troia», disse, appoggiandosi con la schiena alla porta.
Scossi la testa. «Lo sapevo che te la saresti portata a letto di nuovo».
Luke alzò le mani. «Hey, è stata lei ad insistere! E poi meritavo di divertirmi anch'io, mica solo voi», si difese, arrossendo, «Che posso farci se sono debole».
«Okay dai, questa te la concediamo», liquidai il discorso, «Quindi alla fine aveva il perizoma o Calum stava scherzando?».
Luke scoppiò a ridere ed io lo fissai confuso. «Aveva un perizoma... che adesso è finito nella mia valigia. Un piccolo ricordo della vacanza, sai com'è».
Mi sbattei una mano in fronte. «Santo Cielo, Luke!».
☆☆☆
«Mi mancherai così tanto, micetto», borbottò Calum, abbracciandomi, «È un peccato che questa vacanza non sia durata di più».
Sospirai, godendomi il tepore delle braccia di Calum per l'ultima volta. «Non dirlo a me. Beh, comunque ho il tuo numero. Ti scrivo quando arrivo a casa, okay?».
Calum si morse il labbro inferiore. «Certo. Fatti sentire, micetto», disse, baciandomi la fronte.
Mi staccai riluttante da lui, continuando a voltarmi mentre raggiungevo Ashton e gli altri. Non volevo lasciarlo proprio ora che cominciavo ad affezionarmi a lui di più, ma purtroppo la vacanza era al suo termine. Chissà quando l'avrei più rivisto...
«Coraggio Mikey, Sydney ci aspetta», disse Ashton quando li raggiunsi, dandomi una pacca sulal spalla.
Io tenni la testa bassa finché non sentii Mali Koa esclamare, ad alta voce, «Aspettate!».
Ci voltammo tutti e quattro verso di lei. «Che c'è?», chiese Tessa, curiosa.
«Avete detto che siete di Sydney?», chiese la ragazza, guardandoci con una punta di speranza negli occhi. Io e Luke ci guardammo confusi - lui aveva il panico evidente negli occhi. La cosa mi fece ridere.
«Sì che lo siamo. Perché?», chiese Ashton, stringendosi nelle spalle.
Il volto di Mali Koa - e quello di Calum, anche - parve illuminarsi. «Anche noi siamo di Sydney! Perché non l'avete detto prima?!», sbottò, facendomi impallidire. Guardai Calum per qualche secondo prima che il moro corresse verso di me, abbracciandomi stretto. Io ricambiai, sentendo il cuore battere a mille quando le labbra di Calum si posarono ripetutamente sulle mie. Io avevo un piccolo dubbio, però.
«Non devo rinunciare a te, micetto - grazie a Dio. Cominciavo ad affezionarmi», sussurrò Calum, parlando contro le mie labbra.
Io non potei fare a meno di sorridere nello scoprire che i miei sentimenti fossero ricambiati. Mi ricordai, però, del dubbio che mi era nato in testa non appena avevo sentito Mali Koa parlare. «Comunque, com'è che non ti ho mai visto a Sydney?».
Calum mi fissò scettico. «Ma che diamine te ne frega! Possiamo stare insieme, micetto! Ah, sapevo che saresti stato più di un bacio di mezzanotte».
☆ Fine ☆
☆☆☆
[A/N] È davvero tardi, lo so, e probabilmente nessuno leggerà a quest'ora ma mi sentivo in colpa a non postare. E si conclude così, con un inaspettato quanto prevedibile (lo sapete che sono un cliché umano!) happily ever after (e dello smut davvero pessimo) il viaggio di Michael e Calum! Giuro, ho amato scrivere questa fanfiction dal primo all'ultimo rigo. Ogni battuta, ogni scena, tutto. Credo faccia parte ormai delle poche che considero le mie preferite ahaha
Ovviamente vi rigrazio per averla seguita nonostante il disagio sia davvero galoppante (specie con Luke, che è quello che probabilmente ha le battute peggiori. Sorry Luek). Sul serio, ogni voto, ogni visualizzazione, ogni commento per me vale come oro. Non ci sono abbastanza parole per dirvi quanto sia grata ♡
Ma non è finita qui! Siccome io sono pazza - e lo sapete già - ed ho una morbosa ossessione per Luke - e penso sappiate anche questo - da domani inizierò una nuova storia su di lui (stranamente etero, *gasps*). La storia si chiama Finding a soulmate e sarà leggermente disagiata, avrà un Ashton trasformato in Ashley e un Luke inappropriato e disagiato quasi quanto quello di questa storia (anche se in questa è imbattibile ahahah). Insomma, se vi fa piacere passare, ve ne sarei infinitamente grata ♡
Vi rigrazio un'ultima volta per aver seguito questa storia. Ci vediamo prossimamente! (sempre che vogliate avere a che fare ancora con me, lol) ♥♥
Ps:
UN ANNO DOPO CE L'HO FATTA A SCRIVERE DEI MALUM CHE FANNO I BODY SHOTS HAHAHAH (ci ho messo ore a trovare quell'aggiornamento di stato, lol)
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