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GENTE, HO AGGIUNTO UN PEZZO AL CAPITOLO PRECEDENTE. E, BEH SE VOLETE SAPERE COSA VUOL DIRE L'IMMAGINE QUA SOPRA⬆️ ANDATE A LEGGERE IN FONDOOO.
Si strofinò la faccia con i palmi delle mani prima di pressarle sulle labbra, i gomiti erano appoggiati alle ginocchia mentre il busto piegato in avanti.
Stava seduto su quella sedia guardando la porta davanti a se, il respiro che usciva dalle sue labbra cercava di sgusciare dalle mani ma crearono solo dell'aria più calda che solleticò il naso di Niall.
Stese le mani sulle ginocchia, appoggiando il corpo contro lo schienale dietro di lui. Sospirò sentendo gli occhi pesanti e le palpebre chiudersi da sole.
Non sapeva che ore erano, quanti giorni erano passati o quanti secondi. Lui non lo voleva sapere, non voleva sapere da quanto non dormiva, da quanto lei non c'era più.
Una ciocca di capelli gli cadde sulla fronte ma non si sforzò di toglierlo da davanti agli occhi. Incrociò le braccia al petto più vuoto, aveva la sensazione di abbracciare una scatola vuota. Sentiva i bordi ma era certo che dentro non c'era più niente.
Niente di reale, lui aveva insistito tanto su quel qualcosa di "reale". E in quel momento non c'era più niente.
Neanche una traccia di quel reale, un segno, un respiro o una ciocca di capelli biondi.
Quanto aveva paura delle cose che non conosceva? Come tutti. La paura dell'ignoto era generale, è nella natura degli uomini avere paura dello sconosciuto.
Ma Niall non era sicuro che quella sensazione fosse sconosciuta, la sentiva così sua, come se avesse ritrovato una vecchia amica.
Mavis aveva fatto andare via il ricordo di quella vecchia conoscenza, e Niall si trovò senza parole quando quel dolore lo accolse nuovamente tra le sue braccia scheletriche.
Si sentiva così impotente. Senza potere di giudizio o pensiero.
Si alzò di scatto, iniziò a camminare per la stanza con cui ormai aveva confidenza da fin troppo tempo.
Voltò la testa quando sentì la porta di ferro aprirsi.
Osservò il ragazzo, che stava indossando un vestito elegante, entrare leggiadramente nella stanza prima di richiudere la porta.
-Niall.- lo salutò.
Quest'ultimo non disse niente, apatico fino alla manica della sua maglia arancione.
-Cosa succede?- chiese Niall dopo qualche istante di silenzio.
Non sapeva perché Greg lo avesse chiamato, ogni tanto parlavano ma in quei giorni Niall voleva solo stare da solo e piangersi addosso. Troppo debole per fare altro.
-Dopo aver saputo del vostro piano di fuga Marcus ha aumentato le guardie per piano.- disse il ragazzo dai capelli castani -Davvero volevi scappare?-
Niall annuì, si appoggiò alla prima parete che trovò.
-Ma perché? Fra 2 anni o forse di meno potresti uscire.-
-Lei non se lo merita.- biascicò il ragazzo dai capelli chiari.
Da giorni non faceva altro che ripetersi quelle parole nella mente, come una vecchia canzone di cui non riusciva a liberarsi.
Stava impazzendo.
-Lei? Mavis?- Greg sospirò pesantemente -Niall, Gesù mio.- mormorò.
-So cosa stai fottutamente per dire. E non voglio sentirlo.-
-Perché vuoi metterla in mezzo?-
Greg si passò una mano tra i capelli pettinati.
Niall strinse la mascella, gemette silenziosamente quando una fitta di dolore colpì il suo zigomo destro. Vecchi segni.
Perché la voglio, pensò.
Era stupidamente vero, e non avendola con se in quei giorni, quella sensazione si era infittita fino a diventare visibile anche ad un cieco. Quella mancanza era così palpabile.
-Lei è venuta da me.- spiegò.
Un piccolo ricordo lo riportò nell'Ala Ovest, quando Mavis entrò nella sua stessa stanza.
-Spero solo che tu sia consapevole delle tue azioni. Se farai ancora qualche casino non potrò intervenire. - spiegò Greg.
-Ok.- rispose Niall chiudendo gli occhi, provò ad immaginare le mani di Mavis sul proprio collo e i suoi capelli lunghi dargli fastidio contro il viso.
Si sentì meglio.
-Quanti giorni sono passati?- chiese poi lo stesso ragazzo.
-Cinque.- soffiò Greg.
Niall annuì. Con la testa vuota, incapace di formulare qualsiasi pensiero.
-Greg.- richiamò l'attenzione su di se.
Il ragazzo si portò le mani al colletto della camicia azzurra, si slacciò un bottone e tirò la cravatta, in modo da tenerla più larga.
-Dimmi.-
-Come,- sospirò -come sta tuo figlio?-
Greg aggrottò le sopracciglia, era sorpreso. Quella sensazione lentamente si trasformò in felicità.
-Bene, ha iniziato a camminare.- ridacchiò -Vuoi vederlo?-
Niall deglutì, annuì ansiosamente e si strinse alla parete quando il fratello si avvicinò. Prese dalla tasca posteriore il portafogli e lo aprì, pochi secondi dopo tirò fuori una foto piegata a metà.
La guardò sorridendo poi la mostrò al ragazzo.
Niall osservò il bambino immortalato nella fotografia, aveva i capelli biondi, chiarissimi, e gli occhi blu. Le guance erano schiacciate in un sorriso raggiante mentre guardava l'obiettivo.
-Ti assomiglia.- osservò Greg.
Niall fece un piccolo sorriso, era vero, per quanto potesse negarlo avevano le stesse espressioni. Gli stessi occhi. Per un secondo il suo petto non gli sembrò così vuoto.
-Lei è tuo moglie?- il ragazzo biondo indicò la donna sullo sfondo, stava tendendo le braccia verso il bambino. Aveva i capelli lunghi, dritti e biondi.
-Si,- un altro sorriso si fece largo sul viso di Greg -Denise.-
-Posso chiederti una cosa?-
Il fratello maggiore rimise a posto la foto.
-Certo.-
Niall sospirò, si scostò dal muro iniziando a camminare.
-Cos'hai provato?- iniziò -Cosa hai provato quando hai visto Denise? Intendo, cazzo, sono così confuso Greg.-
Si strofinò le mani sopra le occhiaie profonde.
-Non ho provato niente.- Greg parlò e Niall si concentrò sulle parole che lasciavano le sue labbra -In quel periodo tutti mi trasmettevano rabbia e rancore e invece lei, lei era il niente, è stata l'unica persona capace di azzerarmi. Quello che mi lega a lei non è la passione, è la calma. Lei è la quiete in mezzo all'uragano, il mio uragano.-
Niall restò immobile, le braccia lungo i fianchi e gli occhi chiusi mentre ascoltava le parole che lui non sarebbe mai riuscito a dire.
-Lei riesce a calmarmi, le devo tanto Niall. E sono in debito con lei, perché so che non potrei mai farla sentire come lei fa sentire me.- sorrise -Lei mi ama e non so il perché, però le sono grato, le sono grato per avermi dato Theo. Per avermi dato ragioni, milioni di ragioni per continuare la mia vita.-
Il ragazzo moro si avvicinò alla porta, accarezzò la spalla del fratello prima di sfiorare maniglia di metallo.
-Spero davvero che trovi qualcuno che ti faccia sentire come lei fa sentire me.-
Sorrise malinconamente, prima di uscire dalla stanza.
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-Eccomi.- disse sospirando il ragazzo dai capelli castani chiudendo la porta.
Si guardò intorno, Harry gli fece un cenno della testa prima di indicargli la sedia vicino alla sua.
Aveva i capelli ricci e lunghi legati in una coda sopra la testa, il colore di essi sembrava più scuro, visto che stanza in cui si erano ritrovati era più buia per l'assenza di finestre. Una piccola lampadina pendeva dal soffitto e illuminava abbastanza per far capire a Liam di trovarsi in una sgabuzzino degli inservienti.
Guardò Louis, che si mise a giocare una saponetta colorata di arancione.
-Zayn?- chiese, si guardò intorno e vide solo Louis, Harry e Francesca.
Che gli fece un sorriso, Liam arrossì leggermente.
-È con 105,- spiegò Harry -sta tipo cercando di non farlo andare fuori di testa o qualcosa del genere.-
-Perché?-
-È proprio di questo che dobbiamo parlare, Zayn mi ha chiesto di dirvelo per informarvi delle novità.-
Louis posò la saponetta, sistemandosi in posizione eretta sulla sedia. La ragazza di fianco a lui accavallò la gambe.
-Mavis è stata mandata in isolamento per una settimana nell'Ala Est.- disse.
Francesca di posò una mano sugli occhi.
-Lo sapevo,- disse a voce bassa -sapevo che le avevano fatto qualcosa.-
Cercò di coprire gli occhi lucidi con i capelli castani. Liam a vederla avrebbe voluto andare vicino a lei e rassicurarla.
-Marcus ne ha date di santa ragione sia a lei che a 105.- aggiunse.
-Cristo.- biascicò Louis, a metà tra sorpresa e tristezza.
-Perché? Come mai?- domandò Liam non capendo il motivo di quella rabbia scaricata sui due ragazzi.
-Marcus è venuto a sapere del piano che abbiamo per scappare da qui, quindi da oggi dobbiamo fare ancora più attenzione, non parliamo più di queste cose in pubblico. È troppo rischioso.-
I due ragazzi che ascoltavano Harry annuirono, mentre Francesca aveva ancora le mani premuto contro il viso pallido.
-La cosa positiva è che 105 gli ha mentito, adesso dobbiamo solo più cambiare la via d'uscita ma Zayn ci sta già lavorando.- terminò, strofinandosi le mani contro le gambe fasciate dalla tuta verde.
-Quindi per adesso cosa è certo che facciamo?- chiese Louis.
-Allora,- Harry si sporse in avanti -Mavis sarà in ospedale quando noi saremo fuori da qui, quindi lei è a posto perché poi la passeremo a prendere tutti insieme. Noi invece agiremo di sera, durante il cambio delle guardie.- riepilogò.
Guardò la ragazza davanti a se per qualche secondo.
-Ci serve solo qualcuno che tenga d'occhio Francesca e che la aiuti nello svolgimento del piano.-
La ragazza guardò Harry, annuì, sapeva di essere un peso per il piano che era già a rischio ancora prima di essere iniziato.
-Lo faccio io.-
Tutti si girarono verso Liam quando parlò, Francesca aggrottò la fronte.
-A lei ci penso io.- aggiunse.
ALTRE NOVITÀ
Ok, per chi ha letto il capitolo precedente, sa già che pubblicherò una storia con lavocediluke su Michael Clifford che si chiamerà Closer.
E, visto che ho pensato a quello che mi avete detto per messaggio e a quello che ho scritto alla fine dell'altro capitolo, ho capito che comunque non è stato opportuno mettervi in mezzo ai miei problemi (che si sono risolti se vi interessa 😂❤️). Però vi ringrazio per essere state comprensive e gentili con me.
Quindi per scusarmi (e ringraziarvi), ho deciso di svelarvi la sezione "Crea" del mio account.
E voi vi starete chiedendo: Che cazzo di giri mentali si fa sta tipa?
Beh, la foto all'inizio del capitolo rappresenta solo le storie che ho in mente già da un po' e che credo pubblicherò a gradi😂
E, sorpresina, ho già pronte le introduzioni di tutte e, altra sorpresina, le state per leggere tra 3,2, 1...
Weakness || Harry Styles
Quelli come lui non avevano debolezze, ti guardavano dritto negli occhi senza scomporsi.
I ragazzi come Harry erano il freddo: impassibili e passeggeri.
O almeno, così credevo.
As If || Zayn Malik
Si sfiorò il labbro inferiore con l'indice e il pollice prima di scendere dal tavolo, lei lo guardò abbassare lo sguardo sulle sue collane , facendo sfiorare le ciglia lunghe contro gli zigomi scuri.
-Ok allora.- Zayn alzò gli occhi su di lei per poi incrociare le braccia al petto -Era come se il niente mi avesse accolto a braccia aperte, come se il dolore si fosse di nuovo impossessato di me con la stessa velocità con cui mi aveva abbandonato.-
Held || Zayn Malik
Un'aria opprimente e pesante non mi permetteva di respirare regolarmente, il mio petto saliva e scendeva velocemente cercando di prendere un po' di ossigeno. Tirai i polsi e urlai quando delle linee di ferro si conficcarono nella mia pelle.
Con il sudore che ricopriva la mia pelle e i miei leggeri gemiti riuscivo solo a pensare: -Dove sono?-
Worst || Louis Tomlinson
Lui era il peggiore, lo vedevi da come teneva la sigaretta tra l'indice e il pollice e da come sorrideva, lo potevi capire da come si spettinava i capelli e da come indossava la sua giacca di jeans.
Lui era il peggiore, e lei se ne sarebbe accorta troppo tardi.
Spero vi piacciano anche se non sono ancora completamente sviluppate ma vi ho dato solo un assaggino.
DOMANDINA (Oddio mi sembra di tornare all'inizio di Disconnect):
Qual'è che vi ispira di più?
Detto questo, al prossimo aggiornamento.
ciao ciao
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