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Hurt

Le porte erano appena state chiuse dalle guardie di turno quella sera. Mavis aveva appoggiato la fronte contro il muro freddo per cercare un po' di sollievo, erano successe troppe cose e doveva cercare di rimettere in ordine le proprie idee e le informazioni.

Strinse gli occhi, era sempre stata così scarsa, in tutto. Sentì un po' di rabbia solleticarle lo stomaco.

Alcuni dei suoi pensieri tornarono alla sua famiglia e ai suoi amici, pensò a quanto era stata indifferente nei loro confronti, perché a Mavis davvero non importava di nulla.

Non sapeva perché e non lo faceva apposta, ma davvero non riusciva a tenere ad una persona. Era come se il suo corpo e la sua mente si rifiutassero di farlo.

Lei un po' ci pativa, a lei importava il fatto che non gli importava di niente. Pensava a come fosse possibile una cosa genere, a cosa ci fosse sbagliato in lei.

O, cosa forse più importante, cose ci fosse di diverso in Niall. Perché con lui era tutta un'altra pagina. Capitolo. Libro.

Era semplicemente diverso.

La mente di Mavis lavorava nel verso opposto quando si trattava si lui. Questa cosa era sconcertante per lei, premette più forte la testa contro il muro.

Perché?, pensò.

Perché con lui doveva essere tutto così nuovo ed angosciante. Perché a Mavis importava così tanto tutto questo?

Ripensò agli occhi azzurri di Niall, non ci vedeva niente. Nulla, ne una persona ne un mostro. Solo il nulla, e quello era peggio.

Non vedeva ne rabbia ne risentimento, solo un ragazzo con un passato che teneva stretto nelle sue dita senza lasciarlo andare. Niall era così vuoto ma così pieno per lei.

Nel vuoto puoi vedere meglio le poche cose di cui è composta una persona.

E di Niall non ne aveva vista ancora nessuna ma sapeva che c'erano.

Si staccò dal muro sospirando, d'un tratto era diventata così legata a quell'istituto, a Zayn e ai ragazzi e a Niall. La sua mente era diventata quasi insopportabile, riusciva a stento a convivere con la preoccupazione che aveva verso tutte quelle persone. La sensazione peggiore fu quella che provò per Niall, sentirlo urlare l'aveva spinta così in basso da non risalire. Si sarebbe sognata quelle urla per giorni, settimane. Se lo immagina coricato per terra mentre si prendeva le botte per un motivo quasi sconosciuto.

Solo che in quel posto erano tutti uguali, forse era quello a legarla così tanto a loro. Avevano più o meno le stesse storie, le stesse esperienze. La stessa voglia di evadere, la stessa che li avrebbe ammazzati.

Avanzò verso il letto ad una piazza prendendo il cuscino, si guardò intorno come se qualcuno potesse vederla, lanciò un occhiata allo scatolino delle pastiglie vuoto che era posto sulla scrivania prima si sbottonare la federa e infilarci una mano dentro.

Si morse il labbro inferiore prima di prendere la cartella gialla tra le dita. La lanciò sul materasso e risistemò il cuscino.

La cosa strana è che non sentiva dei sensi di colpa per averla rubata, il bisogno di sapere era stato così accecante, da farle compiere un gesto che avrebbe potuto farla restare in quel posto per altri tre anni.

Si sedette sul letto, prendendo la cartellina e aprendola.

Sfiorò l'unico foglio di cui era composta borbottando qualche parola. Leggeva quelle tre parole da giorni, se le ripeteva nelle testa ogni secondo, cercando di collegarle a qualcosa. Solo che sapeva così poco su Niall, e il suo luogo di nascita non l'avrebbe aiutata a scoprire qualcosa sul suo passato.

E voleva scoprirlo, anche se sapeva che era brutto abbastanza da non essere rivelato. Questo la incuriosiva ancora di più.

Sfiorò l'angolo del foglio con l'unghia dell'indice, accarezzando la pagina come se con le buone maniere avesse potuto rivelarle di più.

Niente. Ancora vuoto, ancora quel fastidio tra il diaframma e i polmoni che ma spingeva ad uscire dalla porta e a bussare alla stanza 105 per chiedere spiegazioni. Ma sapeva che sarebbe venuto lui, Niall le avrebbe detto tutto con il tempo.

Doveva solo aspettare.

Strinse le labbra tra loro richiudendo la cartellina e rimettendola nella federa.

Si sdraiò supina, incrociando le mani sullo sterno come i defunti. Lei ci era andata vicina. È stata l'unica volta che aveva pensato che fosse l'ultima, quando quel ragazzo l'aveva toccata così violentemente avrebbe voluto morire.

Chiuse gli occhi aspettando che un ragazzo biondo bussasse alla sua porta con il viso verso oscurato dalla notte che incombeva dentro l'istituto.

Aveva lo sguardo abbassato sulla borsa nera mentre cercava di mettere all'interno della tasca la scatoletta di cioccolatini, i suoi piedi toccavano veloci il marciapiede della piccola cittadina, fingeva di avere fretta per non guardare nessuno negli occhi.

Era una delle poche cose che le aveva insegnato suo padre, sguardo basso e passare in osservati. Così avrebbe evitato grane.

Solo che quel giorno i suoi capelli erano così biondi che tutti avrebbero potuto vederli, i suoi occhi così vitrei fecero l'errore di alzarsi dall'asfalto.

Un ragazzo con i capelli castani legati in una piccola coda posta sull'apice della testa la guardò. Mavis lo osservò per qualche secondo prima di stringersi nelle spalle e camminare più veloce, il suo cuore iniziò a battere veloce quando sentì una presa stretta intorno alla sua borsa nera.

Girò di scatto la testa, fissando il ragazzo che cercava di sorriderle.

-Ciao.- disse soltanto prima di lasciare la presa.

Mavis si calmò leggermente, lui si passò le mani sopra la maglietta colorata che indossava per poi tirare fuori dalla tasca dei jeans una sigaretta.

-Hai da accendere?-

Mavis corrugò la fronte, c'era qualcosa di strano nel suo tono, come se facesse fatica a collegare le parole le une con le altre. Sembrava quasi che le sue palpebre stessero aperte per miracolo.

Quando barcollò e una scia di bibite alcoliche arrivò a Mavis non ebbe più dubbi.

La ragazza scosse la testa velocemente, volendo andarsene il prima possibile. Sentì lui fare un gemito strozzato di fastidio e rifermarla.

-Senti tesoro,- cominciò -sei una bella ragazza. Non rendere tutto più difficile e dammi un accendino.-

Mavis si distanziò violentemente facendolo barcollare.

-Non ho un fottuto accendino.- rispose aspramente sentendo l'ansia salirle dai piedi.

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo in modo da farsi vedere.

-Hai una voce così fastidiosa.- espresse portandosi due dita sue tempie e massaggiandosele.

-Non ho,- incominciò Mavis ma vene subito bloccata.

-Troveremo un altro modo per accendere la mia sigaretta, tesoro.-

Lei si girò in una mossa incominciando a correre, era troppo.

Ben presto si ritrovò contro un muro e con un alito acidulo contro le labbra.

-Che cattiva ragazza.- commentò l'uomo.

La prese di peso alzandole la maglietta, lei urlò e incominciò a muovere i piedi e le braccia per liberarsi.

Pochi secondi dopo era seduta a terra, il ragazzo era steso sul bordo della strada e i cioccolatini di Mavis erano sparsi per il marciapiede.

Una mano si posò sulla spalla facendola sussultare, l'immagine sfocata dei ragazzo dai capelli castani si trasformò.

I capelli scuri sfumarono fino a diventare biondi e la maglietta colorata lasciò il posto ad una tuta arancione.

La mano di Niall la sfiorava con insistenza, aveva il viso vicino al suo sussurrandole che andava tutto bene. Mavis iniziò ad ansimare, il nero era il colore prevalente in quella stanza e non riusciva bene a vedere Niall, lei alzò le braccia toccandolo e quando raggiunse le sue spalle la strinse spingendolo verso di se.

Appoggiò la testa nell'incavo del suo collo mentre il corpo di Niall era sopra a quello ansimante di Mavis.

-È tutto ok.- sussurrava alla ragazza.

-Non volevo colpirlo.- biascicò Mavis reduce del brutto ricordo -Solo che lui era così vicino,-

Le labbra di Niall la bloccarono, erano ferme sulle sue. Non voleva un momento di passione, solo farle dimenticare momentaneamente il motivo della sua agitazione.

Mosse la bocca contro quella di Mavis solo per parlare.

-Dimenticati di lui, ormai sei qui, e sei con me. Lui non c'è più, e non ci sarà mai. Lo giuro.-

Niall parlò lentamente. Per assaporarsi quel momento in cui erano così vicini, così attaccati.

-Niall.- lo chiamò.

Il ragazzo alzò lo sguardo sorridendo, incrociò gli occhi di Mavis.

-Dimmi.-

-Resta con me stanotte.- soffiò con un filo di voce.

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-No,- si lamentò Zayn schioccando la lingua contro al palato -ai piani superiori ci sono due guardie, più scendi verso l'entrata e più aumentano.-

Niall guardò fuori dalla finestra della stanza ricreativa vuota, gli altri erano in mensa a fare colazione mentre lui e Zayn si erano ritrovati per tirare giù una bozza del piano.

Dopo la scorsa notte, dopo aver visto Mavis così debole contro un ricordo, la voglia di studiare un modo per farla evadere aumentò drasticamente.

Osservava il ragazzo dai capelli corvini passarsi la matita da disegno tra le labbra, il foglio appoggiato sul tavolo era tutto scarabocchiato. Le cose dentro l'istituto stavano cambiando velocemente.

-Marcus continua a mettere guardie su guardie e io non capisco perché.- sussurrò Zayn fissando il foglio.

-Siamo noi il motivo.- intervenne Niall spostando lo sguardo fuori dalla finestra -Da quando ho provato ad aprire quella finestra. E le voci della tua tentata fuga di qualche settimana fa credo gli siano arrivate.-

-Come fai ad esserne sicuro?- sbottò innervosito Zayn. Lanciò la matita sul tavolo.

-Ho sentito le guardie parlarne, sto solo ipotizzando.- si difese.

Il ragazzo con la pelle ambrata annuì, sembrava essersi calmato.

-Comunque prima di evadere dobbiamo aspettare che Marcus non sospetti più niente.-

Niall girò la testa verso di lui.

-Non lascerei comunque Mavis correre un rischio, dobbiamo prima essere sicuri che tutto vada liscio.-

Zayn stette in silenzio, questo silenzio avvolse tutta la stanza. Poi, un barlume di curiosità accese la mente di Niall.

-Perché lo fai? Non è solo il fatto di evadere lo so.-

Zayn abbassò lo sguardo, si allungò verso il tavolo piegando il foglio in quattro parti. Si alzò la maglietta verde, infilando la mappa nell'elastico dei pantaloni.

-E tu?-

Niall schiuse le labbra, dopo qualche secondo sospirò.

-Non lo so, e questa cosa mi da fottutamente fastidio.- guardò Zayn -Lo sai, con lei non riesco a pensare di fare le cose che facevo alle altre ragazze. Mi fa schifo solo a dirlo in questo momento.-

-Non ti permetterò di farlo in qualunque caso.-

-Lo so che lo faresti.-

Niall abbassò la fronte, si sentiva così frustato. Era come se avesse perso se stesso, e come se non riuscisse più a ritrovarsi.

Perso in un labirinto senza uscita, senza entrata. Senza sapere come c'era finito.

Aveva solo Mavis, che in qualche modo lo faceva andare avanti.

-Io vado a fare colazione.- disse Zayn.

Il ragazzo alla finestra annuì solamente, ancora perso nei suoi pensieri. Quando sentì la porta aprirsi disse solo una cosa:

-Lei ha i suoi stessi occhi.-

-Si, questa è la cosa che fa più male.- biascicò Zayn per poi chiudere la porta.

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