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Afraid

Marcus guardò fuori dalla finestra, era appoggiato con la parte bassa della schiena contro la scrivania, le mani strette ai bordi di essa.
Cercava di ignorare la giovane ragazza dietro di lui, strinse gli occhi in piccole fessure, guardando le persone sotto alla struttura camminare con passo tranquillo. Ignorando il fatto che dentro a quelle mura ragazzi e ragazze erano rinchiusi a crogiolare nelle loro menti e lasciati a impazzire.

-Come fa a saperlo?- disse alla fine con una sospiro.

Un leggero rumore di tacchi riecheggiò per la stanza silenziosa.
-I giornali non parlano d'altro.- ripose con voce squillante -E sono stata mandata qui dal suo avvocato.-

Marcus annuì, fissò ancora davanti a lui, aveva un certo senso di repulsione verso la mora in piedi dietro di lui che continuava a toccarsi una ciocca di capelli riccia.

-Cosa sa, esattamente, del Signor Horan?- domandò piatto.

-Le voci parlano Marcus.-

-Mi dia del Lei,- la interruppe scocciato -e le voci quasi mai sono vere.-

La ragazza si spostò sul posto, in imbarazzo per il cambio di voce dell'uomo.

-So che è sotto processo per abuso, violenza, rapimento e qualche altra merda.- biascicò.

-Il linguaggio!- la richiamò Marcus, si girò verso di lei, portando l'indice e il pollice sul ponte del naso per stringerlo appena.
Fece un gesto della mano per incitarla a parlare.
-E so che dovrebbe essere in carcere.-

L'uomo la fermò con un altro gesto.

-Come ha detto che si chiama?- aggrottò le sopracciglia.

-Jessica Dirtreck.- comunicò veloce.

-Bene signorina Dirtreck,- sospirò -l'avvocato di Niall è sicuro dei giorni di attesa?-

La ragazza fece un sorriso annuendo.

-20 giorni e sarà in un carcere di sicurezza. Può iniziare a fare il conto alla rovescia.-

Marcus cercò di fare un sorriso tirato al tentativo della signorina di alleggerire l'atmosfera.

-Ok allora, ora può anche congedarsi. Grazie per essere passata di persona.-

Marcus si avvicinò, le mise una mano sulla base della schiena per indirizzarla verso la porta. Non la sopportava più.

-Aspetti!- si fermò Jessica.

-Cosa?-

-Potrei chiederle un favore?-

L'uomo alzò gli occhi al cielo.
-Ragazzina fastidiosa.- mormorò prima di farle un cenno.

-Potrei analizzare il caso del Signor Horan?- si portò le mani contro al petto -Mi interessa molto.-

Si vedeva dagli occhi grandi di Jessica che era sempre stata una ragazza curiosa, e frequentando l'università, la sua curiosità di allargò soltanto.
Aveva letto del caso di Niall Horan mesi prima, i suoi occhi azzurri e i suoi capelli biondi erano la prima pagina di quasi tutti i giornali in tutti gli stati. Il suo caso aveva fatto scandalo per la brutalità. E Jessica lo trovò curioso in un modo inquietante, aveva da subito voluto saperne di più, cercare foto, guardare le prove che lo avrebbero sbattuto a vita dentro ad un carcere.
Aveva cercato le ragazze che erano state in contatto ravvicinato con Niall ma nessuna si offrì per rispondere a delle domande.

E Jessica non poté che sorridere quando Marcus le diede un cenno di consenso, la accompagnò fuori dalla porta, le camminò davanti, fino ad arrivare ad un cassetto di metallo in un angolo della sala enorme. Essa teneva una trentina di scrivanie, tutte occupate in quel momento da persone che neanche la consideravano.
Marcus aprì uno dei cassetti con una chiave, prese un fascicolo spesse e lo mise in mano alla ragazza che mostrò un sorriso enorme.

-Puoi guardarle solo con l'avvocato di Niall ok? Sarà d'accordo a mostrarti il caso visto che sei la sua stagista. Sono informazioni riservate, capisci?-

Jessica annuì.

-E,- Marcus si interruppe -hai mai sentito parlare di Mavis Holmes?-

La ragazza arricciò le labbra prima si aprire leggermente la bocca.
-Si, mia sorella minore andava a scuola con lei. Perché?-

Marcus ridacchiò, scosse la testa tornando nel suo ufficio e ignorando, ancora una volta, la ragazza dai ricci scuri.

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-Sai che giorno è?-

Niall scosse la testa, abbassò lo sguardo, osservando le sue gambe dondolare giù dal lettino foderato di carta su cui era seduto.
Il dottore davanti a lui teneva una cartellina in mano e una biro nell'altra.

-No, non lo so, sinceramente.- rispose ancora Niall.

L'uomo si mise gli occhiali sottili e di una montatura argentea prima di segnare qualcosa sul foglio di carta davanti a lui.

Il ragazzo dai capelli biondi si guardò intorno, sul muro erano appese le lauree in medicina e in psicologia.

-Stai prendendo le pillole?- chiese il dottore.
Egli aveva dei capelli corti e neri, teneva il camice aperto, che lasciava intravedere una maglietta azzurrina.

-Si.- disse soltanto Niall.

Le prendeva solo perché sapeva che a Mavis importava di quelle pillole, le stava prendendo solo perché così non si sarebbe messo ancora di più in cattiva luce con le guardie.

-Benissimo.- concluse l'uomo, fece un ultimo scarabocchio prima di posare la cartellina sulla scrivania chiara dello studio.

-C'è qualcosa di cui vorresti parlarmi?- concluse.

Le gambe di Niall dondolarono più vivacemente. Lo sguardo ancora basso.

Scosse la testa.

-Tuo fratello mi ha detto che stai soffrendo la distanza di Mavis.-

Niall in quel momento volle piangere, se qualcuno iniziava a parlare di come si sentiva o di quello che capitava intorno a lui automaticamente gli veniva voglia di piangere.
Era una cosa incontrollabile.

-Si, ma non voglio parlarne.- disse frettolosamente con il cuore in gola.

-Niall non fare così, non pensare di essere l'unico a soffrire. Tutti qua dentro stanno soffiando la mancanza di qualcuno.- l'uomo incrociò le mani al petto.

Niall si alzò.

-Lo so, perché me lo ripetete tutti? So di non essere l'unico e so che solo io la prendo così male. Ma per me è una cosa nuova, non ho mai avuto bisogno di nessuno. Nessuno.-

Disse tutto d'un fiato.

Il medico fece un sorriso.

-Parlarne può aiutare, e se vuoi io posso ascoltarti, solo parla.-

Niall storse la testa da un lato, si sedette su una poltrona vicino alla scrivania.

-È che forse ho troppo paura di esporla troppo a cose che non posso controllare. Non voglio che vada a finire come Zayn e Perrie o come Harry e sua sorella. Non voglio che qualcosa più spessa di una lastra di vetro ci divida.-

Posò le mani sulle ginocchia.

-Voglio stare solo con lei. È una cosa così difficile?- sospirò -E la cosa che mi sta bruciando è che non so se lei vuole lo stesso. In un certo senso so che è così ma ho bisogno di sentirmelo dire, sarà la prima cosa che le chiederò quando la vedrò.-

-Cosa ti manca esattamente di lei?- chiese curioso il medico, si tolse gli occhi osservando il ragazzo.

-Forse l'idea di lei, l'idea di avere qualcuno che tiene a me. Lei è l'unica idea che è riuscito a darmi qualcosa di reale. Ed era da mesi che ero come rinchiuso in un illusione. Ero apatico, avevo smesso di contare i giorni. Non mi importava più.-

-Secondo te come mai avete legato così in fretta? Intendo, la signorina Holmes è qui da soltanto due mesi..-

-Non lo so, è stata la prima ad interessarsi al perché io non parlassi. È la prima a non avere paura di me.-

-Niall,- lo interruppe con un sorriso malinconico -le persone non hanno paura di te, hanno solo paura di quello che eri, hanno paura di un azione che hai fatto. Non di te.-

Niall annuì, non gli importava che gli altri avessero paura di lui o meno. Esisteva solo Mavis.

-Io provo disgusto, sa?- disse sarcasticamente il ragazzo -Provo disgusto in tutto quello che riguarda questo posto, provo disgusto in Marcus e in quello che ha fatto a Mavis.-

Il dottore abbassò lo sguardo, quello che Marcus aveva fatto aveva fatto il giro dell'istituto e nessuno aveva detto niente.

Niall si alzò dalla sedia, salutò con un cenno il dottore prima di uscire dalla stanza e contare le ore che sarebbe mancate per toccare ancora la pelle bianca di Mavis.

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Strinse la presa sulla sua vita facendole alzare i fianchi contro i suoi. Liam teneva una mano al lato del suo viso per non pesarle troppo.

Sentì la lingua di lei sfiorargli i denti, mentre due mani piccole salirono fino all'attaccatura dei suoi capelli corti e castani. Liam aprì leggermente la bocca e gemette su quella della ragazza quando quest'ultima si spinse di più contro di lui.

-Liam.- lo chiamò restando ad occhi chiusi senza interrompere il loro bacio.
Il ragazzo le accarezzò il ventre, facendo passare la mano sotto la maglietta verde prima di sospirare un: -Mmh?-

Lei alzò il viso verso l'alto, mentre Liam passò le labbra contro al collo. Si appoggiò all'incavo di esse, alzò leggermente lo sguardo per guardarla negli occhi.

-E se ci scoprono?- ansimò lei, passando una mano tra i capelli di Liam senza fermarsi.

-Non importa.- continuò a darle dei baci -Francesca, non pensarci.-
Ordinò, e lei chiuse gli occhi e alzò il viso ancora di più insieme ai suoi fianchi.

Lei fece scivolare le mani sotto il colletto della maglia di Liam, accarezzandogli la schiena.

-Tu mi piaci davvero molto.- sentenziò Liam.

Si fermò qualche secondo, fece dei cerchiolini sulla pelle di Francesca, assettando una specie di risposta o un qualcosa.

-Anche tu.- rispose.

Liam sorrise, alzò leggermente la maglietta della ragazza.

-È da tanto che ti guardo.- ammise lui in un sussurro, per poi continuare a baciare lo stomaco di Francesca.

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