«Grazie...»

«Mh?»

«No niente, lascia stare» dico scacciando con la mano quanto appena detto.

«Grazie di cosa?» m'incita guardandomi con un sopracciglio sollevato.

Ruoto gli occhi al cielo tornando a puntare lo sguardo verso l'infinita distesa di luci e vita che si estende per migliaia di chilometri davanti ai nostri occhi. Sono tante, tantissime e tutte diverse per dimensione, gradazione e posizione ma da quassù è quasi impossibile riuscire a distinguerne più di un paio. Così come tutte quelle persone che viaggiano da una parte all'altra intente a tornare a casa, uscire o magari semplicemente per prendere una boccata d'aria fresca. Ci hanno sempre ripetuto che ognuno di noi è unico ed irripetibile ma ora, ad un'altezza così paurosamente elevata, fatico a rendermi realmente conto che quei puntini minuscoli sono essere umani. Ognuno immerso nella propria dimensione e coinvolto nei propri impegni per rendersi conto di essere osservati seppur nell'insieme.

«Se può consolarti avere paura di qualcosa è normale» dice smorzando il silenzio che ci ha avvolti fino a questo momento. Non era un silenzio imbarazzante o teso ma piuttosto un momento riflessivo che, probabilmente, ha coinvolto me tanto quanto lui.

Stacco lo sguardo dall'orizzonte abbracciandomi il busto con le braccia. Osservo lentamente il suo profilo sotto la luce fioca della notte percependo i lineamenti duri del suo viso increspati da un velo quasi inesistente di barba. Gli occhi leggermente gonfi e solcati dalle raffiche di vento vanno ad imperlargli le iridi che si sono ormai perse tra i mille dettagli della città. Sembra spento, smarrito in una dimensione differente, quasi come se si fosse disconnesso momentaneamente dal mondo reale. Forse non sono tante le occasioni in cui può prendersi un attimo di respiro ed isolarsi con i suoi pensieri come, a me invece, troppo spesso accade. Probabilmente l'inghippo della celebrità sta proprio in questo, tante cose da dover e poter fare, moltissimi mezzi per poterle realizzare ma, di conseguenza, troppe aspettative e realmente poco tempo materiale per godersele.

«Tu di cos'hai paura?» chiedo pentendomene subito dopo. La lentezza con il quale si volta e perde ancora una volta lo sguardo nel nulla, mi fece pentire di aver sconnesso il cavetto lingua-cervello. Dopotutto non erano affari miei e, soprattutto, non credo avrei retto un'altra delle sue stronzate senza avere l'impulso di scaraventarlo di sotto. E il problema era che non sarei riuscita nemmeno a raggiungere il Burundi in tempo e a farla franca.

Un suono a mala pena impercettibile abbandonò le sue labbra seccate dal freddo e pochi istanti dopo sembrò essere tornato in sé ma in una versione più impaurita ed insicura. D'un tratto sembrava non dimostrare più i suoi ventiquattro anni e i miliardi di sterline che teneva nel conto in banca. Come se l'armatura lucente fosse caduta a terra.
Scrolla le spalle incontrando per un momento il mio sguardo e, in quel momento di vulnerabilità, mi sento per la prima volta in sintonia con lui. Nonostante non ha ancora aperto bocca sono sicura che questa volta non manderà tutto all'aria come sempre ma, forse, si fermerà in tempo per non rovinare il momento.

«Durante i concerti o gli eventi interagiscono sempre con il pubblico non solo per rendere credibile lo show...» continua.
«Vedere tutte quelle persone felici di condividere con qualcuno i miei concerti mi fa sentire, in un certo senso solo. I miei fans non devono pagare nessuno per farsi accompagnare in giro come invece accade a me e per carità, adoro i miei amici e il mio staff ma, mi chiedo cosa farebbero se smettessi di pagarli o di dar loro notorietà. Porterei volentieri la mia famiglia ma giustamente non vogliono rinunciare  alla loro privacy e quindi cerco di coinvolgerli il meno possibile. Alla fine se ci penso non sono molte le persone sulla quale posso contare veramente... A volte mi piacerebbe svegliarmi ed essere solamente Harry, senza etichette né obblighi e vedere chi realmente resterebbe al mio fianco» conclude in un sospiro capovolgendo la testa all'indietro ed inspirando più ossigeno possibile.

Involontariamente poggio una mano sulla sua che tiene ben saldo il bordo della ringhiera e sorrido lievemente quando il suo sguardo incontra nuovamente il mio. Non mi aspettavo una confessione così schietta e sincera da parte sua e questa cosa mi rende in un certo senzo felice. Non so a quanti prima di me ha rivelato questa parte di sé ma mi fa piacere che ha  deciso di includermi nella lista.

«Non credo tu sia solo Harry e non credo nemmeno che gli altri lo facciano per soldi. È vero, senz'altro esserti amico ha dei vantaggi non indifferenti tipo andare a feste esclusive, entrare in grattacieli abbandonati, giocare a golf in  country club privati...»

«Non sei divertente» dice folgorandomi con un'occhiataccia contrariata.

«Va bene come vuoi ma fammi finire» ridacchio alzando le mani in segno di resa.
Mi fa cenno di continuare e posso scrutare nel suo sguardo un velo di ilarità farsi spazio nella tristezza e nella sincerità delle parole dette poco prima.

«In questi pochi giorni, che purtroppo sono stata costretta a passare in tua compagnia, ho constatato una cosa. Nonostante il tuo ego egocentrico e spropositato non sei poi così...male» ammetto mimando un finto dolore all'altezza del petto.

Un istante dopo lo vedo piegarsi in avanti e scoppiare in una fragorosa risata che, inaspettatamente, contagia anche me. Probabilmente le sue aspettative sono altre e anche se al momento lo vedo sotto una luce leggermente diversa, la mia opinione resta sempre la stessa: Harry Styles non mi piace, o forse solo un poco.

«Devo ammetterlo bambolina, speravo in una dichiarazione d'amore struggente ma per ora te la lascio passare» ammicca aprendosi in un sorriso a trecentosessanta gradi.

«Va' a farti fottere» gli urlo prima di rimboccare la strada verso l'infernale scatola metallica che mi sta attendendo.

SPAZIO AUTRICE

Lo so, non ho alcuna scusante e tantomeno voglio provare a rifilarvi scuse perché non ne ho. Sarò sincera con voi perché ve lo meritate. Ho attraversato periodi molto lunghi in cui credevo di aver accantonato per sempre la scrittura in quanto mi portava via molto tempo ed energie. E quindi mi sono allontanata da Wattpad per molti mesi anche se sono entrata ogni giorno per leggere i vostri commenti, vedere l'andamento delle storie e gioire ogni volta che qualcuno le inseriva negli elenchi di lettura. Non ho mai smesso di pensarvi né tanto meno di pensare alle mie storie e al loro futuro qui su Wattpad. Non sono arrivata ad una conclusione ma una cosa la so per certo: NON SMETTERÒ MAI DI SCRIVERE/LEGGERE. Non so dirvi quando sarà il prossimo aggiornamento né se inizierò a scrivere altre storie ma per il momento voglio essere cauta e cercare di portare a termine questa perché capisco di avervi lasciati da mesi nel bel mezzo del racconto senza spiegazioni e non è affatto giusto.

Una novità importante degli ultimi mesi e che mi sono iscritta all'Università e questo come molti di voi sapranno, porta via quasi tutto il tempo libero. Lo studio è tanto ma le soddisfazioni che stanno dando gli esiti degli esami mi stanno ripagando di tutta la fatica e spero che voi capiate. Al momento è quella la mia priorità assoluta insieme ai vari lavoretti che sto svolgendo e, quando posso, a cercare di portare avanti la mia vita senza impazzire. 😂

Quindi abbiate pazienza e sappiate che io vi leggo sempre e sono stra felice che molti di voi siano ancora qui. Non potrei desiderare lettori migliori di voi. Se vi va di fare due chiacchiere o di vedere le assurdità della mia vita seguitemi su Instagram, sono quasi sempre connessa e pubblico (purtroppo per voi) anche con una certa frequenza. Vi lascio il nik sia del mio profilo reale che di quello dedicato a Wattpad.

Vi chiedo scusa ancora una volta e spero di poter aggiornare il prima possibile, grazie per tutto. ❤

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