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Capitolo 10.

«TU» gli urlo puntandogli un dito contro.

«Cos'hai detto a Liam?»

Il suo sorriso si allarga maggiormente e non credo sarebbe potuto essere più attraente di così. Gli occhi velati di quello che, probabilmente, è l'effetto dell'alcool e le guance leggermente arrossate lo rendono più giovane dei suoi soliti completi gessati da adulto. Lo guardo scompigliarsi i capelli lentamente scostandosi una ciocca ribelle dalla fronte. Sorseggia velocemente un altro sorso di drink e storce il naso quando l'alcool gli arriva in fondo alla gola.

«Di che parli?» domanda piegando lievemente la testa di lato.

«Non fare il finto tonto perché anche se ci sei so cosa hai fatto» l'accuso incrociando le braccia al petto.

I suoi occhi si riducono in due piccole fessure incandescenti e l'unico suono che proviene dalla sua bocca è un gremito strozzato. Alza gli occhi al cielo e rassegnato scuote la testa.
Si guarda intorno e prima di poter fare qualunque cosa, mi agguanta per il polso e mi conduce fuori.
Nonostante la confusione e i corpi sudati danzanti che ci circondano, non posso fare a meno di osservare i muscoli delle sue spalle guizzare da sotto il tessuto della camicia. Nonostante non avesse un fisico particolarmente scolpito era proporzionato per la sua altezza e per l'aria da adone menefreghista che voleva far trapelare.

«Dove stiamo andando?» gli chiedo dopo aver superato il muro di bodyguard.

«A cercare Liam, semplice» spiega continuando a camminare a grandi falcate verso un auto nera parcheggiata non molto lontana.

«Spiegami per quale razza di motivo dovrei venire con te visto che sei stato tu a causare questo casino» dico riuscendo finalmente a sfuggire alla sua presa.

«Credevo foste amici» continuo osservandolo estrarre dal retro dei pantaloni la chiave dell'auto.
Sorride appena aprendo lo sportello per poi sparire nell'abitacolo senza voltarsi.

Sbuffo sonoramente guardandomi intorno e gelando quando una folata di vento si abbatte sul mio corpo rivestito solo da uno strato sottile di tessuto. In quest'area del parcheggio, stranamente, sembriamo essere gli unici presenti e raggelo maggiormente nel constatare che da lì a poco sarei stata sola in macchina con lui. Mi importa di spiegare a Liam come stanno le cose ma con Harry nelle vicinanze sarà un'impresa tutt'altro che ardua. Lui si è messo in mezzo a creare scompiglio senza un'apparente ragione. So che Harry porta con sé una brutta reputazione ma non penso che pugnalare gli amici alle spalle rientri nel pacchetto.
Anni prima sono stati entrambi membri di una delle boyband più famose del globo, hanno condiviso ogni istante delle loro vite insieme e, con il tempo, non hanno mai smesso di frequentarsi. Quindi non riesco a comprendere il motivo della ripicca inflitta nei confronti di Liam.

«L'amicizia infatti è anche questa, vedila così. Gli ho fatto un favore se ci pensi, sappiamo entrambi quanto mi desideri e ho voluto solo evitargli l'ennesima delusione» lo sento ghignare non appena abbassa il finestrino del lato passeggero.

«Vaffanculo» e senza pensarci due volte faccio marcia indietro e a grandi passi mi allontano. Stringo i pugni lungo le braccia e mi convinco a contare fino a dieci prima di mettere su una sceneggiata degna di una commedia hollywoodiana.

Mentre mi avvicino nuovamente all'ingresso sento il cellulare suonare e grata per quella momentanea distrazione, rispondo.

«Pronto?»

Nessuna risposta se non un lieve respiro di sottofondo. Guardo il numero e noto solo ora essere privato.

«Pronto chi è? Sto per riattacc-»

«Devi lasciarlo stare, sta lontana da lui o te ne pentirai»

Mi blocco nel pieno centro del parcheggio e scosto nuovamente l'oggetto dall'orecchio. Fisso lo schermo sconcertata e ripasso mentalmente la minaccia che mi era appena stata lanciata.

Lasciarlo stare ma chi?

Non conoscevo quella voce né tanto meno a chi fosse rivolta l'avvertimento. Parlava di Liam? Di Louis? Zayn? Oppure... Harry?

Mi sveglio dal mio trance solo quando il clacson di un'automibile mi riporta alla realtà facendomi saltare sul posto.

«Sali, avanti»

Scuoto la testa ancora frastornata e mi volto per guardarlo. L'auto è parcheggiata a pochi metri da me ed Harry pare essersi leggermente ripreso. Ha messo gli occhiali da sole nonostante sia notte ma non posso far a meno di constatare quanto gli donino.

«Sali su questa cazzo di macchina, non farmi perdere tempo» ripete questa volta più deciso.

«Neanche se fossi l'ultimo passaggio rimasto sulla faccia della terra, sorta di cactus appassito» gli dico voltandomi di nuovo a correre verso le porte principali.

Faccio qualche passo finché avverto la terra mancarmi letteralmente sotto i piedi e due braccia stringermi per la vita.

«Lasciami, maniaco» grido scalciando con le gambe all'aria mentre con passo fermo fa il giro dell'auto come se non pesassi nulla.
Mi posa a terra tenendomi stretta con un solo braccio mentre, con l'altro, apre lo sportello e con poca delicatezza, mi spinge dentro.

«Sei un fottuto psicopatico Harry Styles» bofonchio esasperata massaggiandomi le tempie dolenti.
Entra a sua volta nell'abitacolo e con un sorrisetto soddisfatto mette in moto. Si allontana a gran velocità dopo un paio di manovre e sfreccia imperterrito nelle strade affollate della città. Ci dirigiamo verso una parte della città ancora a me sconosciuta ma non mi lamento e mi godo la vista. Le milioni di luci presenti sembrano prendere vita sotto il nostro passaggio come la fiammella di un focolare estivo. Brillano e scintillano lasciandomi ancora una volta estasiata da tanta vivacità e bellezza.

«Dove stiamo andando?»

«Nell'unico posto in cui va Liam ogni volta che viene scaricato» risponde tenendo gli occhi fissi sulla strada.
Lo guardo con un sopracciglio alzato ma quando non aggiunge altro, sprofondo nel sedile rassegnata. Lui lo conosce da tanti anni e sa come comportarsi nei confronti di Liam quindi non posso far altro che fidarmi. Non ho ancora pensato a cosa dirgli esattamente per spiegare il malinteso ma, sicuramente, tralascerò la parte del bacio con Harry e negherò  fino alla fine.

Con la coda dell'occhio sbircio, ancora una volta, nella sua direzione e quando lo vedo rilassato sotto i raggi della luna ed il braccio a penzoloni fuori dal finestrino, sento l'aria di un sorriso imprimersi sulle mie labbra ed un'inquietante tranquillità farsi largo.

SPAZIO AUTRICE

Hello there!
Perdonate l'immensa attesa ma ho dovuto accudire ed aiutare mia madre dopo un'operazione e quindi il tempo per scrivere si era ridotto a zero. Scusate se non ve ne ho parlato prima ma non me la sentivo, ora che è tutto apposto posso finalmente tornare a scrivere.

Grazie per la pazienza e scusate ancora. ❤

Come al solito vi aspetto sui miei profili Ig: redkhloewattpad/ _saradevincentiis

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