Si alza a sedere e non può fare a meno di essere grata a se stessa per aver messo al lato del letto una bottiglia d'acqua da un litro e mezzo, dato che sarà la quarta volta che si sporge ad afferrarla per bere con la disperazione di una che vaga nel deserto da ore senza acqua o altro da bere. Passare la notte con Loki l'ha letteralmente disidratata e sente il corpo pesante, stanco, ma profondamente rilassato. Si volta leggermente verso il corpo del dio, che giace accanto a lei con la tranquillità e la pacatezza di un bambino. Non lo crederebbe mai un assassino, se non sapesse che cosa ha fatto. Un po' si detesta, perché ritiene di sorvolare su cose che invece hanno importanza.

"Ho fatto cose terribili" le ha detto quella sera, mentre le sfiorava la guancia. Nudo, ma senza vergogna; orgoglioso del suo corpo come solo un dio può essere. Anche adesso, mentre è rilassato ed inconsapevole, sembra non curarsi di non avere addosso nient'altro che un sottile lenzuolo, dal quale alcune parti di lui sembrano rifuggire con eleganza, come un gatto che si allontana gradualmente dall'acqua.
Ma in quella frase non c'era nulla dell'orgoglio e della superbia del Dio degli Inganni; nessuna luce negli occhi, niente sorrisi beffardi. Non l'ha detto per impressionarla, per affermare il suo potere e la sua pericolosità su di lei. Suonava più come un ultimo avvertimento. Come se le avesse detto "non potrai più tornare indietro, dopo". Se decidi di passare la notte con un assassino, è bene che tu sia consapevole delle cose che ha fatto. Che tu sappia, che te ne renda conto. Perché la mattina dopo, quando ti sveglierai accanto a qualcuno che nella sua vita, per un motivo o per un altro, ha ucciso e creato disordini, devi ricordarti di averlo deciso, di aver lasciato da parte i suoi orrori. Forse solo per attrazione fisica, forse per qualcosa di più? Non è importante.
Loki ha voluto farle sapere che lui è consapevole, e voleva che lo fosse anche lei. E questo bastava.
Helen lo ha guardato negli occhi ed ha visto qualcosa che Loki non lascia vedere mai a nessuno. Quello che si nasconde dietro la maschera di arroganza. La consapevolezza di aver sbagliato ed il peso dei suoi sbagli che grava su di lui. Sempre.

Si passa una mano tra i capelli sciolti e richiude la bottiglia, prima di sentire una mano sfiorarle il fianco. Il Dio degli Inganni si è svegliato.
"Sete?" si sente chiedere con malizia, come se volesse prenderla in giro. Già se li immagina, il suo sorrisetto e gli occhi eloquenti, a ricordarle quello che hanno fatto nel corso di quella notte. Helen non si volta, non ancora. "Molta" risponde per provocarlo. Sente la mano leggera di Loki esplorarle la superficie del fianco, poi dell'addome, poi più giù, senza perdere tempo.
I suoi movimenti sono lenti, ma non per questo meno efficaci. Helen non si preoccupa più di cosa è giusto e cosa è sbagliato, di cosa potrebbero pensare Tony, Steve, Natasha e tutti gli altri. Persino Thor. Ha grande stima di loro, ma sa bene quello che vuole. Specie in questo momento. E lo sa anche Loki.
"Ti usa per il proprio piacere" dice una delle tante voci. Ma non è quello che sta facendo anche lei, forse? Adesso che sente il suo corpo così vicino e così soffice, che le sue labbra le sfiorano il collo e le spalle, non ha importanza nient'altro. Tutto il resto è un problema del futuro.
Si volta verso di lui e gli prende il viso tra le mani, guardandolo negli occhi mentre i loro corpi si incastrano. Ancora, non può fare a meno di vedere nient'altro che autenticità, accanto al desiderio e al piacere. Lo sente respirare profondamente, come probabilmente sta facendo anche lei, ed è felice.
Si muovono con lentezza, si accarezzano a vicenda come per scoprire tutto ciò che è sempre coperto, tutto ciò che possiedono. È un bisogno quasi viscerale. La pelle di lui è ovunque liscia e levigata, esattamente come ci si aspetterebbe da un dio. Ed è bianca, quasi come il marmo. Helen sa che la sua pelle è fortemente imperfetta; è la pelle di una ragazza mortale. Forse bella, ma pur sempre mortale, che porta i segni del cambiamento e del tempo.
A volte si chiede cosa ne pensi lui, se percepisce la sua mortalità come una debolezza. Nei, smagliature, lividi. Tutte cose che è facile trovare sul suo corpo, ma da cui Loki sembra essere immune, e forse lo è.
Helen non sa che forse è proprio quel cambiamento che lo affascina. Un corpo che rimane sempre lo stesso, per quanto bellissimo, è solo un corpo. Prevedibile, quasi noioso, dal suo punto di vista.
Il corpo di Helen, invece, è da scoprire, da curare.

"Non ti facevo così temeraria".
Loki la osserva infilarsi velocemente una maglietta e rimettersi sotto le coperte. La luce del giorno sembra aver raffreddato la stanza, avvertimento che il loro tempo sta per scadere. Helen si volta a guardarlo con aria interrogativa. "Cioè?" gli chiede, appoggiando la testa sulla sua spalla. È calda, non si è ancora rivestito.
Loki alza le sopracciglia con quella sua tipica espressione di scetticismo. "Devo ricordarti che sono cattivo?". Helen sorride.
"Un'altra volta ancora, sì" risponde, "La prossima volta che aiuterai tuo fratello a salvare il mondo".
Anche Loki sorride. Pensare a Thor non lo preoccupa più. L'invidia che lo aveva spinto ad odiare suo fratello non ha più senso di esistere, adesso che pensa di aver trovato il suo posto nel mondo. Forse anche grazie ad Helen.
Il tempo trascorso insieme adesso gli sembra ridicolmente corto e ne vorrebbe di più, ma non se ne preoccupa. Non c'è niente di stabilito tra loro due. Non ancora, almeno. Loki sta imparando che non può avere tutto ciò che vuole immediatamente. E comunque, ciò che vuole in questo momento non lo sa nemmeno lui con precisione.

"Da quando Lanterna Verde ha libero accesso a questo posto?" la voce di Tony li sorprende alla porta, prima che Loki esca. Il Dio degli Inganni fa un sorriso sarcastico e risponde: "No, solo alla camera di Helen".